Settimana per l'Unità dei Cristiani: meditazione per il 25 gennaio - Proclamazione cristiana della speranza in un mondo di separazione
Settimana per l'Unità dei Cristiani: meditazione per il 24 gennaio - I cristiani di fronte alla pluralità delle religioni
Settimana per l’Unità dei Cristiani: meditazione per il 23 gennaio - I cristiani di fronte alla malattia e alla sofferenza
Settimana per l’Unità dei Cristiani: meditazione per il 22 gennaio - I cristiani di fronte alla discriminazione e al pregiudizio sociale
Settimana per l’Unità dei Cristiani: meditazione per il 21 gennaio - I cristiani di fronte alla crisi ecologica
Settimana per l’Unità dei Cristiani: meditazione per il 20 gennaio - I cristiani di fronte all’ingiustizia economica e alla povertà
Settimana per l’Unità dei Cristiani: meditazione per il 19 gennaio - I cristiani di fronte alla guerra e alla violenza
Settimana per l’Unità dei Cristiani: meditazione per il 18 gennaio - Le comunità cristiane di fronte a vecchie e nuove divisioni
lunedì 19 gennaio 2009
VI Incontro Mondiale delle Famiglie. L'omelia del card. Bertone della Messa conclusiva e il bilancio del card. Antonelli

VI Incontro Mondiale delle Famiglie. Il commento all’evento del capo ufficio del Pontificio Consiglio per la Famiglia
Quanto è stato detto in questi giorni qui è già presa di coscienza, è già vita. La famiglia è un bene immenso. Bisogna difenderla, sostenerla, valutarla, amarla, privilegiarla. La famiglia, come la scuola, come la parrocchia, devono ritornare a formare i figli, a formare i giovani. Non bisogna delegare nessuno, non bisogna delegare gli altri, Stato compreso: entrino in questo processo formativo non per indottrinare ma per seriamente formare. Alla crisi di valori dei nostri giorni, è stato sottolineato da più parti, per rispondere con una proposta seria, i valori umani, religiosi e cristiani devono camminare insieme, perché hanno un unico obiettivo: il bene totale della persona. Toccanti sono state le testimonianze di famiglie dei cinque continenti. Commovente la preghiera per i nonni, scritta da Papa Benedetto XVI e recitata in più lingue durante la veglia mariana. Significativo ancora è stato il rinnovo delle promesse matrimoniali e la benedizione degli anelli che si sono scambiati gli sposi. Continua è stata in questi giorni la preghiera a nostra Signora di Guadalupe per la pace in Terra Santa e in modo particolare per Gaza. Dall’America del Nord all’Europa la famiglia deve ritornare ad essere al centro delle politiche dei legislatori. Se la Chiesa considera la politica come un bene immenso a guadagnarci è solo la società civile. Tutto quello che si fa per il bene della famiglia si riflette automaticamente nella società civile e nella comunità ecclesiale. E’ questo il messaggio del VI Incontro mondiale della famiglie.
Il card. Antonelli: nel 2013 a Milano un grande appuntamento ecclesiale sulla libertà religiosa

Il 9 marzo Benedetto XVI visiterà il Campidoglio. Il sindaco Alemanno: onorato e commosso. Il commento della 'Caritas' diocesana

''E' la migliore risposta che il Papa abbia potuto dare alla visita che gli amministratori di Roma e Lazio hanno fatto in Vaticano all'inizio di quest'anno. Sarà un momento nel quale il Papa manifesterà la sua vicinanza alla città, alla cittadinanza, alle persone'': lo ha affermato al Servizio di Informazione Religiosa della CEI mons. Guerino Di Tora, direttore della "Caritas" diocesana di Roma. ''Immagino - aggiunge mons. Di Tora - che affronterà, in quel contesto, i problemi più sentiti dai cittadini romani. Già nella visita degli amministratori il Papa ha parlato di problemi quali il disagio, le difficolta' dei giovani e delle famiglie. Immagino che voglia riprendere quel discorso e riportate l'accento su queste situazioni perche' ci possano essere piu' attenzione e corresponsabilità. Davanti a problemi che sono gravi occorre infatti un maggior lavoro in rete''.
VI Incontro Mondiale delle Famiglie. Come suono di campana: il commento del 'SIR' all'evento di Città del Messico

Si è concluso ieri, domenica 18 gennaio, il VI Incontro Mondiale delle Famiglie a Città del Messico. Oltre diecimila le iscrizioni, ma gli ingressi giornalieri hanno superato le dodicimila unità.
La famiglia è una buona notizia. Una forte impressione è che in questi giorni si è rinnovata l’immagine e la percezione della famiglia: c’è una buona notizia per tutti, per le persone e per la società, pur nella consapevolezza della crisi e delle sfide difficili da affrontare. Eppure, la famiglia è e resta la buona notizia, il vero bene della società civile. Non si può vivere senza valori, senza il vero e il bene; ed essa ne possiede e ne custodisce molti, li coltiva, li trasmette. C’è valore più grande della persona? La famiglia dona la vita e, al suo interno, ogni persona si percepisce come valore perché si sente amata. Ogni persona, amata, a sua volta si apre con fiducia alla vita, al rispetto degli altri, alla pratica della giustizia, della solidarietà, al servizio. Ci sono poi i valori cristiani e la famiglia ne è la culla naturale. Laddove i genitori pregano e hanno un rapporto con Dio, il figlio lo percepisce come presente. La famiglia è vera scuola, originale, non teorica ma esperienziale, dove i valori vengono recepiti come esigenze della vita stessa e necessari ad una vita degna e riuscita.
Vivere nella frattura. Le mille sofferenze della e nella famiglia, le separazioni, gli abbandoni, le perdite, i divorzi, ne sono una prova allo specchio, con l’immagine rovesciata. Eppure anche nella frattura non mancano mamme sole, vere eroine, situazioni di emergenza e di grande generosità. C’è bisogno soprattutto di normalità, dell’incontro dei generi e delle generazioni: l’uomo con la donna, i figli con i genitori, figli a loro volta. Uno scambio vitale che arricchisce l’unità della famiglia. La Chiesa non abbandona i divorziati, i risposati, pur riconoscendone la condizione non evangelica. A parte l’Eucaristia - che resta il vertice della vita cristiana – tutto il resto del patrimonio della Chiesa è a loro disposizione perché si sentano amati e spronati a mettersi in cammino: catechesi, Parola di Dio, gruppi di condivisione, preghiera. Se il congresso ha mostrato in ogni sfaccettatura la complessità e la ricchezza dei valori consegnati alla famiglia, il momento di festa e di testimonianza ne ha mostrato la bellezza e le tante famiglie, con le loro storie, sono state una finestra spalancata sul mondo.
La festa dei figli. Alcune centinaia di operatori dei media accreditati. L’area stampa è una fiera di paese, con il meglio della tecnologia. A passar lì per caso c’è la possibilità che qualcuno ti fermi e ti proponga un’intervista. Televisioni, radio e giornali, per non dire dei siti web, hanno pagine e pagine sul congresso, sulle famiglie riunite nel grande centro espositivo Banco Mer. Anche il numeroso gruppo dei cardinali e dei vescovi è una novità. E poi gruppi di famiglie da ogni parte dei cinque continenti. Vestiti, lingue, fogge, bandiere. Anche l’Expo dedicato alle famiglie ha numerosi stand con materiale informativo sulle centinaia di associazioni, iniziative, esperienze, movimenti, che si occupano di famiglie. Un ampio spazio è destinato ai giochi dei bimbi, lì la festa è continua e coinvolgente.
O famiglia o caos. Si diceva dei mezzi di comunicazione. Spesso scantonano, quando insistono su questioni comunque marginali, come omosessualità e contraccezione e come la Chiesa si pone a confronto. La sensazione è che si offre la patologia come norma, mentre i rimedi all’allarme sulla crescita della delinquenza giovanile, vengono cercati nell’aumento del personale di polizia e delle residenze carcerarie. Studiosi a loro volta, genitori, al contrario, vedono e mostrano come la vera causa sia lo smantellamento della famiglia, il solo luogo naturale dove si educa ai valori e alle regole, dove si impara il codice morale del bene comune. Nessuno sconto nel giudizio: senza la famiglia si va verso il caos e il vandalismo universale e la bancarotta morale si traduce anche in bancarotta economica.
Una voce armoniosa. La chiusura del congresso è tutta un crescendo, nonostante le lunghe ore in sala e la temperatura molto rigida. Ma il cuore delle famiglie – e in Messico non può che confermarsi tale – è un fuoco inestinguibile e la sala dei diecimila vibra ad ogni appello, aderisce ad ogni proposta, si accende attorno a parole e nomi che ben riconosce come propri: la Chiesa, il Papa, la Vergine di Guadalupe. C’è un grazie per ognuno perché ognuno è stato protagonista, sul palco o in assemblea, in chiesa o in cabina di traduzione, a mensa o nei servizi più umili. Un simbolo, fra tanti, è il dono del Pontificio Consiglio della famiglia al cardinale Norberto Rivera, arcivescovo primate del Messico: una campana dedicata alla Sacra Famiglia, opera e dono della Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone. Simbolica anche per la fattura, ancora come mille anni fa, ad opera della più antica famiglia artigiana italiana: la fusione di bronzo, fuoco e arte. Il cardinale Norberto e due ragazzi la suonano e i rintocchi si diffondono nella grande sala: la voce delle famiglie convocate a Città del Messico è cristallina, calda, armoniosa e persistente. Una buona e bella notizia che si diffonde.
Vivere nella frattura. Le mille sofferenze della e nella famiglia, le separazioni, gli abbandoni, le perdite, i divorzi, ne sono una prova allo specchio, con l’immagine rovesciata. Eppure anche nella frattura non mancano mamme sole, vere eroine, situazioni di emergenza e di grande generosità. C’è bisogno soprattutto di normalità, dell’incontro dei generi e delle generazioni: l’uomo con la donna, i figli con i genitori, figli a loro volta. Uno scambio vitale che arricchisce l’unità della famiglia. La Chiesa non abbandona i divorziati, i risposati, pur riconoscendone la condizione non evangelica. A parte l’Eucaristia - che resta il vertice della vita cristiana – tutto il resto del patrimonio della Chiesa è a loro disposizione perché si sentano amati e spronati a mettersi in cammino: catechesi, Parola di Dio, gruppi di condivisione, preghiera. Se il congresso ha mostrato in ogni sfaccettatura la complessità e la ricchezza dei valori consegnati alla famiglia, il momento di festa e di testimonianza ne ha mostrato la bellezza e le tante famiglie, con le loro storie, sono state una finestra spalancata sul mondo.
La festa dei figli. Alcune centinaia di operatori dei media accreditati. L’area stampa è una fiera di paese, con il meglio della tecnologia. A passar lì per caso c’è la possibilità che qualcuno ti fermi e ti proponga un’intervista. Televisioni, radio e giornali, per non dire dei siti web, hanno pagine e pagine sul congresso, sulle famiglie riunite nel grande centro espositivo Banco Mer. Anche il numeroso gruppo dei cardinali e dei vescovi è una novità. E poi gruppi di famiglie da ogni parte dei cinque continenti. Vestiti, lingue, fogge, bandiere. Anche l’Expo dedicato alle famiglie ha numerosi stand con materiale informativo sulle centinaia di associazioni, iniziative, esperienze, movimenti, che si occupano di famiglie. Un ampio spazio è destinato ai giochi dei bimbi, lì la festa è continua e coinvolgente.
O famiglia o caos. Si diceva dei mezzi di comunicazione. Spesso scantonano, quando insistono su questioni comunque marginali, come omosessualità e contraccezione e come la Chiesa si pone a confronto. La sensazione è che si offre la patologia come norma, mentre i rimedi all’allarme sulla crescita della delinquenza giovanile, vengono cercati nell’aumento del personale di polizia e delle residenze carcerarie. Studiosi a loro volta, genitori, al contrario, vedono e mostrano come la vera causa sia lo smantellamento della famiglia, il solo luogo naturale dove si educa ai valori e alle regole, dove si impara il codice morale del bene comune. Nessuno sconto nel giudizio: senza la famiglia si va verso il caos e il vandalismo universale e la bancarotta morale si traduce anche in bancarotta economica.
Una voce armoniosa. La chiusura del congresso è tutta un crescendo, nonostante le lunghe ore in sala e la temperatura molto rigida. Ma il cuore delle famiglie – e in Messico non può che confermarsi tale – è un fuoco inestinguibile e la sala dei diecimila vibra ad ogni appello, aderisce ad ogni proposta, si accende attorno a parole e nomi che ben riconosce come propri: la Chiesa, il Papa, la Vergine di Guadalupe. C’è un grazie per ognuno perché ognuno è stato protagonista, sul palco o in assemblea, in chiesa o in cabina di traduzione, a mensa o nei servizi più umili. Un simbolo, fra tanti, è il dono del Pontificio Consiglio della famiglia al cardinale Norberto Rivera, arcivescovo primate del Messico: una campana dedicata alla Sacra Famiglia, opera e dono della Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone. Simbolica anche per la fattura, ancora come mille anni fa, ad opera della più antica famiglia artigiana italiana: la fusione di bronzo, fuoco e arte. Il cardinale Norberto e due ragazzi la suonano e i rintocchi si diffondono nella grande sala: la voce delle famiglie convocate a Città del Messico è cristallina, calda, armoniosa e persistente. Una buona e bella notizia che si diffonde.
ll Papa alla delegazione luterana finlandese: continuare il dialogo sulla 'giustificazione'. Il vescovo: di primaria importanza il dialogo teologico

“Il dialogo teologico luterano-cattolici è di primaria importanza per le nostre chiese”. Lo ha assicurato il vescovo Gustav Björkstrand, della Chiesa evangelica luterana di Finlandia, salutando questa mattina Papa Benedetto XVI a nome della delegazione ecumenica del suo Paese. Nel messaggio di saluto, il vescovo ha ricordato al Santo Padre che la storia della Chiesa luterana finlandese “non è iniziata con la riforma ma con Sant’Enrico che è apostolo di Finlandia e primo vescovo della nostra Chiesa. La riforma in Finlandia non ha quindi significato una rottura con il passato ma è stato un movimento di riforma della Chiesa, il cui scopo fu quello di mantenere l’originaria fede apostolica. Questo è quanto i rappresentanti della nostra Chiesa hanno sottolineato nella discussione cattolica-luterana di Svezia e Finlandia sulla dottrina”. Ricordando che la Commissione di dialogo bilaterale ha scelto di lavorare sul tema della “Giustificazione nella vita della Chiesa”, il vescovo ha aggiunto: “sembra già chiaro che le Chiese luterane svedesi e finlandesi hanno molte più cose in comune con la teologia e la dottrina della Chiesa cattolica romana rispetto a molte altre chiese luterana”. Nel suo lungo discorso al Papa, il vescovo Björkstrand ha auspicato buon lavoro alla Commissione internazionale di dialogo luterano-cattolico.
Alla Delegazione Ecumenica Finlandese, in occasione della festa di Sant'Enrico (19 gennaio 2009) - il testo integrale del discorso del Papa
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Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. A Roma una delegazione luterana dalla Finlandia, sarà ricevuta da Papa Benedetto

La falsa distensione tra la Chiesa e Zapatero
Costuire la realtà invece di parlarne è spesso una forte tentazione per i media. Una tentazione divertente, ma per nulla innocente. Se un anno fa era conveniente dipingere lo spettro di un episcopato spagnolo in fuga e trasformato nella principale forza di opposizione allo zapaterismo, adesso alcuni sono invece impegnati nel vederci il “gradevole momento” che starebbero sperimentando le relazioni Chiesa-Stato.
Questo gradevole momento consisterebbe nel fatto che i vescovi spagnoli si sarebbero arresi alla raccomandazione romana di attenuare l’asprezza delle proprie critiche al Governo, e nel fatto che ciò avrebbe avuto l’effetto di moltiplicare i gesti di distensione come, per esempio, l’intervista in cui Zapatero si complimentava con il card. Cañizares per la sua recente nomina nella Curia. Realtà virtuale. Secondo questi medi, la visita annunciata del Segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone, sarebbe la ciliegina sulla torta.
Tutto soffre di un vizio all’origine: è falso che Benedetto XVI abbia chiesto ai vertici della Conferenza episcopale spagnola (Cee) di abbassare il tono delle sue critiche. Al contrario, il Papa ha mostrato in diverse occasioni di comprendere il momento difficile della Chiesa in Spagna e di apprezzare il coraggio con cui i Vescovi svolgono la loro missione, assumendosi il rischio che è proprio della testimonianza della fede.
E quando l’esecutivo di Zapatero ha cercato di trovare un filo diretto con Roma (e lo ha tentato più volte) che tagliasse fuori i vescovi spagnoli, ha avuto sempre la stessa risposta: per affrontare i problemi della Spagna, gli interlocutori sono i vescovi spagnoli.
Parliamoci chiaro. Serve molta immaginazione per pensare a questo gradevole momento di cui alcuni parlano, quando il discorso culturale del Governo continua a essere il laicismo aggressivo, quando si profila a tappe forzate una legge sulla libertà dell’aborto e quando si sta scrivendo una riforma della legge sulla libertà religiosa i cui obiettivi puntano a una crescente restrizione della presenza pubblica delle diverse religioni e a una crescente intromissione statale nella vita interna delle comunità religiose. Per non parlare del mantenimento della materia di educazione alla cittadinanza nei suoi attuali termini, senza che il Governo abbia mostrato il minimo segnale di apertura su un punto che la Chiesa considera cruciale.
Altra cosa è dire che, evidentemente, ogni momento richiede una diversa risposta e gli ultimi tempi sono stati più tranquilli di quelli precedenti alle elezioni di marzo, quando l’esecutivo e il suo intorno mediatico lanciarono un brutale campagna contro la Chiesa come reazione alla celebrazione della famiglia cristiana in Plaza de Colón e alla nota episcopale riguardanti i comizi.
È vero che Zapatero ha ricevuto il presidente della Cee, il card. Ruoco (nella foto con Benedetto XVI), in un clima di cordialità, ma i frutti di quel dialogo finora non si sono visti. È anche vero che è un gesto di cortesia e di normalità che Zapatero abbia ricevuto il cardinal Cañizares (la stessa cosa sarebbe accaduta in qualsiasi altro paese normale, specialmente se la Chiesa rappresenta socialmente e storicamente quello che rappresenta in Spagna).
Oltre a questo null’altro, ed è significativo che il quotidiano El País abbia chiesto al suo redattore di maggior fiducia alla Moncloa di scrivere un’intera paginata, con richiamo in prima, dove quella di Zapatero era presentata come un’ “intervista insolita” che dimostrava che con Roma (ossia con Cañizares) tutto va bene, mentre con Añastro, sede della Cee, (quindi con Rouco) tutto resta invariato. Alla Moncloa- El País dovrebbero capire che la cortesia istituzionale non è compatibile con la manipolazione.
Quanto alla visita del card. Bertone, questa dimostra l’interesse della Santa Sede per la situazione spagnola e il desiderio di accompagnare i vescovi spagnoli nel loro difficile ministero. Sono loro ad averlo invitato, perché faccia presente nel dibattito pubblico del nostro paese il magistero di Benedetto XVI su un tema trascendentale come quello dei diritti umani. Sarebbe interessante contrapporre il contenuto della sua conferenza con le “politiche di estensione dei diritti” che sono la perla più pregiata dello zapaterismo. Una cosa che non impedirebbe al Segretario di Stato di mantenere un rapporto franco e cordiale con le autorità spagnole, ci mancherebbe altro.
Certamente la Chiesa non aspira al confronto permanente, né il suo ideale è la lotta con il Governo. La Chiesa non è “l’opposizione”, sebbene tante volte si debba opporre per restare fedele alla sua missione. Non serve che l’esecutivo compiaccia la Chiesa in questo o quell’altro modo. Serve che riconosca il suo valore come soggetto storico presente nel nostro contesto civile, e che rispetti la sua libertà di parola e di azione.
Noi cattolici non aspiriamo al beneplacito del potere. Aspiriamo solamente, come ha detto Benedetto XVI al Corpo diplomatico, a che non si coltivino pregiudizi e ostilità verso di noi semplicemente perché in certe questioni la nostra voce disturba. Non è una questione di momenti gradevoli o aspri, ma di una sana laicità che tutti dobbiamo contribuire a costruire.
Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Il card. Kasper: nonostante le difficoltà l'ecumenismo di Benedetto XVI è largamente positivo

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