
venerdì 8 maggio 2009
La visita di cortesia ai sovrani di Giordania. Riaffermata la necessità del dialogo tra musulmani e cristiani

'L'Osservatore Romano': la chiave per comprendere il viaggio di Benedetto XVI è nella parola 'pellegrinaggio', un contributo alla pace

Visita al Centro 'Regina Pacis'. Il Papa: l'amore incondizionato di Dio mira ad un significato per ognuno. Pregate per me, per la pace e l'unità

“La stima per la vostra notevole competenza professionale, la cura compassionevole e la risoluta promozione del giusto posto nella società di coloro che hanno necessità speciali è ben conosciuta qui e in tutto il regno”. Nel discorso Benedetto XVI ha ringraziato “il Patriarca Fouad Twal per le gentili parole di saluto” e “i giovani presenti per il loro commovente benvenuto”. “Come per innumerevoli migliaia di pellegrini prima di me, è ora il mio turno di soddisfare quel profondo desiderio di toccare, di trarre conforto dai luoghi dove Gesù visse e che furono santificati dalla sua presenza e di venerarli”. Dai tempi apostolici, ha spiegato il Papa, “Gerusalemme è stata il principale luogo di pellegrinaggio per i Cristiani, ma ancora prima, nell’antico Vicino Oriente, i popoli Semitici costruirono luoghi sacri per indicare e commemorare una presenza o un’azione divina. E la gente comune soleva recarsi in questi centri portando una parte dei frutti della loro terra e del loro bestiame per farne offerta come atto di omaggio e di gratitudine”.
Parlando ai presenti, il Santo Padre ha poi ricordato che “ognuno di noi è un pellegrino” perché “siamo tutti proiettati in avanti, risolutamente, sulla via di Dio”. “Naturalmente, tendiamo poi a volgere lo sguardo indietro al percorso della vita – talvolta con rimpianti o recriminazioni, spesso con gratitudine ed apprezzamento – ma guardiamo anche avanti - a volte con trepidazione o ansia, sempre con attesa e speranza, sapendo che ci sono anche altri ad incoraggiarci lungo la strada”. Nella consapevolezza che “i viaggi che hanno condotto molti di voi al Centro Regina Pacis sono stati segnati da sofferenza o prove”, non bisogna però dimenticare “il grande successo del Centro nel promuovere il giusto posto dell’invalido nella società e nell’assicurare che un adeguato esercizio e strumentazione siano forniti per facilitare una simile integrazione”. È difficile talvolta “trovare una ragione per ciò che appare solo come un ostacolo da superare” o “come prova da sopportare”, ha aggiunto Benedetto XVI. “Ma la fede e la ragione ci aiutano a vedere un orizzonte oltre noi stessi per immaginare la vita come Dio la vuole” perché “l’amore incondizionato di Dio, che dà la vita ad ogni individuo umano, mira ad un significato e ad uno scopo per ogni vita umana”. "Come i cristiani professano, è attraverso la Croce, che Gesù di fatto ci introduce nella vita eterna e nel fare ciò ci indica la strada verso il futuro", "la via della speranza che guida ogni passo che facciamo lungo la strada, così che noi pure diveniamo portatori di tale speranza e carità per gli altri". Diversamente dai pellegrini d’un tempo, ha proseguito il Papa, "io non vengo portando regali od offerte" ma "semplicemente con un’intenzione", la speranza di "pregare per il regalo prezioso dell’unità e della pace, più specificamente per il Medio Oriente".


Una ‘kefiah’ a scacchi rossi, regalata da due boy scout, è stata posta sulle spalle del Papa a conclusione del discorso.
Visita al centro "Regina Pacis" di Amman (8 maggio 2009) - il testo integrale del discorso del Papa
Il Papa è giunto in Giordania: profondo rispetto per la comunità musulmana. La libertà religiosa un diritto fondamentale da difedere in tutto il mondo

"Questa visita in Giordania mi offre la gradita opportunità di esprimere profondo rispetto per la comunità Musulmana e di rendere omaggio al ruolo di guida svolto da Sua Maestà il Re nel promuovere una migliore comprensione delle virtù proclamate dall'Islam". Sono state queste le prime parole di Benedetto XVI al suo arrivo nel Regno di Giordania che, ha riconosciuto, "è da tempo in prima linea nelle iniziative volte a promuovere la pace nel Medio Oriente e nel mondo, incoraggiando il dialogo inter-religioso, sostenendo gli sforzi per trovare una giusta soluzione al conflitto Israeliano-Palestinese, accogliendo i rifugiati dal vicino Iraq, e cercando di tenere a freno l'estremismo". Papa Ratzinger è arrivato "come pellegrino, per venerare i luoghi santi che hanno giocato una cosi' importante parte in alcuni degli eventi chiave della storia Biblica". In un Paese che per il 97 per cento è popolato da islamici, la possibilità di costruire santuari cristiani - uno dei quali sulle rive del Giordano dove Gesù fu battezzato da Giovanni Battista - è stata rilevata dal Pontefice come una testimonianza importante: "la possibilità che la comunità cattolica di Giordania possa edificare pubblici luoghi di culto è un segno del rispetto di questo Paese per la religione e a nome dei cattolici".
"Desidero esprimere - ha detto - quanto sia apprezzata questa apertura. La libertà religiosa è certamente un diritto umano fondamentale ed è mia fervida speranza e preghiera che il rispetto per i diritti inalienabili e la dignità di ogni uomo e di ogni donna giunga ad essere sempre più affermato e difeso, non solo nel Medio Oriente, ma in ogni parte del mondo". Senza citare direttamente la lettera dei 138 intellettuali islamici che ha contribuito a ricucire i rapporti dopo le incomprensioni seguite alle interpretazioni mediatiche del discorso di Ratisbona, Benedetto XVI ha ricordato "le nobili iniziative" a favore del dialogo interreligioso partite da Amman, sottolineando che esse "hanno ottenuto buoni risultati nel favorire un'alleanza di civiltà tra il mondo Occidentale e quello Musulmano, smentendo le predizioni di coloro che considerano inevitabili la violenza e il conflitto". "Non posso lasciare passare questa opportunità - ha continuato - senza richiamare alla mente gli sforzi d'avanguardia a favore della pace nella regione fatti dal precedente re Hussein cosi' come appare opportuno che il mio incontro di domani con i leader religiosi musulmani, il corpo diplomatico e i rettori dell'Università abbia luogo nella moschea che porta il suo nome". L'auspicio di Papa Ratzinger è stato quindi che l'impegno del sovrano scomparso "per la soluzione dei conflitti della regione possa continuare a portar frutto nello sforzo di promuovere una pace durevole e una vera giustizia per tutti coloro che vivono nel Medio Oriente". Il Papa ha anche ricordato il Seminario tenutosi a Roma lo scorso autunno presso il Foro Cattolico-Musulmano, nel quale si è esaminato "il ruolo centrale svolto, nelle nostre rispettive tradizioni religiose, dal comandamento dell'amore".


Cerimonia di benvenuto all’Aeroporto internazionale Queen Alia (Amman, 8 maggio 2009) - il testo integrale del discorso del Papa
I cristiani in Medio Oriente, il contributo della Chiesa alla pace, il dialogo con ebrei e musulmani: il Papa in volo verso la Giordania

"Cerco di contribuire alla pace, non come individuo ma in nome della Chiesa cattolica e della Santa Sede", ha affermato poi il Papa. "Noi non siamo un potere politico ma una forza spirituale. Una realtà che può contribuire ai progressi nel processo di pace". Tre i "livelli" di questo sostegno alla pace individuati da Papa Ratzinger. "Il primo è che siamo convinti che la preghiera sia una vera forza. Apre il mondo a Dio e siamo convinti che Dio ascolti e possa agire nella storia. Milioni di credenti che pregano sono realmente una forza che influisce e può contribuire alla pace. In secondo luogo - ha proseguito - noi cerchiamo di aiutare nella formazione delle coscienze. La coscienza è la capacità dell'uomo di percepire la verità, ma questa capacità è spesso ostacolata da interessi particolari. Liberare da questi interessi, aprire di più alla verità, ai veri valori è un grande impegno, un compito della Chiesa, che aiuta a liberarsi dagli interessi particolare. Terzo punto, parliamo anche alla ragione. Proprio perchè non siamo una parte politica - ha sottolineato Benedetto XVI - possiamo più facilmente vedere i veri criteri, anche alla luce della fede, e capire quanto contribuisca alla pace e appoggiare le posizioni realmente ragionevoli. È questo che vogliamo fare adesso in futuro".
Il dialogo con ebrei e musulmani deve proseguire, secondo il Papa. "L'importante - ha detto il Papa rispondendo a una domanda dei giornalisti relativa ai "malintesi" con gli ebrei - è che in realtà abbiamo al stessa radici, gli stessi libri dell'antico testamento, libri di rivelazione sia per gli ebrei che per noi. Naturalmente, dopo duemila anni di storie distinte, anzi separate, non è da meravigliarsi che ci siano malintesi". Per il Papa "dobbiamo fare di tutto per imparare l'uno il linguaggio dell'altro. Impariamo dunque dall'altro, e sono sicuro e convinto - ha detto Papa Ratzinger - che facciamo progressi e questo aiuterà anche alla pace. Anzi all'amore reciproco". Ai giornalisti che gli domandavano la possibilità di un dialogo 'triangolare' cristianio, ebrei e musulmani, il Papa ha detto: "Nonostante la diversità delle origini, abbiamo radici comuni" e quindi è "importante avere da una parte il dialogo a due con ebrei e islam e dall'altra il dialogo trilaterale".
Il Papa verso la Terra Santa. Scambio di messaggi con il presidente della Repubblica Napolitano

Il Presidente della Repubblica ha inviato a Sua Santità Benedetto XVI il seguente messaggio: ''Desidero farle pervenire il più sincero ringraziamento per il messaggio che ha voluto cortesemente indirizzarmi nel momento in cui si accinge a partire per il viaggio apostolico in Terra Santa. Il pellegrinaggio che Ella inizia oggi testimonia nuovamente il Suo costante e determinato impegno per la pace e per la giustizia: un impegno che l'Italia sostiene e condivide e che, in questa particolare circostanza, assume un duplice e profondo significato, sia per le profonde lacerazioni che la regione continua a subire, sia per il retaggio storico e religioso delle terre che Ella si appresta a visitare. Sono certo che il Suo messaggio di pace e di speranza troverà terreno fertile in tutti gli uomini di buona volontà che si impegnano affinche' quei luoghi diventino il simbolo di una ritrovata e pacifica convivenza fra tutti i 'popoli del libro'. Nell'augurarLe pieno successo per la sua missione, mi è gradito rinnovarLe i sensi della mia profonda stima e considerazione''.
PELLEGRINAGGIO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN TERRA SANTA (8-15 MAGGIO 2009) (I) - il testo integrale del telegramma del Papa
Il Papa verso la Terra Santa. Il seguito e i giornalisti accreditati che viaggiano con Benedetto XVI

Il Papa è partito per la Terra Santa. Buon viaggio, Santo Padre!

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