domenica 28 febbraio 2010

Gli auguri del Papa a Bartolomeo I per i suoi 70 anni: il Signore la sostenga con la forza e la grazia nel suo alto ministero di Pastore

“Lo Spirito di Dio continui a illuminare e a indicare il nostro comune cammino verso la piena comunione voluta da Cristo per tutti i suoi discepoli”: è quanto scrive il Papa nel messaggio augurale indirizzato al Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I (nella foto con Benedetto XVI) in occasione del suo settantesimo compleanno. Questo gioioso evento – afferma il Papa – “mi offre la gradita opportunità di rendere grazie a Dio, Padre di nostro Signore Gesù Cristo e Datore di ogni buon dono, per le abbondanti benedizioni che ha riversato su di Lei, Santità, e, nello stesso tempo, di trasmetterle i miei affettuosi buoni auguri. Questi auspici ferventi e fraterni – aggiunge - sono accompagnati dalle mie preghiere affinché il nostro unico Signore La sostenga con la sua forza e la sua grazia mentre svolge il suo alto ministero di Pastore, Predicatore del Vangelo e Maestro di vita spirituale”. Benedetto XVI conclude il messaggio ricordando i suoi incontri col Patriarca – con cui scambia “un santo abbraccio - e la sua visita al Fanar, esprimendo infine la sua “fiducia fervente” nel proseguimento del cammino ecumenico.

Benedetto XVI: tristezza e preoccupazione per la violenza sui cristiani in Iraq, sia ridata sicurezza. Prego per le vittime del terremoto in Cile

Il Papa dopo la recita dell’Angelus ha lanciato due accorati appelli: per la sicurezza dei cristiani in Iraq, dopo i numerosi attentati di questi giorni, e alla solidarietà per le popolazioni terremotate del Cile. Benedetto XVI ha espresso “profonda tristezza” per “le tragiche notizie delle recenti uccisioni di alcuni Cristiani nella città di Mossul” manifestando la sua “viva preoccupazione” anche per “gli altri episodi di violenza, perpetrati nella martoriata terra irachena ai danni di persone inermi di diversa appartenenza religiosa”. Notizie che il Papa ha seguito costantemente anche durante la settimana di esercizi spirituali conclusa ieri in Vaticano: “In questi giorni di intenso raccoglimento ho pregato spesso per tutte le vittime di quegli attentati ed oggi desidero unirmi spiritualmente alla preghiera per la pace e per il ripristino della sicurezza, promossa dal Consiglio dei Vescovi di Ninive. Sono affettuosamente vicino alle comunità cristiane dell’intero Paese. Non stancatevi di essere fermento di bene per la patria a cui, da secoli, appartenete a pieno titolo!”. In questa “delicata fase politica che sta attraversando l’Iraq” il Papa rivolge il suo appello alle Autorità civili, “perché compiano ogni sforzo per ridare sicurezza alla popolazione e, in particolare, alle minoranze religiose più vulnerabili”. “Mi auguro che non si ceda alla tentazione di far prevalere gli interessi temporanei e di parte sull’incolumità e sui diritti fondamentali di ogni cittadino. Infine, mentre saluto gli iracheni presenti qui in Piazza, esorto la comunità internazionale a prodigarsi per dare agli Iracheni un futuro di riconciliazione e di giustizia, mentre invoco con fiducia da Dio onnipotente il dono prezioso della pace”. Quindi, Benedetto XVI ha rivolto il suo pensiero alle popolazioni del Cile colpite dal terremoto nella notte tra venerdì e sabato, che “ha causato numerose perdite in vite umane e ingenti danni”: “Prego per le vittime e sono spiritualmente vicino alle persone provate da così grave calamità; per esse imploro da Dio sollievo nella sofferenza e coraggio in queste avversità. Sono sicuro che non verrà a mancare la solidarietà di tanti, in particolare delle organizzazioni ecclesiali”.

Radio Vaticana

Il Papa: le gioie seminate da Dio luci che Egli ci dona perché Gesù solo sia la nostra Legge e la sua Parola il criterio che guida la nostra esistenza

Benedetto XVI questa mattina, prima della recita dell'Angelus, ha focalizzato la sua riflessione sul Vangelo della Trasfigurazione, proclamato nella Messa di oggi, seconda domenica di Quaresima. “Questo evento straordinario – ha detto il Papa - è un incoraggiamento nella sequela di Gesù”. Il Pontefice si è soffermato sui diversi atteggiamenti assunti dai discepoli di fronte al trasfigurarsi di Gesù. All’inizio, “i tre discepoli che assistono alla scena sono oppressi dal sonno: è l’atteggiamento di chi, pur essendo spettatore dei prodigi divini, non comprende. Solo la lotta contro il torpore che li assale permette a Pietro, Giacomo e Giovanni di “vedere” la gloria di Gesù”. Poi, “mentre Mosé ed Elia si separano dal Maestro, Pietro parla e, mentre sta parlando, una nube copre lui e gli altri discepoli con la sua ombra; è una nube, che, mentre copre, rivela la gloria di Dio, come avvenne per il popolo pellegrinante nel deserto. Gli occhi non possono più vedere, ma gli orecchi possono udire la voce che esce dalla nube: ‘Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!’”. Quindi, quando il racconto parla di “Gesù solo”, il Papa commenta: “‘Gesù solo’ è tutto ciò che è dato ai discepoli e alla Chiesa di ogni tempo: è ciò che deve bastare nel cammino. È lui l’unica voce da ascoltare, l’unico da seguire, lui che salendo verso Gerusalemme donerà la vita e un giorno ‘trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso’”. E ancora, commentando le parole di Pietro, “Maestro, è bello per noi essere qui”, Benedetto XVI aggiunge: “l’espressione estatica di Pietro,…assomiglia spesso al nostro desiderio di fronte alle consolazioni del Signore. Ma la Trasfigurazione ci ricorda che le gioie seminate da Dio nella vita non sono punti di arrivo, ma sono luci che Egli ci dona nel pellegrinaggio terreno, perché “Gesù solo” sia la nostra Legge e la sua Parola sia il criterio che guida la nostra esistenza”. Il Pontefice ha concluso la sua riflessione con un invito: “In questo periodo quaresimale invito tutti a meditare assiduamente il Vangelo. Auspico, inoltre, che in quest’Anno Sacerdotale i Pastori “siano veramente pervasi dalla Parola di Dio, la conoscano davvero, la amino al punto che essa realmente dia loro vita e formi il loro pensiero”.

AsiaNews