mercoledì 24 novembre 2010

E' morta Manuela Camagni, una delle Memores Domini in servizio nell'appartamento papale. Benedetto XVI: addolorato elevo preghiere di suffragio a Dio

Lutto nella famiglia pontificia: è morta, questa mattina a Roma, la consacrata laica Manuela Camagni (foto), una delle quattro Memores Domini al servizio di Benedetto XVI, nell’appartamento papale. La donna è stata investita ieri sera da un’auto nei pressi della via Nomentana e a nulla sono valsi i tentativi di operarla al Policlinico Umberto I. Il Santo Padre è stato informato del triste evento prima della celebrazione della Santa Messa mattutina e ha elevato per la defunta la sua preghiera di suffragio. I monsignori Georg Gänswein, segretario particolare di Benedetto XVI, e Alfred Xuereb, della segreteria particolare, si sono recati con le altre Memores all'obitorio del policlinico Umberto I. Il messaggio di condoglianze del Papa per Manuela Camagni è stato pubblicato su L'Osservatore Romano di domani. "Sua Santità Benedetto XVI addolorato per l'improvvisa scomparsa della collaboratrice Signorina Manuela Camagni eleva preghiere di suffragio al Signore e rimane spiritualmente vicino alla Comunità delle Memores Domini e ai familiari della compianta defunta", si legge sul giornale vaticano, che pubblica anche i messaggi di condoglianze del card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, del comandante e del corpo delle Guardie svizzere, del direttore de L'Osservatore Romano Giovanni Maria Vian e, poiché le Memores Domini sono membri di Comunione e liberazione, del leader di Cl: "La morte improvvisa della nostra amica Manuela Camagni delle Memores Domini della famiglia pontificia, è la modalità misteriosa con la quale il Signore ci costringe a pensare a Lui, rinnovando la certezza che 'neanche un capello del vostro capo andrà perduto', come ci ha detto la Liturgia di oggi", scrive don Julian Carron. Nella serata di ieri Manuela si trovava in compagnia di alcune Memores Domini quando, nei pressi di via Nomentana, è stata investita da un'auto, riportando un gravissimo trauma cranico. Subito soccorsa da un medico, è stata ricoverata al vicino policlinico Umberto i e operata d'urgenza. È spirata alle 5 di stamattina. Nel libro-intervista “Luce del mondo”, pubblicato ieri, il Papa racconta anche dei momenti di vita quotidiana vissuti con i due segretari particolari e le quattro Memores Domini: "Viviamo momenti di distensione e di preghiera; momenti particolarmente importanti nei quali "a partire dal Signore siamo insieme in modo molto intenso". Prima di essere al servizio del Pontefice dal 2005, Manuela Camagni, nata nel 1954 a San Piero di Bagno, in Romagna, aveva lavorato nel campo della scuola e dal 1996 al 2001 aveva poi prestato servizio a Tunisi, quando era vescovo mons. Fouad Twal.

Radio Vaticana, L'Osservatore Romano, Apcom

A Papa Benedetto e all'intera famiglia pontificia il più sincero e affettuoso cordoglio per la tragica perdita.
Scenron

La Santa Sede: rammarico del Papa per l’ordinazione illegittima del vescovo cinese, dolorosa ferita alla comunione ecclesiale e al faticoso dialogo

Papa Benedetto XVI ha appreso ''con profondo rammarico'' la notizia dell'ordinazione episcopale di Giuseppe Guo Jincai, avvenuta sabato 20 novembre a Chengde, nella provincia cinese dell'Hebei. Un'ordinazione, come ricorda una dura nota di protesta diffusa oggi dalla Sala Stampa vaticana, ''conferita senza il mandato apostolico e, perciò, rappresenta una dolorosa ferita alla comunione ecclesiale e una grave violazione della disciplina cattolica''. ''Negli ultimi giorni - si legge nel comunicato della Sala Stampa -, diversi vescovi sono stati sottoposti a pressioni e a restrizioni della propria libertà di movimento, allo scopo di forzarli a partecipare e a conferire l'ordinazione episcopale''. Tali costrizioni, compiute da autorità governative e di sicurezza cinesi, viene sottolineato, ''costituiscono una grave violazione della libertà di religione e di coscienza''. La Santa Sede si riserva, dunque, di ''valutare approfonditamente l'accaduto, tra l'altro sotto il profilo della validità e per quanto riguarda la posizione canonica dei vescovi coinvolti''. In ogni caso, si rileva, ciò si ''ripercuote dolorosamente'', in primo luogo, sul reverendo Giuseppe Guo Jincai che, ''in forza di tale ordinazione episcopale, si trova in una gravissima condizione canonica di fronte alla Chiesa in Cina e alla Chiesa universale, esponendosi anche alle pesanti sanzioni previste, in particolare, dal canone 1382 del Codice di Diritto Canonico''. Tale ordinazione, avverte la nota, ''non soltanto non aiuta il bene dei cattolici a Chengde, ma li mette in una condizione assai delicata e difficile, anche sotto il profilo canonico, e li umilia, perchè le autorità civili cinesi vogliono imporre loro un Pastore che non è in piena comunione, nè con il Santo Padre nè con gli altri vescovi sparsi nel mondo''. Più volte, durante l'anno corrente, viene ricordato nella nota, ''la Santa Sede ha comunicato con chiarezza alle autorità cinesi la propria opposizione all'ordinazione episcopale del reverendo Giuseppe Guo Jincai''. Nonostante ciò, ''tali autorità hanno deciso di procedere unilateralmente, a scapito dell'atmosfera di rispetto, faticosamente creata con la Santa Sede e con la Chiesa Cattolica attraverso le recenti ordinazioni episcopali''. Tale pretesa di ''mettersi al di sopra dei vescovi e di guidare la vita della comunità ecclesiale - si legge ancora - non corrisponde alla dottrina cattolica, offende il Santo Padre, la Chiesa in Cina e la Chiesa universale, e rende più intricate le difficoltà pastorali esistenti''. La Santa Sede, prosegue la nota, ''riafferma la disponibilità a dialogare con le autorità cinesi, al fine di superare le difficoltà e normalizzare i rapporti'', ma ''constata con rammarico che le autorità lasciano alla dirigenza dell'Associazione Patriottica Cattolica Cinese, sotto l'influenza del Sig. Liu Bainian, assumere atteggiamenti che danneggiano gravemente la Chiesa Cattolica e ostacolano'' tale dialogo. I cattolici di tutto il mondo, conclude la nota, ''seguono con particolare attenzione il travagliato cammino della Chiesa in Cina: la solidarietà spirituale, con cui accompagnano le vicende dei fratelli e delle sorelle cinesi, diventa fervida preghiera al Signore della storia, affinchè sia loro vicino, accresca la loro speranza e fortezza, e doni loro consolazione nei momenti della prova''.

Asca

Il Papa: educare specialmente le giovani generazioni alla vera giustizia, quella di Cristo, quella del Vangelo, ecco il ministero del card. Navarrete

Si sono svolti questa mattina, nella Basilica Vaticana, le esequie del cardinale spagnolo Urbano Navarrete, presiedute dal card. Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio. Al termine della Celebrazione Eucaristica, Benedetto XVI ha presieduto il Rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio in omaggio al porporato scomparso, lunedì scorso, all’età di 90 anni.
“Maestro di giustizia”, Urbano Navarrete, figlio spirituale di Sant’Ignazio di Loyola, si è spento dopo “un lungo e fecondo pellegrinaggio terreno”, ha ricordato il Papa, “con animo commosso e grato”, tracciando il profilo del “compianto porporato”. “Lo studio scrupoloso e l’insegnamento appassionato del diritto canonico hanno rappresentato un elemento centrale della sua vita. Educare specialmente le giovani generazioni alla vera giustizia, quella di Cristo, quella del Vangelo: ecco il ministero che il card. Navarrete ha svolto lungo tutto l'arco della sua vita, nelle diverse situazioni in cui lo ha posto l'obbedienza e la provvidenza di Dio: dalle aule universitarie, in particolare come esperto di diritto matrimoniale, all’ufficio di decano della facoltà di diritto canonico della Pontificia Università Gregoriana, all’alta responsabilità di rettore del medesimo ateneo”. Contribuì alla revisione del Codice di Diritto Canonico e fu consultore di vari dicasteri della Curia Romana, attento testimone di storici eventi come il Sinodo diocesano di Roma e il Concilio Vaticano II. Benedetto XVI ha citato una recente intervista, in cui il porporato scomparso aveva detto: “Non ho mai dubitato della mia scelta. Mai ho avuto il dubbio che questa non fosse la mia strada, nemmeno nei momenti della contestazione”. Una “affermazione”, questa, che per il Papa “riassume la fedeltà generosa di questo servitore della Chiesa alla chiamata del Signore, alla volontà di Dio”. Tre i “principi fondamentali” che guidavano il card. Navarrete nello studio, ha detto il Santo Padre al termine dei funerali: “molto amore al passato, alla tradizione, perché chi nel campo scientifico, e particolarmente ecclesiastico, non ama il passato è come un figlio senza genitori; poi la sensibilità verso i problemi, le esigenze, le sfide del presente, dove Dio ci ha collocati; infine, la capacità di guardare e di aprirsi al futuro senza timore, ma con speranza, quella che viene dalla fede”. Per il Papa, si tratta di “una visione profondamente cristiana, che ha guidato il suo impegno per Dio, per la Chiesa, per l’uomo nell’insegnamento e nelle opere”. Commentando, poi, le letture del rito delle esequie, il Santo Padre ha ricordato che occorre “prendere posizione di fronte a Dio: mantenersi fermo nella fede dei padri o rinnegarla”. In questo consiste, infatti, la “giustizia di Dio”, il suo insegnamento: “chi accetta di mettere al primo posto il Regno di Dio, chi sa lasciare casa, madre per esso, chi è disposto a perdere la propria esistenza per questo tesoro prezioso, avrà in eredità la vita eterna”. In altre parole, ha spiegato il Papa, c’è un destino di felicità, di unione piena con Dio, che segue alla fedeltà con la quale siamo rimasti uniti a Gesù Cristo nel nostro cammino terreno. Sarà entrare in quella comunione dei Santi dove regnano la pace e la gioia di prendere parte insieme alla gloria di Cristo.

Radio Vaticana, SIR

CAPPELLA PAPALE PER LE ESEQUIE DEL CARD. URBANO NAVARRETE - il testo integrale dell'omelia del Papa

Il Papa: un grande beneficio per la Chiesa dalla maternità spirituale di tante donne. Il Vecchio Continente non dimentichi mai le radici cristiane

Il Papa ha dedicato la catechesi dell'Udienza generale di questa mattina, nell’Aula Paolo VI in Vaticano, a Santa Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa, Patrona d’Italia e d’Europa. Benedetto XVI ricorda come Santa Caterina visse durante la travagliata epoca del XIV secolo, illuminando un periodo critico “per la vita della Chiesa e dell’intero tessuto sociale in Italia e in Europa”. “Anche nei momenti di maggiore difficoltà, il Signore non cessa di benedire il suo Popolo, suscitando Santi e Sante che scuotano le menti e i cuori provocando conversione e rinnovamento”. Caterina, terziaria domenicana e semi-analfabeta, era una mistica d’azione, tra estasi e missioni di pace nel continente europeo, ha ricordato il Papa, e “fece molto per sollecitare una riforma all’interno della Chiesa e per favorire la pace tra gli Stati”, tanto da spingere Giovanni Paolo II a nominarla compatrona d’Europa: “Il Vecchio Continente non dimentichi mai le radici cristiane, che sono alla base della convivenza, e continui ad attingere dal Vangelo i valori fondamentali che assicurano la giustizia e la concordia”. La “ricchezza” del suo insegnamento fu tale da indurre, inoltre, Paolo VI a dichiararla nel 1970 “dottore della Chiesa”, titolo che si aggiunse a quello di compatrona della città di Roma, assegnatale da Pio IX, e di patrona d’Italia, scelto per lei da Pio XII. Con le sue energiche esortazioni la Santa riuscì a far tornare i Papi a Roma da Avignone. Nello stesso tempo si dedicava ai più umili, i poveri, i malati, i carcerati. Attorno a Caterina, sottolinea Benedetto XVI, si andò costituendo una vera e propria famiglia spirituale e in molti la chiamavano “mamma”. “Anche oggi – ha aggiunto – la Chiesa riceve un grande beneficio dall’esercizio della maternità spirituale di tante donne, consacrate e laiche, che alimentano nelle anime il pensiero per Dio, rafforzano la fede della gente e orientano la vita cristiana verso vette sempre più elevate”. Come tanti Santi soffrì molto, in particolare a causa di diffidenze e incomprensioni nella sua stessa comunità. Durante una visione Gesù le donò un anello, visibile solo a lei, segno della sua intima unione con il Cristo. Successivamente avvenne il mistico scambio del cuore: “Il Signore Gesù le apparve con in mano un cuore umano rosso splendente, le aprì il petto, ve lo introdusse e disse: ‘Carissima figliola, come l’altro giorno presi il tuo cuore che tu mi offrivi, ecco che ora ti do il mio, e d’ora innanzi starà al posto che occupava il tuo’. Caterina ha vissuto veramente le parole di San Paolo, ‘...non vivo io, ma Cristo vive in me’”. “Come la Santa senese – afferma il Papa - ogni credente sente il bisogno di uniformarsi ai sentimenti del Cuore di Cristo per amare Dio e il prossimo come Cristo stesso ama”. Da questa dimensione cristocentrica, centro vitale di ogni autentica spiritualità, traeva il suo amore per l’Eucaristia, “straordinario dono di amore che Dio ci rinnova continuamente per nutrire il nostro cammino di fede”. Un altro tratto della spiritualità di Caterina, ha poi notato, è legato al dono delle lacrime: “Le lacrime esprimono una sensibilità squisita e profonda, capace di commozione e di tenerezza. Non pochi Santi hanno avuto il dono delle lacrime, rinnovando l’emozione di Gesù stesso, che non ha trattenuto e nascosto il suo pianto dinanzi al sepolcro dell’amico Lazzaro e al dolore di Marta e Maria, e alla vista di Gerusalemme, nei suoi ultimi giorni terreni...Secondo Caterina, le lacrime dei Santi si mescolano al Sangue di Cristo”. E proprio a partire dal suo amore per l’Eucaristia, “pur consapevole delle manchevolezze umane dei sacerdoti”, ebbe sempre un grandissimo rispetto per essi: “Essi dispensano, attraverso i Sacramenti e la Parola, la forza salvifica del Sangue di Cristo. La Santa senese ha invitato sempre i sacri ministri, anche il Papa, che chiamava ‘dolce Cristo in terra’, ad essere fedeli alle loro responsabilità, mossa sempre e solo dal suo amore profondo e costante per la Chiesa”. Prima di morire, a 33 anni, Caterina dice: ho avuto la singolarissima grazia di aver consumato e dato la vita nella Chiesa e per la Chiesa Santa: “Cari fratelli e sorelle, impariamo da Santa Caterina ad amare con coraggio, in modo intenso e sincero, Cristo e la Chiesa”.

Radio Vaticana, SIR

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa