venerdì 7 maggio 2010

Esequie del card. Poggi. Il Papa: testimone della fede coraggiosa che sa fidarsi di Dio. La parola di Cristo rischiara la vita e le conferisce valore

“Testimone di quella fede coraggiosa che sa fidarsi di Dio”: così il Papa ha ricordato il card. Luigi Poggi, archivista e bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa, scomparso martedì scorso all’età di 92 anni. Nella Basilica Vaticana, Benedetto XVI ha presieduto il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio del porporato, al termine delle esequie celebrate dal card. Angelo Sodano. Nella sua omelia, il Papa ha ripercorso la lunga vita del card. Poggi, “fedele servitore del Vangelo e della Chiesa” ed ha ribadito la speranza nella resurrezione. Dinanzi al mistero della morte, “per l’uomo che non ha fede tutto sembrerebbe irrimediabilmente perduto. È la parola di Cristo, allora, a rischiarare il cammino della vita e a conferire valore ad ogni suo momento”. E' partito da questo Benedetto XVI per ricordare il card. Poggi, ribadendo che “il dolore per la perdita della sua persona viene mitigato dalla speranza nella resurrezione, fondata sulla parola stessa di Gesù”. "Gesù Cristo è il Signore della vita, ed è venuto per risuscitare nell’ultimo giorno tutto quello che il Padre gli ha affidato. Questo è anche il messaggio che Pietro annuncia con grande forza nel giorno di Pentecoste. Egli mostra che Gesù non poteva essere trattenuto dalla morte. Dio lo ha sciolto dalle sue angosce, perché non era possibile che essa lo tenesse in suo potere. Sulla croce Cristo ha riportato la vittoria, che si doveva manifestare con un superamento della morte, cioè con la sua risurrezione". Quindi, il Santo Padre ha ripercorso la vita del card. Poggi, ricordando la sua “missione sacerdotale” presso la Segreteria di Stato negli “anni difficili” del 1945, poi l’impegno in Africa e in Perù negli anni ’70, quindi l’operato di nunzio apostolico con incarichi speciali per i Paesi dell’Europa dell’Est, fino a diventare “un protagonista della ostpolitik vaticana nei Paesi del blocco comunista”, alla scuola del card. Casaroli. Negli anni ’80, il porporato diventa nunzio apostolico in Italia, e si occupa delle provviste vescovili e della “delicata fase di riordinamento delle diocesi italiane”. “Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui”, ha continuato Benedetto XVI citando San Paolo, ricordando che “chi è morto, è liberato dal peccato”: "L’unione sacramentale, ma reale, con il Mistero pasquale di Cristo apre al battezzato la prospettiva di partecipare alla sua stessa gloria. E questo ha una conseguenza già per la vita di quaggiù, perché, se in virtù del battesimo noi già partecipiamo alla risurrezione di Cristo, allora già adesso 'possiamo camminare in una vita nuova'". Ecco perché, ha concluso Benedetto XVI, la morte di un fratello in Cristo “è sempre motivo di intimo e riconoscente stupore per il disegno della divina paternità, che ci libera dal potere delle tenebre e ci trasferisce nel regno del suo Figlio diletto”.

Radio Vaticana

Indagini preliminari su mons. Mixa per un caso di pedofilia quando era vescovo di Eichstatt. La 'Zdf': il Papa accetterà le sue dimissioni a breve

Papa Benedetto XVI accetterà a breve le dimissioni del vescovo di Augsburg Walter Mixa, oggetto di accuse di abusi al centro di indagini da parte della procura di Ingolstadt. Ad affermarlo, citando fonti della Chiesa e Heute-Journal dell'emittente televisiva tedesca pubblica Zdf. La procura di Ingolstadt ha aperto un fascicolo di indagini preliminari sul vescovo tedesco per un caso di abuso sessuale dell'epoca in cui Mixa era vescovo di Eichstatt, dal 1996 al 2005. Mixa, che è anche ordinario militare della Germania, lo scorso 21 aprile ha di recente rassegnato le dimissioni al Papa per maltrattamenti contro minori e malversazione finanziaria.

Adnkronos, Apcom

Il progetto del Papa per il Concistoro 2010: ridimensionare i cardinali residenziali italiani per una maggiore rappresentanza delle Chiese emergenti

Il progetto è sul tavolo di Benedetto XVI da diverse settimane. Papa Ratzinger ne ha parlato con i porporati più vicini ma ancora non è entrato nella fase operativa. Anzi, proprio su questo progetto si sta consumando un braccio di ferro senzaprecedenti entro le mura leonine. Il perché è presto detto. Joseph Ratzinger intende ridisegnare gli equilibri delle rappresentanze della Chiesa nel mondo e, in particolare, ridimensionare il ruolo dei cardinali residenziali italiani. Che passerebbero da 8 a 5. Un mezza rivoluzione, un taglio secco del 40% togliendo tre sedi cardinalizie, ovvero Bologna, Firenze e Torino e accogliendo le richieste sempre più pressanti degli episcopati stranieri. Andrebbe quindi fuori l’arcivescovado retto dal metropolita Severino Poletto a Torino, stesso discorso per Betori nel capoluogo toscano. Le tre città saranno “retrocesse” a sedi episcopali. In parallelo, da mesi Benedetto XVI ha pronta un’infornata di nuovi cardinali, tutti stranieri che andrebbero a completare il riequilibro voluto dal Papa che dà forza a Paesi finora tenuti in secondo piano come Messico, Giappone e Pakistan dando loro la possibilità di essere rappresentati da uno dei 120 cardinali che saranno nominati nel Concistoro. Il "senato del Papa" penalizza troppo Africa e Asia a favore di un Paese storicamente cattolico come l’Italia e in prospettiva a fare le spese di questo "riequilibrio" potrebbero essere Torino, Firenze, Bologna. "Per Benedetto XVI non è scontato che le sedi cardinalizie italiane siano subito e automaticamente premiate con la porpora come hanno sempre fatto i suoi predecessori - spiegano nei Sacri Palazzi -. Papa Ratzinger ha interrotto un’inveterata consuetudine e ora, in pratica, l’unico scranno che assicura “ipso facto” il cardinalato è quello occupato dai prefetti delle Congregazioni". Ossia, dai "ministri di serie A" della Santa Sede. Insomma, le creazioni cardinalizie stanno diventando di "totale discrezione del Pontefice", contrariamente alla prassi invalsa nei secoli in virtù della quale hanno subito ricevuto la porpora al primo concistoro utile tutti i titolari delle sedi cardinalizie italiane. "Per Torino, come per Firenze e, domani, per Bologna, questo riconoscimento non è più scontato al 100% - precisano Oltretevere -. La geopolitica della Chiesa è in continua evoluzione e un secolo fa erano ritenute “tradizionalmente cardinalizie” diocesi italiane che non lo sono più come Perugia, Ravenna, Benevento, Viterbo". Per il pontificato "global" di Benedetto XVI nel Sacro Collegio devono trovare maggiore rappresentanza le Chiese emergenti del Terzo Mondo. Il "club più esclusivo del mondo", invece, resta troppo sbilanciato sull’Italia e per adeguarlo ai tempi Joseph Ratzinger non esita a mettere in discussione consolidati automatismi. L’estensione culturale e geografica della Chiesa universale, che oggi conta 4500 vescovi, stride con raffiche di neo-cardinali italiani. "Per fare in modo che il Sacro Collegio sia una fotografia più fedele del XXI secolo ci sono due strade: internazionalizzare la Curia diminuendo gli italiani nei ruoli cardinalizi e ridurre in Italia le sedi i cui titolari ricevono subito la porpora". Il progetto di Benedetto XVI è ambizioso ed è stato accolto con freddezza da una parte rilevante della Curia romana, a iniziare dai fedelissimi del card. Ruini che vivono questa scelta come una doccia fredda. Il Papa intende togliere dei privilegi secolari, consolidati. Mettendo in secondo piano, come è nello stile, i giochi di potere, le cordate e le consorterie. In particolare, c’è un aspetto assai rilevante per l’Italia. Se l’operazione dovesse andare in porto significa mettere una seria ipoteca sulla nazionalità del prossimo Papa. Una pregiudiziale che riduce le possibilità a qualsiasi italiano di spuntarla sugli altri candidati, mortificando così le ambizioni malcelate di chi da mesi studia e briga per allargare i propri consensi. Si assottigliano anche le possibilità di salire nel Palazzo Apostolico anche per un cardinale del Vecchio Continente. Gli elettori si dovranno ricontare, le vecchie alleanze si allentano. La visione di Benedetto XVI, anche in questo caso, non si ferma alle miopie personali ma cerca visioni di insieme e cerca soprattutto di rendere la Chiesa interprete dei mutamenti del tempo. La preoccupazione del Papa è rivolta soprattutto al nichilismo che la crescita della Cina può portare nei Paesi che sta colonizzando in silenzio nel mondo. Il libretto rosso di Mao ormai è un ricordo di archeologia politica che non inquieta ma quel sistema sociale, l’ipermercato mondiale di Pechino è incompatibile con i custodi come lui della dottrina. Il “nulla” del post-comunismo coloniale inquieta e influenza su ogni progetto dei prossimi anni. Togliere alla Curia italiana il prestigio da posizione e il potere di rendita, o quantomeno alleggerirlo è un passaggio considerato inevitabile per riproporsi con forza in aree un tempo non considerate strategiche. Questa partita rientra quindi in quel confronto ampio e sempre più difficile che Papa Ratzinger compie con chi gli rema contro. Riuscirà Benedetto XVI a superare le trame e gli interessi della curia romana coagulando nella congregazione dei vescovi le forze per imporre il cambiamento? O dovrà rinunciare? È ancora presto per dirlo. I giochi sono lontani dall’essere conclusi. Di certo la partita appassiona gli osservatori entro e fuori le mura. Anche perché gli ultimi scandali a sfondo sessuale che hanno compromesso l’immagine degli ultimi mesi, quasi per assurdo, iniziano a ridare forza a chi impone la linea dura della trasparenza a tutti i costi e affida le scelte anche alla giustizia dei tribunali. A chi, quindi, su tutto, sostiene le riforme di Benedetto XVI. Riforme che giorno dopo giorno stanno toccando tutti i punti nevralgici della Santa Sede in un percorso sempre più inesorabile.

Gianluigi Nuzzi, Libero-news.it - Giacomo Galeazzi, La Stampa

In una nota i vertici dei Legionari di Cristo tentano di ridimensionare il loro coinvolgimento nei delitti del fondatore e le accuse della Santa Sede

La "maggioranza" dei Legionari di Cristo "non sapeva nulla, inclusi coloro che attualmente sono alla guida della Legione", delle malefatte del loro fondatore, il sacerdote messicano Marcial Maciel, secondo la stessa congregazione religiosa. A nota della Santa Sede, in realtà, si limita ad affermare che la vita di Maciel "era sconosciuta dalla gran parte dei legionari". Non viene dato però nessun ulteriore elemento per comprendere quali siano queste eventuali altre persone. Nel testo diffuso all'interno della Congregazione e reso noto dal vaticanista Sandro Magister sul blog Settimo Cielo, la dirigenza dei Legionari di Cristo ha inteso rassicurare sacerdoti e laici del movimento religioso, dando una propria interpretazione del recente pronunciamento della Santa Sede sui "delitti" di padre Marcial Maciel asserendo che il Vaticano ha voluto dire in realtà che "la maggioranza dei legionari non sapeva nulla, inclusi coloro che attualmente sono alla guida della Legione. Resta da esaminare se ci sono state responsabilità da parte di coloro che vengono menzionati dal comunicato". Ancora si specifica che il Vaticano non parla di una "rifondazione" della congregazione religiosa, ma di una "profonda revisione e purificazione", ancora si spiega che dalla Santa Sede non è arrivata la richiesta di un cambiamento del "carisma", quindi si rileva che il Papa "non ha rifiutato la Legione di Cristo".

Apcom, Corriere della Sera.it

Il 19 e 20 maggio le Giornate di cultura e spiritualità russa in Vaticano promosse dal Patriarca Kirill I, che offrirà un concerto a Benedetto XVI

Le "Giornate di cultura e spiritualità russa in Vaticano", il 19 e 20 maggio, e il concerto offerto a Benedetto XVI da Kirill I, il 20 maggio, sono gli eventi promossi congiuntamente dal Patriarcato di Mosca, dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e dal Pontificio Consiglio della Cultura, presentati oggi nella Sala Stampa della Santa Sede. Il programma prevede dal 14 al 18 maggio la visita del Metropolita Hilarion di Volokolamsk, con la delegazione del Patriarcato di Mosca, a Ravenna, Milano, Torino e Bologna. Il 19 maggio il Metropolita Hilarion incontrerà alle 10.00 il card. Walter Kasper e alle 10.45 mons. Gianfranco Ravasi. Insieme terranno una conferenza stampa alle 11.15 nel salone del Pontificio Consiglio della Cultura. Seguirà un pranzo di lavoro. Nel pomeriggio alle 16.00, nella parrocchia Ortodossa Russa di Santa Caterina, vi sarà l’inaugurazione della mostra fotografica a cura del fotografo Vladimir Chodakov, su "La Chiesa Ortodossa Russa oggi". A seguire un simposio su "Ortodossi e cattolici in Europa oggi. Le radici cristiane e il comune patrimonio culturale di Oriente e Occidente” e un ricevimento offerto dall’Ambasciata della Federazione Russa presso il Quirinale a Villa Abamelek. Il 20 maggio alle 9.00 nella Parrocchia Ortodossa Russa di Santa Caterina sarà celebrata la Divina Liturgia. Alle 18.00, nell’Aula Paolo VI, si terrà il concerto in onore del Santo Padre, in occasione delle giornate di cultura e di spiritualità russa in Vaticano, promosse da Sua Santità Kirill I (nella foto con Benedetto XVI), Patriarca di Mosca e di tutte le Russie. L’Orchestra Nazionale Russa sarà diretta dal maestro Carlo Ponti jr., con il Coro Sinodale di Mosca e la Cappella di Corni della Russia. Durante il concerto il metropolita Hilarion di Volokolamsk rivolgerà delle parole augurali, e dopo l'esecuzione il Papa terrà il suo discorso. Al termine vi sarà una cena conclusiva offerta dal Metropolita Hilarion.

Posticipato a domani l'incontro del Papa con i vescovi del Belgio per la fitta agenda del Pontefice. Oggi da Benedetto XVI l'amministratore di Bruges

Slitta a domani l'incontro finale che i vescovi del Belgio, in questi giorni in visita 'ad limina apostolorum' in Vaticano, avranno con il Papa. L'incontro era inizialmente previsto oggi ma l'improvviso aumento degli appuntamenti di Benedetto XVI, udienze mattutine con alcuni dei vescovi del Paese e col presidente della Georgia Mikhail Saakashvili, saluto a mezzogiorno alle reclute delle Guardie svizzere, funerali pomeridiani del card. Luigi Poggi, lo ha posticipato a domani. Nella serata di oggi, alle 18, il primate del Belgio mons. André-Joseph Leonard, incontrerà la stampa al Pontificio Collegio belga di Roma. Dopo l'incontro domani con il Papa, a quanto riferisce il portavoce della Conferenza Episcopale belga Eric de Beukelaer, si terrà un breve briefing con i giornalisti. Tra i temi affrontati negli incontri in Vaticano, quello della pedofilia che, anche in Belgio, ha occupato le cronache delle scorse settimane dopo le dimissioni per abusi su minore del vescovo di Bruges, mons. Roger Vangheluwe. Proprio oggi, Benedetto XVI ha ricevuto l'amministratore diocesano della cittadina belga, mons. Koen Vanhoutte.

Apcom

Udienza di Benedetto XVI al presidente della Georgia. Nel colloquio le difficoltà della regione e la convivenza dei credenti di diverse religioni

Benedetto XVI ha ricevuto stamani in udienza il presidente della Georgia, Mikhail Saakashvili (foto). “Per quanto concerne la situazione nella regione – si legge in un comunicato della Sala Stampa vaticana - si è auspicato che ogni difficoltà venga risolta attraverso il dialogo ed il negoziato tra le istanze interessate”. Nel colloquio, si è quindi rinnovato “l’impegno delle parti a favore degli scambi interculturali”. In particolare, è stato riconosciuto “il positivo contributo umanitario operato dalla Caritas nei confronti di tutta la popolazione e si è incoraggiata la pacifica convivenza tra i credenti delle diverse religioni in favore del bene comune”. Dopo l’incontro con il Papa, il presidente della Georgia ha avuto un colloquio con il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che era accompagnato da mons. Dominique Mamberti, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati.

Il Papa alle 30 nuove Guardie Svizzere: dal vostro servizio un senso più vivo della cattolicità e una percezione più profonda della dignità dell’uomo

Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico le 30 nuove Guardie Svizzere, che hanno prestato ieri giuramento, accompagnate dai familiari. Nell’udienza, il Papa ha messo l’accento sul legame speciale tra le guardie e la Sede Apostolica, ringraziandole per il loro generoso servizio a difesa della sua persona. Impegnatevi con responsabilità e generosità nel vostro servizio al Pontefice e alla Santa Sede: nel discorso, pronunciato in tedesco, francese ed italiano, le lingue della Confederazione Elvetica, il Papa ha messo l’accento sul legame tra le guardie e il Successore di Pietro. Il vostro servizio, ha affermato, vi spingerà a scoprire un pellegrino in cerca di Dio in ogni volto di donna e uomo che incontrerete. Ed ha sottolineato il grande valore del servizio delle Guardie Svizzere per la crescita personale e di fede: “Il vostro servizio in favore del ministero petrino vi darà un senso più vivo della cattolicità, insieme con una percezione più profonda della dignità dell’uomo che passa vicino a voi e che cerca nell’intimo di se stesso la via della vita eterna”. “Vissuto con coscienza professionale e con senso soprannaturale – ha detto ancora il Papa – il vostro compito vi preparerà anche agli impegni futuri, personali e pubblici”, che “prenderete quando lascerete il servizio”, permettendovi “di assumerli quali veri discepoli del Signore”.

Mons. Leonard: aumentato il lavoro della commissione della Conferenza Episcopale belga sugli abusi. L'accusa di aver coperto un caso è caduta subito

Dopo le recenti dimissioni per pedofilia del vescovo di Bruges, mons. Roger Vangheluwe, è aumentato il lavoro della commissione istituita dalla Conferenza Episcopale belga per raccogliere le denunce di abusi sessuali su minori da parte di sacerdoti: lo rende noto mons. André-Mutien Joseph Leonard, arcivescovo di Bruxelles e primate del Belgio. Il lavoro "è aumentato", spiega il presule in un'intervista a L'Osservatore Romano. Mons. Leonard si trova a Roma per la periodica visita 'ad limina apostolorum' in Vaticano e oggi sarà ricevuto dal Papa. "Molti denunciano anche soltanto un sopruso o comunque protestano contro sacerdoti o raccontano fatti accaduti addirittura trenta, quaranta o anche cinquant'anni fa". La commissione, spiega mons. Leonard, "agisce autonomamente, nel senso che una volta raccolta la denuncia, lavora indipendentemente dall'episcopato stesso. E' formata da personale altamente specializzato e qualificato che si muove e opera senza alcuna interferenza. Anche quando si tratta di fatti prescritti accoglie e ascolta quanti sono rimasti vittima di abusi. Li consiglia sul cosa fare e offre, dove possibile, il suo aiuto". Inoltre, "seguendo anche il modo di agire della stessa Conferenza Episcopale e raccomandato da tutti i vescovi del Paese, invita le vittime, vere o presunte tali, a rivolgersi direttamente e immediatamente all'autorità giudiziaria per denunciare il fatto". Ciò, spiega il primate belga, "perché l'autorità giudiziaria ha i mezzi per fare indagini e per accertare la verità dei fatti. E poi - aggiunge - perché vogliamo evitare che ci accusino di coprire i colpevoli o tentare aggiustamenti". L'accusa di aver insabbiato un caso di pedofilia negli anni scorsi è "una vicenda che si è smontata subito e da sola, una vicenda, peraltro già avviata a soluzione, tirata fuori da alcuni giornali fiamminghi che non conoscevano bene i fatti". "Significativo - tiene ad aggiungere il presule - è che i media dell'area francofona non l'abbiano né ripresa né rilanciata perché erano a conoscenza della verità e di come sia stato già tutto definito e spiegato. Ma ci può stare anche questo in un clima così". "Devo dire che non godiamo, come Chiesa in generale, di buona stampa", afferma ancora il vescovo di Bruxelles. "Ma - è ovvio - nemmeno posso dire che siamo perseguitati. Per esempio, la nostra decisione di spingere le vittime a denunciare gli abusi alla magistratura è stata molto bene accolta. Come è stato molto apprezzato l'avere convocato, dopo i fatti di Bruges, una conferenza stampa per chiarire bene i fatti senza reticenze e annunciando la nostra politica di trasparenza assoluta".

Apcom