domenica 12 agosto 2012

L'editore principale e chi curerà l'edizione italiana, le incognite del terzo volume su Gesù. Stampa e l'accusa di aver tradito la fiducia del Papa

"Il Santo Padre ha concluso il suo terzo volume, un manoscritto dedicato a Gesù di Nazaret. È un grande regalo nell’Anno della fede. Poi, forse, ci sarà anche l’Enciclica". Questo è l'annuncio dato dal cardinale segretario di stato Tarcisio Bertone il 1° agosto, a margine di una Messa celebrata in Valle d’Aosta, dove si trovava in vacanza. "Leggeremo questo terzo volume – ha aggiunto – con avidità e con grande gusto". L’autorevole scoop del più stretto collaboratore di Benedetto XVI è stato ufficialmente confermato, almeno in parte, il giorno dopo con un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede: "Il Santo Padre Benedetto XVI ha concluso, in questi giorni, la stesura del terzo volume dell'opera 'Gesù di Nazaret', dedicato ai racconti dell'infanzia di Gesù ('Die Kindheitsgeschichten'). Tale volume costituisce il completamento dei due precedenti. Si sta procedendo ora alle traduzioni nelle varie lingue, che saranno condotte direttamente sull'originale tedesco. Si auspica che la pubblicazione del libro avvenga in modo contemporaneo nelle lingue di maggiore diffusione; essa richiederà un congruo spazio di tempo per una traduzione accurata di un testo importante e atteso". Non vi è stata nessuna conferma ufficiale, invece, per quella che sarebbe la quarta Enciclica di Papa Ratzinger, dopo la “Deus caritas est”, firmata il giorno di Natale del 2005, la “Spe salvi”, che porta la data del 30 novembre 2007, e la “Caritas in veritate”, del 29 giugno 2009. Il card. Bertone non l’ha specificato, ma si ipotizza che dopo la carità e la speranza Benedetto XVI voglia dedicare la nuova Enciclica all'altra virtù teologale, la fede. Tanto più che il nuovo testo verrebbe pubblicato proprio nel corso dell’Anno della fede indetto dal Papa dall’11 ottobre 2012 al 24 novembre 2013. Nel comunicato vaticano non si specifica la data di pubblicazione del terzo volume su Gesù, anche se si presume, dato l’argomento, che sarà in vista del periodo natalizio. Neppure viene detto chi sarà il suo editore principale. E la questione non è affatto scontata. Con i due precedenti volumi di Joseph Ratzinger su Gesù la Santa Sede ha intrapreso due vie diverse. Il primo volume, titolato “Gesù di Nazareth. Dal Battesimo nel Giordano alla Trasfigurazione”, è stato pubblicato nel 2007 da una delle maggiori case editrici italiane, la Rizzoli. Il 21 novembre 2006, quando fu dato l'annuncio che Benedetto XVI aveva terminato di scriverlo e aveva consegnato il manoscritto alla Libreria Editrice Vaticana, la stessa LEV, con una nota, rivelò infatti di aver preso accordi con la Rizzoli cedendole i diritti di traduzione, di diffusione e di commercializzazione dell'opera in tutto il mondo. Una scelta, aggiungeva la nota, che "oltre ad essere in continuità con le scelte editoriali finora compiute per la diffusione dei grandi testi dei Sommi Pontefici", voleva "essere un segno tangibile di riconoscenza per quanto ha fatto la Rizzoli nel corso degli anni per far conoscere l'opera dell'amato Giovanni Paolo II, dando anche ampia diffusione del suo ultimo saggio 'Memoria e identità'". La Rizzoli, annunciava inoltre il comunicato della LEV, "ben conoscendo i legami di stima e di amicizia protrattisi per oltre 50 anni fra la famiglia Herder e il professore e poi cardinale Joseph Ratzinger, ha già ceduto alla Herder Verlag i diritti sull'opera in Germania".Il volume uscì nelle librerie italiane, tedesche e polacche il 16 aprile 2007, e successivamente nelle altre lingue. Negli Stati Uniti i diritti furono ceduti dalla Rizzoli al marchio Doubleday del colosso Random House, suscitando anche qualche ironia giornalistica, visto che era la stessa editrice del "Codice da Vinci" di Dan Brown, criticatissimo dalle gerarchie cattoliche. Nel 2011, invece, il secondo volume titolato “Gesù di Nazaret. Dall’ingresso di Gerusalemme fino alla risurrezione”, oltre ad avere in copertina, nell'edizione italiana, “Nazaret” senza più la "h" finale, ha cambiato anche editore. In questo caso, infatti, è stata la LEV in prima persona a pubblicare e commercializzare nel mondo il volume. Così, quando il 10 maggio 2010 la Sala Stampa vaticana rese noto che il testo definitivo del secondo volume era stato consegnato dall'autore "agli editori incaricati della pubblicazione", fu specificato che l’originale tedesco era stato affidato "allo stesso tempo a Manuel Herder – l’editore che sta curando l’opera completa ('Gesammelte Schriften') di Joseph Ratzinger – e a don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana". "Sarà quest’ultima, come editore principale – proseguiva la nota –, a provvedere alla concessione dei diritti, a pubblicare l’edizione italiana, e ad affidare il testo ad altri editori per le diverse traduzioni nelle varie lingue, che saranno condotte direttamente sull’originale tedesco". "Si auspica – concludeva il comunicato – che la pubblicazione del libro avvenga in modo contemporaneo nelle lingue di maggiore diffusione. Essa quindi, per quanto rapida, richiederà ancora diversi mesi, dati i tempi necessari alla traduzione accurata di un testo tanto importante e atteso". Infatti il secondo volume uscì nel marzo 2011 in contemporanea nelle lingue di maggiore diffusione. E questa volta la LEV scelse come partner i principali editori cattolici dei vari continenti. Ad esempio, negli Stati Uniti, al posto di Doubleday, l’editrice fu la Ignatius Press del gesuita Joseph Fessio, ex allievo di Ratzinger. È facile intuire che la Rizzoli non gradì affatto di essere stata estromessa dalla gestione diretta del secondo volume del Papa su Gesù, sia per motivi di prestigio che di ricavi. Il fatto che le fosse stata affidata la distribuzione del libro in Italia non bastò a compensare un tale disappunto. Ora, come per il secondo volume, anche nel comunicato emesso lo scorso 2 agosto si sottolinea l’esigenza che la pubblicazione del nuovo volume della trilogia su Gesù "avvenga in modo contemporaneo nelle lingue di maggiore diffusione". Manca però ogni riferimento esplicito alla LEV. E questo fa pensare a un ritorno in campo della Rizzoli, che così potrà di nuovo presentare nel proprio catalogo un nuovo titolo di Papa Ratzinger da affiancare a quelli del teologo ribelle Hans Küng di cui è la storica editrice italiana. Ma oltre a sapere chi sarà l’editore principale del terzo volume del Papa su Gesù, sarà interessante scoprire anche chi sarà il curatore della sua edizione italiana. Il primo volume, si legge sul frontespizio, fu curato da Ingrid Stampa e da Elio Guerriero, su traduzione italiana di Chicca Galli e Roberta Zuppet. Il secondo è stato curato da Pierluca Azzaro, su traduzione italiana a cura di Ingrid Stampa. In entrambi i casi, quindi, un ruolo molto importante è stato svolto dalla professoressa Stampa, storica governante dell’appartamento dell’allora card. Ratzinger in piazza della Città Leonina e poi assunta nell’ufficio di lingua tedesca della prima sezione della segreteria di Stato. Ingrid Stampa vedrà pubblicizzato questo suo ruolo anche nel terzo volume dell'opera di Benedetto XVI su Gesù? Se sarà così, come si prevede, i sospetti di tradimento della fiducia del Papa, agitati recentemente contro di lei senza alcuna prova esibita a sostegno, riceveranno una radicale smentita. Ad associare il nome di Ingrid Stampa a quello del maggiordomo infedele del Papa, Paolo Gabriele, arrestato per il trafugamento di carte riservate, è stato Paul Badde in un articolo del 15 luglio sul sito web dell'importante quotidiano tedesco Die Welt. Badde, 64 anni, oltre che corrispondente da Roma di questo quotidiano, è editore in Germania del mensile Vatican Magazine, molto apprezzato nell’appartamento pontificio, ed è ben conosciuto da molti anni dallo stesso Joseph Ratzinger, che egli ebbe modo di incontrare più volte, quand'era cardinale, in quel circolo di suoi amici bavaresi che è la Katholische Integrierte Gemeinde. Grazie a queste credenziali, Badde è uno dei cinque giornalisti che sono stati chiamati nel Palazzo Apostolico, lo scorso novembre, a tenere una relazione in un convegno sui rapporti fra il Vaticano e la stampa internazionale organizzato dal direttore de L'Osservatore Romano Giovanni Maria Vian, al quale hanno assistito i vertici della Segreteria di Stato e i cui atti sono stati pubblicati da Mondadori. La Santa Sede ha reagito all'articolo con un comunicato di "totale riprovazione" il 23 luglio, otto giorni dopo la sua uscita, e solo dopo che le accuse di Badde erano state ricopiate ed enfatizzate in Italia dal quotidiano La Repubblica. Il comunicato non citava né Badde né Die Welt. Faceva riferimento a generici "articoli di stampa". L'Osservatore Romano non l'ha pubblicato. In ogni caso, come nulla fosse, il giorno dopo l'uscita del comunicato vaticano, il quotidiano tedesco ad altissima diffusione Bild Zeitung ha rilanciato e aggravato le accuse contro la curatrice dei primi due volumi del Papa su Gesù, in un articolo a firma di Nikolaus Harbusch. Nel quale si legge che sul telefono cellulare di Paolo Gabriele sarebbero stati trovati dei "compromettenti" ("belastende") messaggi e-mail e sms tra lui e Ingrid Stampa, oltre che con l'ex segretario particolare del card. Ratzinger, l'arcivescovo Josef Clemens.

Sandro Magister, www. chiesa

Mons. Sartain: la Santa Sede e i vescovi degli Stati Uniti sono profondamente orgogliosi dello storico e costante contributo delle religiose americane

“La Santa Sede e i vescovi degli Stati Uniti sono profondamente orgogliosi dello storico e costante contributo delle religiose” americane attraverso il loro impegno sociale, pastorale e spirituale, l'assistenza sanitaria e l'educazione cattolica, e “in molti altri settori dove raggiungono quanti sono ai margini della società”: è quanto ha affermato l’arcivescovo di Seattle J. Peter Sartain, a conclusione dell’Assemblea annuale della Conferenza delle superiore religiose del Paese, la Leadership Conference of Women Religious (Lcrw), svoltasi a Saint Louis. Mons. Sartain, incaricato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede per il dialogo con la Lcwr, ha sottolineato che la Conferenza delle superiore religiose “porta doni unici ai suoi membri e alla Chiesa in generale. Questa unicità include la sensibilità verso la sofferenza” e la povertà sia in America Latina che nelle città americane, sia di fronte alla vita dei bambini non ancora nati che per le vittime della tratta di esseri umani. “Le religiose – prosegue l’arcivescovo di Seattle - hanno dato un contributo duraturo al benessere del nostro Paese e continuano a farlo oggi. Per questo meritano il nostro rispetto, il nostro sostegno, i nostri ringraziamenti e le nostre preghiere”. Il presule assicura il suo impegno a lavorare “insieme con i membri della Lcwr” per affrontare le questioni sollevate dalla Congregazione per la Dottrina della Fede “in un clima di preghiera e di dialogo rispettoso”. Occorre lavorare “per chiarire qualsiasi malinteso” – ribadisce – “ed io rimango veramente fiducioso che lavoreremo insieme senza compromettere l'insegnamento della Chiesa o il ruolo importante della Lcwr. Non vedo l'ora – conclude - di continuare le nostre discussioni per collaborare nel promuovere la vita consacrata negli Stati Uniti”. Durante l’Assemblea annuale della Conferenza delle superiore religiose degli Stati Uniti – riferisce un comunicato della Lcwr – tra i molti temi di carattere sociale discussi nel corso dei lavori - oltre alla valutazione del rapporto elaborato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede - sono state affrontate con particolare attenzione anche questioni relative ai flussi migratori (regolari e irregolari) verso gli Usa, la presenza di lavoratori stranieri e la questione dei ricongiungimenti familiari. L’Assemblea ha ribadito l’importanza di proseguire sulla strada di un dialogo franco e costruttivo con i rappresentanti incaricati della Congregazione per la Dottrina della Fede su delicate questioni di tipo etico e morale. Pertanto, si legge nel comunicato finale dell’Assemblea, la Lcwr avvierà al più presto un colloquio con l’arcivescovo J. Peter Sartain, incaricato dal dicastero vaticano. L’Assemblea ha, inoltre, sottolineato l’importanza dei valori emersi dal Concilio Vaticano II in materia di teologia, ecclesiologia e forme di vita consacrata. Nel suo intervento conclusivo, suor Pat Farrell, Osf, ha suggerito 6 strumenti per affrontare le sfide che il mondo attuale presenta. Tra questi strumenti vengono indicati: la contemplazione, la capacità di avere una voce profetica, la solidarietà con gli emarginati, la comunità, la non violenza e la capacità di vivere una gioiosa speranza. L’Assemblea ha, infine, rivolto un appello al Congresso statunitense affinché passi il Dream Act e una riforma globale dell’immigrazione che abbia presente in maniera prioritaria il problema dei ricongiungimenti familiari e il percorso verso l’acquisizione di una piena cittadinanza. I partecipanti hanno evocato in quest’ambito anche la piaga del traffico di esseri umani e la necessità di debellarla.

Radio Vaticana

Benedetto XVI: non manchi solidarietà e sostegno alle popolazioni asiatiche colpite da violenti pioggie e quelle dell'Iran colpite dal terremoto



Dopo la recita dell'Angelus dal balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, Papa Benedetto XVI ha rivolto un pensiero "alle popolazioni asiatiche, in particolare delle Filippine e della Repubblica Popolare Cinese, duramente colpite da violenti piogge, come pure a quelle del Nord-ovest dell'Iran, colpite da un violento terremoto". "Questi eventi - ha detto il Santo Padre - hanno provocato numerose vittime e feriti, migliaia di sfollati e ingenti danni. Vi invito ad unirvi alla mia preghiera per quanti hanno perso la vita e per tutte le persone provate da così devastanti calamità. Non manchi a questi fratelli la nostra solidarietà e il nostro sostegno". Nei saluti in varie lingue, in inglese il Santo Padre ha auspicato: “Durante queste vacanze estive, possiate voi e le vostre famiglie rispondere all’invito del Signore partecipando attivamente al sacrificio eucaristico e attraverso generosi atti di carità”. In polacco, sottolineando come Gesù sia il “pegno della nostra immortalità”, Benedetto XVI ha invitato ad accoglierLo “con profonda fede nella Santa Comunione, affinché la vita di Dio perduri in noi ora e nell’eternità”. Nei saluti ai pellegrini italiani, in particolare si è rivolto ai giovani di Vigonza e Pionca, e ha auspicato che “le esperienze formative di questi giorni rafforzino la loro fede e il loro amore a Cristo e alla Chiesa”.

TMNews, SIR

Il Papa: solo chi è attirato da Dio, chi lo ascolta e si lascia istruire da Lui può credere in Gesù, incontrarlo e nutrirsi di Lui trovando vera vita

A mezzogiorno il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo e recita l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti. “La lettura del 6° capitolo del Vangelo di Giovanni, che ci accompagna in queste domeniche nella liturgia, ci ha condotti a riflettere – ha osservato il Papa - sulla moltiplicazione miracolosa, in cui cinque pani d’orzo e due pesci erano bastati a sfamare una folla di cinquemila uomini, e sull’invito che Gesù rivolge a quanti aveva saziato di darsi da fare per un cibo che rimane per la vita eterna”. “Egli – ha aggiunto - vuole aiutarli a comprendere il significato profondo del prodigio che ha operato: nel saziare in modo miracoloso la loro fame fisica, li dispone ad accogliere l’annuncio che Egli è il pane disceso dal cielo, che sazia in modo definitivo”. In realtà, “anche il popolo ebraico, durante il lungo cammino nel deserto, aveva sperimentato un pane disceso dal cielo, la manna, che lo aveva mantenuto in vita, fino all’arrivo nella terra promessa”. Ma “ora, Gesù parla di sé come del vero pane disceso dal cielo, capace di mantenere in vita non per un momento o per un tratto di cammino, ma per sempre. Lui è il cibo che dà la vita eterna, perché è il Figlio unigenito di Dio, che sta nel seno del Padre, venuto per donare all’uomo la vita in pienezza, per introdurre l’uomo nella vita stessa di Dio”. “Nel pensiero ebraico – ha chiarito il Pontefice - era chiaro che il vero pane del cielo, che nutriva Israele, era la Legge, la parola di Dio. Il popolo di Israele riconosceva con chiarezza che la Torah era il dono fondamentale e duraturo di Mosè e che l’elemento fondamentale che lo distingueva rispetto agli altri popoli consisteva nel conoscere la volontà di Dio e dunque la giusta via della vita”. Ora Gesù, nel “manifestarsi come il pane del cielo”, “testimonia di essere la Parola di Dio incarnata, attraverso cui l’uomo può fare della volontà di Dio il suo cibo, che orienta e sostiene l’esistenza”. Allora “dubitare della divinità di Gesù, come fanno i Giudei del passo evangelico di oggi, significa opporsi all’opera di Dio. Essi, infatti, affermano: è il figlio di Giuseppe! Di lui conosciamo il padre e la madre!”. Essi “non vanno oltre le sue origini terrene, e per questo si rifiutano di accoglierlo come la Parola di Dio fattasi carne”. Il Santo Padre ha, quindi, ripreso un commento di Sant’Agostino a questo passo del Vangelo: “Erano lontani da quel pane celeste, ed erano incapaci di sentirne la fame. Avevano la bocca del cuore malata… Infatti, questo pane richiede la fame dell’uomo interiore”. “E dobbiamo chiederci se noi realmente sentiamo questa fame, la fame della Parola di Dio, la fame di conoscere il vero senso della vita. Solo chi è attirato da Dio Padre, chi lo ascolta e si lascia istruire da Lui – ha spiegato Benedetto XVI - può credere in Gesù, incontrarlo e nutrirsi di Lui e così trovare la vera vita, la strada della vita, la giustizia, la verità, l’amore”. Ancora un richiamo alle parole di Sant’Agostino: “Il Signore… affermò di essere il pane che discende dal cielo, esortandoci a credere in lui. Mangiare il pane vivo, infatti, significa credere in lui. Chi crede, mangia; in modo invisibile è saziato, come in modo altrettanto invisibile rinasce a una vita più profonda. Egli rinasce di dentro, nel suo intimo diventa un uomo nuovo”. Di qui l’esortazione a invocare Maria Santissima: “Chiediamole di guidarci all’incontro con Gesù perché la nostra amicizia con Lui sia sempre più intensa; chiediamole di introdurci nella piena comunione di amore con il suo Figlio, il pane vivo disceso dal cielo, così da essere da Lui rinnovati nell’intimo del nostro essere”.

SIR

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS