Asca
lunedì 22 febbraio 2010
Mons. Neary: Benedetto ha chiesto perdono alle vittime degli abusi sessuali del clero in Irlanda. Possibile la riorganizzazione della Chiesa locale
Papa Benedetto XVI ha ''chiesto il perdono delle vittime'' di abusi sessuali commessi da parte di alcuni membri della Chiesa d'Irlanda durante il summit di due giorni con i vescovi del Paese che si è tenuto la settimana scorsa in Vaticano. Lo riferisce mons. Michael Neary, arcivescovo di Tuam, in una lettera inviata ai sacerdoti della sua diocesi per riferire dei contenuti dell'incontro. Durante l'incontro in Vaticano, si è anche parlato di una ristrutturazione della struttura amministrativa della Chiesa irlandese. L'Irlanda ha 26 diocesi per una popolazione cattolica di meno di 4 milioni di persone, contro le 27 diocesi di un paese come la Germania, dove i cattolici sono più di 25 milioni. A parlarne in Vaticano, secondo quanto ha riferito in un'intervista alla BBC mons. Noel Treanor, vescovo di Down and Connor, sono stati i cardinali Re, prefetto della Congregazione per i vescovi, e Bertone, segretario di Stato vaticano, che ne hanno parlato come di una ''possibilità'' senza però approfondire il tema.
Giornata di preghiera degli anglo-cattolici per discernere la via da seguire dopo la pubblicazione della Costituzione 'Anglicanorum coetibus'
Oggi in tutta la Gran Bretagna gli anglo-cattolici celebrano una “Giornata di preghiera” per “riflettere e discernere la via da seguire” in seguito alla pubblicazione in novembre da parte della Santa Sede della Costituzione “Anglicanorum coetibus”. L’iniziativa - riferisce l'agenzia SIR - è promossa da “Forward in faith”, il gruppo che rappresenta, all’interno della Comunione Anglicana, l’area più vicina alla Chiesa Cattolica, contraria soprattutto all’ordinazione delle donne al sacerdozio e all’episcopato. In molte parrocchie di Inghilterra e Galles cattolici e anglo-cattolici pregheranno insieme sul loro futuro. Nella presentazione dell’iniziativa si sottolinea come la data del 22 febbraio coincida con la festa della Cattedra di San Pietro, una importante ricorrenza liturgica, che ricorda il ministero svolto dal successore di Pietro. Nella documentazione che “Forward in faith” ha preparato per la celebrazione della Giornata, si fa il punto sul dialogo cattolico-anglicano riguardo alla sede di Pietro. Nella documentazione, si afferma: “Nel XVI secolo, gli anglicani hanno rifiutato la giurisdizione del vescovo di Roma come primato universale”. “Oggi, tuttavia – si legge nel testo - alcuni anglicani stanno cominciando a considerare il valore potenziale di un ministero di primato universale che potrebbe essere esercitato dal vescovo di Roma come segno e focus dell’unità all’interno di una Chiesa ri-unita”. Nella stessa documentazione si precisa che “nonostante le notizie di stampa” la Giornata odierna di preghiera “non è un giorno di decisione. La Costituzione Apostolica ("Anglicanorum coetibus") non è un punto di crisi, ma l'apertura, in modo permanente, di un nuovo modo di entrare in unità con la Sede di Pietro. Le decisioni su come e se questo debba accadere per ciascuno di noi avverranno in luoghi differenti e in differenti momenti. La data di oggi è un momento di preghiera e di discernimento. Che Dio ci benedica”. Molti degli anglicani che stanno pensando di diventare cattolici, aspettano il Sinodo generale della Chiesa di Inghilterra del prossimo luglio prima di decidere che cosa fare. Al Sinodo infatti verrà discussa la possibilità di qualche misura speciale per accomodare chi è contrario all’ordinazione delle donne vescovo.
Radio Vaticana
I vescovi irlandesi: il Papa ci ha ascoltato attentamente, l'incontro tappa importante per la guarigione. Entro Pasqua dimissioni di un altro vescovo
La durata dell’incontro, la presenza personale ai colloqui di Papa Benedetto XVI, la partecipazione massiccia di 9 rappresentanti tra cardinali e arcivescovi della Curia romana dimostrano la “gravità” con la quale la Santa Sede guarda a quanto emerso dal Rapporto Murphy. I vescovi di Irlanda hanno preso per la prima volta la parola ieri dopo l’incontro avuto la scorsa settimana con il Papa e nelle omelie pronunciate per la prima domenica di Quaresima, si dicono tutti impressionati dalla “serietà” con cui il Vaticano sta affrontando la questione. “Il Rapporto Murphy – dice il vescovo Michael Smith di Meath – sottolinea i gravi errori commessi e la terribile sofferenza che hanno subito troppi bambini”. Il Papa – fa sapere il vescovo ai suoi fedeli – “ha ascoltato attentamente i commenti e i suggerimenti di tutti i presenti” e “contrariamente a quanto riportato da alcuni resoconti, ho trovato l’incontro con Papa Benedetto il più aperto, onesto e impegnato al quale abbia mai preso parte”. Dello stesso parere anche il vescovo Noel Treanor di Down e Connor secondo il quale l’incontro della scorsa settimana indica “la misura della importanza data da Benedetto XVI al crimine, al peccato e all’orrore degli abusi sessuali commessi ai danni di bambini e minori e adulti vulnerabili. Il Papa – ha aggiunto – ha espresso la sua tristezza per quanto accaduto qui in Irlanda”. Si tratta – ha detto mons. Treanor - di una “ferita” che è stata causata “nella vita delle vittime, nella vita della Chiesa e, per estensione, nella società. Come tale, questo incontro non può sanare” il dolore. Nei loro interventi, i vescovi hanno più volte sottolineato il fatto che tutto ciò “è avvenuto all’interno della Chiesa”, “hanno riconosciuto la cattiva gestione” con la quale si è cercato di “coprire” aggiungendo “sofferenza, rabbia e dolore” alle vittime. Ora è importante guardare al futuro e il vescovo Treanor ha ricordato come nella sua diocesi di Down e Connor, esiste un ufficio per la protezione dei minori gestito da professionisti. Per mons. Dennis Brennan, vescovo di Ferns, l’incontro con Benedetto XVI segna “un'ulteriore tappa nella ricerca di vitale importanza per la guarigione”. “Al nostro rientro a casa – ha aggiunto il vescovo - abbiamo assistito, ancora una volta, al dolore delle vittime sopravvissute che provano grande delusione perché il risultato del nostro incontro è di gran lunga al di sotto delle loro aspettative”. Il vescovo esprime assicurazioni sul fatto che “la visita a Papa Benedetto XVI da parte dei vescovi è solo una parte di un processo in corso”, “un passo importante sulla strada, da cui non si può tornare indietro”, di “un percorso di riconciliazione con i sopravvissuti - fondata sulla giustizia e il rispetto” che “rimane una priorità”. Il processo delle dimissioni rassegnate da mons. James Moriarty, oggi vescovo di Kildare e Leighlin, “sta andando avanti. Non è in questione il ‘se’ o il ‘quando’. Non saranno immediate ma non andranno oltre Pasqua”. Ad annunciarlo ieri è stato lo stesso mons. Moriarty, nella omelia della prima domenica di Quaresima. Mons. Moriarty è uno dei vescovi che vengono espressamente accusati dal Rapporto Murphy per aver coperto gli abusi sessuali ai danni di minori commessi da personale religioso dell’arcidiocesi di Dublino. Fino ad oggi, però, Papa Benedetto XVI ha accettato le dimissioni solo di mons. Donal Murray, vescovo di Limerick. La scorsa settimana – è lo stesso vescovo di Kildare a rivelarlo – a margine dell’incontro dei vescovi irlandesi con il Papa, mons. Moriarty ha parlato delle sue dimissioni in un “incontro privato” con il card. Re, prefetto della Congregazione dei vescovi. Ed ha aggiunto: “la quantità di tempo e di attenzione prestata personalmente dal Papa Benedetto XVI è stata impressionante”. La pubblicazione della Lettera pastorale di Benedetto XVI all’Irlanda è prevista per metà marzo.
SIR
Festa della Cattedra di San Pietro. Benedetto XVI: nella debolezza degli uomini Dio manifesta la sua forza, è Lui stesso a costruire la sua Chiesa
La Chiesa celebra oggi la festa della Cattedra di San Pietro, un’importante ricorrenza liturgica che pone in luce il ministero del Vescovo di Roma al servizio dell’unità dei discepoli di Cristo. La "cattedra", letteralmente, è il seggio fisso del vescovo, posto nella chiesa madre di una diocesi, che per questo viene detta "cattedrale", ed è il simbolo dell’autorità del vescovo e, in particolare, del suo "magistero", cioè dell’insegnamento evangelico che egli, in quanto successore degli Apostoli, è chiamato a custodire e trasmettere alla Comunità cristiana. La Cattedra di Pietro simboleggia, dunque, l’autorità del Vescovo di Roma che presiede alla comunione universale della carità, tutelando la varietà legittima delle Chiese particolari e vegliando affinché ciò che è particolare, non solo non danneggi l’unità, ma piuttosto la serva.
Il Primato del Papa, spiega Benedetto XVI, non è perciò un potere secondo le modalità di questo mondo ma si inserisce nella sequela di Cristo: “È il potere del bene – della verità e dell'amore, che è più forte della morte. Sì, è vera la sua promessa: i poteri della morte, le porte degli inferi non prevarranno contro la Chiesa che Egli ha edificato su Pietro (cfr Mt 16, 18) e che Egli, proprio in questo modo, continua ad edificare personalmente” (29 giugno 2006).
La Chiesa, sottolinea il Papa, è sempre Chiesa di Cristo e non di Pietro che svolge il suo ruolo con le sue fragilità umane nella consapevolezza che Cristo è la roccia: “Così anche nel ministero di Pietro si rivela, da una parte, la debolezza di ciò che è proprio dell'uomo, ma insieme anche la forza di Dio: proprio nella debolezza degli uomini il Signore manifesta la sua forza; dimostra che è Lui stesso a costruire, mediante uomini deboli, la sua Chiesa” (29 giugno 2006).
Benedetto XVI chiede il sostegno della preghiera: “Questa festa mi offre l’occasione per chiedervi di accompagnarmi con le vostre preghiere, perché possa compiere fedelmente l’alto compito che la Provvidenza divina mi ha affidato quale Successore dell’apostolo Pietro” (Angelus, 22 febbraio 2009).
Radio Vaticana
Conclusa l'Ostensione delle spoglie di Sant'Antonio di Padova. Il Papa: il suo luminoso esempio susciti propositi di amore verso Cristo e i fratelli
Ostensione da record per le spoglie di Sant’Antonio. E messaggio del Papa Benedetto XVI per la chiusura dell’evento, arrivato ieri sera a Padova durante la Messa delle 19 in Basilica, presieduta da padre Jerzy Norel, vicario generale dei frati e letto dal vice rettore padre Giorgio Laggioni. "Concludendosi l'Ostensione delle spoglie mortali Sant’Antonio di Padova ricomposte in artistica urna in seguito alla traslazione e restauro della cappella dell’Arca - dice il messaggio inviato dal card. Tarcisio Bertone -, il Sommo Pontefice spiritualmente presente rivolge affettuoso pensiero ai benemeriti Frati Minori Conventuali e pellegrini e devoti del santuario accorsi numerosi a venerare reliquie grande apostolo predicazione et carità. Sua Santità auspica che provvido evento riproponendo luminoso esempio sacerdote francescano tanto popolare che affascinò generazioni di fedeli ispirando numerosi giovani ad abbracciare vita consacrata nella fedeltà e regola serafica, susciti rinnovati propositi di amore verso Cristo e i fratelli come pure generoso impegno per giustizia et pace. Con tali voti il Santo Padre invoca per intercessione grande taumaturgo copiosi favori celesti su quanti prendono parte alla solenne manifestazioni e di cuore invia speciale benedizione apostolica". Duecentomila presenze in questa settimana di venerazione, con un flusso di 2500 persone all’ora. Ieri la coda di pellegrini arrivava fino a Pontecorvo, attese anche di nove ore per arrivare alla Cappella delle Reliquie dov’era esposto il corpo del Santo. Mai vista così tanta gente, nei giorni precedenti. Oltre ogni previsione. Il serpentone di pellegrini, arrivati da tutta Europa per le ultime ore a disposizione, ha superato i due chilometri di lunghezza: dalla Basilica, attraverso il Prato della Valle, passando davanti a Santa Giustina, fino a via Sanmicheli, a due passi da piazzale Pontecorvo. Accantonata definitivamente l’ipotesi di prorogare di un’altra settimana l’Ostensione del corpo del Santo, è stato però prorogato l’orario. Il rettore della Basilica padre Enzo Poiana ieri si è imposto: "L’ostensione non si chiude fino a quando l’ultimo dei fedeli della lunga coda non avrà potuto venerare le spoglie". L’appuntamento sarà forse tra 21 anni, con una nuova Ostensione per il 2031, nel VIII centenario della morte del Santo. Cinquecento gli agenti impiegati ogni giorno nella sorveglianza, tra polizia, digos e squadra mobile, 45 i carabinieri, 420 i vigili urbani. Sono state 70 mila le presenze di fedeli solo ieri, un record inimmaginabile se confrontato con la media di 25/30 mila visite dei giorni precedenti. L’ipotesi iniziale di accogliere circa 120 mila pellegrini per l’evento si è rivelata del tutto sottostimata, visto che i numeri (ancora provvisori in tarda serata) parlavano di 2oo mila visitatori. Sono state 150 mila le preghiere e richieste d’aiuto depositate. Oltre 500 le persone che ogni giorno hanno sorvegliato l’ostensione, tra frati, protezione civile, Cisom, guardie della Basilica, volontari e dipendenti del Messaggero di Sant’Antonio. Alle 19 tutto si sarebbe dovuto concludere con la traslazione del corpo del Santo dalla Cappella delle Reliquie nell’Arca, fresca di restauro. Ma come da promessa i frati del Santuario antoniano hanno atteso che anche l’ultimo fedele avesse la possibilità di pregare sulla teca di cristallo. La cerimonia si è svolta così verso le 23. Al termine dell’Ostensione il sindaco Flavio Zanonato ha deposto accanto alle reliquie un sigillo d’argento e una pergamena come segno del grande affetto che lega Padova al suo Santo. Il corpo di Sant’Antonio è ritornato nella sua dimora tradizionale, tumulato nel marmo della Cappella dell’Arca.
Riccardo Bastianello, Corriere della Sera.it
(Foto Cantuale Antonianum)
Ad Assisi un Centro studi sulle radici ebraico-cristiane dell'Europa. Il Papa: una rinnovata coscienza che permetta di dialogare con le altre civiltà
Nasce ad Assisi un “Centro studi sulle radici culturali ebraico-cristiane della civiltà europea” istituito presso l’Università degli Studi di Perugia. Il centro sarà inaugurato oggi pomeriggio alle 17 con una cerimonia al Salone Papale del Sacro Convento di San Francesco. L’origine di questo centro di studi si trova nel contesto della celebrazione del settimo centenario di fondazione dell’Università perugina, avvenuta l’8 settembre 2008. In quella occasione, Papa Benedetto XVI ha inviato una lettera al rettore dell’Università in cui esprimeva il suo plauso per l’iniziativa. “Ritengo quanto mai significativa ed opportuna – scrive Benedetto XVI – la decisione, presa da codesto Ateneo, di aprire un centro studi sulle radici culturali ebraico-cristiane della civiltà europea”. “E’ infatti solo attingendo da tale patrimonio – sottolinea il Pontefice – che è possibile elaborare, nell’attuale temperie culturale dispersiva e relativistica, sintesi robuste ed efficaci, che sappiano al tempo stesso sostenere una rinnovata coscienza europea e permetterle di dialogare con le altre civiltà”. La cerimonia di inaugurazione sarà aperta dai saluti delle autorità. Seguiranno una relazione del vescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte ed una tavola rotonda su "Le radici ebraico-cristiane della civiltà europea”. Saranno presenti tutti i vescovi dell’Umbria.
SIR
Iniziati gli Esercizi spirituali della Curia romana. Don Da Covolo: la presenza del Papa esemplare, abbiamo tutti bisogno della misericordia di Dio
Con l'esposizione eucaristica e la celebrazione dei vespri sono iniziati ieri, alle ore 18, gli Esercizi spirituali per la Curia romana, alla presenza del Papa, in preparazione alla Pasqua. Gli Esercizi avranno luogo nella cappella Redemptoris Mater del Palazzo apostolico vaticano fino a sabato 27 febbraio. Durante la settimana saranno sospese tutte le udienze pontificie, compresa quella generale di mercoledì prossimo. Le meditazioni saranno proposte dal salesiano don Enrico Ddal Covolo e avranno come tema "Lezioni di Dio e della Chiesa sulla vocazione sacerdotale". "La presenza del Santo Padre è esemplare, è un altissimo esempio per tutti i fedeli - spiega a Radio Vaticana don Dal Covolo - quasi a dire che nessuno è escluso e che tutti abbiamo bisogno di questi momenti decisivi per un recupero in profondità della nostra vita spirituale. La presenza del Papa ci richiama anche a meditare su un altro aspetto: nella Chiesa nessuno è già Santo, tutti hanno bisogno dell'aiuto della grazia, dell'aiuto dello Spirito, della preghiera. Siamo tutti peccatori e tutti abbiamo bisogno della misericordia di Dio, di poterla incontrare". '''Lezioni di Dio' - ha spiegato ancora il salesiano - indica il metodo di questi esercizi. Il metodo è quello antico della Lectio Divina, ma anche 'lezioni della Chiesa'. Intendo infatti terminare ogni giornata degli Esercizi spirituali con altrettanti 'medaglioni' di figure sacerdotali esemplari: Sant'Agostino, il Santo Curato d'Ars, il Curato di campagna di Bernanos, don Giuseppe Quadrio e, finalmente, il venerabile servo di Dio Giovanni Paolo II che ha commissionato il restauro della Cappella 'Redemptoris Mater', dove si terranno gli Wsercizi spirituali. Nel titolo si fa riferimento poi alla 'vocazione sacerdotale' perchè era un tema praticamente obbligatorio nel cuore dell'Anno Sacerdotale''. Il valore ''primario'' degli Wsercizi spirituali, per don dal Covolo, sta nel ''bisogno assoluto di trovare dei momenti fermi, nei quali potersi concentrare nella propria intimità con il Signore''. ''Oggi - spiega - questi Esercizi spirituali possono rivestire un significato del tutto speciale perchè forse siamo travolti da un'accelerazione della storia, che rischia di farci smarrire la vera gerarchia dei valori. Gli esercizi spirituali hanno lo scopo di aiutarci a mettere ordine nella nostra vita''.
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