lunedì 13 febbraio 2012

Lombardi: la lettura in chiave di lotte di potere interne dipende dalla rozzezza morale di chi la fa. Si illude chi pensa di scoraggiare il Papa

"Oggi dobbiamo tenere tutti i nervi saldi perché nessuno si può stupire di nulla. L'amministrazione americana ha avuto Wikileaks, il Vaticano ha ora i suoi leaks, le sue fughe di documenti che tendono a creare confusione e sconcerto e a facilitare una messa in cattiva luce del Vaticano, del governo della Chiesa e più ampiamente della Chiesa stessa. Quindi, calma e sangue freddo, e molto uso della ragione, cosa che non tutti i media tendono a fare". Lo ha affermato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in una dichiarazione a Radio Vaticana, in una nota sulla "circolazione di documenti che tendono a screditare il Vaticano e la Chiesa" . "Si tratta di documenti di natura e peso diversi, nati in tempi e situazioni diverse: altro sono le discussioni sulla migliore gestione economica di una istituzione con molte attività materiali come il Governatorato; altro sono appunti su questioni giuridiche e normative in corso di discussione e su cui è normale che esistano opinioni diverse; altro sono memoriali farneticanti che nessuna persona con la testa sul collo ha considerato seri, come quello recente sul complotto contro la vita del Papa. Ma tant'è; mettere tutto insieme - ha denunciato padre Lombardi- giova a creare confusione. Una informazione seria dovrebbe saper distinguere le questioni e capirne il significato differente. E' ovvio che le attività economiche del Governatorato devono essere gestite saggiamente e con rigore; è chiaro che lo IOR e le attività finanziarie devono inserirsi correttamente nelle norme internazionali contro il riciclaggio. Queste sono evidentemente le indicazioni del Papa. Mentre è evidente che la storia del complotto contro il Papa, come ho detto da subito, è una farneticazione, una follia, e non merita di essere presa sul serio". "Certo - prosegue il gesuita - c'è qualcosa di triste nel fatto che vengano passati slealmente documenti dall'interno all'esterno in modo da creare confusione. La responsabilità c'è dall'una e dall'altra parte. Anzitutto da parte di chi fornisce questo tipo di documenti, ma anche di chi si dà da fare per usarli per scopi che non sono certo l'amore puro della verità. Perciò dobbiamo resistere e non lasciarci inghiottire dal gorgo della confusione, che è quello che i malintenzionati desiderano, e restare capaci di ragionare". "In certo senso - è un'antica osservazione della saggezza umana e spirituale - il verificarsi di attacchi più forti - ha argomentato ancora il portavoce vaticano - è segno che è in gioco qualche cosa di importante. Alla grande serie di attacchi alla Chiesa sul tema degli abusi sessuali è giustamente corrisposto un impegno serio e profondo di rinnovamento lungimirante. Non una risposta di corto respiro, ma di purificazione e rinnovamento. Ora abbiamo ripreso in mano la situazione e sviluppiamo una forte strategia di guarigione, rinnovamento e prevenzione per il bene di tutta la società". "Allo stesso tempo si sa che vi è in corso un impegno serio per garantire una vera trasparenza del funzionamento delle istituzioni vaticane anche dal punto di vista economico. Si sono pubblicate nuove norme. Si sono aperti canali di rapporti internazionali per il controllo. Ora, diversi dei documenti recentemente diffusi tendono proprio a screditare questo impegno. Paradossalmente ciò costituisce una ragione di più per perseguirlo con decisione senza lasciarsi impressionare. Se tanti si accaniscono, si vede che è importante. Chi pensa di scoraggiare il Papa e i suoi collaboratori in questo impegno - ha affermato Lombardi- si sbaglia e si illude". "Invito ad osservare - ha affermato- che i Pontefici eletti in questo secolo sono stati tutti personalità di altissimo e indiscusso valore spirituale. E' chiaro che i cardinali hanno cercato e cercano di eleggere qualcuno che meriti il rispetto del popolo di Dio e possa servire l'umanità del nostro tempo con grande autorità morale e spirituale. La lettura in chiave di lotte di potere interne dipende in gran parte dalla rozzezza morale di chi la provoca e di chi la fa, che spesso non è capace di vedere altro. Chi crede in Gesù Cristo per fortuna sa che - checché se ne dica o se ne scriva oggi sui giornali - le vere preoccupazioni di chi porta responsabilità nella Chiesa sono piuttosto i problemi gravi dell'umanità di oggi e di domani. Non per nulla crediamo e parliamo anche di assistenza dello Spirito Santo".

TMNews

Nota di padre Lombardi sulla circolazione di documenti che tendono a screditare il Vaticano e la Chiesa

Quaresima 2012. Giovedì 23 febbraio il tradizionale incontro del Papa con i sacerdoti della diocesi di Roma, in cui terrà una lectio divina

"Seguendo una consolidata tradizione, il prossimo giovedì 23 febbraio alle 11 il Santo Padre riceverà i sacerdoti di Roma in Vaticano per una speciale udienza in cui guiderà una lectio divina in preparazione alla Quaresima". A darne notizia è il cardinale vicario Agostino Vallini in una lettera spedita nei giorni scorsi ai sacerdoti e ai diaconi della diocesi per invitarli numerosi all’incontro. "In questi anni - scrive il cardinale Vallini - ciascuno di noi ha potuto sperimentare la profondità del Magistero di Benedetto XVI quale grande grazia per approfondire il mistero della nostra vocazione sacerdotale e la gioia di essere al servizio della Chiesa". Al termine dell’udienza, aggiunge il porporato, "il Santo Padre ci consegnerà il volume 'Scelto da Dio per gli uomini', la regola di vita frutto del lavoro del Consiglio presbiterale dopo l’Anno Sacerdotale, che intende essere un aiuto per testimoniare la bellezza di essere sacerdoti in questa nostra città". L’appuntamento per i partecipanti è fissato alle 10.30 nell’Aula delle Benedizioni.

RomaSette.it

Anno della fede. Chi lo ha votato in conclave quasi sembra non essersi accorto di quello che avrebbe fatto il mite Joseph Ratzinger una volta Papa

Benedetto XVI viene dipinto quasi come fosse un uomo solo rinchiuso in una gabbia dorata. Mentre dalla Curia escono fuori veline, foglietti, indiscrezioni di ogni genere, il Papa non si interesserebbe nemmeno delle questioni di governo. Era l’abito cucito addosso a Benedetto XVI dall’inizio. Un Papa quasi avulso dalla Curia. La realtà dei fatti è che, da quando è diventato Papa, ha portato avanti un preciso programma di governo. Lo ha fatto con prudenza e furbizia, e con un grande spirito benedettino. Da una parte, aspettava che i membri della Curia andassero a scadenza, prima di sostituirli con persone a lui più vicine per pensiero e per modo di fare (i nuovi “curiali” voluti da Papa Ratzinger si caratterizzano quasi tutti per essere persone alla mano). Dall’altra, è andato oltre le piccole questioni. Le ha semplicemente ignorate, perché questioni di poco conto. È andato oltre, è volato alto con i concetti. A guardarlo con il senno di poi, tutto il Pontificato di Joseph Ratzinger puntava al prossimo Anno della fede. È una esigenza di purificazione profonda, che Benedetto XVI avvertiva sin da prima di diventare Pontefice. Le sue parole sulla sporcizia nella Chiesa, alle meditazioni della Via Crucis del Venerdì Santo del 2005, erano già un programma di governo. Ma alcuni dei cardinali che lo hanno votato in conclave quasi sembrano non essersi accorti di quello che avrebbe fatto il mite Joseph Ratzinger una volta asceso al Soglio di Pietro. Chi non parla, o non entra nei litigi, non significa non sia ben conscio della situazione. Significa che sa osservare. E, da prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, Joseph Ratzinger di cose ne aveva sapute osservare. E così è partito il percorso, che ha dato non pochi fastidi. I primi provvedimenti per la formazione nei seminari, che in qualche modo andavano a spezzare la cooptazione al sacerdozio di alcune non meglio precisate lobby curiali, i discorsi sempre sferzanti contro il carrierismo ecclesiastico, l’inizio di quell’operazione di pulizia che da prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede gli era stata rallentata in misura enorme (quasi subito l'ex Sant'Uffizio si occupa del caso di Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo). E poi, la lezione di Ratisbona, e le polemiche che ne seguono. I vecchi fautori della Ostpolitik vaticana gettano benzina sul fuoco, si leva la protesta dal mondo islamico. Ma è da lì che comincia un nuovo dialogo con il mondo islamico. Il Papa andrà poi in Turchia, si recherà alla Moschea Blu, favorirà l’incontro con delegazioni musulmane in Vaticano, andrà sempre, sin dalla GMG di Colonia nel 2005, a trovare anche gli esponenti del mondo islamico in ogni viaggio internazionale. Nel frattempo, cominciano a cambiare i tasselli della Curia. Il Segretario di Stato ereditato, Angelo Sodano, resta per circa un anno. Ma fa così tante pressioni che alla fine Benedetto XVI è costretto ad annunciare a giugno 2006 chi sarà il suo successore a settembre. Il prescelto è Tarcisio Bertone, da sempre vicino al Pontefice. Ma è in quel breve interregno che Sodano può muovere dei pezzi: ha dalla sua una diplomazia vaticana quasi completamente di sua nomina, reinserisce allo Ior la figura del prelato, il fedelissimo Piero Pioppo, istruisce mons. Paolo Romeo, allora nunzio in Italia, per cercare di fare le scarpe al card. Camillo Ruini, presidente della CEI prossimo al compimento dei 75 anni. È in questi tempi che si comincia a creare quel clima di veleni incrociati. Granelli di sabbia negli ingranaggi di una Curia che arranca, e fa fatica anche a seguire Benedetto XVI nell’insegnamento. Il Papa prosegue la sua opera di rinnovamento. Vengono due Encicliche, la "Deus Caritas est" e la "Spe Salvi" (cui seguirà una terza Enciclica “sociale”, la "Caritas in Veritate"), due Sinodi generali dei vescovi (sull’Eucarestia e sulla Parola di Dio) cui il Papa dà la sua impronta personale, e che segue personalmente. È la catechesi una delle preoccupazioni principali del Papa. Le Udinze del mercoledì diventano cicli di lezioni e di preparazione alla cristianità, sul modello di "Introduzione al cristianesimo", il libro più diffuso di Joseph Ratzinger. Il pensiero va oltre le difficoltà. Si arriva al 2010, l’annus horribilis. Da Irlanda, Germania, Belgio, Francia, Inghilterra giungono notizie di abusi di sacerdoti su ragazzi e adolescenti. L’obiettivo finale è Benedetto XVI, che non si tira indietro. È in quella circostanza che si vede il suo metodo, già evidente quando nel 2009 aveva dovuto maneggiare la controversa campagna di stampa (e non solo) contro la revoca della scomunica a quattro vescovi lefevbriani, uno dei quali, Williamson, aveva reso spesso dichiarazioni antisemite. Fu una lettera ai vescovi nel 2009, che stigmatizzava il “mordere e divorare” dei suoi stessi confratelli nell’episcopato. È una lettera agli irlandesi, in cui chiede scusa per le ferite alle vittime, e fa partire un processo di rinnovamento, a partire dal cammino penitenziale della Quaresima. Ed è tutta la Chiesa che viene messa in penitenza, durante il viaggio a Fatima nel 2010. Il segreto di Fatima, in fondo, non si è ancora compiuto, e Benedetto XVI affida la Chiesa a Maria e fa partire da lì l’idea del rinnovamento. Purificazione interiore, attenzione all’insegnamento della Chiesa. Ritornare alle fonti della Chiesa, al diritto canonico, al diritto come via privilegiata per il dialogo con gli altri. La Verità, l’oggettività, sono le basi solide per un dialogo a partire dalla propria coscienza. Il Papa lo dice nel Regno Unito, dove va in occasione della beatificazione di Newman, e lo ripete in ogni discorso. In Germania, nel 2011, riporta la Chiesa a Dio, le chiede di demondanizzarsi. È l’ultimo passaggio prima di proclamare l’Anno della fede, che si concluderà probabilmente con un Credo sulla falsariga di quello pronunciato da Paolo VI durante l’ultimo Anno della fede. Al di là di grandi e piccoli scoop, della “chiacchiera minuta” stigmatizzata da Bertone in un recente incontro con i capi dicastero, nonostante i suoi uomini più vicini vengano attaccati, Benedetto XVI ha bene in testa il percorso da far fare alla Chiesa. Un obiettivo della "Novo millennio ineunte" di Giovanni Paolo II: 'Duc in altum'. È l’ora per la Chiesa di prendere il largo.

Andrea Gagliarducci, Korazym.org

Visita ufficiale in Vaticano di una delegazione di ministri del governo del Regno Unito. Mercoledì all'Udienza generale l'incontro con Benedetto XVI

Sarà la baronessa Sayeeda Warsi, musulmana e membro del governo conservatore di David Cameron (nella foto con Benedetto XVI), a guidare la delegazione dell'esecutivo britannico che sarà in Vaticano domani e dopodomani, a un anno e mezzo dal viaggio di Papa Benedetto XVI Oltremanica. E sarà proprio lei, nata in Gran Bretagna da una famiglia pakistana, a tenere un discorso di fronte ai futuri diplomatici vaticani che studiano alla Pontificia Accademia Ecclesiastica, e al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, sul ruolo della religione nella vita pubblica. È probabilmente la prima volta che un membro di un governo europeo viene invitato a confrontarsi pubblicamente con gli uomini che entreranno a far parte della diplomazia vaticana. La delegazione nasce dal viaggio papale nel Regno Unito del settembre 2010 e, come spiegato dall'ambasciatore britannico presso la Santa Sede, Nigel Baker, vuole dimostrare la volontà del governo di Londra di proseguire il cammino iniziato con il viaggio del Pontefice: “La Gran Bretagna e la Santa Sede condividono molti obiettivi a livello internazionale”. Un primo obiettivo della visita britannica è ottenere il sostegno vaticano per la conferenza organizzata a Londra sul futuro della Somalia il prossimo 23 febbraio. Ma la delegazione del governo di David Cameron, di cui faranno parte anche il ministro della Cultura Jeremy Hunt, responsabile anche delle prossime Olimpiadi di Londra 2012, il sottosegretario allo sviluppo internazionale Alan Ducan, e il sottosegretario all'energia Greg Baker, vuole avviare una cooperazione a più livelli con la Santa Sede: dalla risposta alle crisi umanitarie globali ai trattati internazionali contro il commercio delle armi, da iniziative comuni in campo culturale fino alla risposta di fronte alle crisi odierne, a cominciare da quella in Siria e nel Medio Oriente. La delegazione britannica verrà ospitata all'interno del Vaticano, nel complesso di Santa Marta dove vengono alloggiati i cardinali durante il Conclave. La baronessa Warsi consegnerà a Papa Ratzinger una lettera e un regalo, un'edizione della King James Bibles, da parte del premier Cameron. Durante la visita, la delegazione britannica parteciperà a una cena offerta dal Segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, e avrà incontri con un gruppo di responsabili di Curia di diversi settori, guidato dal 'ministro degli esteri' di Oltretevere, mons. Dominique Mamberti. È in programma anche un breve incontro con Papa Benedetto XVI al termine dell'udienza generale di mercoledì.

Alessandro Speciale, Vatican Insider

La cooperazione tra Santa Sede e Regno Unito: obiettivi comuni

Mercoledì la visita di Benedetto XVI al Seminario Romano Maggiore per la festa della Madonna della Fiducia: lectio divina e cena con i seminaristi

Un incontro di formazione e insieme un momento conviviale e familiare: questo sarà per i seminaristi l’appuntamento con Benedetto XVI in programma mercoledì 15 febbraio, alle 18.00, al Seminario Romano Maggiore in occasione della Festa della patrona dell’istituto, la Madonna della Fiducia, che verrà celebrata sabato 18. Come ogni anno, "il Santo Padre, quale vescovo di Roma, incontra non solo gli studenti del nostro seminario - spiega don Concetto Occhipinti, rettore del Maggiore - ma anche quelli del Collegio Redemptoris Mater, del Capranica e del seminario della Madonna del Divino Amore, oltre che del Pontificio Romano Minore". "Un appuntamento speciale e unico nella vita formativa dei nostri giovani - continua don Concetto - distinto in due momenti: quello della lectio divina tenuta dal Papa e quello della cena", durante la quale uno dei seminaristi rivolgerà al Pontefice un saluto, esprimendo anche a nome dei suoi compagni "sentimenti di affetto e obbedienza filiali".

RomaSette.it

Il Papa al Maggiore per la Madonna della Fiducia

Il Papa: annunciare la bellezza dell'amore di Dio che precede e accompagna, la molla segreta, la motivazione che non viene meno anche nelle difficoltà

E' stato pubblicato questa mattina il Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI in occasione della 49° Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che si celebrerà domenica 29 aprile, IV Domenica di Pasqua, sul tema "Le vocazioni dono della Carità di Dio". “La fonte di ogni dono perfetto – scirive il Papa - è Dio Amore” e “noi siamo amati da Dio ‘prima’ ancora di venire all’esistenza! Mosso esclusivamente dal suo amore incondizionato, Egli ci ha ‘creati dal nulla’ (cfr 2Mac 7,28) per condurci alla piena comunione con Sé”. “La verità profonda della nostra esistenza – scrive il Papa – è racchiusa in questo sorprendente mistero: ogni creatura, in particolare ogni persona umana, è frutto di un pensiero e di un atto di amore di Dio, amore immenso, fedele, eterno. La scoperta di questa realtà è ciò che cambia veramente la nostra vita nel profondo”. “Si tratta di un amore senza riserve che ci precede, ci sostiene e ci chiama lungo il cammino della vita e ha la sua radice nell’assoluta gratuità di Dio”. “Ogni specifica vocazione nasce, infatti, dall’iniziativa di Dio, è dono della Carità di Dio! È Lui a compiere il ‘primo passo’ e non a motivo di una particolare bontà riscontrata in noi, bensì in virtù della presenza del suo stesso amore 'riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo'”. “In ogni tempo, alla sorgente della chiamata divina c’è l’iniziativa dell’amore infinito di Dio, che si manifesta pienamente in Gesù Cristo”. Continua il Papa: “L’amore di Dio rimane per sempre, è fedele a se stesso, alla 'parola data per mille generazioni'. Occorre, pertanto, riannunciare, specialmente alle nuove generazioni, la bellezza invitante di questo amore divino, che precede e accompagna: esso è la molla segreta, è la motivazione che non viene meno, anche nelle circostanze più difficili". Per Benedetto XVI "è a questo amore che dobbiamo aprire la nostra vita, ed è alla perfezione dell’amore del Padre che ci chiama Gesù Cristo ogni giorno! La misura alta della vita cristiana consiste infatti nell’amare ‘come’ Dio; si tratta di un amore che si manifesta nel dono totale di sé fedele e fecondo”. “Su questo terreno oblativo, nell’apertura all’amore di Dio e come frutto di questo amore, nascono e crescono tutte le vocazioni”, spiega il Papa, ed è “attingendo a questa sorgente nella preghiera, con l’assidua frequentazione della Parola e dei Sacramenti, in particolar modo dell’Eucaristia, che è possibile vivere l’amore verso il prossimo nel quale s’impara a scorgere il volto di Cristo Signore". Si tratta, insomma di “due amori – l’amore verso Dio e quello verso il prossimo” – uniti da un “legame inscindibile”, di “due espressioni dell’unico amore divino” che “devono essere vissute con particolare intensità e purezza di cuore da coloro che hanno deciso d’intraprendere un cammino di discernimento vocazionale verso il ministero sacerdotale e la vita consacrata”, in quanto “ne costituiscono l’elemento qualificante”. "L’amore per Dio, di cui i presbiteri e i religiosi diventano immagini visibili – seppure sempre imperfette – è la motivazione della risposta alla chiamata di speciale consacrazione al Signore attraverso l’ordinazione presbiterale o la professione dei consigli evangelici”. “L’altra espressione concreta dell’amore, quello verso il prossimo, soprattutto verso i più bisognosi e sofferenti è la spinta decisiva che fa del sacerdote e della persona consacrata un suscitatore di comunione tra la gente e un seminatore di speranza”, afferma Benedetto XVI. A vescovi, sacerdoti, religiosi, operatori pastorali e quanti sono impegnati nell’educazione dei giovani, il Papa raccomanda quindi di porsi “in attento ascolto” del manifestarsi dei segni di una chiamata al sacerdozio o ad una speciale consacrazione: "È importante che nella Chiesa si creino le condizioni favorevoli affinché possano sbocciare tanti 'sì', quali generose risposte alla chiamata di amore di Dio. Sarà compito della pastorale vocazionale offrire i punti di orientamento per un fruttuoso percorso. Elemento centrale sarà l’amore alla Parola di Dio, coltivando una familiarità crescente con la Sacra Scrittura e una preghiera personale e comunitaria attenta e costante, per essere capaci di sentire la chiamata divina in mezzo a tante voci che riempiono la vita quotidiana". "L’Eucaristia sia il 'centro vitale' di ogni cammino vocazionale: è qui che l’amore di Dio ci tocca nel sacrificio di Cristo, espressione perfetta di amore, ed è qui che impariamo sempre di nuovo a vivere la 'misura alta' dell’amore di Dio. Parola, preghiera ed Eucaristia sono il tesoro prezioso per comprendere la bellezza di una vita totalmente spesa per il Regno”. Le Chiese locali, è l’auspicio di Benedetto XVI “si facciano ‘luogo’ di attento discernimento e di profonda verifica vocazionale, offrendo ai giovani e alle giovani un saggio e vigoroso accompagnamento spirituale. In questo modo la comunità cristiana diventa essa stessa manifestazione della Carità di Dio che custodisce in sé ogni chiamata. Tale dinamica, che risponde alle istanze del comandamento nuovo di Gesù, può trovare eloquente e singolare attuazione nelle famiglie cristiane, il cui amore è espressione dell’amore di Cristo che ha dato se stesso per la sua Chiesa. Nelle famiglie, 'comunità di vita e di amore', le nuove generazioni possono fare mirabile esperienza di questo amore oblativo. Esse, infatti, non solo sono il luogo privilegiato della formazione umana e cristiana, ma possono rappresentare 'il primo e il miglior seminario della vocazione alla vita di consacrazione al Regno di Dio', facendo riscoprire, proprio all’interno della famiglia, la bellezza e l’importanza del sacerdozio e della vita consacrata”. Il Papa, alla fine del suo messaggio si rivolge, in particolare, “ai giovani e alle giovani che con cuore docile si pongono in ascolto della voce di Dio, pronti ad accoglierla con adesione generosa e fedele”.

AsiaNews, SIR

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER XLIX GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI