sabato 19 giugno 2010

Il Papa dona il crocifisso per la cappella del sacrario contenente le salme delle vittime del disastro ferroviario di Viareggio del 29 giugno 2009

A pochi giorni dal primo anniversario del disastro ferroviario di Viareggio, proseguono i gesti di solidarietà per le vittime. L'ultimo in ordine di tempo arriva direttamente dal Vaticano. Presto infatti la cappella del Tempio del Sacrario delle vittime del 29 giugno, sita presso il Camposanto della Misericordia di Viareggio, sarà fregiata di un nuovo, prezioso crocifisso donato proprio dalla Santa Sede. Nelle ore scorse Papa Benedetto XVI ha donato infatti l'opera decorata in argento e raffigurante Cristo in croce, che sarà posta sull'altare del nuovo Sacrario al Camposanto dell'Arciconfraternita. Il piccolo tempio, dove trovano spazio le salme delle vittime del 29 giugno, voluto e finanziato dalla Misericordia i cui lavori, partiti lo scorso 12 maggio, sono ormai in fase conclusiva, sarà così impreziosito e onorato del dono del Papa. A ricevere direttamente il crocifisso, dono personale di Benedetto XVI, durante l'incontro tenutosi ieri presso il Palazzo Apostolico in Vaticano è stato il Presidente della Misericordia Roberto Monciatti. Il 28 giugno prossimo si terrà presso il Camposanto della Misericordia a partire dalle 18.30 una cerimonia di inaugurazione e solenne benedizione da parte dell'arcivescovo della diocesi di Lucca, mons. Italo Castellani. Alla cerimonia parteciperà il coro del Festival Pucciniano, che eseguirà i brani della Messa di Requiem del Maestro Giacomo Puccini. Il crocifisso sarà così definitivamente collocato all'interno del Sacrario, vero e proprio luogo di culto e preghiera dove parenti, conoscenti e comuni cittadini potranno recarsi e perpetuare il ricordo delle 32 vittime.

Adnkronos

Il Papa a vescovi brasiliani: fate scoprire la gioia della fede assicurando che sia sempre custodita, difesa e trasmessa nella sua purezza e integrità

Benedetto XVI ha ricevuto, stamani in udienza, un gruppo di vescovi brasiliani della regione Leste 2, in visita ad Limina. Il Papa ha esortato i presuli ad aiutare i propri fedeli a scoprire e vivere la gioia della fede. Quindi, ha messo l’accento sull’importanza della comunione tra i fedeli e i propri pastori. L’indirizzo d’omaggio al Papa è stato rivolto da mons. Walmor Oliveira de Azevedo, arcivescovo di Belo Horizonte e presidente della Regione Leste 2 della Conferenza episcopale brasiliana. Benedetto XVI ha accolto con grande affetto i presuli, sottolineando l’importanza del “vincolo di unità, carità e pace” che lega il Papa ai vescovi. Si è così soffermato sui tre compiti essenziali dei pastori e cioè insegnare, santificare e governare il popolo di Dio. Innanzitutto, ha sottolineato che in quanto maestri e dottori della fede, i vescovi sono chiamati ad insegnare con coraggio la verità, presentandola nella sua forma autentica. “La Chiesa – ha detto il Papa, richiamando il suo discorso alla Conferenza di Aparecida del 2007 – ha il grande compito di custodire ed alimentare la fede del Popolo di Dio, e ricordare anche ai fedeli” che, “in virtù del loro Battesimo, sono chiamati ad essere discepoli e missionari di Gesù Cristo”. Al contempo, ha invitato i pastori ad aiutare i fedeli “a scoprire la gioia della fede”, la gioia di sentirsi amati personalmente da Dio. Credere, ha proseguito, “consiste innanzitutto nell’abbandonarsi a Dio che ci conosce ed ama personalmente”. Il Papa ha auspicato perciò che i vescovi brasiliani sappiano infondere nel loro popolo la fiducia nel Signore, assicurando che la fede sia sempre “custodita, difesa e trasmessa nella sua purezza e integrità”. Ha così messo l’accento sull’importanza fondamentale per i vescovi della celebrazione dei Sacramenti e in particolare dell’Eucaristia: “Il compito di santificare che avete ricevuto”, ha affermato, vi spinge ad essere “promotori e animatori di preghiera nella città umana, frequentemente agitata, rumorosa e dimentica di Dio”. C’è bisogno di creare “luoghi e occasioni di preghiera”, è stata la sua esortazione, dove si possa ascoltare Dio e vivere l’esperienza dell’incontro con Gesù Cristo. Infine, ha rivolto il pensiero al compito di guida del popolo cristiano, che richiede ai vescovi di promuovere la partecipazione di tutti i fedeli all’edificazione della Chiesa: "In virtù del compito del governo – ha affermato – il vescovo è chiamato ad amministrare e disciplinare la vita del popolo di Dio” attraverso regole, direttrici e suggerimenti. E’ questa una funzione importante, affinché la comunità diocesana permanga unita nel suo interno e cammini in una sincera comunione di fede, amore e disciplina con il vescovo di Roma e con tutta la Chiesa. Il governo del vescovo, ha concluso, “sarà pastoralmente efficace” se poggerà “su un'autorevolezza morale, data dalla sua santità di vita”. Sarà questa, infatti, “a disporre gli animi ad accogliere il Vangelo da lui annunciato nella sua Chiesa, come anche le norme da lui fissate per il bene del Popolo di Dio”.

Radio Vaticana

Padre Lombardi: i criteri e le restrizioni stabilite nel 2002 per l'ex vescovo di Poznan non verranno modificati, infondato parlare di riabilitazione

L'ex-vescovo di Poznan, mons. Juliusz Paetz, non è stato riabilitato. Lo ha dichiarato ai giornalisti il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, rispondendo alle domande dei giornalisti. Mons. Paetz si era dimesso nel 2002 perchè accusato di molestie e rapporti omosessuali. ''E' infondato in questo caso parlare di 'riabilitazione' - ha spiegato padre Lombardi - poichè la questione trattata nella corrispondenza con Roma riguardava esclusivamente la sua autorizzazione o meno a presiedere celebrazioni pubbliche in seguito a invito da parte di un parroco, sempre previo il necessario nulla osta da parte'' del vescovo locale. ''I criteri e le restrizioni stabiliti nel 2002 - ha aggiunto il portavoce vaticano - e finora seguiti non verranno tuttavia modificati''. Padre Lombardi ha anche confermato che l'attuale vescovo di Poznan, mons. Stanislaw Gadecki, non ha presentato le dimissioni.

Le nomine del Papa. Il 1° luglio l'annuncio del card. Ouellet nuovo prefetto dei vescovi, il 28 giugno la nascita del dicastero guidato da Fisichella

Il 1° luglio prossimo verrà annunciata la sostituzione del Prefetto della Congregazione dei vescovi, il card. Giovanni Battista Re, con Marc Ouellet, cardinale primate del Canada e arcivescovo del Quebec. Si concluderà così la complicata vicenda della successione a una delle più importanti Congregazioni vaticane, dopo che Benedetto XVI è stato informato dei rischi mediatici che la nomina del suo primo candidato, il cardinale australiano George Pell, arcivescovo di Sidney, avrebbe potuto provocare. Il 28 giugno invece dovrebbe essere annunciata la nascita di un dicastero a cui sarà messo a capo l'attuale rettore della Lateranense, mons. Rino Fisichella. Il suo posto all'Università del Papa sarà preso da mons. Del Covolo, salesiano come il Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Che vorrebbe chiamare a Roma, alla Congregazione per i Religiosi, un altro salesiano, il cardinale honduregno Maradiaga. Pare scontata la sostituzione del card. Kasper con Kurt Koch, vescovo di Basilea.

Marco Tosatti, San Pietro e dintorni

40 minuti l’incontro del Papa con il card. Dias, l'inchiesta fa accellerare la nomina del prefetto per la nuova gestione di Propaganda Fide

Gli incontri tra il Papa e i capi dicastero della Curia sono ricorrenti, ma non capita spesso durino una quarantina di minuti. Che Benedetto XVI abbia ricevuto ieri mattina, e a lungo, il cardinale Ivan Dias, prefetto di Propaganda Fide, è una conferma dell’attenzione che il Pontefice, con il suo Segretario di Stato, sta riservando in questi giorni alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli: per vederci chiaro nelle carte che la Segreteria di Stato si è fatta inviare, "riformare" il dicastero e preparare l’arrivo di un nuovo prefetto. Il card. Ivan Dias faceva già parte dell’operazione di rinnovamento: è stato nominato da Papa Ratzinger nel 2006 proprio per garantire "più trasparenza" dopo la "gestione non esemplare" che lo aveva preceduto, ovvero i cinque anni nei quali il card. Crescenzio Sepe e la sua squadra di monsignori e "gentiluomini" laici hanno guidato la Congregazione. Mentre la magistratura italiana indaga su assegnazioni e affitti di favore che coinvolgono anche il patrimonio immobiliare immenso, sui nove miliardi di euro, di Propaganda Fide, la linea della Santa Sede è definita: da una parte si invita alla prudenza, "molto di ciò che si dice non è vero", dall’altra si mette in chiaro che eventuali responsabilità sono "personali" e appartengono, appunto, alla "vecchia gestione", tanto che si era già cominciato a porvi rimedio. Detto questo, la Congregazione che si occupa delle terre di missione, Africa ed Asia in testa, non può permettersi zone di "opacità" nella gestione di un patrimonio che è frutto di proprietà e donazioni secolari e serve a sostenere 1.077 delle 2.883 circoscrizioni ecclesiastiche sparse nel mondo, un terzo abbondante della Chiesa universale nelle zone più povere della Terra, e quindi missioni, ospedali, opere caritative. Il card. Ivan Dias, già arcivescovo di Bombay, è stato chiamato per il suo valore e anche per la sua estraneità totale ai giri di amicizie romani che hanno mostrato le inchieste sulla cosiddetta "cricca". L’attuale prefetto, tuttavia, ha da tempo problemi di salute, non diplomatici ma reali: e ha già chiesto al Papa di poter lasciare l’incarico. L’incontro di ieri può segnare in questo senso un’accelerazione, anche se Oltretevere invitano alla cautela: il desiderio era che il cardinale potesse restare fino alla scadenza naturale, a primavera 2011, in ogni caso ci potrebbe volere qualche mese. Il compito è delicato, la successione non è facile, ci vuole una personalità di peso per completare la riforma interna: per questo si fa l’ipotesi dell’arcivescovo Fernando Filoni, Sostituto per gli Affari Generali e quindi "numero due" della Segreteria di Stato. Benedetto XVI e il cardinale Tarcisio Bertone hanno ormai preso in mano direttamente la situazione: la gestione di Propaganda Fide rimarrà autonoma rispetto all’Apsa, l’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, ma ci vorrà una sorta di "coordinamento" perché non possa più accadere che decisioni prese dalla Congregazione restino ignote al resto del Vaticano, spiegano Oltretevere: "Ci vuole maggiore vigilanza e maggior controllo".

Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera