martedì 27 ottobre 2009

Il Papa a Brescia e Concesio. Pubblicato il programma ufficiale della visita

Pubblicato stamani dalla Sala Stampa vaticana il programma della visita pastorale di Benedetto XVI a Brescia e Concesio, domenica 8 novembre. L’arrivo del Papa all’aeroporto bresciano di Ghedi è previsto alle 9.30. Di qui, il Papa si recherà in visita privata alla chiesa di Botticino Sera per la venerazione delle spoglie di Sant’Arcangelo Tadini. Quindi, alle 10.30, celebrerà la Santa Messa e reciterà l’Angelus sul sagrato del Duomo di Brescia, in piazza Paolo VI. Nel pomeriggio, dopo la visita nel centro pastorale Paolo VI sempre a Brescia, visiterà la casa natale di Papa Montini e il nuovo Istituto Paolo VI a Concesio. La sede verrà inaugurata proprio dal Pontefice e, in tale occasione, verrà anche assegnato il VI Premio internazionale Paolo VI. Ultimo momento della giornata bresciana del Papa, sarà la visita, intorno alle ore 18, alla parrocchia Sant’Antonino a Concesio, in cui fu battezzato Giovanni Battista Montini.

Radio Vaticana

Messaggio del Papa al Patriarca degli Armeni: ringrazio Dio per le benedizioni attraverso il suo ministero. Le nostre Chiese siano sempre più unite

“Rendo grazie a Dio per le benedizioni che ha concesso alla Chiesa Apostolica Armena attraverso il ministero di Vostra Santità”. Comincia così il messaggio che Papa Benedetto XVI ha inviato oggi a sua Santità Karekin II, per il decimo anniversario della sua elezione e intronizzazione come Patriarca supremo e Catholicos di tutti gli Armeni avvenuta il 27 ottobre 1999. “Conosco – scrive il Papa – il vostro impegno personale per il dialogo, la cooperazione e l’amicizia tra la Chiesa apostolica armena e la Chiesa cattolica, chiaramente espressa in diversi incontri che hanno avuto luogo di recente tra Sua Santità e il Successore di Pietro. Prego che le buone relazioni che sono si sono stabilite tra noi possano continuare a crescere negli anni a venire”. Risale al 9 maggio dello scorso anno, la data dell’incontro in Vaticano tra Sua Santità Karekin II e Papa Benedetto XVI (foto). In quei giorni il Catholicos armeno aveva avuto occasione anche di prendere la parola in Piazza San Pietro prima che cominciasse l’Udienza generale del mercoledì. E sempre in quei giorni, a Roma la Pontificia Università Salesiana gli ha conferito il titolo di dottore honoris causa in teologia pastorale giovanile “per la solerzia con cui ha promosso la formazione cristiana del popolo di Dio”. “Il recupero della libertà per la Chiesa in Armenia, verso la fine del secolo scorso – scrive oggi il Papa nel suo messaggio - ha portato gioia ai cristiani in tutto il mondo. Il compito immane di ricostruire la comunità ecclesiale ricadde sulle spalle di Vostra Santità”. Il Papa ripercorre quanto “è stato raggiunto, in così breve tempo” e commenta: “è davvero notevole”: dalle iniziative per l'educazione cristiana dei giovani, alla formazione del clero, la creazione di nuove parrocchie, nonché “la promozione dei valori cristiani nella vita sociale e culturale della nazione”. Il messaggio si conclude con una preghiera per la piena comunione tra le due Chiese perché “possiamo essere sempre più strettamente uniti in un vincolo sacro della fede cristiana, della speranza e dell'amore”.

Anno Sacerdotale. Lettera del card. Bagnasco: il sacerdote deve essere il primo a farsi 'conquistare' da Cristo, ad essere 'posseduto' da Lui

Il sacerdote non è nè ''un funzionario a ore'' nè un ''conquistatore' di anime'': lo scrive il presidente della CEI, card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, nella sua ultima lettera pastorale, intitolata ''Io sono il Buon Pastore'' e scritta in occasione dell'Anno Sacerdotale indetto da Papa Benedetto XVI. ''Il pastore non è un funzionario a ore - scrive il porporato - ma un uomo segnato dal fuoco dello Spirito'' è ''un uomo libero''. ''Per lui - prosegue - non è questione di essere un 'conquistatore' di anime: prima di tutto deve lui essere 'conquistato' da Cristo. Non deve 'possedere' gli altri, ma essere lui 'posseduto' da Dio''. Il card. Bagnasco mette anche in evidenza che il sacerdote, ''prima che essere servitore della carità, è ministro dei sacramenti, strumenti della vita divina''. In questo modo, il presidente della CEI torna su un punto che ha gia' sottolineato piu' volte negli ultimi mesi: ''Oggi, - scrive - a volte si vorrebbe che la Chiesa si concentrasse sul terreno della carita', dove s'incontrano facili consensi, piuttosto che in quello assai più contrastato della bioetica. Ancora una volta viene posto l'antico dilemma tra lo smalto dell'amore tradotto in opere e l'opacità che deriverebbe dall'affermazione di certi principi dottrinali''. Ma Cristo, spiega il cardinale, ''ha insegnato che la verità e l'amore non si oppongono ma sono fatti per operare insieme nel cuore dei singoli e della società''. Nella lettera, l'arcivescovo di Genova invita anche i sacerdoti ad avere ''la cura della propria salute'': ''Senza fissazioni particolari - ricorda - è giusto per quanto possibile prevenire i malanni con gli strumenti che oggi sono a disposizione di tutti, e curarli con metodo''. ''E' necessario - prosegue - non essere trascurati nella vita fisica: dall'abitazione decorosa all'alimentazione sana e regolare, dalla pulizia e dall'ordine del nostro abbigliamento - secondo le norme della Chiesa - al giusto tempo di riposo per staccare dalle incombenze ordinarie e vivere, da soli o se possibile con i Confratelli, momenti di svago e di ristoro''.

Asca

Il Papa a Torino. Il 2 maggio la visita. Il card. Poletto: infonderà speranza e fiducia soprattutto nei sofferenti e in quanti trepidano per il lavoro

Il Papa sarà domenica 2 maggio 2010 in visita a Torino in occasione dell'Ostensione della Sindone, prevista dal 10 aprile al 23 maggio. Lo ha reso noto oggi l'arcivescovo del capoluogo piemontese, card. Severino Poletto (nella foto con Benedetto XVI), con una lettera. Il Pontefice visiterà prima la Sindone, per poi celebrare la Santa Messa in piazza San Giovanni e recitare l'Angelus. Nel pomeriggio il Papa incontrerà i giovani al Santo Volto e durante il tragitto farà una breve sosta al Cottolengo per incontrare e benedire gli ospiti della Piccola Casa della Divina Provvidenza, prima del rientro a Roma in serata. Per il card. Poletto, l'avvenimento ''sarà per la nostra città e per la diocesi un'occasione unica, un dono straordinario. L'evento - ha aggiunto - darà nuovo slancio al cammino spirituale e pastorale delle nostre comunità cristiane e infonderà speranza e fiducia a tutti, a cominciare dalle tante persone provate dalla povertà e da ogni tipo di sofferenza fisica e morale''. ''Il Pontefice - ha spiegato ancora l'arcivescovo di Torino nel messaggio che ha inviato all'intera Diocesi - vorrà soprattutto donare una parola di conforto ai tanti sofferenti in sintonia con il tema dell'Ostensione della Sindone 'Passio Christi, passio hominis'''. ''Inoltre - ha concluso il cardinale - nello spirito della sua ultima Enciclica "Caritas in Veritate" esprimerà incoraggiamento e speranza a quanti stanno trepidando per un posto di lavoro in questa città, da sempre considerata 'città del lavoro e dell'industria' che però in questo momento sente più che altrove le conseguenze di una crisi vasta e prolungata oltre ogni aspettativa''.

Sinodo dei vescovi per l'Africa. 236 Padri Sinodali, 191 interventi in Aula più 15 testi scritti: i numeri dell'Assemblea

La II Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per l’Africa che si è conclusa domenica scorsa con l’Eucaristia presieduta da Benedetto XVI era iniziata il 4 ottobre. Dei 244 Padri Sinodali invitati ai lavori – ha riferito il segretario generale dell’assise, l’arcivescovo Nikola Eterovic’ – sono stati presenti a Roma in 236. Agli otto assenti a causa di malattia inoltre se ne sono aggiunti 5 che hanno accusato disturbi durante l’assise. Hanno partecipato effettivamente a tutti i lavori dunque, riporta L’Osservatore Romano, 231 Padri Sinodali, 111 dei quali partecipavano per la prima volta a un Sinodo. Delle 20 Congregazioni generali, quella più partecipata ha visto la presenza di 227 vescovi, in quella dalla frequentazione meno cospicua si contavano 209 padri. L’arcivescovo Eterovic’ ha inoltre sottolineato che in aula sono stati pronunciati 191 interventi, cui vanno aggiunti 15 contributi scritti. Durante il dibattito libero hanno parlato 103 Padri Sinodali. Sono inoltre intervenuti 5 delegati fraterni e 47 tra uditori e uditrici.

Avvenire

Le nomine del Papa. Mons. Bertello protrebbe sostituire il card. Re alla Congregazione per i vescovi. In partenza anche il card. Kasper

Entro Pasqua del prossimo anno, secondo voci ricorrenti di Curia, il card. Giovanni Battista Re dovrebbe lasciare la carica di Prefetto della Congregazione per i vescovi, uno dei punti chiave in quanto a responsabilità e delicatezza del governo centrale della Chiesa. Il 30 gennaio prossimo infatti il porporato lombardo compirà 76 anni,e giungerà a scadenza anche l’anno di “proroga”, rispetto alla scadenza naturale dei 75 anni, che volentieri Benedetto XVI concede ai collaboratori. Il suo posto, secondo fonti bene informate, potrebbe essere preso dall’attuale Nunzio in Italia, mons. Giuseppe Bertello, un brillante diplomatico che dal 19 dicembre del 2006 ricopre il suo ruolo. Bertello è nato il 1° ottobre del 1942 a Foglizzo, in provincia di Torino, ed è stato ordinato ad Ivrea. La decisione di metterlo a capo della Congregazione per i Vescovi è – a quanto si dice – del Segretario di Stato, il card. Tarcisio Bertone. Mons. Bertello gode della piena fiducia del Segretario di Stato (si conoscono da molti anni, e fra l’altro, sono entrambi piemontesi: Bertone è di Romano Canavese) e la sua candidatura è giudicata assolutamente vincente. E questa stima farebbe sì che fosse superato un ostacolo legato alla tradizione del dicastero. Infatti sia Bertello che l’attuale segretario, mons. Montero De Castro, provengono dalle file della diplomazia. In genere almeno una delle due cariche massime è affidata a un prelato che abbia un’esperienza pastorale in diocesi. Ci si attende la partenza del card. Walter Kasper, che ha compiuto diciotto mesi di “proroga”, e che dovrebbe essere sostituito da un vescovo tedesco molto stimato da Benedetto XVI. Sembra che il card. Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, non abbia visto di buon occhio i tempi e i modi dell’ingresso dei dissidenti anglicani, gestita in maniera totalmente autonoma (o quasi…) dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.

Marco Tosatti, San Pietro e dintorni

Sinodo dei vescovi per l'Africa. Mons. Bressan: bella esperienza di fraternità. Non è un continente senza speranza, la Pentecoste è ancora possibile

Un’esperienza “altamente positiva per il senso di responsabilità dei vescovi africani, il senso di un cammino che è nella Chiesa, una passione testimoniata e vissuta per il bene della gente africana. È stata una bella esperienza di fraternità”. A tracciare un bilancio del secondo Sinodo dei vescovi per l’Africa è mons. Luigi Bressan, arcivescovo di Trento e presidente della Commissione episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese della CEI, il quale ha partecipato all’Assemblea come “membro di nomina pontificia”. Durante i lavori sinodali, afferma mons. Bressan parlando delle priorità maggiormente sottolineate, è emersa “la coscienza che la situazione è diventata insostenibile per vari motivi: miseria diffusa, corruzione diventata metodo ordinario di gestione amministrativa, sfruttamento da parte di potenze estere, depauperamento delle risorse ambientali, imposizione di ideologie contrarie alla famiglia e alla vita”. Ma, nello stesso tempo – nota l’arcivescovo di Trento, che ha lavorato in Africa dal 1974 al 1976, come segretario della Nunziatura apostolica di Abidjan (Costa d’Avorio) – è emersa “anche una forte speranza basata sulla fede in Cristo e voglia di continuare, ed anzi crescere, nella promozione integrale delle nazioni africane, promozione della formazione nella dottrina sociale della Chiesa”. Nel suo intervento in assemblea mons. Bressan ha ricordato che l’Italia si sente “per più motivi particolarmente legata al continente africano”. Attualmente, spiega, “i missionari italiani in Africa sono oltre 3.600 in ben 48 dei 53 Stati di quel continente. E dietro a ogni missionario ci sono famiglie, parrocchie, diocesi, comunità che solidarizzano, ecc.”. Purtroppo, afferma l’arcivescovo, “la stampa italiana ha piuttosto ignorato questo Sinodo, e non ha dato attenzione nemmeno alla forte denuncia della corruzione locale. Nel G8 del maggio scorso, grazie anche a qualche pressione di cattolici italiani, a dir il vero, i "potenti" promisero un contributo di 20 miliardi all’Africa: in sé una bella attenzione! Ma i Padri Sinodali hanno anche avvertito con chiarezza che spesso tali aiuti non arrivano alla gente”. Da qui la proposta di mons. Bressan: “L’Italia potrebbe vigilare perché anzitutto le promesse si traducano in realtà e poi perché si arrivi al popolo e non solo alle istituzioni bancarie; le Chiese locali potrebbero essere partners”. Per l’arcivescovo, “l’Africa non è un continente senza prospettive e senza speranza. Nei vari incontri si è imparato a riconoscere molte qualità e risorse che vi sono in Africa” tra cui i giovani e le donne. “Sì – conclude – la Pentecoste è ancora possibile”.

SIR

Benedetto XVI a Palermo nel maggio 2010. Probabile tappa a Monreale e al Santuario di Santa Rosalia. Si aspetta la conferma ufficiale

Il Papa a Palermo: due giorni, a maggio. La notizia della visita di Benedetto XVI - la prima in Sicilia dalla sua elezione - non è ancora ufficiale. Ma la grande macchina organizzativa è già partita. E le curie siciliane sono in fibrillazione. Anche se è presto per parlare del programma che verrà stilato per l'occasione. Certo Papa Ratzinger pernotterà presso l'arcivescovado di Palermo, a due passi dalla Cattedrale (foto) dove presiederà la Celebrazione Eucaristica. Andrà anche a Monreale, per ammirare le meraviglie normanne del Duomo. Pare che quest'ultimo sia un espresso desiderio del Pontefice; proprio l'Editrice Vaticana ha pubblicato un mese fa un volume sul duomo di Monreale, con fotografie di Giovanni Chiaramonte e testi di David Abulafia e Massimo Naro. Del resto, spiegano gli addetti ai lavori, la visita nella basilica costruita sotto re Guglielmo II rappresenta una forte suggestione per uno studioso come JosephRatzinger: anche perché nel 1929 essa fu meta di viaggio di un grande teologo italo-tedesco, Romano Guardini, uno dei preferiti del Pontefice. Non è esclusa una capatina al santuario di Santa Rosalia. Per il resto, sarà la curia palermitana, d'accordo col Vaticano, a rendere noto il giorno e l'orario dell'arrivo del Pontefice, gli spostamenti in "papamobile", i saluti delle autorità, gli incontri con le varie realtà ecclesiali e sociali. Inoltre bisogna mettere in conto che verrà effettuato, come da copione, il sopralluogo della delegazione vaticana capeggiata dal responsabile dei viaggi papali Leonardo Sapienza.

Salvatore Falzone, La Repubblica