domenica 19 giugno 2011

Benedetto XVI rientra a Roma, conclusa la visita pastorale. Lo scambio di messaggi con i Capitani Reggenti e il presidente Napolitano

Al termine dell'incontro con i giovani, il Papa si è trasferito in auto al campo sportivo di Pennabilli, si è congedato dalle Autorità che Lo hanno accolto all’arrivo ed è partito in elicottero alla volta di Roma. L’atterraggio in Vaticano è avvenuto intorno alle 21.00.
Dopo aver lasciato la Repubblica di San Marino, il Papa ha inviato un telegramma ai Capitani Reggenti Maria Luisa Berti Filippo Tamagnin: "Nel momento in cui lascio il territorio della Repubblica di San Marino al termine della mia breve ma intensa visita pastorale desidero esprimere alle Loro Eccellenze alle Istituzioni e all’intera Popolazione la mia viva gratitudine per la calorosa accoglienza. Nell’affidare tutti alla protezione della Vergine Santa invoco su ciascuno l’abbondanza delle divine benedizioni". Al messaggio papale, i Capitani Reggenti hanno risposto: "Al termine della Sua visita alla diocesi di San Marino - Montefeltro e al popolo ed alle Istituzioni sammarinesi desideriamo esprimerLe Santità, i sentimenti più profondi di sincera gratitudine per il grandissimo onore che Ella ha voluto rendere alla Repubblica e confermarLe che la Sua venuta, la Sua parola e la Sua Benedizione costituiscono un dono prezioso per il nostro Paese. Nel ringraziarLa nuovamente voglia accogliere, Santità, il più fervido augurio per il Suo alto Magistero". Un cordiale saluto è stato rivolto anche al presidente Napolitano, al rientro in Vaticano, al quale il Papa nel telegramma inviato questa mattina, ha auspicato "il progresso spirituale civile e sociale della diletta Italia". Il capo dello Stato italiano ha ricambiato il saluto ribadendo la sua stima.

San Marino site.com, Radio Vaticana

Messaggio del Presidente Napolitano a Sua Santità Benedetto XVI al rientro dalla visita pastorale a San Marino-Montefeltro

Il Papa: giovani, il desiderio di pienezza che sta in noi si realizza nell’incontro con Gesù. Il mistero di Cristo illumini tutta la vostra persona!

Ha tremato la piazza di Pennabilli. Ha tremato sotto la spinta dell’entusiasmo degli oltre 4mila giovani che invece del mare hanno scelto Benedetto XVI. Che, lasciati alle spalle gli impegni istituzionali, si è fatto travolgere dal calore di questa piazza. Il momento era tutto per i giovani che in piazza Vittorio Emanuele II si stavano scaldando per rendere la sua visita nel piccolo centro della Valmarecchia indimenticabile. E quando Benedetto XVI è apparso sulla soglia della cattedrale, sono esplosi in un applauso interminabile. Un’accoglienza da star scandito dal coro “Benedetto uno di noi” e dallo sventolio delle bandierine bianche e gialle. E’ stato mons. Luigi Negri a presentare questi ragazzi al Papa: “Santità, i giovani sono il punto debole della nostra Chiesa e della società; sono vittime di operazioni e di manipolazioni condotte su di loro dalla cattiva cultura e dai cattivi maestri che hanno dominato nell'ultimo secolo e mezzo la vita della nostra società e delle nostre istituzioni". Dei giovani si è fatto portavoce Marco Angeloni: "Santità, ci aiuti a capire il senso della nostra vita, il valore dell'esperienza, per sentire vibrare il nostro io e non subire i meccanismi del potere che ci circonda nelle sue varie forme". “Siamo qui per ascoltare le sue parole – aggiunge Marco – sicuri che attraverso i suoi insegnamenti potremo riscoprire la forza per diventare autentici protagonisti nei nostri paesi, e non semplici spettatori”. Una richiesta che si trasforma in una serie di domande concrete: "Il desiderio di essere liberi si può realizzare davvero? Come uscire dalla trappola dell'inutile ricerca di godimento personale, dalla rincorsa ad un piacere che ci lascia ultimamente tristi, delusi e mancanti? Come sperimentare ciò che Lei tante volte ci ha detto: “Cristo non toglie nulla, ma dona tutto?".
Domande che il Papa ascolta con attenzione e alle quali risponde richiamando il Vangelo, il celebre episodio in cui il Signore era in cammino e un tale, un giovane, gli corse incontro e, inginocchiatosi, gli pose questa domanda: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”. Un interrogativo dietro cui si manifesta l’esigenza di pienezza da trovare nell’esistenza quotidiana: "L’uomo non può vivere senza questa ricerca della verità su se stesso: che cosa sono io?, per che cosa devo vivere? La verità che cerchiamo che spinga ad aprire l’orizzonte e ad andare al di là di ciò che è materiale, non per fuggire dalla realtà, ma per viverla in modo ancora più vero, più ricco di senso e di speranza". "Guardando in noi stessi con verità, con coraggio che intuiamo la bellezza, ma anche la precarietà della vita e sentiamo un'insoddisfazione, un'inquietudine che nessuna cosa concreta riesce a colmare", ha detto Benedetto XVI. "Cari amici, vi invito a prendere coscienza di questa sana e positiva inquietudine, a non aver paura di porvi le domande fondamentali sul senso e sul valore della vita. Non fermatevi però alle risposte parziali, immediate, certamente più facili e più comode, che possono dare qualche momento di felicità, di esaltazione, di ebbrezza, ma che non vi portano alla vera gioia di vivere, quella che nasce da chi costruisce non sulla sabbia, ma sulla solida roccia. Imparate allora a riflettere, a leggere in modo non superficiale, ma in profondità la vostra esperienza umana: scoprirete, con meraviglia e con gioia, che il vostro cuore è una finestra aperta sull'infinito!". "Una delle illusioni prodotte nel corso della storia è stata quella di pensare che il progresso tecnicoscientifico, in modo assoluto, avrebbe dato risposte e soluzioni a tutti i problemi dell'umanità", ha detto il Papa. "In realtà, se anche ciò fosse stato possibile, nulla e nessuno avrebbe potuto cancellare le domande sul significato della vita, perché queste sono scritte, per così dire, nell'animo umano e oltrepassano la sfera dei bisogni. L'uomo, anche nell'era del progresso scientifico e tecnologico, rimane un essere aperto alla verità intera della sua esistenza, che non si ferma alle cose materiali, ma si apre ad un orizzonte molto più ampio".
"Tutto questo voi lo sperimentate continuamente ogni volta che vi domandate: perché?; quando contemplate un tramonto, o una musica muove in voi il cuore e la mente; quando provate che cosa vuol dire amare veramente; quando sentite forte il senso della giustizia e della verità". L’esperienza umana, ha osservato il Santo Padre, "è una realtà che ci accomuna tutti, ma ad essa si possono dare diversi livelli di significato. Ed è qui che si decide in che modo orientare la propria vita e si sceglie a chi affidarla, a chi affidarsi. Il rischio è sempre quello di rimanere imprigionati nel mondo delle cose, del relativo, dell’utile, perdendo la sensibilità per ciò che si riferisce alla nostra dimensione spirituale. Non si tratta affatto di disprezzare l’uso della ragione o di rigettare il progresso scientifico, tutt’altro; si tratta piuttosto di capire che ciascuno di noi non è fatto solo di una dimensione ‘orizzontale’, ma comprende anche quella ‘verticale’. I dati scientifici e gli strumenti tecnologici non possono sostituirsi al mondo della vita, agli orizzonti di significato e di libertà, alla ricchezza delle relazioni di amicizia e di amore". È proprio "nell’apertura alla verità intera di noi stessi e del mondo che scorgiamo l’iniziativa di Dio nei nostri confronti. Egli viene incontro ad ogni uomo e gli fa conoscere il mistero del suo amore". La parola di Cristo "mostra che la vostra vita trova significato nel mistero di Dio, che è Amore!". Nel Signore Risorto "abbiamo la certezza della nostra speranza!". "Non temete di affrontare le situazioni difficili, i momenti di crisi, le prove della vita, perché il Signore è con voi!", ha aggiunto Benedetto XVI.
"Trasformati dallo Spirito Santo potrete sperimentare l’autentica libertà, che è tale quando è orientata al bene. In questo modo – ha osservato - la vostra vita, animata da una continua ricerca del volto del Signore e dalla volontà sincera di donare voi stessi, sarà per tanti vostri coetanei un segno, un richiamo eloquente a far sì che il desiderio di pienezza si realizzi nell’incontro con il Signore Gesù". "Lasciate – è stato l’auspicio conclusivo - che il mistero di Cristo illumini tutta la vostra persona! Allora potrete portare nei diversi ambienti quella novità che può cambiare le relazioni, le istituzioni, le strutture, per costruire un mondo più giusto e solidale, animato dalla ricerca del bene comune". Poi un appello forte da parte del Santo Padre: "Non cedete a logiche individualistiche ed egoistiche. Vi conforti la testimonianza di tanti giovani che hanno raggiunto la meta della santità: pensate a santa Teresa di Gesù Bambino, San Domenico Savio, Santa Maria Goretti, il Beato Pier Giorgio Frassati, il Beato Alberto Marvelli – che è di questa terra! – e tanti altri, a noi sconosciuti, ma che hanno vissuto il loro tempo nella luce e nella forza del Vangelo e hanno trovato la risposta: come vivere, che cosa devo fare per vivere". "Coraggio allora cari giovani e care giovani, nel vostro cammino di fede e di vita cristiana anche io vi sono sempre vicino e vi accompagno con la mia Benedizione. Grazie". E la piazza dei giovani è tornata a far sentire la propria voce mentre il Santo Padre abbandonava Pennabiili a bordo della Papamobile. L’abbraccio conclusivo di questa storica visita a Benedetto XVI è stato da togliere il fiato. Quindi, tutti gli occhi si sono levati al cielo per guardare l’elicottero del Papa diventare un puntino all’orizzonte.

Il Resto del Carlino, SIR, Radio Vaticana

VISITA PASTORALE ALLA DIOCESI DI SAN MARINO-MONTEFELTRO (IV) - il testo integrale del discorso del Papa


Visita alla Basilica di San Marino e venerazione delle reliquie del Santo. La partenza del Papa per Pennabilli, l'arrivo e la visita alla Cattedrale

Al termine del discorso nella Sala del Consiglio Grande e Generale, il Papa ha salutato gli organizzatori della visita ufficiale e del Cerimoniale di Stato, è uscito dal Palazzo e insieme ai Capitani Reggenti e ha raggiunto la Basilica di San Marino. Accolto all’ingresso della Basilica dal rettore mons. Lino Tosi, Benedetto XVI è si soffermato in adorazione davanti al Santissimo Sacramento. Poi ha venerato le reliquie di San Marino, baciando il busto del Santo. Lasciata la Basilica di San Marino, il Papa si è trasferito in auto all’eliporto di Torraccia da dove, dopo essersi congedato dai Capitani Reggenti della Repubblica di San Marino e dalle altre Autorità che lo avevano accolto all’arrivo, è partito in elicottero alla volta di Pennabilli.
All'arrivo nella cittadina in provincia di Rimini, il Pontefice è stato accolto dal rappresentante del Governo italiano, Carlo Giovanardi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dall’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede Francesco Maria Greco, dal presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani, dal prefetto di Rimini Vittorio Saladino, dal presidente della provincia di Rimini Stefano Vitali e dal sindaco di Pennabilli Lorenzo Valenti. Benedetto XVI si è trasferito quindi in Papamobile alla Cattedrale di Pennabilli, dove è stato accolto dal parroco don Maurizio Farneti. Dopo un breve momento di adorazione del Santissimo Sacramento, il Santo Padre è uscito sul sagrato della Cattedrale, in Piazza Vittorio Emanuele, per l’incontro con i giovani della diocesi di San Marino-Montefeltro.

Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede

Il Papa: costruire società attenta al vero bene della persona umana, alla dignità e libertà, capace di salvaguardare il diritto a vivere nella pace

Nella Sala del Consiglio Grande e Generale del Palazzo Pubblico, Papa Benedetto XVI ha poi incontrato i membri del Governo, del Congresso e del Corpo Diplomatico accreditato presso la Repubblica di San Marino.
"I sammarinesi sono rimasti sempre fedeli ai valori della fede cristiana, ancorando saldamente ad essi la propria convivenza pacifica, secondo criteri di democrazia e di solidarietà", ha affermato Benedetto XVI, nell’incontro ufficiale con i membri del Governo, del Congresso e del Corpo diplomatico. "Mi rallegro del vostro attaccamento a questo patrimonio di valori – ha continuato il Papa - e vi esorto a conservarlo e a valorizzarlo, perché esso è alla base della vostra identità più profonda, un’identità che chiede alle genti ed alle istituzioni sammarinesi di essere assunta in pienezza". Grazie ad essa, "si può costruire una società attenta al vero bene della persona umana, alla sua dignità e libertà, e capace di salvaguardare il diritto di ogni popolo a vivere nella pace". Sono questi "i capisaldi della sana laicità, all’interno della quale devono agire le istituzioni civili, nel loro costante impegno a difesa del bene comune. La Chiesa, rispettosa della legittima autonomia di cui il potere civile deve godere, collabora con esso al servizio dell’uomo, nella difesa dei suoi diritti fondamentali, di quelle istanze etiche che sono iscritte nella sua stessa natura". Per questo la Chiesa "si impegna affinché le legislazioni civili promuovano e tutelino sempre la vita umana, dal concepimento fino al suo spegnersi naturale. Inoltre, chiede per la famiglia il dovuto riconoscimento e un sostegno fattivo".
"Ben sappiamo - ha continuato Benedetto XVI - come nell'attuale contesto l'istituzione familiare venga messa in discussione, quasi nel tentativo di disconoscerne l'irrinunciabile valore. A subirne le conseguenze sono le fasce sociali più deboli, specialmente le giovani generazioni, più vulnerabili e perciò facilmente esposte al disorientamento, a situazioni di auto-emarginazione ed alla schiavitù delle dipendenze. Talvolta le realtà educative faticano a dare ai giovani risposte adeguate e, venendo meno il sostegno familiare, spesso essi si vedono precluso un normale inserimento nel tessuto sociale. Anche per questo - ha detto il Papa - è importante riconoscere che la famiglia, così come Dio l'ha costituita, è il principale soggetto che può favorire una crescita armoniosa e far maturare persone libere e responsabili, formate ai valori profondi e perenni". "Nel frangente di difficoltà economiche in cui versa anche la Comunità Sammarinese - ha detto Benedetto XVI - nel contesto italiano e internazionale, la mia vuole essere una parola di incoraggiamento. Sappiamo che gli anni successivi al secondo conflitto mondiale sono stati un tempo di ristrettezze economiche, che hanno costretto migliaia di vostri concittadini ad emigrare. E' venuto poi un periodo di prosperità, sulla scia dello sviluppo del commercio e del turismo, specie di quello estivo trainato dalla vicinanza della riviera adriatica. In queste fasi di relativa abbondanza spesso si verifica un certo smarrimento del senso cristiano della vita e dei valori fondamentali. Tuttavia, la società Sammarinese manifesta ancora una buona vitalità e conserva le sue migliori energie; ne danno prova le molteplici iniziative caritative e di volontariato a cui si dedicano numerosi vostri concittadini".
Benedetto XVI ha sottolineato che "non mancano le forze positive che permetteranno alla vostra Comunità di affrontare e superare l'attuale situazione di difficoltà. A tale proposito, auspico che la questione dei lavoratori frontalieri, che vedono in pericolo la propria occupazione, si possa risolvere tenendo conto del diritto al lavoro e della tutela delle famiglie". "Anche nella Repubblica di San Marino, l'attuale situazione di crisi spinge a riprogettare il cammino e diventa occasione di discernimento; essa infatti pone l'intero tessuto sociale di fronte all'impellente esigenza di affrontare i problemi con coraggio e senso di responsabilità, con generosità e dedizione, facendo riferimento a quell'amore per la libertà che distingue il vostro popolo". Benedetto XVI ha affidato ai Capitani Reggenti, ai ministri e a tutta la comunità "il compito di costruire la città terrena nella dovuta autonomia e nel rispetto di quei principi umani e spirituali a cui ogni singolo cittadino è chiamato ad aderire con tutta la responsabilità della propria coscienza personale; e, allo stesso tempo, il dovere di continuare a operare attivamente per costruire una comunità fondata su valori condivisi", cioè "nella comunanza dei valori civili e con le sue specifiche peculiarità culturali e religiose", per "scrivere una nuova e nobile pagina di storia e divenga sempre più una terra in cui prosperino la solidarietà e la pace".

TMNews, Agi

VISITA PASTORALE ALLA DIOCESI DI SAN MARINO-MONTEFELTRO (III) - il testo integrale del discorso del Papa

La visita ufficiale alle istituzioni della Repubblica di San Marino nel Palazzo pubblico. Il saluto dei Capitani Reggenti a Benedetto XVI

In ritardo di 15 minuti rispetto al programma, Papa Benedetto XVI è arrivato nel pomeriggio in Piazza della Libertà, accolto dai Capitani Reggenti Maria Luisa Berti e Filippo Tamagnini, e da una salva di 21 colpi di cannone, come prevede il protocollo per i Capi di Stato. C'è stata poi l'esecuzione degli inni nazionali del Vaticano e della Repubblica di San Marino. Il Papa ha poi ricevuto gli onori militari, durante i quali si è inchinato davanti alla bandiera sammarinese. Sul Pianello erano schierati tutti i corpi militari della Repubblica. Poi l'ingresso nella sala dei Dodici per la presentazione a Sua Santità dei membri del Congresso di Stato. Dopo il saluto un colloquio privato seguito dalla firma del Libro degli Ospiti Illustri e da uno scambio di omaggi.
"La Reggenza è consapevole di avere oggi un grande privilegio: quello di rivolgersi al Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica, rappresentando questa antica Repubblica, ricordandone le origini e i profondi legami con la cultura del Cristianesimo, ma non può esimersi dall'affrontare anche una breve riflessione sul particolare, delicato, forse il più difficile, momento storico che San Marino sta vivendo". E' quanto hanno detto i Capitani Reggenti nel saluto a Benedetto XVI, nella Sala del Consiglio Grande e Generale del Palazzo Pubblico. "Un momento - hanno aggiunto - certamente caratterizzato dalla profonda e perdurante crisi economica globale, dall'intenso e convinto lavoro di adeguamento alle nuove regole internazionali, che le istituzioni e il governo della Repubblica hanno attuato, ma anche da alcune incomprensioni, auspichiamo di tempestiva soluzione per la ripresa della nostra sana economia, con la grande Nazione Italiana, che la Repubblica del Titano ha sempre guardato con sincera amicizia e rispetto, e confidiamo così possa altrettanto dimostrarsi da parte italiana''.

San Marino RTV, Korazym.org

Nella Casa di San Giuseppe del Santuario del Cuore Immacolato di Maria pranzo e sosta di riposo per Benedetto XVI. Il saluto agli organizzatori

Terminata la Santa Messa allo stadio di Serravalle, Benedetto XVI si è spostato in Papamobile fino al Santuario del Cuore Immacolato di Maria tenuto dai francescani a Valdragone, uno dei principali luoghi di fede della Repubblica di San Marino. Qui, nella casa per pellegrini che fa parte del complesso e che è intitolata a San Giuseppe, sono stati preparati per lui il pranzo e una stanza per la sosta di riposo. Al suo arrivo è stato accolto dal ministro generale dei Frati Minori, padre Josè Rodriguez Carballo, e dai frati del Santuario. Alle 16.00, prima di lasciare Casa San Giuseppe, il Papa saluterà gli organizzatori diocesani della visita e i membri della Fondazione Internazionale "Giovanni Paolo II" per il Magistero sociale della Chiesa. Quindi si recherà in auto Piazza della Libertà, per la parte ufficiale della visita alla Repubblica di San Marino.

Romagna Noi

Il Papa: a Maria affido l’intera popolazione, particolarmente le persone sofferenti nel corpo e nello spirito. Sicurezza e accoglienza ai rifugiati

Al termine della Celebrazione Eucaristica nello Stadio di Serravalle, il Papa ha presieduto la recita della preghiera mariana dell’Angelus. "Anche in questa terra, la nostra Madre Santissima è venerata in diversi santuari, antichi e moderni – ha detto il Santo Padre -. A lei affido tutti voi e l’intera popolazione Sammarinese e Montefeltrina, in modo particolare le persone sofferenti nel corpo e nello spirito. Un pensiero di speciale riconoscenza dirigo in questo momento a tutti coloro che hanno cooperato alla preparazione e organizzazione di questa mia visita". Il Pontefice ha quindi ricordato che oggi a Dax, in Francia, "viene proclamata Beata suor Marguerite Rutan, Figlia della Carità. Nella seconda metà del secolo diciottesimo, ella lavorò con grande impegno nell’Ospedale di Dax, ma, nelle tragiche persecuzioni seguite alla Rivoluzione, fu condannata a morte per la sua fede cattolica e la fedeltà alla Chiesa". Il Papa, infine, ha ricordato che domani ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato e che "quest'anno si celebra il sessantesimo anniversario dell'adozione della Convenzione internazionale che tutela quanti sono perseguitati e costretti a fuggire dai propri Paesi". "Invito quindi le Autorità civili ed ogni persona di buona volontà a garantire accoglienza e degne condizioni di vita ai rifugiati, in attesa - ha detto Benedetto XVI - che possano ritornare in Patria liberamente e in sicurezza".

SIR, Radio Vaticana, TMNews

VISITA PASTORALE ALLA DIOCESI DI SAN MARINO-MONTEFELTRO (II) - il testo integrale del saluto del Papa

Il Papa: di fronte a modelli edonistici che ottenebrano la mente siate fermento nel mondo, mostrandovi cristiani presenti, intraprendenti e coerenti

Nello Stadio di Serravalle Papa Benedetto XVI ha presieduto la Concelebrazione Eucaristica nella Solennità della Santissima Trinità. Il grande coro che ha guidato i canti della liturgia è stato diretto dal maestro don Andrea Bosio, direttore del Coro Interdiocesano di San Marino Montefeltro e dal maestro Augusto Ciavatta, direttore del Coro Camerata del Titano. Il grande altare dove il Santo Padre ha celebrato era sovrastato dal Crocefisso di Giovanni da Rimini, situato in Talamello (RN), attribuito a Giotto. A lato c’era la riproduzione della Madonna della Chiesa di Fiorentino.
All'inizio dell'omelia, il Pontefice ha ricordato l'odierna Solennità della Trinità. La liturgia di oggi, ha spiegato, attira la nostra attenzione sulla realtà di amore che è contenuta in questo primo e supremo mistero della nostra fede. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono uno, perché Dio è amore: il Padre dà tutto al Figlio; il Figlio riceve tutto dal Padre con riconoscenza; e lo Spirito Santo è come il frutto di questo amore reciproco del Padre e del Figlio. I testi della Santa Messa parlano di Dio e perciò parlano di amore: non si soffermano tanto sul Mistero delle tre Persone, ma sull’amore che ne costituisce la sostanza e l’unità e trinità nello stesso momento. E per evidenziare l’amore di Dio, Benedetto XVI ha ricordato, poi, il brano tratto dal Libro dell’Esodo, in cui si racconta che si è appena concluso il patto di alleanza presso il monte Sinai, e già il popolo manca di fedeltà a Dio. L’assenza di Mosè si prolunga e il popolo chiede ad Aronne di fare un Dio che sia visibile, accessibile, manovrabile, alla portata dell’uomo. Aronne acconsente e prepara un vitello d’oro.
Scendendo dal Sinai, Mosè vede ciò che è accaduto e spezza le tavole dell’alleanza su cui erano scritte le “Dieci Parole”, il contenuto concreto del patto con Dio. Tutto sembra perduto, eppure, nonostante questo gravissimo peccato, Dio, per intercessione di Mosè, decide di perdonare; invita Mosè a risalire sul monte per ricevere di nuovo la sua legge, i Dieci Comandamenti. Mosè chiede allora a Dio di rivelarsi. Ma Dio non mostra il volto, rivela piuttosto il suo essere pieno di bontà, dicendo: "Il Signore, Il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà". Questa auto-definizione di Dio, ha sottolineato il Papa, manifesta il suo amore misericordioso: un amore che vince il peccato, lo copre, lo elimina. "Noi abbiamo un Dio che rinuncia a distruggere il peccatore e che vuole manifestare il suo amore in maniera ancora più profonda e sorprendente proprio davanti al peccatore per offrire sempre la possibilità della conversione e del perdono". Il Vangelo completa questa rivelazione, ha sottolineato poi Benedetto XVI, perché indica fino a che punto Dio ha mostrato la sua misericordia. L’evangelista Giovanni riferisce l’espressione di Gesù: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna". "Nel mondo c’è il male, c’è egoismo, c’è cattiveria e Dio potrebbe venire per giudicare questo mondo, per distruggere il male, per castigare coloro che operano nelle tenebre. Invece Egli mostra di amare il mondo, di amare l’uomo, nonostante il suo peccato, e invia ciò che ha di più prezioso: il suo Figlio unigenito", ha detto il Pontefice. "Rispondendo all’amore che viene dal Padre – ha aggiunto -, il Figlio ha dato la sua stessa vita per noi: sulla croce l’amore misericordioso di Dio giunge al culmine. Ed è sulla croce che il Figlio di Dio ci ottiene la partecipazione alla vita eterna, che ci viene comunicata con il dono dello Spirito Santo".

Così, "nel mistero della croce, sono presenti le tre Persone divine": il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. "La fede nel Dio trinitario ha caratterizzato anche questa Chiesa di San Marino-Montefeltro, nel corso della sua storia antica e gloriosa", ha sottolineato Benedetto XVI ricordando che "l’evangelizzazione di questa terra è attribuita ai Santi scalpellini Marino e Leone, i quali alla metà del III secolo dopo Cristo sarebbero approdati a Rimini dalla Dalmazia". Al di là delle questioni storiche, secondo il Papa, "interessa affermare come Marino e Leone portarono nel contesto di questa realtà locale, con la fede nel Dio rivelatosi in Gesù Cristo, prospettive e valori nuovi, determinando la nascita di una cultura e di una civiltà incentrate sulla persona umana, immagine di Dio e perciò portatore di diritti precedenti ogni giurisdizione umana". La varietà delle diverse etnie – romani, goti e poi longobardi – "trovarono nel comune riferimento alla fede un fattore potente di edificazione etica, culturale, sociale e, in qualche modo, politica. Era evidente ai loro occhi che non poteva ritenersi compiuto un progetto di civilizzazione fino a che tutti i componenti del popolo non fossero diventati una comunità cristiana vivente e ben strutturata". A ragione, per il Santo Padre, si può dire che la ricchezza di questo popolo "è stata ed è la fede, e che questa fede ha creato una civiltà veramente unica". Accanto alla fede, occorre poi ricordare "l’assoluta fedeltà al vescovo di Roma, al quale questa Chiesa ha sempre guardato con devozione ed affetto; come pure l’attenzione dimostrata verso la grande tradizione della Chiesa orientale e la profonda devozione verso la Vergine Maria". "Voi – ha affermato il Pontefice - siete giustamente fieri e riconoscenti di quanto lo Spirito Santo ha operato attraverso i secoli nella vostra Chiesa. Ma voi sapete anche che il modo migliore di apprezzare un’eredità è quello di coltivarla e di arricchirla".

Il Papa ha invitato i fedeli di San Marino a "sviluppare" il "prezioso deposito" della tradizione cristiana "in un momento tra i più decisivi della storia. Oggi, la vostra missione si trova a dover confrontarsi con profonde e rapide trasformazioni culturali, sociali, economiche, politiche, che hanno determinato nuovi orientamenti e modificato mentalità, costumi e sensibilità. Anche qui, infatti, come altrove - ha detto Benedetto XVI - non mancano difficoltà e ostacoli, dovuti soprattutto a modelli edonistici che ottenebrano la mente e rischiano di annullare ogni moralità. Si è insinuata la tentazione di ritenere che la ricchezza dell'uomo non sia la fede, ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua capacità di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realtà. Così, anche in queste terre, si è iniziato a sostituire la fede e i valori cristiani con presunte ricchezze, che si rivelano, alla fine, inconsistenti e incapaci di reggere la grande promessa del vero, del bene, del bello e del giusto che - ha detto il Papa - per secoli i vostri avi hanno identificato con l'esperienza della fede". Non vanno dimenticate "la crisi di non poche famiglie, aggravata dalla diffusa fragilità psicologica e spirituale dei coniugi, come pure la fatica sperimentata da molti educatori nell'ottenere continuità formativa nei giovani, condizionati da molteplici precarietà, prima fra tutte quella del ruolo sociale e della possibilità lavorativa". Riconoscendo l’impegno di questa Chiesa particolare "nel promuovere la vita cristiana nei suoi vari aspetti", il Papa ha esortato "tutti i fedeli ad essere come fermento nel mondo, mostrandovi sia nel Montefeltro che a San Marino cristiani presenti, intraprendenti e coerenti". Quindi ha invitato sacerdoti, religiosi e religiose a vivere "sempre nella più cordiale e fattiva comunione ecclesiale" e i laici a impegnarsi "attivamente nella Comunità".

Radio Vaticana, SIR, TMNews

VISITA PASTORALE ALLA DIOCESI DI SAN MARINO-MONTEFELTRO (I) - il testo integrale dell'omelia del Papa


L'arrivo allo stadio Serravalle. Il saluto di mons. Negri al Papa: ci siamo impegnati alla ripresa forte della nostra identità di popolo cristiano

Papa Benedetto XVI è arrivato allo stadio Serravalle intorno alle 9.50. Ha percorso con la Papamobile il tragitto fino all'altare allestito per la Santa Messa. Durante il percorso il Pontefice ha baciato due bambini che gli sono stati avvicinati, in una applauso costante della folla di fedeli e nelle grida di gioia dei pellegrini.
Nel suo saluto al Papa all'inizio della Celebrazione Eucaristica, il vescovo della diocesi di San Marino-Montefeltro, mons. Luigi Negri ha detto: “Qui la fede ha creato una cultura di popolo, ha custodito questa cultura e l’ha educata, contribuendo a realizzare una ‘civiltà realmente della verità e dell’amore’". "Ma poi, anche per questa popolazione, è venuto il tempo della cultura del sospetto nei confronti della Chiesa, con il tentativo condotto con ogni mezzo di staccare il cuore di questo popolo dalla sua tradizione. Per questo, Santità, ci siamo impegnati come Chiesa alla ripresa forte della nostra identità di popolo cristiano, recuperando nel presente questa nostra grande tradizione cattolica e cercando di costruire su questa tradizione, resa di nuovo esperienza quotidiana, la certezza di una posizione culturale nuova e di un impeto missionario punteggiato da tante, significative, esemplari esperienze di carità cristiana e di solidarietà umana.”. Il vescovo non ha mancato di sottolineare che “questa Chiesa ha vissuto e vive una singolarissima predilezione verso la Madre del Signore, alla quale la Madre del Signore ha corrisposto attraverso momenti di apparizioni e di miracoli, che a distanza di secoli vengono ancora venerati dalla fede di questo nostro popolo”.

San Marino RTV, Il Papa a San Marino-Montefeltro

Il Papa: fervidi auspici per il progresso spirituale, civile e sociale dell'Italia. Napolitano: con San Marino comunanza di valori e cultura

"Nel momento in cui mi accingo a compiere la mia visita pastorale nella Repubblica di San Marino per incontrare quella popolazione incoraggiandone la testimonianza cristiana e la costruzione del bene comune, mi è caro rivolgere a Lei, signor Presidente, e all'intera nazione il mio cordiale saluto che accompagno con fervidi auspici per il progresso spirituale, civile e sociale della diletta Italia". Lo ha scritto il Papa in un messaggio indirizzato a Giorgio Napolitano, come è consuetudine all'inizio dei viaggi all'estero.
Il presidente Napolitano ha inviato a Benedetto XVI un messaggio di risposta: "Santità, desidero farLe pervenire il più sincero ringraziamento per il messaggio che Ella ha voluto cortesemente indirizzarmi nel momento in cui si accinge a compiere la visita pastorale alla diocesi di San Marino-Montefeltro. Ad oltre un ventennio dall'analogo gesto del Suo venerato predecessore, Ella si appresta a visitare un'antica Repubblica, legata all'Italia dalle stesse radici storiche, che si riflettono nella comunanza dei valori e della cultura. Nell'augurarLe pieno successo per la Sua missione, mi è gradito, Santità, rinnovarLe i sensi della mia profonda stima e considerazione".

Agi, TMNews

Messaggio del Presidente Napolitano a Sua Santità Benedetto XVI in occasione della visita pastorale alla diocesi di San Marino-Montefeltro

Benedetto XVI è arrivato nella Repubblica di San Marino. Continuo l'afflusso di pellegrini per raggiungere lo stadio di Serravalle

Benedetto XVI è giunto a San Marino. Con l'elicottero papale, alle 9.30 esatte, ha toccato il suolo della Repubblica di San Marino. I Capitani Reggenti, Maria Luisa Berti e Filippo Tamagnini, e il vescovo mons. Luigi Negri, hanno dato al Santo Padre il benvenuto in Repubblica. Un mazzo di fiori bianchi e azzurri è stato il primo omaggio che Benedetto XVI ha ricevuto da due bambini. Il corteo papale è partito subito per lo stadio di Serravalle per la Celebrazione Eucaristica.
In attesa dell' arrivo di Benedetto XVI i primi fedeli hanno raggiunto lo stadio di Serravalle. Fin dalle 7.00 è iniziato l'arrivo di macchine e pullman. Molti i fedeli sammarinesi che hanno raggiungendo l'impianto sportivo a piedi. Un flusso ordinato e colorato. Lungo le strade sono presenti le forze dell'ordine per regolare l' arrivo dei pellegrini sia sammarinesi che italiane, vista l' eccezionalità dell' evento. Una giornata ventosa ma calda. Il prato dell'Olimpico di Serravalle è già praticamente pieno. Sono arrivate più di 20 mila persone. Molte le persone giunte dal Montefeltro.

Agi, San Marino RTV