Zenit
giovedì 27 agosto 2009
Anno Sacerdotale. Il card. Bertone: grande entusiasmo in tutte le Chiese locali, ha suscitato un movimento straordinario di preghiera per i presbiteri
L'Anno Sacerdotale è un'iniziativa con cui Benedetto XVI vuole entrare in contatto anche con i sacerdoti che hanno abbandonato il ministero. Lo conferma il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, in un'intervista pubblicata dall'edizione italiana di questo venerdì de L'Osservatore Romano, in cui rivela anche com'è nata l'idea di convocare questa iniziativa. "Ricordo che dopo il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio, sul tavolo del Papa vi era una proposta, già precedentemente presentata, per un anno della preghiera, che di per sé era ben collegata con la riflessione sulla Parola di Dio", ha spiegato il porporato. Tuttavia, aggiunge, "la ricorrenza del centocinquantesimo anniversario della morte del curato d'Ars e l'emergenza delle problematiche che hanno investito tanti sacerdoti hanno mosso Benedetto XVI a promulgare l'Anno Sacerdotale". Con quest'Anno, dichiara il card. Bertone, il Papa vuole mostrare "una speciale attenzione ai sacerdoti, alle vocazioni sacerdotali" e promuovere "in tutto il popolo di Dio un movimento di crescente affetto e vicinanza ai ministri ordinati". "L'Anno Sacerdotale sta suscitando un grande entusiasmo in tutte le Chiese locali e un movimento straordinario di preghiera, di fraternità verso e fra i sacerdoti e di promozione della pastorale vocazionale". "Si sta inoltre irrobustendo il tessuto del dialogo, talora appannato, tra vescovi e sacerdoti, e sta crescendo una attenzione speciale anche verso i sacerdoti ridotti a una condizione marginale nell'azione pastorale". Il Segretario di Stato afferma che quest'anno auspica anche "che avvenga una ripresa di contatto, di aiuto fraterno e possibilmente di ricongiungimento con i sacerdoti che per vari motivi hanno abbandonato l'esercizio del ministero". "I santi sacerdoti che hanno popolato la storia della Chiesa non mancheranno di proteggere e di sostenere il cammino di rinnovamento proposto da Benedetto XVI", conclude.
Il governo della Chiesa universale, le parole del Papa nei media e il rapporto con i fedeli: il card. Bertone su Benedetto XVI e il suo Pontificato
Il progetto di Chiesa e di società del Papa è chiaro e lineare: “Spingere i singoli e le comunità a una vita divinamente e umanamente armonica, con la teologia dell’‘et’ e la spiritualità del ‘con’, mai del ‘contro’”: lo afferma il card. Tarcisio Bertone (nella foto con Benedetto XVI), segretario di Stato vaticano, in un’intervista esclusiva a L’Osservatore Romano alla vigilia della celebrazione che presiederà domani a L’Aquila, in occasione della Perdonanza celestiniana. Una presenza - sottolinea al riguardo il porporato - che testimonia l’attenzione del Pontefice alle esigenze delle popolazioni terremotate e la sua speranza che “nulla possa far pensare a lentezze o disimpegno” nell’opera di ricostruzione. Riproponendo il valore della Perdonanza come gesto di riconciliazione e di rinnovamento anche a livello economico e sociale, il cardinale indica nell’attenzione del Papa verso i poveri una delle caratteristiche fondanti del Pontificato. E invita a guardare alla “riforma della Chiesa” intrapresa da Benedetto XVI soprattutto come richiamo alla “interiorità” e alla “santità”, vissute nella fedeltà a Cristo e alla legge evangelica dell’amore. Anche nella sua azione quotidiana di governo - assicura Bertone - emerge il distacco del Papa “dalle manovre e dal chiacchiericcio” di certi ambienti curiali e la sua volontà di puntare su persone competenti, animate da “genuino spirito pastorale”. In questa direzione - rivela - sono in cantiere alcune importanti nomine che daranno voce e rappresentanza a nuove realtà della Chiesa come quella africana. Il Papa è spesso vittima di "elucubrazioni" e i "sussurri su presunti documenti di retromarcia sono pura invenzione secondo un clichè standardizzato e ostinatamente riproposto". "Per capire le intenzioni e l'azione di governo del Papa - dice - occorre rifarsi alla sua storia personale - un'esperienza variegata che gli ha permesso di attraversare la Chiesa conciliare da vero protagonista". "Le altre elucubrazioni e i sussurri su presunti documenti di retromarcia - prosegue Bertone - sono pura invenzione secondo un cliché standardizzato e ostinatamente riproposto. Vorrei solo citare alcune istanze del Concilio Vaticano II dal Papa costantemente promosse con intelligenza e profondità di pensiero: il rapporto più comprensivo instaurato con le Chiese ortodosse e orientali, il dialogo con l'ebraismo e quello con l'islam, con una reciproca attrazione, che hanno suscitato risposte e approfondimenti mai prima verificati, purificando la memoria e aprendosi alle ricchezze dell'altro". "Pur essendo un grande teologo e maestro di dottrina, un intellettuale e uno studioso importante, che si misura con gli uomini e le donne di pensiero del nostro tempo, Papa Ratzinger si fa capire da tutti ed è vicino alla gente, perché nelle sue parole anche la gente semplice percepisce la verità e coglie il senso di una fede e una saggezza umana ricca di paternità". "Benedetto XVI - sottolinea il porporato - raggiunge una molteplicità di situazioni di povertà di singoli, di famiglie e di comunità sparse nel mondo, sia direttamente, sia attraverso la Segreteria papale o Segreteria di Stato, sia attraverso gli organismi preposti alla carità, come l'Elemosineria apostolica, il Pontificio Consiglio Cor Unum e altri, e con essi distribuisce non solo le offerte che riceve dai fedeli, dalle diocesi, dalle congregazioni religiose e le associazioni benefiche, ma anche i suoi diritti di autore, frutto del suo personale lavoro". "Infine, sulla scia dei suoi predecessori, con un accento peculiare - conclude il braccio destro di Papa Ratzinger - interviene, richiama, risveglia, sollecita l'azione dei Governi e delle organizzazioni internazionali per sanare le disuguaglianze e le discriminazioni più brucianti in tema di sottosviluppo e di povertà". "È invalsa l'abitudine di imputare al Papa - o, come si dice, soprattutto in Italia, al Vaticano - la responsabilità di tutto ciò che accade nella Chiesa o di ciò che viene dichiarato da qualsiasi esponente o membro di Chiese locali, di istituzioni o di gruppi ecclesiali. Ciò non è corretto". "Benedetto XVI - prosegue il porporato - è un modello di amore a Cristo e alla Chiesa, la impersona come Pastore universale, la guida nella via della verità e della santità, indicando a tutti la misura alta della fedeltà a Cristo e alla legge evangelica. Ed è giusto, per una corretta informazione, attribuire a ciascuno (unicuique suum) la propria responsabilità per fatti e parole, soprattutto quando essi contraddicono patentemente gli insegnamenti e gli esempi del Papa. L'imputabilità è personale, e questo criterio vale per tutti, anche nella Chiesa. Ma purtroppo - conclude Bertone - il modo di riportare e di giudicare dipende dalle buone intenzioni e dall'amore per la verità dei giornalisti e dei media". Il segretario di Stato invita dunque a "insegnare la verità, far conoscere e amare la verità, su se stessi, sul mondo, su Dio, convinti, secondo la parola di Gesu', che 'la verita' vi fara' liberi!'". "Sinceramente ritengo che sarebbe molto facile per i giornalisti raccontare l'azione e il pensiero di Benedetto XVI" rifacendosi ai suoi scritti e ai suoi interventi, osserva il cardinale.
Il Velino, Apcom
L'Osservatore Romano intervista il card. Bertone: Il progetto di Chiesa e di società di Benedetto XVI - il testo integrale dell'intervista dal Papa Ratzinger blog
Il Papa a Viterbo e Bagnoregio. Il comitato organizzatore illustra gli ultimi preparativi. Mons. Chiarinelli: è l'incontro con una persona cara
Il 6 settembre s'avvicina e a pochi giorni dalla visita pastorale del Papa a Viterbo e Bagnoregio, il vescovo Lorenzo Chiarinelli (foto) fa il punto. “Un fatto che non va banalizzato – osserva – i cui valori sono molteplici, ecclesiale, sociale e culturale”. Circa diecimila i fedeli che assisteranno alla Celebrazione Eeucaristica e all'Angelus a Valle Faul. Suddivisi in settori. Settemila troveranno posto a sedere, gli altri, per lo più giovani, saranno in piedi in fondo. Previsti spazi per le autorità, malati e portatori d'handicap. A spiegare i dettagli stamani in conferenza stampa, insieme a mons. Chiarinelli, don Flavio Valeri e don Emanuele Germani del comitato organizzatore. Ognuno accederà con biglietti gratuiti precedentemente distribuiti in proporzione a tutta la diocesi. Duemila a Viterbo. I primi inizieranno ad arrivare già dalle sette del mattino, accesso a porta Faul, mentre i viterbesi passeranno da via San Giovanni Decollato, rimessa a nuovo per l'occasione. Altre cinquemila persone assisteranno alle celebrazioni dal maxischermo posizionato in piazza Martiri d'Ungheria. In entrambe le postazioni, un gran numero di sacerdoti garantirà a tutti i presenti di poter ricevere la Comunione. Grazie alla Coldiretti saranno distribuite dodicimila bottigliette d'acqua. In confezioni speciali, con il logo della visita papale, mentre il comitato consegnerà berretti e bandane, oltre al libretto per la celebrazione, il numero della rivista Vita e l'edizione speciale de L'Osservatore Romano dedicata alla visita. “E' l'incontro con una persona cara – sottolinea il vescovo Chiarinelli – in una città che ha accolto cinquanta Papi. La città ha aderito in maniera entusiasta e tutti gli enti si stanno dando un gran da fare. La visita porta con se una forte valenza culturale, fede e ragione, il credere e non credere. Non bisogna avere una visione riduttiva. Il Papa non viene per bonificare un territorio”. Riferimento ai lavori in corso a Viterbo. “E' normale – continua il vescovo – che quando si riceve un ospite si prepara tutto al meglio. Non è qui per questo e nemmeno per l'aspetto spettacolare. Che c'è, essendo un evento, ma non si può banalizzare”. La struttura da cui il Papa celebrerà la Santa Messa si ispira, nelle intenzioni del progettista Santino Tosini, alla fede e arte. Con l'altare e la gradinata che scende in una sorta di collegamento fra il centro dove si svolge la liturgia e i fedeli.
TusciaWeb
Verso la Giornata Mondiale della Gioventù 2011. Il card. Rouco Valera a tutto tondo sulla GMG: dai preparativi ai rapporti con le istituzioni spagnole
Le autorità del governo spagnolo, così come la Comunità e il Comune di Madrid stanno collaborando insieme in vista della Giornata Mondiale della Gioventù 2011. “Il Comitato organizzatore è già stato costituito. Il programma di lavoro è stato abbozzato. Le grandi questioni sono state chiarite”, ha rivelato il card. Antonio María Rouco Varela (nella foto con Benedetto XVI), arcivescovo di Madrid, durante un briefing con un gruppo di giornalisti presenti al Meeting di Rimini, organizzato dal movimento di Comunione e Liberazione. “Nelle ultime Giornate Mondiali della Gioventù un problema è stato sempre quello di trovare un luogo dove tenere i grandi eventi a causa delle difficoltà a volte connesse con il modo di agire dei diversi governi”, ha ricordato il presidente della Conferenza Episcopale Spagnola. “Nel nostro caso, queste difficoltà sono state risolte – ha rivelato –. Gli ultimi atti, la Vigilia e la Messa, verranno celebrati nell'Aerodromo di Cuatro Vientos. Il governo ha già offerto questo grande spazio che è situato all'interno di Madrid”. “Con questo voglio dire che per quanto riguarda il rapporto con il governo su questo punto, non possiamo che parlare di una cooperazione molto positiva, che si è cristallizzata. Si sono mostrati molto ben disposti”. “Si è già formata l'equipés di lavoro dei responsabili dell'Aeronautica, che sono i responsabili di Cuatro Vientos, e il Comitato di organizzazione della Giornata”. “Inoltre è stato chiarito il luogo destinato alla celebrazione di benvenuto per il Papa, la Messa inaugurale e della Via Crucis, gli altri tre grandi atti pubblici, che sarà la Piazza di Cibele, e il Comune di Madrid anche si è mostrato molto aperto alla collaborazione con il Comitato organizzatore della GMG”. “Da parte sua anche il governo della Comunità di Madrid si è mostrato straordinariamente aperto alla collaborazione con il Comitato organizzatore e con la Chiesa per la preparazione della GMG”. Pertanto, ha continuato, “riassumendo: il rapporto con il governo a questo punto è buono, il rapporto con il Comune di Madrid e con la Comunità è eccellente, e speriamo di poter lavorare senza imbatterci in nessun elemento estraneo alla preparazione della GMG”. Il cardinale ha quindi riconosciuto che “la Giornata Mondiale della Gioventù è una sfida ecclesiale, di carattere pastorale e apostolico. Rappresenta inoltre una grande sfida culturale, alla quale intendiamo rispondere con la collaborazione delle amministrazioni pubbliche”.
Per esempio, ha affermato il porporato, è stata avviata una collaborazione con gli stupendi musei di Madrid. In concreto, “si sta tentando di organizzare un itinerario che si chiamerà 'cercando Cristo nel Museo del Prado'”. La GMG, ha quindi riconosciuto, è anche “una sfida logistica, strettamente collegata al numero di pellegrini”. “La proposta da noi avanzata è stata quella di offrire l'alloggio a un milione, un milione e mezzo di giovani che vengono da fuori Madrid. E' una sfida formidabile alla quale crediamo di poter rispondere con le forze della Chiesa a Madrid, con le sue parrocchie e i suoi collegi, che sono numerosi”. Per raggiungere questo obiettivo, la Chiesa ha chiesto di collaborare con i comuni dell'hinterland di Madrid. Infine, ha rivelato, “i finanziamenti sono nati grazie a una cooperazione della società con la GMG, attraverso la Fundación Madrid Vivo, e successivamente godranno anche dell'aiuto dei fedeli, di ciò che può venire dalla GMG stessa, e degli aiuti pubblici”.
Per esempio, ha affermato il porporato, è stata avviata una collaborazione con gli stupendi musei di Madrid. In concreto, “si sta tentando di organizzare un itinerario che si chiamerà 'cercando Cristo nel Museo del Prado'”. La GMG, ha quindi riconosciuto, è anche “una sfida logistica, strettamente collegata al numero di pellegrini”. “La proposta da noi avanzata è stata quella di offrire l'alloggio a un milione, un milione e mezzo di giovani che vengono da fuori Madrid. E' una sfida formidabile alla quale crediamo di poter rispondere con le forze della Chiesa a Madrid, con le sue parrocchie e i suoi collegi, che sono numerosi”. Per raggiungere questo obiettivo, la Chiesa ha chiesto di collaborare con i comuni dell'hinterland di Madrid. Infine, ha rivelato, “i finanziamenti sono nati grazie a una cooperazione della società con la GMG, attraverso la Fundación Madrid Vivo, e successivamente godranno anche dell'aiuto dei fedeli, di ciò che può venire dalla GMG stessa, e degli aiuti pubblici”.
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