sabato 11 giugno 2011

Impagliazzo: da una storia di sofferenza nasce dopo l'udienza del Papa la speranza che i Rom possano vivere in pace e sicurezza con i popoli europei

''L'udienza del Papa con i rappresentanti del popolo Rom è stato un evento storico profondamente gioioso, commovente e sereno. Un evento che non ha eluso le sofferenze e le persecuzioni vissute dai Rom nel XX secolo. Il Papa ha chiesto all'Europa di non dimenticare tanto dolore''. Lo ha dichiarato Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant'Egidio dopo l'udienza di Papa Benedetto XVI con 2mila Rom europei. ''Dal dolore di una storia di sofferenza - ha aggiunto - nasce dopo questa udienza la speranza che le popolazioni Rom possano vivere insieme in pace e sicurezza con tutti i popoli europei''. ''L'invito del Papa a scrivere insieme una nuova pagina di storia della minoranza Rom in Europa - ha concluso Impagliazzo - resta una parola decisiva da cui ripartire tutti insieme, Rom e non Rom, per costruire una società del vivere insieme''.

Asca

Giornata Mondiale della Gioventù 2011. Don Anselmi: da Pentecoste ad agosto c'è un grande cammino di santità da percorrere, con l'aiuto del Papa

Il Papa Benedetto XVI nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid "Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede" ha indicato ai giovani il modo per prepararsi all’evento. "Nel corso di quest’anno preparatevi intensamente all’appuntamento di Madrid coni vostri vescovi, i vostri sacerdoti e i responsabili di pastorale giovanile nelle diocesi, nelle comunità parrocchiali, nelle associazioni e nei movimenti. La qualità del nostro incontro dipenderà soprattutto dalla preparazione spirituale, dalla preghiera, dall’ascolto comune della Parola di Dio e dal sostegno reciproco". Il Papa ha tratteggiato con semplicità e forza la strada della vita spirituale che è vita con Gesù. "Cari giovani, imparate a 'vedere', a 'incontrare' Gesù nell’Eucaristia, dove è presente e vicino fino a farsi cibo per il nostro cammino; nel sacramento della Penitenza, in cui il Signore manifesta la sua misericordia nell’offrirci sempre il suo perdono. Riconoscete e servite Gesù anche nei poveri, nei malati, nei fratelli che sono in difficoltà e hanno bisogno di aiuto". Benedetto XVI ha rivolto ai giovani l’invito a percorrere questa strada seguendo l’esempio dei santi, cioè secondo una misura alta e profonda; in questa profondità c’è la forza del messaggio; nell’esistenza di molti santi l’Eucaristia diventa partecipazione quotidiana alla Messa; il sacramento della Penitenza diventa, come nella vita del Beato Giovanni Paolo II, incontro settimanale con la misericordia di Dio, la meditazione del Vangelo diventa preghiera personale e un confronto settimanale vissuto insieme ai fratelli e alle sorelle sulla Parola di Dio. Una vera vita di preghiera nell’esperienza dei santi, si trasforma naturalmente in amore verso i sofferenti e i poveri. Il Catechismo della Chiesa Cattolica e il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa si stanno diffondendo fra i giovani che desiderano conoscere le fonti della fede cristiana per una miglior testimonianza anche culturale nella società, nella politica, all’università; da Pentecoste alla GMG c’è un grande cammino di santità da compiere. Cresce anche la domanda, da parte di alcuni giovani, di essere accompagnati spiritualmente, cioè di avere un adulto nella fede, sacerdote o laico, disponibile a essere un punto di riferimento per la crescita nella e della fede. Ho partecipato recentemente, in una diocesi, a un incontro di giovani durante il quale il vescovo ha consegnato un mandato ai giovani che parteciperanno alla GMG. Alla festa era presente il sindaco della città, da poco eletto nelle recenti consultazioni. Il sindaco non sapeva che più di 200 giovani del suo comune sarebbero andati a Madrid, ed è rimasto stupito nel vedere quella gioventù disponibile a impegnarsi concretamente nella preghiera e per il bene comune. Un’idea da realizzare da Pentecoste alla GMG potrebbe essere quella di far sapere ai sindaci, ai presidenti delle Province e delle Regioni, attraverso una lettera, che un gruppo di giovani del loro territorio, come rappresentanti di tutta la società civile, dal 16 al 21 agosto 2011, sarà a Madrid, si incontrerà con altri giovani provenienti da tutto il mondo, con il Papa, con Gesù; questi giovani porteranno la gioia, la ricchezza, la cultura, la fede delle loro terre, dei loro comuni, delle loro province, delle loro regioni e che al ritorno, sempre più fondati e radicati in Cristo, saldi nella fede, saranno disponibili a servire, da cittadini attivi, per costruire la civiltà dell’amore.

Don Nicolò Anselmi, Avvenire

Padre Lombardi: eventi in Siria particolarmente preoccupanti per una violenza che sembra senza sbocco. L'invito di Benedetto al dialogo per la pace

''Sono mesi ormai che la situazione è in movimento in Siria come in diversi altri Paesi del mondo arabo, ma gli eventi siriani sono particolarmente preoccupanti per il persistere di una violenza che sembra senza sbocco''. Lo afferma padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, nell'editoriale per "Octava Dies", il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano. Il sacerdote gesuita ha poi fatto riferimento alla recente udienza di Benedetto XVI al nuovo ambasciatore della Siria presso la Santa Sede, nel corso della quale il Papa ha parlato della “necessità di vere riforme nella vita politica, economica e sociale” e dei cambiamenti che non devono realizzarsi “in termini di intolleranza, di discriminazione o di conflitto, e ancor meno di violenza, ma in termini di rispetto della verità, dei diritti delle persone e delle collettività, della coesistenza, come pure della riconciliazione”. “Il Papa – ha proseguito Lombardi – insiste anch’egli sul ruolo costruttivo dei cristiani nella società siriana, sui loro positivi rapporti con i musulmani nella comune preoccupazione per il bene comune, chiede alle autorità siriane di tener conto delle aspirazioni della società civile e delle insistenze internazionali, e allarga lo sguardo sulla necessità di soluzioni globali per i popoli del Medio Oriente”. ''Bisogna assolutamente opporsi - conclude - alla disintegrazione della regione e al moltiplicarsi senza fine dei conflitti, che costringono le popolazioni a fuggire da un paese all'altro, dall'Iraq alla Siria, dalla Siria alla Turchia...Bisogna convertirsi al dialogo della riconciliazione e della pace''.

Asca, Zenit

Passione della Siria: editoriale di padre Lombardi

Le testimonianze di rom e zingari al Papa: un futuro di pace e serenità, in cui i bambini crescano e vivano senza discriminazioni. Mai più Auschwitz

Rom, Sinti, Manouches, Kalé, Zingari, Yenish, Romanichals e Travellers: da tutto il mondo oggi, in 2000, si sono dati appuntamento in Vaticano, per essere ricevuti in udienza da Benedetto XVI, il terzo Papa nella storia che ha voluto incontrarli, proprio nel giorno in cui ricordano il 75° anniversario del martirio del gitano Zefirino Giménez Malla, che tutti affettuosamente chiamano “El Pelé”, il primo Beato zingaro della storia. Musica, colori e danze su ritmi gitani si sono alternati a momenti di commozione autentica suscitata dalle testimonianze di alcuni zingari che hanno raccontato al Santo Padre il loro mondo, fatto di libertà, ma spesso anche di difficoltà e diffidenza da parte degli altri, di esperienze drammatiche racchiuse nel loro passato, ma anche di speranza nel futuro. Una realtà insieme vicina e lontana, quella degli zingari, circa 36 milioni in tutto il mondo, 170mila in Italia, come Carlo Mikic, uno studente romano di 18 anni di etnia Rom Rudari nato e cresciuto in un campo a Roma: “Quando sei un bambino che vive in un campo, a scuola non sei considerato come tutti gli altri. Quando cresci e cerchi un lavoro e nei documenti vedono nell’indirizzo ‘campo nomadi’, ti dicono no grazie. Lo so che ci sono dei rom che sbagliano, che si comportano male, ma la responsabilità è sempre personale e la colpa non è mai di un’etnia o di un popolo. Quando penso al futuro, penso a città e paesi dove ci sia posto anche per noi, a pieno titolo, come cittadini come tutti gli altri, non come un popolo da isolare e di cui avere paura”. Non sono mancate testimonianze drammatiche, come quella di Ceija Stojka (foto), sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. ''Quando sono nata in Austria la mia famiglia contava più di 200 persone - ha raccontato di fronte al Pontefice -. Solo sei di noi sono sopravvissuti alla guerra e allo sterminio. Quando avevo 9 anni fui deportata con la mia famiglia prima ad Auschwitz, poi a Ravensbruk e a Bergen-Belsen''. ''Ero bambina - ha proseguito - e dovevo vedere morire altri bambini, anziani, donne, uomini; e vivevo fra i morti e i quasi morti nei campi''. ''Mi chiedevo 'perchè?' - ha raccontato -. Che cosa abbiamo fatto di male? Sento gli strilli delle SS, vedo le donne bionde le 'Aufseherinnen' (sorveglianti) con i loro cani grandi che ci calpestavano, sento ancora l'odore dei corpi bruciati. Come posso vivere con questi ricordi? Come posso dimenticare quello che abbiamo vissuto?''. “Io desidero una cosa: che gli zingari siano accolti con maggiore attenzione e con occhi vigili, che siano trattati con maggiore rispetto...mai più Auschwitz, che non accada più questa cosa orribile, bruttissima, quelle uccisioni...Potrebbe accadere di nuovo! Auschwitz: tutto lì è rimasto com’era; ci sono anche gli uomini, che sono rimasti com’erano. Noi siamo i fiori di questo mondo e siamo calpestati, maltrattati e uccisi”. “Colui che fa del bene è protetto da Dio”: con questo augurio tradizionale Sinti una giovane mamma ha ringraziato il Papa per la sua accoglienza e ha espresso un desiderio per il futuro dei suoi figli, che possano vivere una vita buona, essere semplici e miti proprio sull’esempio del Beato Zefirino.
È un messaggio di speranza, quello di Pamela Suffer: “Vorrei per i miei figli e per tutti i bambini Rom e Sinti un futuro di pace e serenità, in cui possano crescere e vivere insieme agli altri bambini d’Europa e del mondo senza essere esclusi e discriminati. Sinceramente davanti al Signore Gesù non mi sono mai sentita diversa, estranea. Io so che l’uomo guarda l’apparenza, ma il Signore guarda il cuore e Lei, oggi ce lo dimostra”. Atanazia Holubova è una suora zingara che viene dalla Slovacchia. Quando era adolescente conobbe un sacerdote e un gruppo di giovani cristiani, che iniziò a frequentare di nascosto dal regime. Oggi si occupa di Pastorale tra i Rom, la sua gente, e parla della sua vocazione con umiltà e gratitudine verso il Signore e verso quelle persone che per prime hanno portato nella sua vita la Parola di Gesù: “A loro non importava che fossi gitana. Partecipavamo alla Messa insieme ogni giorno e incontravamo religiose: fu allora che capii che il Signore mi chiamava a servirlo diventando una suora. Capii che mi chiamava ad aiutare i gitani a trovare la via che li conduce a Lui e a trovare, così, la gioia vera. Spero che il Vangelo e l’amore di Gesù raggiungano presto molti dei nostri fratelli e delle nostre sorelle gitane che non lo conoscono ancora e che noi possiamo essere fedeli e ardenti testimoni di ciò che abbiamo visto e ricevuto dalla Madre Chiesa”.

Radio Vaticana, Asca

Testimonianza di Ceija Stojka

Testimonianza di suor Atanazia Hobulova

Testimonianza di Carlo Mikic

Testimonianza di Pamela Suffer

Il Papa: mai più zingari e rom oggetto di vessazioni, rifiuto e disprezzo! Alloggi e lavoro dignitosi, istruzione, basi per costruire l'integrazione

Questa mattina, nell’Aula Paolo VI, Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i rappresentanti di diverse etnie di Zingari e Rom, giunti a Roma in pellegrinaggio da tutta Europa nella ricorrenza del 75° anniversario del martirio e del 150° della nascita del Beato Zefirino Giménez Malla (1861-1936), gitano di origine spagnola.
''Siete giunti a Roma da ogni parte d'Europa per manifestare la vostra fede e il vostro amore per Cristo, per la Chiesa - che è una casa per tutti voi - e per il Papa''. All'inizio del suo discorso, il Pontefice ha ricordato le parole che Paolo VI rivolse agli Zingari nel 1965: ''Voi nella Chiesa non siete ai margini, ma, sotto certi aspetti, voi siete al centro, voi siete nel cuore. Voi siete nel cuore della Chiesa''. ''Anch'io - ha aggiunto - ripeto oggi con affetto: voi siete nella Chiesa! Siete un'amata porzione del Popolo di Dio pellegrinante e ci ricordate che 'non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura'''. La luce e l’eroismo appartengono al Beato Zefirino Gimenèz Malla, il “martire del Rosario”, che non si lasciò strappare dalle mani “nemmeno in punto di morte”, come ha ricordato Benedetto XVI:“Oggi, il beato Zefirino vi invita a seguire il suo esempio e vi indica la via: la dedizione alla preghiera e in particolare al Rosario, l’amore per l’Eucaristia e per gli altri Sacramenti, l’osservanza dei comandamenti, l’onestà, la carità e la generosità verso il prossimo, specialmente verso i poveri; ciò vi renderà forti di fronte al rischio che le sette o altri gruppi mettano in pericolo la vostra comunione con la Chiesa”.
''La vostra storia - ha detto il Pontefice - è complessa e, in alcuni periodi, dolorosa. Siete un popolo che nei secoli passati non ha vissuto ideologie nazionaliste, non ha aspirato a possedere una terra o a dominare altre genti. Siete rimasti senza patria e avete considerato idealmente l'intero Continente come la vostra casa. Tuttavia, persistono problemi gravi e preoccupanti, come i rapporti spesso difficili con le società nelle quali vivete''. ''Lungo i secoli - ha aggiunto - avete conosciuto il sapore amaro della non accoglienza e, talvolta, della persecuzione, come è avvenuto nella II Guerra Mondiale: migliaia di donne, uomini e bambini sono stati barbaramente uccisi nei campi di sterminio. E' stato - come voi dite - il Porrajmos, il 'Grande Divoramento', un dramma ancora poco riconosciuto e di cui si misurano a fatica le proporzioni, ma che le vostre famiglie portano impresso nel cuore". Benedetto XVI ha citato la propria visita al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, il 28 maggio 2006, e alla sua preghiera "per le vittime della persecuzione". "La coscienza europea non può dimenticare tanto dolore! Mai più il vostro popolo sia oggetto di vessazioni, di rifiuto e di disprezzo! Da parte vostra, ricercate sempre la giustizia, la legalità, la riconciliazione e sforzatevi di non essere mai causa della sofferenza altrui!". Con la loro cultura "dalle espressioni significative, come la musica e il canto", i popoli zingari "hanno arricchito l'Europa" ed oggi "nuove opportunità si aprono" per loro. "State acquistando - ha rilevato Benedetto XVI - nuova consapevolezza. Molte etnie non sono più nomadi, ma cercano stabilità con nuove aspettative di fronte alla vita. La Chiesa cammina con voi e vi invita a vivere secondo le impegnative esigenze del Vangelo confidando nella forza di Cristo, verso un futuro migliore". "L'Europa - ha continuato -, che riduce le frontiere e considera ricchezza la diversita' dei popoli e delle culture, vi offre nuove possibilità. Vi invito, cari amici, a scrivere insieme una nuova pagina di storia per il vostro popolo e per l'Europa!''.
''La ricerca di alloggi e lavoro dignitosi e di istruzione per i figli sono le basi su cui costruire quell'integrazione da cui trarrete beneficio voi e l'intera società - ha detto il Pontefice -. Date anche voi la vostra fattiva e leale collaborazione, affinché le vostre famiglie si collochino degnamente nel tessuto civile europeo!". Papa Ratzinger ha ricordato che le giovani generazioni rom e sinti "desiderano istruirsi e vivere con gli altri e come gli altri". I vostri figli, ha scandito rivolto ai genitori presenti, "hanno diritto a una vita migliore". "Sia il loro bene - ha raccomandato - la vostra più grande aspirazione. Custodite la dignità e il valore delle vostre famiglie, piccole Chiese domestiche, perché siano vere scuole di umanità. Le istituzioni, da parte loro, si adoperino per accompagnare adeguatamente questo cammino”. "Date fiducia e ascolto a questi vostri fratelli e sorelle, e offrite insieme a loro il coerente e gioioso annuncio dell'amore di Dio per il popolo zingaro, come per tutti i popoli! La Chiesa desidera che tutti gli uomini si riconoscano figli dello stesso Padre e membri della stessa famiglia umana". Concludendo con l’invito a “partecipare attivamente alla missione evangelizzatrice” della Chiesa, Benedetto XVI si è congedato tra musiche di violini e fisarmoniche e molti, molti applausi con questo augurio in lingua gitana: “Il Papa è vicino a ognuno di voi e vi ricorda nelle sue preghiere. Il Signore benedica voi, le vostre comunità, le vostre famiglie e il vostro futuro. Il Signore vi doni salute e fortuna. Rimanete con Dio!”.

Asca, TMNews, Radio Vaticana

UDIENZA AI RAPPRESENTANTI DI DIVERSE ETNIE DI ZINGARI E ROM - il testo integrale del discorso del Papa

Mons. Girelli in Vietnam: anche se siete una piccola comunità avete un grande spazio nel cuore del Papa. L’invito ai giovani a diffondere il Vangelo

Testimoniare la vicinanza del Santo Padre ai cattolici vietnamiti e diffondere fra i giovani l’amore per i valori del Vangelo. E’ questo lo scopo della seconda visita in Vietnam dell’arcivescovo Leopoldo Girelli, primo rappresentante della Santa sede nel Paese comunista. Giunto nella capitale lo scorso 5 giugno, l’arcivescovo si tratterrà in Vietnam fino al 18 giugno. Tappe del viaggio sono l’arcidiocesi di Hanoi e le diocesi di Bac Ninh, Lang Son, Hai Phong, Bui Chu e Thai Binh. Di particolare importanza la visita ufficiale del 9 giugno alla diocesi di Lang Son – Cao Bang, al confine con la Cina, dove l’arcivescovo ha incontrato sacerdoti, religiosi, seminaristi e laici provenienti dalle parrocchie delle zone tribali. Qui i cristiani sono spesso vittime di soprusi da parte delle autorità, a cui fanno gola le ricchezze minerarie presenti nella regione. “Il Santo Padre non vi ha dimenticato – ha affermato - anche se siete una piccola comunità lontana da Roma avete un grande spazio nel cuore del Papa. Io sono venuto qui per testimoniare la sua vicinanza”. Parlando nei giorni scorsi a oltre mille studenti della diocesi di Bac Ninh il prelato ha sottolineato il grande valore dell’Assemblea dei giovani dell’arcidiocesi di Hanoi che si terrà il prossimo 11 novembre. “Attraverso questo evento – ha affermato – potrete esprimere il vostro desiderio di diffondere il Vangelo e rendere migliore la vostra generazione”. Mons. Girelli ha invitato i giovani a domandarsi “cosa posso fare per Dio? Come posso aiutare il mio Paese a promuovere pace, giustizia e amore?” e a riflettere sui temi dell’Assemblea dal titolo “Voi siete i miei amici”. Il 13 gennaio 2011 Benedetto XVI ha nominato mons. Girelli, nunzio apostolico a Singapore, delegato apostolico in Malaysia e in Brunei, affidandogli allo stesso tempo l’incarico di primo rappresentante non residente in Vietnam. Questa nomina è il primo risultato concreto dei negoziati in corso da lungo tempo fra la Santa Sede e il Vietnam. Nel 2009 un gruppo misto Santa Sede-Vietnam è stato creato per dare un quadro di ufficialità ai negoziati.

AsiaNews