sabato 16 maggio 2009

Anno Sacerdotale. Il Papa concede l'indulgenza a chi pregherà per i sacerdoti

Il Papa, con un decreto pubblicato martedì 12 dal Vaticano, concede l'indulgenza plenaria o parziale, a seconda dei casi, a tutti i fedeli cattolici che pregheranno per i sacerdoti durante l'Anno Sacerdotale, dal 19 giugno 2009 al 19 giugno 2010, speciale anno sacerdotale indetto da Benedetto XVI lo scorso 16 marzo e che avrà come simbolo ed esempio il curato d'Ars, san Giovanni Maria Vianney, prototipo del parroco buono e misericordioso, le cui reliquie verranno portate a Roma. L'indulgenza, nella dottrina cattolica, concede la possibilità di cancellare una parte ben precisa delle conseguenze di un peccato, sempre che il peccatore abbia confessato il suo errore e sia stato perdonato tramite il sacramento della confessione. Ogni peccato commesso, pur se perdonato, presuppone l'espiazione di una pena, che può accumularsi per l'aldilà. "A tutti i fedeli veramente pentiti che, in chiesa o in oratorio, assisteranno devotamente al divino Sacrificio della Messa e offriranno, per i sacerdoti della Chiesa, preghiere a Gesù Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote, e qualsiasi opera buona compiuta in quel giorno, affinché li santifichi e li plasmi secondo il Suo Cuore, è concessa l'Indulgenza plenaria, purché abbiano espiato i propri peccati con la penitenza sacramentale e innalzato preghiere secondo l'intenzione del Sommo Pontefice", si legge nel decreto. È concessa invece l'indulgenza parziale "a tutti i fedeli ogni qual volta reciteranno devotamente cinque Padre Nostro, Ave Maria e Gloria, o altra preghiera appositamente approvata, in onore del Sacratissimo Cuore di Gesù, per ottenere che i sacerdoti si conservino in purezza e santità di vita".

Il Papa in Terra Santa. David Rosen: su Benedetto XVI commenti molto limitati che disapprovo. L'impatto in Israele è stato positivo

''Commenti molto limitati''. Così il rabbino Davide Rosen, direttore del Dipartimento per gli affari interreligiosi del Comitato degli ebrei americani, classifica le critiche riportato dei media israeliani al viaggio del Papa in Terra Santa e in particolare alle parole pronunciate allo Yad Vashem. ''La semplice presenza del Pontefice in luoghi del genere, e le sue sincere parole di condanna nei confronti di chi rinnega l'Olocausto, sono stati - afferma in un'intervista a Liberal - avvenimenti estremamente significativi''. Secondo Rosen, ''chi ha fatto riferimento alle sue origini tedesche sembra essere inchiodato alla nostra storia''. ''Personalmente - rivela - disapprovo questo modo di pensare''. A Rosen sembra invece che sull'opinione pubblica ''a livello generale l'impatto sia stato positivo''. ''Credo - sottolinea il rabbino - che il Papa abbia dimostrato senza ombra di dubbio il suo rispetto per la popolazione ebraica e l'impegno che dedica a un vero dialogo fra le nostre due religioni. Inoltre, Benedetto XVI ha espresso la sua comprensione per le pene subite dal nostro popolo e per le antiche tradizioni di Israele''. Quanto al maggior ''carisma'' mostrato secondo alcuni commentatori da Giovanni Paolo II nel 2000, Rosen risponde che ''chi cerca di mettere i due Papi uno davanti all'altro compie un errore: credo che sia più giusto, invece, osservarli entrambi sotto due ottiche diverse, come si deve fare in questi casi. A me personalmente - conclude - piacciono entrambi: hanno avuto caratteristiche diverse, ma positive. E credo che la popolazione ebraica la pensi come me''.