La giornata di incontro tra rappresentanti delle diverse religioni che si svolgerà ad Assisi il prossimo 27 ottobre, alla presenza del Papa e nel 25° anniversario del primo incontro interreligioso del genere, "comporterà momenti di preghiera, intesa come dialogo di ogni credente con Dio o con l'Assoluto, ciascuno secondo la propria tradizione religiosa o la sua ricerca della verità": lo precisa il card. Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il Dialogo interreligioso. "La preghiera sarà un elemento portante della Giornata del 27 ottobre", afferma il porporato francese in un intervento su L'Osservatore Romano. "Il viaggio da Roma ad Assisi, pur essendo un'occasione di conoscenza reciproca e di dialogo informale tra i partecipanti, potrà essere anche un tempo di riflessione e di preghiera. Un momento di preghiera personale e di riflessione seguirà il pranzo condiviso nel segno della fraternità e della frugalità. Il cammino-pellegrinaggio pomeridiano in silenzio verso la basilica di San Francesco, offrirà anch'esso spazio alla preghiera e alla meditazione personale. Per i cattolici, significativa sarà la veglia di preghiera presieduta dal Santo Padre con i fedeli della diocesi di Roma nella Basilica papale di San Pietro, la sera precedente". Inoltre, "nella Giornata del 27 ottobre, non mancheranno gli spazi di dialogo, sia formali che informali. Il primo momento, formale, sarà costituito dalla commemorazione dell'incontro del 1986, come pure di quelli del 1994 e del 2002 e da un approfondimento del tema della Giornata: Pellegrini della verità, pellegrini della pace. Oltre al Santo Padre, interverranno esponenti di alcune delle delegazioni presenti. Un significativo momento di dialogo sarà pure costituito dall'adesione all'impegno preso il 24 gennaio 2002 a favore della pace. Tutti rinnoveranno gli impegni manifestati quel giorno: 'Ci impegniamo a...'. Il contenuto di tale 'Decalogo' si è dimostrato profetico e conserva ancora oggi tutta la sua attualità".
TMNews
L’incontro di Assisi tra riflessione e preghiera: religioni in dialogo oltre gli stereotipi
lunedì 4 luglio 2011
Il percorso espositivo della mostra delle opere di 60 artisti, omaggio a Benedetto XVI per il 60° anniversario di Ordinazione sacerdotale
Dopo articoli con indiscrezioni, anticipazioni e lettere aperte, è arrivato il gran giorno in cui sessanta artisti si sono stretti intorno a Benedetto XVI, non solo per festeggiare una fausta ricorrenza, ma anche per porgergli, come umile omaggio, un frammento del proprio quotidiano lavoro. Tale omaggio, ispirato al tema "Lo splendore della Verità, la bellezza della Carità", è stato da ogni artista concepito con i mezzi che gli sono propri, la pittura o la fotografia, l’architettura o la scultura, la poesia o la musica, l’oreficeria e persino il cinema. Qualcuno ha equivocato sulle intenzioni di questa mostra, che mai ha voluto essere di arte sacra o religiosa, ma semplicemente una rassegna di artisti disposti ad accogliere nel proprio lavoro il senso di una spiritualità, troppo spesso ignorata dall’arte contemporanea. L’atrio dell’Aula Paolo VI è stato trasfigurato da un allestimento, pensato da Roberto Pulitani e realizzato da Giacomo de Santis, che risolve con una soluzione geniale il dialogo tra le linee architettoniche di Nervi e i pannelli espositivi. La scelta di colori pastello, uno per ogni disciplina, diventa una sorta di suggerimento didattico subliminale che accompagna in modo carezzevole lo sguardo del visitatore. La costruzione a onda dei moduli permette inoltre al pubblico di scoprire le opere a una a una senza interferenze. Abbiamo notato che molti autori, quasi fossero intimiditi dal tema e dalla destinazione, si sono autocensurati diventando irriconoscibili. Esemplari i casi di Guido Strazza e Piero Guccione. Una rivelazione è stata invece la bianca scultura "Resurreción" del messicano Gustavo Aceves. Una sorta di sudario che sembra di marmo, ma che invece è in corian traslucido, da cui affiora, appena accennato, il piede trafitto di Gesù. Altrettanto interessante è "Then, the Flashes of Spirit" del ghanese El Anatsui, che s’impone per la tecnica inusuale che utilizza materiali di recupero senza dimenticare le radici storiche della propria origine africana. Molto poetica la foto, di Mimmo Jodice, di una solitaria sedia fissata di fronte al mare infinito, col titolo "Perdersi a guardare". Tra le opere dipinte appositamente per questa mostra c’è quella di Carlo Nangeroni che usa un riuscitissimo inserto architettonico nel tessuto astratto geometrico dei suoi tipici moduli, creando un effetto ascensione molto spirituale. Concorda perfettamente con i plastici degli architetti Oscar Niemeyer, Santiago Calatrava e Paolo Portoghesi, tutti caratterizzati da una medesima forte ascensionalità. Tra le opere più figurative abbiamo notato il grande acquerello evocativo di Pedro Cano, la natura morta metafisica di Pierluigi Isola, e l’opera solenne e misteriosa di Natalia Tsarkova. Legate all’informale di segno sonoinvece la severa e ascetica "Saltflat" dell’americana Max Cole, che contrasta con "Il fuoco sacro" di Simona Weller, dai toni accesi e violenti. Sorprendente in questa tendenza appare l’opera "Dettaglio del Mondo" di Tullio Pericoli, che conoscevamo più come illustratore, e la preziosa presenza di Achille Perilli con il quadro "Le désir d’illumination". Notevoli poi i contributi di Agostino Bonalumi, Sidival Fila, Arnaldo Pomodoro, Oliviero Rainaldi, Gianni Berengo Gardin, Omar Galliani e Mario Ceroli che, con il suo "Angelo sterminatore", dimostra di sapersi sempre rinnovare a differenza di molti suoi compagni di strada, come Jannis Kounellis che, forse proprio per questo, definisce la propria installazione Senza titolo. Mentre Mimmo Paladino, con la sua "Sorgente", continua a stupirci. Straordinario, per la sua capacità di incidere nel cuore e nell’immaginario del pubblico, il cortometraggio girato appositamente da Pupi Avati per l’occasione. Per tutti gli artisti una grande emozione nell’incontro con Benedetto XVI. Siamo certi che questo giorno resterà come una traccia indelebile nell’animo di ognuno.
Sandro Barbagallo, L'Osservatore Romano
Foto: 60 artisti rendono omaggio al Papa
Sandro Barbagallo, L'Osservatore Romano
Foto: 60 artisti rendono omaggio al Papa
Domani la visita del Papa alla sede de 'L’Osservatore romano' in occasione del 150° anniversario della fondazione
Domani il Papa visiterà la sede de L’Osservatore romano, in occasione dei 150 anni dalla fondazione del "suo" giornale. Nei giorni scorsi Benedetto XVI ha indirizzato al direttore del quotidiano della Santa Sede, Giovanni Maria Vian, un messaggio augurale in cui sottolinea la "singolarità e responsabilità" del quotidiano, "uno degli strumenti privilegiati a servizio della Santa Sede e della Chiesa", impegnato da un secolo emezzo nella divulgazione del Magistero dei Papi. "L’Osservatore Romano - ha detto da parte sua il Segretario di Stato Tarcisio Bertone - non è un giornale grande e potente secondo i criteri del mondo, ma è importante agli occhi di Dio e di tanta opinione pubblica, perch‚ guarda le cose secondo l’ottica del successore di Pietro".
Vatican Insider
Vatican Insider
Pupi Avati: alla dichiarazione di affetto che Benedetto XVI ha rivolto a noi artisti è giunta la nostra risposta. Il senso del suo cortometraggio
"Quando mons. Ravasi mi interpellò per partecipare all’omaggio al Papa in occasione dei suoi sessant’anni di sacerdozio, domandai quali altri registi fossero stati coinvolti. "Solo tu" fu la risposta. Una risposta che, allo stesso tempo, mi lusingò e mi imbarazzò. Se infatti per altri artisti l’impresa poteva non essere troppo difficile, essa si rivelava invece decisamente ardua per chi - come me - utilizza come strumento di comunicazione il cinema". Così Pupi Avati ricorda la genesi del cortometraggio "Guardando oltre", il suo meraviglioso e poetico dono per Benedetto XVI. O meglio, grazie a lui, quello di tutto il cinema italiano del Novecento. "Ciò che volevo fare - prosegue infatti il regista bolognese - era trovare il modo per coinvolgere tutto il nostro cinema nell’omaggio al Pontefice. È stato così che ho scelto di far parlare un frammento delle opere dei maggiori registi del Novecento". Accompagnata dalla Nona sinfonia di Beethoven, la "toccante carrellata" viene aperta da Alessandro Blasetti e chiusa dallo stesso Avati, in una serrata e delicata poesia che inizia in bianco e nero per passare poi, con Ettore Scola, al colore. Sono pochi minuti in tutto, eppure sembra un tempo lunghissimo tanto lo sguardo narrato è denso e senza interruzione. Immagini, atmosfere, inquadrature, sguardi e scene che hanno fatto la storia del cinema italiano rivolgono il loro augurio al Papa in un saluto che risulta magistralmente corale. Chiude, a sorpresa, il volto di Joseph Ratzinger colto a Frisinga il 29 giugno 1951. "Il fatto di ritrovarci noi artisti alla Cappella Sistina il 21 novembre 2009 - ci racconta ancora Pupi Avati - mi parve un’idea di grandissimo effetto e risultato. Rimasi colpito dal vedere accanto a me colleghi che conoscevo per la loro distanza dalla Chiesa e che invece avevano accolto l’invito del Papa, e la sua bellissima dichiarazione di vicinanza". E fu, quello, l’avvio di una relazione, di un dialogo d’amore. "Quando si fa una dichiarazione d’amore - prosegue Avati - v’è sempre qualcuno che dice per primo 'ti amo', ma l’altro poi deve in qualche modo rispondere, manifestando la sua partecipazione, altrimenti la storia d’amore si conclude lì. Ecco, mi pare che alla dichiarazione di affetto che il Pontefice rivolse allora a noi artisti, sia oggi giunta la nostra risposta". La speranza, però, è che sia solo l’inizio: "Mi auguro che la storia prosegua in futuro anche in modo più pragmatico. Questi due eventi, infatti, si muovono ancora sul piano simbolico: spero che il tutto si traduca poi in qualcosa che dia concreto seguito a questa curiosità reciproca. Tutto parte dalla curiosità: la curiosità è vitale. E in questo incontro la curiosità c’è, eccome!". È, del resto, il senso della frase di Benedetto XVI con cui Pupi Avati ha scelto di avviare il corto: "L’autentica bellezza schiude il cuore umano alla nostalgia, al desiderio profondo di conoscere, di amare, di andare verso l’A ltro, verso l’Oltre da sé".
Giulia Galeotti, L'Osservatore Romano
Giulia Galeotti, L'Osservatore Romano
Messaggio del Papa ai vescovi dell’Africa orientale: continuate a portare la parola liberante del Vangelo alle donne e agli uomini del continente
Continuate a portare “la parola liberante del Vangelo” alle donne e agli uomini dell’Africa: è quanto sottolinea Benedetto XVI, in un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, rivolto all’Amecea, l’Associazione delle Conferenze Episcopali dell’Africa orientale riunita in questi giorni in Kenya, per la sua 17° Assemblea plenaria. Nel testo, indirizzato all’arcivescovo di Nairobi, John Njue, il Papa auspica che, attraverso l’incontro con Cristo, i fedeli africani “possano rispondere con saggezza, carità e coraggio agli eventi e alle sfide” che devono affrontare quotidianamente. Il Pontefice si congratula inoltre con i presuli africani per il 50° anniversario di fondazione dell’Amecea. L’organizzazione, fondata nel 1961, riunisce i vescovi di Kenya, Uganda, Sudan, Eritrea, Etiopia, Tanzania, Malawi e Zambia, sta celebrando questa ricorrenza durante l'Assemblea plenaria apertasi il 29 giugno presso l’Università cattolica di Nairobi e che si concluderà il 7 luglio. L’assemblea, alla quale stanno partecipando 350 delegati, è stata inaugurata da un conferenza dal titolo “Amecea, famiglia di Dio. Un giubileo d’oro di evangelizzazione nella solidarietà”. All’apertura dei lavori era presente il presidente del Kenya, Mwai Kibaki, che ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra Stato e Chiesa per migliorare le condizioni della popolazione. “Mentre la Chiesa occidentale si confronta con sfide demografiche a volte cariche di nostalgia e sofferenza, in questi Paesi si riscontra una crescita, anche solo quantitativa, impressionante”, ha detto all’agenzia Fides padre Piergiorgio Gamba, missionario confortano che opera in Malawi da oltre 30 anni, che aggiunge: “Negli otto Paesi facenti parti dell’Amecea, dal 1961 al 2011 si è passati da 30 milioni di abitanti a 261 milioni, di cui 47 milioni sono cattolici, con 116 vescovi, 8.696 preti, 7.146 fratelli religiosi e 20.773 suore”. Tra i diversi temi in discussione nella Plenaria: la Chiesa e i media, la formazione dei preti e la preparazione di centri pastorali di formazione, l'apertura di una nuova università cattolica e il futuro delle scuole cattoliche, la Parola di Dio e l’inculturazione.
Radio Vaticana, Vatican Insider
Radio Vaticana, Vatican Insider
Il Papa a Lamezia Terme e Serra San Bruno. Incontro del vescovo con le istituzioni della Calabria: evento che costituisce una svolta per la regione
“La presenza del Papa in terra di Calabria e tutta la Chiesa valgono molto di più delle somme che saranno spese. Un evento del genere e la storia stessa della Chiesa non si possono ridurre certo ad una mera valutazione economica”. Lo ha detto questa mattina mons. Luigi Cantafora, vescovo di Lamezia Terme, incontrando il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, ed il presidente del Consiglio regionale, Franco Talarico, per discutere dell’organizzazione della visita di Benedetto XVI in Calabria, domenica 9 ottobre. Due le tappe in programma: Lamezia Terme e la Certosa di Serra San Bruno. Il governatore ha sottolineato che tra i punti all’ordine del giorno della riunione del Consiglio regionale dell’11 luglio ci sarà anche la voce riguardante lo stanziamento di 500mila euro per la visita papale. Un intervento “corposo – ha precisato – adeguato a quello che è un fatto storico per la nostra terra”. Durante l’incontro, mons. Cantafora ha spiegato che la visita “non è un fatto locale e localistico, ma va al di là dei soliti provincialismi”: “La visita non può non interessare le istituzioni, si tratta di un evento che costituisce una svolta per la nostra regione”. Scopelliti ha definito questo appuntamento “un momento di grande condivisione e di grande speranza, da costruire con la giusta attenzione ed energia”. Il presidente del Consiglio regionale si è invece augurato che la venuta del Papa “sia da sprone per un forte risveglio delle coscienze”. A conclusione dell’incontro mons. Cantafora ha esortato i due rappresentanti della Regione a tenere “in grande considerazione una tematica come la sanità che interessa la salute e il benessere di tutti i cittadini”, tenendo “sempre presente la centralità della persona in ogni azione politica”.
SIR
SIR
Inaugurazione della mostra 'Lo splendore della verità, la bellezza della carità'. Benedetto XVI visita uno per uno i 60 stand
Sessanta artisti per altrettanti anni di sacerdozio. È l'omaggio del mondo della cultura a Benedetto XVI, che mercoledì scorso ha celebrato il suo 60° anniversario di Ordinazione sacerdotale. A promuoverlo è il Pontificio Consiglio della Cultura, attraverso la mostra dal titolo "Lo splendore della verità, la bellezza della carità", che il Papa ha inaugurato questo mattina nell'atrio dell'Aula Paolo VI. L’incontro è stato introdotto da un’esecuzione del Padre Nostro al pianoforte da parte del Maestro Arvo Part e chiuso dalla trasmissione di un filmato del regista Pupi Avati. Benedetto XVI ha poi sostato vicino agli stand, uno per ogni firma, e ha dialogato con gli autori. Complice la comune lingua tedesca, ha parlato a lungo con la fotografa austriaca Claudia Henzler, che in cinque scatti in bianco e nero ha immortalato il dramma e la speranza dellepopolazioni di Haiti dopo il devastante terremoto del 2010. L'incontro con gli artisti del 21 novembre 2009 nella Cappella Sistina è stato ricordato dal card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, nel suo indirizzo d'omaggio. Il porporato ha messo l'accento sul rinnovato incontro del Papa con gli artisti per un'occasione così lieta come il 60° di sacerdozio: “E’ così che oggi sono ritornati davanti a lei 60 artisti, rappresentanti di tutte le iridescenze delle arti, delle culture e dei popoli, ciascuno con un dono creato dalle loro menti e dai loro cuori”. Questo pomeriggio, inaugurazione ad inviti per le istituzioni, e da domani, accesso per tutti, libero e gratuito, dalle 10 alle 19, dal lunedì al sabato, fino al 4 settembre.
L'Unico, Radio Vaticana
L'Unico, Radio Vaticana
Il Papa: artisti non scindete mai la creatività artistica dalla verità e dalla carità, non cercate mai la bellezza lontano dalla verità e dalla carità
Questa mattina Benedetto XVI si è recato nell’Atrio dell’Aula Paolo VI per inaugurare la mostra in Suo onore "Lo splendore della verità, la bellezza della carità - Omaggio degli artisti a Benedetto XVI per il 60° di Sacerdozio". La mostra promossa dal Pontificio Consiglio della Cultura, con la partecipazione di 60 artisti di fama internazionale, rimarrà in esposizione in Vaticano da domani 5 luglio, fino al 4 settembre 2011. Il Papa ha rivolto un discorso ai numerosi artisti presenti che hanno risposto all’invito del presidente del dicastero della cultura, card. Gianfranco Ravasi, di festeggiare l’anniversario del Santo Padre con un’opera artistica segno di affetto e riconoscenza nei suoi confronti. “Il nostro odierno incontro, in cui ho la gioia e la curiosità di ammirare le vostre opere, vuole essere una nuova tappa di quel percorso di amicizia e di dialogo che abbiamo intrapreso il 21 novembre del 2009, nella Cappella Sistina, un evento che porto ancora impresso nell’animo. La Chiesa e gli artisti tornano ad incontrarsi, a parlarsi”.
Benedetto XVI ha quindi affermato che Chiesa ed artisti, anche con eventi come questi, tornano “a sostenere la necessità di un colloquio che vuole e deve diventare sempre più intenso e articolato, anche per offrire alla cultura, anzi alle culture del nostro tempo un esempio eloquente di dialogo fecondo ed efficace, orientato a rendere questo nostro mondo più umano e più bello”. “Voi oggi mi presentate il frutto della vostra creatività, della vostra riflessione, del vostro talento, espressioni dei vari ambiti artistici che qui rappresentate – ha proseguito Benedetto XVI -: pittura, scultura, architettura, oreficeria, fotografia, cinema, musica, letteratura e poesia. Prima di ammirarle insieme a voi, permettetemi di fermarmi solo un momento sul suggestivo titolo di questa Esposizione: ‘Lo splendore della verità, la bellezza della carità’”. Il Papa ha quindi riflettuto sul rapporto verità-carità, richiamando un’affermazione formulata nell'omelia della Messa pro eligendo pontifice: “Fare la verità nella carità”, definendola come “una formula fondamentale dell’esistenza cristiana”. “E’ proprio dall’unione, vorrei dire dalla sinfonia, dalla perfetta armonia di verità e carità, che emana l’autentica bellezza, capace di suscitare ammirazione, meraviglia e gioia vera nel cuore degli uomini. Il mondo in cui viviamo ha bisogno che la verità risplenda e non sia offuscata dalla menzogna o dalla banalità; ha bisogno che la carità infiammi e non sia sopraffatta dall’orgoglio e dall’egoismo”.
“Abbiamo bisogno – ha detto ancora – che la bellezza della verità e della carità colpisca l’intimo del nostro cuore e lo renda più umano”. Quindi, ha rinnovato agli artisti “un amichevole e appassionato appello”: “Non scindete mai la creatività artistica dalla verità e dalla carità, non cercate mai la bellezza lontano dalla verità e dalla carità, ma con la ricchezza della vostra genialità, del vostro slancio creativo, siate sempre, con coraggio, cercatori della verità e testimoni della carità”. Fate “risplendere la verità nelle vostre opere”, ha detto ancora il Papa. Ed ha esortato a fare in modo che la bellezza di queste opere “susciti nello sguardo e nel cuore di chi le ammira il desiderio e il bisogno di rendere bella e vera l’esistenza”, arricchendola con il tesoro della carità: “Lo Spirito Santo, artefice di ogni bellezza che è nel mondo, vi illumini sempre e vi guidi verso la Bellezza ultima e definitiva, quella che scalda la nostra mente e il nostro cuore e che attendiamo di poter contemplare un giorno in tutto il suo splendore. Ancora una volta, grazie per la vostra amicizia, per la vostra presenza e perché portate nel mondo un raggio di questa Bellezza, che è Dio”.
SIR, Radio Vaticana
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA "LO SPLENDORE DELLA VERITÀ, LA BELLEZZA DELLA CARITÀ - OMAGGIO DEGLI ARTISTI A BENEDETTO XVI PER IL 60° DI SACERDOZIO" (VATICANO, ATRIO AULA PAOLO VI) - il testo integrale del saluto del Papa
Benedetto XVI ha quindi affermato che Chiesa ed artisti, anche con eventi come questi, tornano “a sostenere la necessità di un colloquio che vuole e deve diventare sempre più intenso e articolato, anche per offrire alla cultura, anzi alle culture del nostro tempo un esempio eloquente di dialogo fecondo ed efficace, orientato a rendere questo nostro mondo più umano e più bello”. “Voi oggi mi presentate il frutto della vostra creatività, della vostra riflessione, del vostro talento, espressioni dei vari ambiti artistici che qui rappresentate – ha proseguito Benedetto XVI -: pittura, scultura, architettura, oreficeria, fotografia, cinema, musica, letteratura e poesia. Prima di ammirarle insieme a voi, permettetemi di fermarmi solo un momento sul suggestivo titolo di questa Esposizione: ‘Lo splendore della verità, la bellezza della carità’”. Il Papa ha quindi riflettuto sul rapporto verità-carità, richiamando un’affermazione formulata nell'omelia della Messa pro eligendo pontifice: “Fare la verità nella carità”, definendola come “una formula fondamentale dell’esistenza cristiana”. “E’ proprio dall’unione, vorrei dire dalla sinfonia, dalla perfetta armonia di verità e carità, che emana l’autentica bellezza, capace di suscitare ammirazione, meraviglia e gioia vera nel cuore degli uomini. Il mondo in cui viviamo ha bisogno che la verità risplenda e non sia offuscata dalla menzogna o dalla banalità; ha bisogno che la carità infiammi e non sia sopraffatta dall’orgoglio e dall’egoismo”.
“Abbiamo bisogno – ha detto ancora – che la bellezza della verità e della carità colpisca l’intimo del nostro cuore e lo renda più umano”. Quindi, ha rinnovato agli artisti “un amichevole e appassionato appello”: “Non scindete mai la creatività artistica dalla verità e dalla carità, non cercate mai la bellezza lontano dalla verità e dalla carità, ma con la ricchezza della vostra genialità, del vostro slancio creativo, siate sempre, con coraggio, cercatori della verità e testimoni della carità”. Fate “risplendere la verità nelle vostre opere”, ha detto ancora il Papa. Ed ha esortato a fare in modo che la bellezza di queste opere “susciti nello sguardo e nel cuore di chi le ammira il desiderio e il bisogno di rendere bella e vera l’esistenza”, arricchendola con il tesoro della carità: “Lo Spirito Santo, artefice di ogni bellezza che è nel mondo, vi illumini sempre e vi guidi verso la Bellezza ultima e definitiva, quella che scalda la nostra mente e il nostro cuore e che attendiamo di poter contemplare un giorno in tutto il suo splendore. Ancora una volta, grazie per la vostra amicizia, per la vostra presenza e perché portate nel mondo un raggio di questa Bellezza, che è Dio”.
SIR, Radio Vaticana
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA "LO SPLENDORE DELLA VERITÀ, LA BELLEZZA DELLA CARITÀ - OMAGGIO DEGLI ARTISTI A BENEDETTO XVI PER IL 60° DI SACERDOZIO" (VATICANO, ATRIO AULA PAOLO VI) - il testo integrale del saluto del Papa
Santa Sede: illegittima l'ordinazione episcopale di mons. Lei Shiyin, atto unilaterale che semina divisione e che ha amareggiato profondamente il Papa
Forte condanna è stata espressa oggi dalla Santa Sede dell’ordinazione episcopale di mons. Paolo Lei Shiyin, avvenuta il 29 giugno e “conferita senza il mandato apostolico”. “Un atto unilaterale, che semina divisione” e che “ha amareggiato profondamente” Benedetto XVI. Per la Santa Sede mons. Lei Shiyin, “ordinato senza mandato pontificio e quindi illegittimamente, è privo dell’autorità di governare la comunità cattolica diocesana”. “Restano fermi – prosegue il testo - gli effetti della sanzione in cui egli è incorso per la violazione della norma del canone 1382 del Codice di Diritto Canonico. Lo stesso Rev. Lei Shiyin era stato informato da tempo che non poteva essere accettato dalla Santa Sede come candidato episcopale, a causa di motivi comprovati e molto gravi”. Sanzioni canoniche sono previste anche per i vescovi consacranti. “Un’ordinazione episcopale senza mandato pontificio si oppone direttamente al ruolo spirituale del Sommo Pontefice e danneggia l’unità della Chiesa – si legge nella nota vaticana - l’ordinazione di Leshan è stata un atto unilaterale, che semina divisione e, purtroppo, produce lacerazioni e tensioni nella comunità cattolica in Cina. La sopravvivenza e lo sviluppo della Chiesa possono avvenire soltanto nell’unione a colui al quale, per primo, è affidata la Chiesa stessa, e non senza il suo consenso, come invece è avvenuto a Leshan”. “Se si vuole che la Chiesa in Cina sia cattolica, si devono rispettare la dottrina e la disciplina della Chiesa. L’ordinazione episcopale di Leshan – conclude il comunicato - ha amareggiato profondamente il Santo Padre, il quale desidera far giungere agli amati fedeli in Cina una parola di incoraggiamento e di speranza, invitandoli a pregare e ad essere uniti”.
SIR
STATEMENT OF THE HOLY SEE: EPISCOPAL ORDINATION IN THE DIOCESE OF LESHAN (PROVINCE OF SICHUAN, MAINLAND CHINA)
SIR
STATEMENT OF THE HOLY SEE: EPISCOPAL ORDINATION IN THE DIOCESE OF LESHAN (PROVINCE OF SICHUAN, MAINLAND CHINA)
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