domenica 1 gennaio 2012

Eretto negli Stati Uniti per gli ex anglicani l’Ordinariato di The Chair of Saint Peter. Benedetto XVI nomina primo ordinario Jeffrey Neil Steenson

Il primo Ordinariato negli Stati Uniti per gli anglicani divenuti cattolici è stato eretto dal Vaticano. La Congregazione per la Dottrina della Fede, a norma della Costituzione Apostolica "Anglicanorum coetibus", ha infatti eretto l'Ordinariato Personale di The Chair of Saint Peter nel territorio della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d'America. Un centinaio di pastori e 2.000 fedeli ex anglicani potrebbero essere i primi membri a essere accolti nell’Ordinariato. Nel primo giorno del 2012 il Papa ha nominato primo ordinario il reverendo Jeffrey Steenson. Già vescovo episcopaliano, il reverendo Steenson ha 59 anni, è sposato e ha tre figli. Nel 2009 è stato ordinato sacerdote cattolico. Padre Jeffrey Steenson è stato determinante nei mesi scorsi nell’impostazione del programma che si è tenuto presso il Saint Mary’s Seminary di Huston per il clero anglicano che intenda diventare cattolico. Una formazione di nove mesi concentrata sulle “aree delle storiche divergenze teologiche" tra la Chiesa Cattolica e quella anglicana.

Corriere della Sera.it

RINUNCE E NOMINE

Napolitano al Papa: condivido l'invito a guardare il 2012 con atteggiamento fiducioso, dai giovani l'aspirazione per una speranza fondata verso futuro

"Ho letto con grande attenzione il messaggio che Vostra Santità ha voluto formulare in occasione della celebrazione della 45° Giornata Mondiale della Pace, ponendo al centro della propria riflessione il tema dell'educazione dei giovani ai valori fondamentali della giustizia e della pace". E' il messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (foto) a Papa Benedetto XVI in occasione della Giornata Mondiale della Pace. ''Condivido innanzitutto l'invito, con cui si apre il Suo messaggio, a guardare il 2012 con un atteggiamento fiducioso, pur essendo ben comprensibile 'il senso di frustrazione per la crisi che sta assillando la società, il mondo del lavoro e l'economia'. E non c'è dubbio che dai giovani venga l'aspirazione a poter rivolgersi 'con speranza fondata' verso il futuro'', ha scritto Napolitano. "Non posso dunque non ribadire anch'io l'importanza di una rinnovata attenzione che tutte le componenti della società debbono dedicare alle ansie e ai problemi delle giovani generazioni", sottolinea il capo dello Stato. "L'Italia, che ha appena celebrato i 150 anni dell'Unità nazionale, deve volgersi con la massima sollecitudine ai giovani, perché non vi è futuro per un Paese che non sappia salvaguardare il proprio capitale umano più vitale - continua - Ed è indiscutibilmente dall'educazione che è destinato a partire un impegno comune: chiamando ad esercitare il proprio ruolo in questo campo la famiglia, le istituzioni che hanno compiti propriamente educativi e, in generale, i responsabili politici dalle cui scelte possono trarre sostegno e forza sia le famiglie sia le istituzioni educative". "Ma altamente apprezzabile è anche l'appello, contenuto nel Suo messaggio, ai giovani affinché abbiano 'il coraggio di vivere prima di tutto essi stessi ciò che chiedono a coloro che li circondano' e si considerino anche loro 'responsabili della propria educazione e formazione alla giustizia e alla pace'. Infine - aggiunge Napolitano - non occorre che io sottolinei la drammaticità con cui ancora si presentano nel mondo d'oggi le questioni della guerra e della pace: e della pace - il Suo messaggio lo dice con esemplare chiarezza - non come 'semplice assenza di guerra' ma come 'rispetto della dignità delle persone e dei popoli, assidua pratica della fratellanza'". "Con queste ragioni di speranza e nella certezza di farmi interprete dei più profondi sentimenti del popolo italiano - conclude il presidente della Repubblica - Le rivolgo, Santità, un fervido e sincero augurio per la prosecuzione della Sua alta missione apostolica".

TMNews

Messaggio del presidente Napolitano a Sua Santità Benedetto XVI in occasione della Giornata Mondiale della Pace

Benedetto XVI: deferente augurio al presidente della Repubblica, al popolo italiano formulo ogni miglior auspicio di pace e di prosperità per il 2012

"Cari fratelli e sorelle, in questi giorni ho ricevuto numerosi messaggi augurali: ringrazio tutti con affetto, specialmente per il dono della preghiera". Sono le parole di Benedetto XVI pronunciate oggi dopo il primo Angelus del 2012 davanti alla gremita Piazza San Pietro. "Un deferente augurio - ha detto il Papa - desidero indirizzare al signor presidente della Repubblica italiana, mentre all'intero popolo italiano formulo ogni miglior auspicio di pace e di prosperità per l'anno appena iniziato". Ieri, nel tradizionale discorso di fine anno in diretta a reti unificate il presidente Napolitano ha ricordato le recenti parole del Pontefice. "Occorre una nuova 'forza motivante' perchè si sprigioni e operi la volontà collettiva indispensabile - ha detto Napolitano - occorrono coraggio civile e sguardo rivolto con 'speranza fondata verso il futuro'. Questo ci hanno detto nei giorni natalizi alte voci spirituali". Infine, ha salutato tutte le iniziative promosse per la Giornata mondiale della pace ricordando la Marcia di Brescia, organizzata da Pax Christi e Caritas, e quella di Roma dalla Comunità di Sant’Egidio, senza dimenticare i giovani dell’Opera Don Orione e le famiglie del Movimento dell’Amore Familiare, che stanotte hanno vegliato in preghiera in Piazza San Pietro.

TMNews, Radio Vaticana

Il Papa: la pace non è mai un bene raggiunto pienamente, ma una meta a cui dobbiamo aspirare e per la quale dobbiamo operare con costanza e pazienza

Al termine della Celebrazione Eucaristica nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, 45° Giornata Mondiale della Pace, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per la recita l’Angelus con i fedeli e i pellegrini presenti in Piazza San Pietro. Il Papa è tornato a ribadire l’urgenza di offrire ai giovani nuove opportunità per la loro vita: "I giovani guardano oggi con una certa apprensione al futuro, manifestando aspetti della loro vita che meritano attenzione, come il desiderio di ricevere una formazione che li prepari in modo più profondo ad affrontare la realtà, la difficoltà a formare una famiglia e a trovare un posto stabile di lavoro, l’effettiva capacità di contribuire al mondo della politica, della cultura e dell’economia per la costruzione di una società dal volto più umano e solidale”. Dal Papa un invito “ad avere la pazienza e la costanza di ricercare la giustizia e la pace, di coltivare il gusto per ciò che è retto e vero”. “La pace – ha sostenuto il Santo Padre - non è mai un bene raggiunto pienamente, ma una meta a cui tutti dobbiamo aspirare e per la quale tutti dobbiamo operare. Preghiamo perché, nonostante le difficoltà che talvolta rendono arduo il cammino, questa profonda aspirazione si traduca in gesti concreti di riconciliazione, di giustizia e di pace. Preghiamo anche perché i responsabili delle Nazioni rinnovino la disponibilità e l’impegno ad accogliere e favorire questo insopprimibile anelito dell’umanità”. Benedetto XVI ha quindi affidato “questi auspici all’intercessione della Madre del ‘Re della pace’, affinché l’anno che inizia sia un tempo di speranza e di pacifica convivenza per il mondo intero”. Nei saluti nelle varie lingue ha lanciato un appello ai responsabili delle nazioni perché s’impegnino per la pace: “cessino le guerre, le divisioni e le inimicizie tra gli uomini” – è stato il suo auspicio – ci sia “riconciliazione e perdono nelle aree di conflitto” e “una più giusta distribuzione delle risorse della terra”. La “Regina della Pace – è stata la sua preghiera - guardi con tenerezza tutti i bambini segnati dalla violenza, dalla guerra, dalle persecuzioni e che sono alla ricerca di un mondo più fraterno!”.

SIR, Radio Vaticana

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS

Il Papa: è Gesù la misericordia e la pace che il mondo da sé non può darsi e di cui ha bisogno sempre come e più del pane. Educare i giovani alla pace

Questa mattina, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Santa Messa della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio nell’ottava di Natale, 45° Giornata Mondiale della Pace sul tema "Educare i giovani alla giustizia e alla pace". Hanno concelebrato con il Papa il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, mons. Giovanni Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato, mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e mons. Pier Luigi Celata, Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. “Per essere benedetti bisogna stare alla presenza di Dio, ricevere su di sé il suo Nome e rimanere nel cono di luce che parte dal suo Volto, nello spazio illuminato dal suo sguardo, che diffonde grazia e pace”, ha esordito nell'omelia Benedetto XVI. “La prima ad essere ricolmata di questa benedizione – ha sottolineato il Papa - è stata Maria, la vergine, sposa di Giuseppe, che Dio ha prescelto dal primo istante della sua esistenza per essere la madre del suo Figlio fatto uomo”. “Il mistero della sua divina maternità, che oggi celebriamo – ha aggiunto -, contiene in misura sovrabbondante quel dono di grazia che ogni maternità umana porta con sé, tanto che la fecondità del grembo è sempre stata associata alla benedizione di Dio. La Madre di Dio è la prima benedetta ed è Colei che porta la benedizione; è la donna che ha accolto Gesù in sé e lo ha dato alla luce per tutta la famiglia umana”. Maria è “madre e modello della Chiesa”, che a sua volta “partecipa al mistero della divina maternità, mediante la predicazione, che sparge nel mondo il seme del Vangelo, e mediante i sacramenti, che comunicano agli uomini la grazia e la vita divina”. “Come Maria, la Chiesa è mediatrice della benedizione di Dio per il mondo: la riceve accogliendo Gesù e la trasmette portando Gesù. E’ Lui la misericordia e la pace che il mondo da sé non può darsi e di cui ha bisogno sempre come e più del pane”. “La pace, nel suo senso più pieno e più alto – ha osservato il Pontefice -, è la somma e la sintesi di tutte le benedizioni. Per questo quando due persone amiche si incontrano si salutano augurandosi vicendevolmente la pace. Anche la Chiesa, nel primo giorno dell’anno, invoca in modo speciale questo bene sommo, e lo fa, come la Vergine Maria, mostrando a tutti Gesù”, perché “Egli è la nostra pace” e al tempo stesso è la “via” attraverso la quale “gli uomini e i popoli possono raggiungere questa meta, a cui tutti aspiriamo”. Ricordando che oggi si celebra la Giornata Mondiale della Pace, il Santo Padre ha evidenziato che “educare i giovani alla giustizia e alla pace” è “compito che riguarda ogni generazione, e, grazie a Dio, la famiglia umana, dopo le tragedie delle due grandi guerre mondiali, ha mostrato di esserne sempre più consapevole, come attestano, da una parte, dichiarazioni e iniziative internazionali e, dall’altra, l’affermarsi tra i giovani stessi, negli ultimi decenni, di tante e diverse forme di impegno sociale in questo campo”. Per la comunità ecclesiale “educare alla pace rientra nella missione ricevuta da Cristo, fa parte integrante dell’evangelizzazione, perché il Vangelo di Cristo è anche il Vangelo della giustizia e della pace”. Ma la Chiesa, negli ultimi tempi, “si è fatta interprete di una esigenza che coinvolge tutte le coscienze più sensibili e responsabili per le sorti dell’umanità: l’esigenza di rispondere ad una sfida decisiva che è appunto quella educativa”. “Di fronte alle ombre che oggi oscurano l’orizzonte del mondo – ha spiegato Benedetto XVI -, assumersi la responsabilità di educare i giovani alla conoscenza della verità, ai valori fondamentali dell’esistenza, alle virtù intellettuali, teologali e morali, significa guardare al futuro con speranza”. E in questo impegno per un’educazione integrale, “entra anche la formazione alla giustizia e alla pace. I ragazzi e le ragazze di oggi crescono in un mondo che è diventato, per così dire, più piccolo, dove i contatti tra le differenti culture e tradizioni, anche se non sempre diretti, sono costanti”. Per loro, oggi più che mai, è “indispensabile imparare il valore e il metodo della convivenza pacifica, del rispetto reciproco, del dialogo e della comprensione. I giovani sono per loro natura aperti a questi atteggiamenti, ma proprio la realtà sociale in cui crescono può portarli a pensare e ad agire in modo opposto, persino intollerante e violento”. Secondo il Papa, “solo una solida educazione della loro coscienza può metterli al riparo da questi rischi e renderli capaci di lottare sempre e soltanto contando sulla forza della verità e del bene. Questa educazione parte dalla famiglia e si sviluppa nella scuola e nelle altre esperienze formative”. Si tratta essenzialmente “di aiutare i bambini, i ragazzi, gli adolescenti, a sviluppare una personalità che unisca un profondo senso della giustizia con il rispetto dell’altro, con la capacità di affrontare i conflitti senza prepotenza, con la forza interiore di testimoniare il bene anche quando costa sacrificio, con il perdono e la riconciliazione. Così potranno diventare uomini e donne veramente pacifici e costruttori di pace”. In quest’opera educativa verso le nuove generazioni, “una responsabilità particolare spetta anche alle comunità religiose. Ogni itinerario di autentica formazione religiosa accompagna la persona, fin dalla più tenera età, a conoscere Dio, ad amarlo e a fare la sua volontà. Dio è amore, è giusto e pacifico, e chi vuole onorarlo deve anzitutto comportarsi come un figlio che segue l’esempio del padre”. In Dio “giustizia e misericordia convivono perfettamente”. In questi giorni “la Chiesa celebra il grande mistero dell’Incarnazione: la verità di Dio è germogliata dalla terra e la giustizia si è affacciata dal cielo, la terra ha dato il suo frutto. Dio ci ha parlato nel suo Figlio Gesù. Ascoltiamo che cosa dice Dio: ‘egli annuncia la pace’. Gesù è una via praticabile, aperta a tutti. È la via della pace. Oggi la Vergine Madre ce lo indica, ci mostra la Via: seguiamola! E tu, Santa Madre di Dio, accompagnaci con la tua protezione”.

SIR, Radio Vaticana

SANTA MESSA NELLA SOLENNITÀ DI MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO E NELLA XLV GIORNATA MONDIALE DELLA PACE - il testo integrale dell'omelia del Papa