mercoledì 19 dicembre 2012

Nel 2012 in aumento il numero di fedeli partecipanti alle Udienze generali di Benedetto XVI: 447mila nei 43 incontri settimanali, lo scorso anno 'solo' 400mila

Con quella odierna si sono concluse le Udienze generali del Papa per l'anno corrente. Mercoledì prossimo, infatti, cade di 26 dicembre e il Papa, anziché presiedere l'Udienza, come di consueto reciterà l'Angelus. "Agli incontri settimanali del mercoledì in piazza San Pietro, nell'Aula Paolo VI e nel cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo hanno partecipato quest'anno circa 447 mila persone", rende noto L'Osservatore Romano, citando dati della Prefettura della Casa Pontificia, solitamente pubblicati a ridosso del 31 dicembre. "Il maggior afflusso di fedeli si è registrato nel mese di ottobre scorso con 90.000 presenze; il mese con minore partecipazione è stato agosto con 10.500 persone". L'anno scorso quattrocentomila persone avevano partecipato alle 45 Udienze generali del Papa.

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Due nuovi tweet del Papa: la fede ha momenti di luce ma anche di buio, lasciati guidare dalla Parola di Dio, la vera gioia viene dall'unione con Dio. Superati i 2 milioni e 70mila follower

Al termine dell'Udienza generale di stamani, Benedetto XVI ha lanciato altri due tweet. Nel primo "cinguettio" afferma che “La fede di ognuno ha momenti di luce, ma anche di buio. Se vuoi camminare sempre nella luce – esorta - lasciati guidare dalla Parola di Dio”. Nel secondo tweet di oggi, Benedetto XVI sottolinea che “Maria vive con gioia l’annuncio che sarà madre di Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo. La vera gioia – è il suo commento - viene dall’unione con Dio”. Si tratta del sesto tweet del Papa da mercoledì scorso. Nelle 8 lingue dell'account @Pontifex, Benedetto XVI ha superato i 2 milioni e 70mila follower, ossia persone che lo seguono. In lingua inglese i follower superano il milione e 200mila, in lingua spagnola i 465mila, in italiano i 200mila. Parlando ai microfoni di Radio Vaticana, Chiara Amirante, fondatrice della Comunità Nuovi Orizzonti, ha invitato i cattolici ad accompagnare Benedetto XVI nella sua missione nel continente digitale: noi cristiani, afferma, “siamo molto assenti” nei social network, mentre “i profeti di menzogna sono molto presenti e aggressivi” e fanno “sempre più rumore” delle tante persone che desiderano ascoltare il Papa. "Per questo - conclude Chiara Amirante - occorre esserci e annunciare efficacemente la Buona Notizia anche nel web".

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Benedetto XVI saluta la comunità dei Legionari di Cristo e gli Zampognari del Matese, di Boiano: rendere più intenso l’impegno di preghiera e di opere buone affinché il Natale riempia i cuori della gioia che solo Cristo può dare

Il Papa ha salutato "la Comunità dei Legionari di Cristo con i sacerdoti novelli" a conclusione dell'ultima Udienza generale dell'anno. Mercoledì prossimo, 26 dicembre, festa di Santo Stefano, Papa Ratzinger reciterà l'Angelus. Benedetto XVI ha salutato, tra gli altri, anche "gli zampognari del Matese, di Boiano, accompagnati dall'arcivescovo di Campobasso Mons. Giancarlo Bregantini". "Tutti - ha detto il Papa - esorto a rendere più intenso in questi giorni l'impegno di preghiera e di opere buone, affinché il Natale riempia i nostri cuori della gioia che solo Cristo può dare".

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Il Papa: la gloria di Dio prende dimora nel grembo di una vergine, si rivela nella povertà di un bambino. L’onnipotenza di Dio, anche nella nostra vita, agisce con la forza, spesso silenziosa, della verità e dell’amore. La fede ci dice che l’indifesa potenza di quel Bambino alla fine vince il rumore delle potenze del mondo

Udienza generale, la 43° e ultima del 2012, questa mattina nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nella catechesi il Papa si è soffermato sul mistero del Natale ormai prossimo. L’inizio del Vangelo è un saluto. “Rallegrati, piena di grazia”. Benedetto XVI ha aperto la sua meditazione sulla fede di Maria partendo da quel giorno di Nazareth, in cui le parole di un angelo raccontano che la storia umana è sul punto di cambiare: “Il saluto dell’angelo a Maria è quindi un invito alla gioia, ad una gioia profonda, annuncia la fine della tristezza che c’è nel mondo di fronte al limite della vita, alla sofferenza, alla morte, alla cattiveria, al buio del male che sembra oscurare la luce della bontà divina. E’ un saluto che segna l’inizio del Vangelo, della Buona Novella”. La risposta di Maria all’invito del messaggero celeste è nota: docilità, libera sottomissione “alla parola ricevuta”. La gioia nominata dall’angelo, ha affermato il Papa, “proviene dalla grazia”, dall’avere “una connessione vitale” con Dio. E tuttavia, ha aggiunto, “l’apertura dell’anima a Dio e alla sua azione nella fede include anche l’elemento dell’oscurità...Ma proprio colui che - come Maria – è aperto in modo totale a Dio, giunge ad accettare il volere divino, anche se è misterioso, anche se spesso non corrisponde al nostro proprio volere...Così è per Maria, la sua fede vive la gioia dell’Annunciazione, ma passa anche attraverso il buio della crocifissione del Figlio, per poter giungere fino alla luce della Risurrezione”. Benedetto XVI ha ricordato il parallelismo tra la vicenda di Maria e quella di Abramo. Anche il Patriarca si fida in modo totale e assoluto dell’angelo di Dio che gli chiede di sacrificare il figlio Isacco. Ciò, ha osservato il Pontefice, insegna ai cristiani cosa significhi credere anche quando “Dio sembra assente” dalla vita di ciascuno: “Ma quanto più ci apriamo a Dio, accogliamo il dono della fede, poniamo totalmente in Lui la nostra fiducia - come Abramo e come Maria - tanto più Egli ci rende capaci, con la sua presenza, di vivere ogni situazione della vita nella pace e nella certezza della sua fedeltà e del suo amore. Questo però significa uscire da sé stessi e dai propri progetti, perché la Parola di Dio sia la lampada che guida i nostri pensieri e le nostre azioni”. Benedetto XVI si è soffermato poi sull’episodio del ritrovamento di Gesù dodicenne nel tempio, da parte di Maria e Giuseppe. È in quel momento, indica il Papa che la fede di Maria “deve accettare che la precedenza l’abbia il Padre vero e proprio di Gesù”. Un momento doloroso di distacco che toccherà il suo culmine sul Calvario. Nonostante tutto, la fede della vergine resta “salda”. Perché?, si è chiesto il Papa. La risposta sta nel modo in cui Ella ha replicato al quel saluto dell’angelo: “Nell’Annunciazione Ella rimane turbata ascoltando le parole dell’angelo - è il timore che l’uomo prova quando viene toccato dalla vicinanza di Dio –, ma non è l’atteggiamento di chi ha paura davanti a ciò che Dio può chiedere...Maria non si ferma ad una prima comprensione superficiale di ciò che avviene nella sua vita, ma sa guardare in profondità, si lascia interpellare dagli eventi, li elabora, li discerne, e acquisita quella comprensione che solo la fede può garantire. E’ l’umiltà profonda della fede obbediente di Maria, che accoglie in sé anche ciò che non comprende dell’agire di Dio, lasciando che sia Dio ad aprirle la mente e il cuore”. “Quella stessa umiltà e obbedienza di fede” è ciò che Benedetto XVI ha augurato che il Natale porti ai credenti: “La gloria di Dio non si manifesta nel trionfo e nel potere di un re, non risplende in una città famosa, in un sontuoso palazzo, ma prende dimora nel grembo di una vergine, si rivela nella povertà di un bambino. L’onnipotenza di Dio, anche nella nostra vita, agisce con la forza, spesso silenziosa, della verità e dell’amore. La fede ci dice, allora, che l’indifesa potenza di quel Bambino alla fine vince il rumore delle potenze del mondo”.

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L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa
 

Il Papa accetta la rinuncia al governo pastorale della Chiesa Caldea del card. Emmanuel III Delly, patriarca di Babilonia dei Caldei. Il 28 gennaio a Roma il Sinodo dei vescovi per l'elezione del successore

Il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Chiesa Caldea presentata dal card. Emmanuel III Delly (foto), patriarca di Babilonia dei Caldei (Iraq), ed ha convocato a Roma per il prossimo 28 gennaio il Sinodo dei vescovi di questa Chiesa per l'elezione del successore, incaricando a presiederlo il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. A norma del diritto, l'amministratore della Chiesa Caldea fino all'elezione del nuovo patriarca è il vescovo di Curia Jacques Ishaq, arcivescovo titolare di Nisibi dei Caldei. Il cardinale Emmanuel III Delly, nato 85 anni fa a Telkaif nell’Arcieparchia di Mossul dei Caldei, era stato eletto patriarca a Roma il 3 dicembre 2003. Nello stesso giorno Giovanni Paolo II gli aveva concesso la "ecclesiastica communio". Benedetto XVI lo ha creato cardinale nel Concistoro del 24 novembre 2007. E’ stato presidente di diritto dell’Assemblea dei vescovi cattolici dell’Iraq (Aeci) durante il servizio patriarcale e ha rappresentato la comunità cattolica nei contatti con le autorità civili irachene.

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RINUNCE E NOMINE (CONTINUAZIONE)

Promozioni, declassamenti, sorprese: un bilancio delle ultime nomine nella Curia romana. Più poteri al segretario del Papa, più cariche a focolarini e Sant'Egidio. Una testa tagliata al Pontificio Consiglio della Cultura e lo strano caso del nuovo decano della Rota

Nella prossima Solennità dell'Epifania Benedetto XVI consacrerà vescovo, assieme ad altri prelati, mons. Georg Gänswein, suo segretario particolare dal 2003, da poco nominato prefetto della Casa Pontificia. Gänswein conserverà la carica precedente e continuerà ad abitare nell’appartamento pontificio. Il che sta a significare che, dopo la bufera di Vatileaks e la condanna del maggiordomo Paolo Gabriele, Benedetto XVI, on un gesto che sembra non avere precedenti, ha confermato, anzi raddoppiato, la fiducia nei confronti del suo collaboratore più vicino. In effetti, guardando agli ultimi pontificati, non era mai accaduto che un ecclesiastico assommasse in sé le cariche di segretario particolare e di prefetto della Casa Pontificia. Con Giovanni Paolo II, infatti, il segretario particolare Stanislaw Dziwisz venne fatto solo prefetto “aggiunto” e nominato vescovo nel 1998 a 59 anni, per essere poi elevato nel 2003 alla dignità di arcivescovo. Che un segretario del Papa diventi vescovo non è una novità. Tuttavia, prima del Pontificato di Karol Wojtyla questa nomina era sempre arrivata nel corso del Pontificato successivo. Avvenne così col segretario di Pio XI Carlo Confalonieri, eletto arcivescovo de L’Aquila nel 1941 a 48 anni e fatto cardinale nel 1958; con quello di Giovanni XXIII Loris Capovilla, nominato vescovo di Chieti nel 1967 a 52 anni; e con quello di Paolo VI Pasquale Macchi, nominato prelato di Loreto nel 1988 a 65 anni. Gänswein è stato nominato subito arcivescovo a 56 anni e mezzo; quindi a una età leggermente più verde rispetto a Dziwisz. Ma, come visto, Confalonieri e Capovilla erano più giovani al momento della loro nomina episcopale. Fu con Giovanni Paolo II che il suo segretario fu fatto vescovo durante il Pontificato, con una mossa che sollevò critiche più o meno velate dentro e fuori la Curia romana. Pochi, forse, avrebbero immaginato che Benedetto XVI potesse imitare il suo predecessore in questo campo. Invece è stato proprio così. Così, fino ad oggi, la Curia romana non ha subito affatto quella ristrutturazione e quel dimagrimento che non pochi pronosticavano all’inizio del Pontificato di Joseph Ratzinger. Il solo ufficio finora soppresso è stato, quest'anno, la Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa. Fortemente voluta dal card. Gianfranco Ravasi, questa soppressione ha avuto come conseguenza il declassamento del vicepresidente della Commissione stessa, l’abate benedettino Michael John Zielinski, considerato dallo stesso Ravasi troppo tradizionalista, a semplice capo ufficio della Congregazione per il Culto Divino. Pochi hanno notato questo insolito declassamento, così come, viceversa, è passata senza clamori la promozione della dottoressa Daniela Leggio a capo ufficio della Congregazione per i religiosi. Con lei, è la prima volta che una laica raggiunge tale qualifica in una Congregazione romana (dove peraltro è presente dal 2004 una suora come sottosegretario). In passato una laica, Paola Fabrizi, era diventata capo ufficio nel Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani, mentre attualmente è capo ufficio alla Fabbrica di San Pietro un'altra laica, Maria Cristina Carlo-Stella. Il 2012 ha segnato l’arrivo in Curia di un esponente di punta della Comunità di Sant’Egidio, il vescovo Vincenzo Paglia, come presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, proprio mentre il fondatore della stessa Comunità, Andrea Riccardi, era ministro in Italia, anche lui con delega per la famiglia. Paglia, che è in corsa per diventare cardinale in un prossimo Concistoro, ha già mostrato di avere in materia un atteggiamento meno intransigente rispetto ai suoi predecessori, i cardinali Alfonso Lopez Trujillo, colombiano, ed Ennio Antonelli, focolarino. I focolarini sono attualmente il movimento ecclesiale più rappresentato ai vertici della Curia romana, grazie anche alla nomina, nel novembre scorso, di mons. Angelo Vincenzo Zani a segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica e ad arcivescovo (anche lui sarà consacrato dal Papa il 6 gennaio). Zani si aggiunge agli altri figli spirituali di Chiara Lubich presenti in Vaticano: il card. João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per i religiosi, l’arcivescovo Luciano Suriani, capo dell’ufficio del personale della Curia, e l’arcivescovo Giovanni Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, sul cui tavolo passano tutte le pratiche più delicate del governo della Santa Sede. Nel 2012 ha lasciato la Curia romana l’arcivescovo Joseph William Tobin. Dopo soli due anni come segretario della Congregazione per i religiosi è stato rispedito in patria a guidare l’arcidiocesi, non cardinalizia, di Indianapolis. Tobin non è stato ancora sostituito e dal profilo del suo successore si capirà, tra l'altro, quale potrà essere la linea del dicastero riguardo alle suore progressiste degli Stati Uniti. La visita apostolica, che era stata promossa dal card. Franc Rodé, con l’arrivo del successore focolarino Braz de Aviz e dello stesso Tobin è sembrata essere finita su un binario morto. Quest’anno ha lasciato Roma anche Charles J. Scicluna, l’inflessibile promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede nei processi contro i cosiddetti "delicta graviora", tra i quali l’abuso sessuale perpetrato da chierici su minorenni. Scicluna è stato nominato vescovo ausiliare della sua isola natale, Malta, e non è stato ancora annunciato chi sarà il nuovo promotore di giustizia dell’ex Sant’Uffizio. In ogni caso, egli potrà continuare a far sentire la sua voce e la sua influenza a Roma: poco dopo la consacrazione episcopale gli è arrivata la nomina a membro della Congregazione per la Dottrina della fFde, raro caso di semplice vescovo ausiliare con un ruolo di questo livello nella curia. Sempre a riguardo della politica giudiziaria della congregazione per la dottrina della fede sarà interessante notare quale sarà l’atteggiamento del nuovo prefetto, l’arcivescovo tedesco Gerhard Ludwig Müller, succeduto al cardinale americano William J. Levada che era in perfetta sintonia con la linea intransigente di Scicluna. Il 2012 ha visto anche la nomina del nuovo decano della Rota romana nella persona di mons. Pio Vito Pinto. Nomina sorprendente per vari motivi, tra cui il fatto che lo stesso Pinto, come si evince dai documenti resi pubblici dall'ex maggiordomo del Papa, sembra aver giocato un ruolo non indifferente nell'alimentare quelle accuse (infondate) di omosessualità che fecero esplodere nel 2009 il caso di Dino Boffo. Pinto, che è stato poi nominato anche presidente della corte d’appello dello Stato della Città del Vaticano, si è fatto recentemente notare per lo spropositato elogio da lui tributato al cardinale segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, nella prolusione pronunciata in sua presenza l'8 novembre, per l'inaugurazione dell'anno accademico 2012-2013 dello studio rotale. In quella prolusione Pinto, nell'esaltare la peculiarità dei rari segretari di Stato non diplomatici di carriera e appartenenti a congregazioni religiose, ha assimilato a Bertone la figura di un suo predecessore dell'Ottocento, il barnabita Luigi Lambruschini, segretario di Stato con Gregorio XVI. Dimenticando che in un'intervista del 2006 a 30Giorni, al solo udire il nome di questo suo predecessore, Bertone aveva reagito esclamando: "Per carità, non paragonatemi al cardinale Lambruschini, che sarà stato un sant'uomo, ma era pure, politicamente, un reazionario a tutto tondo!". Fin qui alcune delle nomine più significative in curia nell’anno che sta per finire. Ma nel 2012 ci sono state anche delle conferme, che però, come prassi, non sono state annunciate nel bollettino della Sala Stampa, ma solo negli "Acta Apostolicae Sedis", la gazzetta ufficiale vaticana. Il 9 giugno il card. Leonardo Sandri è stato confermato per altri cinque anni come prefetto della Congregazione per le Chiese orientali; il 19 giugno il vescovo Juan Ignacio Arrieta, dell’Opus Dei, è stato confermato per un quinquennio come segretario del Pontificio Consiglio per l’interpretazione dei testi legislativi; lo stesso giorno il card. Jean-Louis Tauran è stato confermato per un periodo analogo come presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso; ancora il 19 giugno l’arcivescovo Claudio Maria Celli è stato confermato per cinque anni come presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali; lo stesso giorno il card. Francesco Coccopalmerio è stato confermato presidente del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi “fino al compimento dei 75 anni”; il 3 luglio padre Anthony Ward è stato confermato sottosegretario della Congregazione per il culto divino con la formula “donec aliter provideatur”: finché non si provveda altrimenti. Quanto all'Istituto per le Opere di Religione, la "banca" vaticana che dal 24 maggio 2012 è priva di un presidente, la scelta del successore dell'estromesso Ettore Gotti Tedeschi si sta focalizzando su un non italiano "di provata competenza e di fama specchiata". Scelta non facile, vista la bufera giudiziaria che ha investito nei giorni scorsi in Germania i vertici della Deutsche Bank, di cui l'attuale presidente ad interim dello IOR, Ronaldo Hermann Schmitz, è stato amministratore delegato. Nel 2013 si prevede anche la nomina di un "prelato" che faccia da trait d'union tra lo IOR e la commissione cardinalizia di vigilanza, carica vacante dal 2010. E anche per la presidenza dell'Autorità di Informazione Finanziaria si prevede che il cardinale Attilio Nicora lasci il passo a un successore.

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