Il vescovo lefebvriano Richard Williamson ha chiesto scusa al Papa per le sue affermazioni negazioniste sulla Shoah. In un post pubblicato sul proprio blog, il presule ha manifestato al Prefetto per la Congregazione del Clero, il card. Dario Castrillon Hoyos, il suo "rammarico" per le polemiche sollevate dalle "frasi imprudenti" che aveva rilasciato a una tv svedese, lo scorso novembre, quando aveva messo in dubbio l'Olocauso e negato l'esistenza delle camere a gas nei campi di concentramento. "In mezzo a questa tremenda bufera causata dai miei commmenti imprudenti alla tv svedese, le chiedo di accettare con il dovuto rispetto la mia sincera manifestazione di rammarico per gli inutili problemi e angustie che ho causato a lei e al Santo Padre".
venerdì 30 gennaio 2009
Gli 80 anni dello Stato della Città del Vaticano. Un concerto, un convegno e una mostra per ricordare la firma dei Patti Lateranensi
Una mostra celebrativa, un concerto alla presenza del Papa e un convegno di studi con la partecipazione anche del ministro degli Esteri Franco Frattini: sono queste le tre iniziative che il Vaticano realizzerà per celebrare l'80° anniversario della firma dei Patti Lateranensi (11 febbraio 1929), che hanno segnato la nascita dello Stato della Città del Vaticano. La Mostra - ha spiegato questa mattina il card. Giovanni Lajolo, presidente del governatorato dello Stato vaticano, durante una conferenza stampa - avrà luogo nel Braccio di Carlo Magno dall'11 febbraio al 10 maggio 2009, dal titolo "1929-2009 - Ottanta anni dello Stato della Città del Vaticano". L'esposizione si articola in 5 sezioni: il Vaticano prima del 1929, e con cui si presenta l'immagine del Vaticano nei secoli; una seconda sezione dedicata a Pio XI, Achille Ratti, l'artefice della Conciliazione e il grande costruttore delle strutture giuridiche ed architettoniche del nuovo Stato; la terza sezione si riferisce agli stessi Patti Lateranensi, cioè al Trattato ed al Concordato, firmati il 12 febbraio 1929 nel Palazzo del Laterano; una quarta sezione illustra la costruzione dello Stato, cioè i progetti e le realizzazioni dei nuovi edifici. Infine, un'ultima sezione è dedicata ai sei Pontefici succeduti a Pio XI, ciascuno dei quali ha lasciato la sua impronta. La seconda iniziativa riguarda un Convegno di studi nell'80° anniversario della fondazione dello Stato, che si terrà dal 12 al 14 febbraio, con il titolo "Un piccolo territorio per una grande missione". Il convegno si terrà in due diversi significativi luoghi: giovedì 12 febbraio, nell'Aula della Conciliazione al Palazzo del Laterano, dove l'11 febbraio 1929 vennero firmati i Patti Lateranensi, il primo dei quali è il Trattato; venerdì 13 e sabato 14 febbraio, invece, nell'Aula Nuova del Sinodo dei Vescovi.
"I lavori - ha spiegato ancora il cardinale Lajolo - saranno introdotti dal card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, e si concluderanno con una tavola rotonda, presieduta dal card. Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, con la partecipazione del card. Achille Silvestrini, Prefetto emerito della Congregazione per le Chiese orientali, di Franco Frattini, ministro degli Affari Esteri, di Abdou Diouf, ex presidente del Senegal, di Michel Camdessus, Governatore onorario della Banca di Francia, ex presidente del Fondo Monetario Internazionale, e di Arrigo Levi, noto pubblicista, consigliere del presidente della Repubblica italiana. Infine, sabato 14 febbraio, alle ore 12, Benedetto XVI riceverà in udienza tutti i partecipanti al Convegno. Gli atti del convegno saranno pubblicati successivamente in un libro". La terza iniziativa è un Concerto che si terrà il 12 febbraio, alle 18, nell'Aula Paolo VI, alla presenza del Papa. La Our Lady's Choral Society della Cattedrale di Dublino e la RTE Concert Orchestra di Dublino eseguiranno l'oratorio di Haendel "Il Messia", grandiosa meditazione sulla vita di Cristo, eseguito per la prima volta a Dublino il 13 aprile 1742.
"I lavori - ha spiegato ancora il cardinale Lajolo - saranno introdotti dal card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, e si concluderanno con una tavola rotonda, presieduta dal card. Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, con la partecipazione del card. Achille Silvestrini, Prefetto emerito della Congregazione per le Chiese orientali, di Franco Frattini, ministro degli Affari Esteri, di Abdou Diouf, ex presidente del Senegal, di Michel Camdessus, Governatore onorario della Banca di Francia, ex presidente del Fondo Monetario Internazionale, e di Arrigo Levi, noto pubblicista, consigliere del presidente della Repubblica italiana. Infine, sabato 14 febbraio, alle ore 12, Benedetto XVI riceverà in udienza tutti i partecipanti al Convegno. Gli atti del convegno saranno pubblicati successivamente in un libro". La terza iniziativa è un Concerto che si terrà il 12 febbraio, alle 18, nell'Aula Paolo VI, alla presenza del Papa. La Our Lady's Choral Society della Cattedrale di Dublino e la RTE Concert Orchestra di Dublino eseguiranno l'oratorio di Haendel "Il Messia", grandiosa meditazione sulla vita di Cristo, eseguito per la prima volta a Dublino il 13 aprile 1742.
I lefebvriani italiani annullano il convegno di Rimini e scelgono il silenzio stampa. Mons. Williamson verso la rimozione dal suo incarico
In seguito alle polemiche per le dichiarazioni negazioniste di mons. Williamson e di altri sacerdoti lefebvriani, il distretto italiano della Fraternità San Pio X ha deciso di annullare il convegno sul tema ''Nè scismatici, nè scomunicati ma cattolici nell'attuale crisi della Chiesa'', previsto per il 31 gennaio a Rimini, e sceglie per il ''silenzio stampa''. Una decisione presa dopo l'ennesima intervista esplosiva, quella dal priore della comunità tradizionalista di Rimini, don Pierpaolo Petrucci, che ha ribadito il proprio rifiuto per le riforme del Concilio Vaticano II ed ha contestato a Papa Benedetto XVI l'essersi raccolto in preghiera nella Moschea Blu di Istanbul durante il suo viaggio apostolico in Turchia del novembre 2006.
Il vescovo lefebvriano negazionista Richard Williamson, uno dei quattro ai quali il Papa ha revocato la scomunica, potrebbe "essere rimosso" dalla direzione del seminario che dal 2003 dirige in un monastero a Buenos Aires. Lo riferisce la stampa argentina, legando la decisione alla presa di distanze da parte del superiore degli ultra-tradizionalisti, mons. Bernard Fellay, che ha anche chiesto perdono al Papa per le dichiarazioni negazioniste sulla Shoah fatte dal vescovo britannico.
740 mila contatti in una settimana per il canale 'The Vatican' su 'YouTube'
Il canale YouTube del Vaticano (www.youtube.com/vaticanit), inaugurato una settimana fa, è stato un successo: oltre 740.000 accessi nei primi sei giorni di attività. I navigatori sono accorsi in massa alla nuova casa online della Santa Sede anche per sentire le attese parole di papa Benedetto XVI sulla Shoah all'udienza generale dello scorso 28 gennaio. Secondo quanto riferisce il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ''gli analisti di Google, da noi interpellati, affermano che da un confronto con i principali canali istituzionali a livello mondiale questi numeri, e ancor più quelli degli 'iscritti' (oltre 15.000), dimostrano che il nostro canale è assolutamente allineato con i livelli di frequentazione degli altri che, inoltre, sono stati lanciati da ben piu' lungo tempo''. Durante la prima settimana, il Vaticano ha pubblicato su YouTube una media di due videoclip al giorno. In occasione della Giornata della Memoria, sono stati resi disponibili anche tre filmati dall'archivio del Centro televisivo vaticano, dedicate ai principali interventi del Papa sulla Shoah.
Il Papa: il Medio Oriente ha urgente bisogno dell'unità fra i cristiani e di vedere semi di speranza
Al mondo serve ''un segno visibile del mistero di unità'', e soprattutto il Medio Oriente, ''ferito dalla tragedia della divisione, del conflitto e da una immensa sofferenza umana'', ha ''urgentemente'' bisogno di vedere ''semi di speranza''. Lo ha detto Papa Benedetto XVI ricevendo questa mattina in Vaticano i membri della Commissione congiunta internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse orientali. Il Papa ha ringraziato i membri della Commissione per ''l'incrollabile impegno per la ricerca della riconciliazione e della comunione nel Corpo di Cristo che è la Chiesa. Per assolvere questo compito, ciascuno di voi - ha aggiunto - porta non solo la ricchezza delle sue tradizioni, ma anche l'impegno delle Chiese coinvolte in questo dialogo a superare le divisioni del passato e a rafforzare la testimonianza comune dei cristiani di fronte alle enormi sfide che si presentano oggi ai credenti''.''La vostra sesta riunione - ha concluso - ha compiuto passi importanti soprattutto nello studio della Chiesa come comunione. Il fatto stesso che il dialogo è continuato nel tempo ed e' ospitato ogni anno da una delle diverse Chiese che voi rappresentate, è di per sè un segno di speranza e di incoraggiamento''.
Il messaggio di auguri al Patriarca Kirill del Presidente Napolitano. Il 1° marzo la consegna della Chiesa russa di Bari
''Santità, a nome mio personale e del popolo italiano, desidero rivolgerle i più vivi rallegramenti ed auguri nel momento nel quale ella viene chiamato a reggere il supremo magistero della Chiesa Ortodossa Russa''. Inizia così il messaggio che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (nella foto con Benedetto XVI), ha inviato al nuovo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill. Nel messaggio Napolitano sottolinea l'amicizia tra il popolo italiano e quello russo e il dialogo tra la Chiesa di Roma e il Patriarcato Ortodosso di Mosca. ''Conservo un gradito ricordo del nostro incontro al Monastero Danilovsky lo scorso mese di luglio, durante la mia visita di Stato nella Federazione Russa. In quella occasione, conversando con il suo compianto predecessore Alessio II, avevo avuto modo di esprimere il mio profondo rispetto per il ruolo di guida spirituale esercitato e per l'azione svolta dalla Chiesa Ortodossa russa in favore dei molti cittadini russi che vivono in Italia. A tale riguardo - dice Napolitano - la cessione del complesso della Chiesa Ortodossa di Bari, che avrà luogo in occasione di una solenne cerimonia il 1° marzo prossimo, costituisce una significativa testimonianza della profonda amicizia fra i due popoli e di contributo al dialogo fra la Chiesa di Roma ed il Patriarcato Ortodosso di Mosca. Giungano a Vostra Santità i più fervidi auspici di benessere personale e di sereno svolgimento della sua alta missione''.
Doveva avvenire il 6 dicembre scorso, invece proprio la morte di Alessio II bloccò la cerimonia di consegna al Patriarcato di Mosca della Chiesa Russa di Bari, dove è conservato il corpo di San Nicola. All’evento di dicembre, oltre al Presidente Napolitano, dovevano partecipare anche il primo ministro russo, Dmitri Medvedev, e l’attuale Patriarca Kirill, allora “semplice” metropolita. Programma confermato il 1 marzo, ma questa volta con la sola benedizione del successore di Alessio II, che evidentemente non potrà essere presente. Kirill è di casa a Bari, dove è stato in visita numerose volte in qualità di “ministro degli esteri” del Patriarcato, ruolo che ricopriva dal lontano 1989. Nel capoluogo pugliese, oltre che pellegrino alla tomba di San Nicola, è stato anche testimone della dottrina sociale dell’ortodossia russa in occasione di seminari promossi dall’Università. La sua elezione, adesso, apre orizzonti totalmente nuovi e conferma Bari, la città di San Nicola, come scenario ottimale del dialogo. L’incontro tra Kirill e Benedetto XVI è già avvenuto nel 2007, ma questa consegna apre scenari che confermano Bari come luogo di “incontro” ecumenico ancora più forte. E nella città pugliese è forte il sogno di poter ospitare anche lo storico “abbraccio” tra i due leader religiosi, nel nome di San Nicola, uno tra i Santi più venerati in Russia e in tutta la comunità ortodossa mondiale.
Il portavoce vaticano: chi nega la Shoah nega il mistero di Dio e la Croce di Cristo. Più grave se da un ministro di Dio
"Chi nega il fatto della Shoah non sa nulla nè del mistero di Dio nè della Croce di Cristo". Lo afferma il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in una nota trasmessa dalla Radio Vaticana. L'accostamento tra la Shoah e il mistero di Dio e della Croce rende "tanto più grave", per il portavoce del Papa, la negazione quando "viene dalla bocca di un sacerdote o di un vescovo, cioè di un ministro cristiano, sia unito o no con la Chiesa Cattolica". Mercoledì scorso, ricorda Lombardi, "il Papa ha ripreso la profonda meditazione del suo discorso nel campo di concentramento di Auschwitz. Non ha solo condannato ogni forma di oblio e di negazione della tragedia dello sterminio di sei milioni di ebrei, ma ha richiamato i drammatici interrogativi che questi eventi pongono alla coscienza di ogni uomo e di ogni credente". Infatti "è la fede nella stessa esistenza di Dio che viene sfidata da questa spaventosa manifestazione della potenza del male. La più evidente per la coscienza contemporanea, anche se non la sola". Tutto questo, rileva la nota vaticana, "Benedetto XVI lo ha riconosciuto lucidamente nel discorso di Auschwitz, facendo sue le domande radicali dei salmisti a un Dio che appare silente ed assente". Ai microfoni della Radio Vaticana, il portavoce della Santa Sede sottolinea che per Benedetto XVI "di fronte a questo duplice mistero, della potenza orribile del male, e dell'apparente assenza di Dio, l'unica risposta ultima della fede cristiana è la passione del Figlio di Dio". Queste, rileva Lombardi, "sono le questioni piu' profonde e decisive dell'uomo e del credente di fronte al mondo e alla storia. Non possiamo e non dobbiamo evitarle e tanto meno negarle. Se no, la nostra fede e' ingannevole e vuota".
Il legame tra Tradizione e Scrittura nelle parole di Benedetto XVI ma non nelle catechesi di Kiko Arguello
di LDCaterina63
Dalle parole del Papa all'Udienza di ieri vorrei che ci soffermassimo tutti su questo passo nel quale il Papa parla chiarissimamente del legame indissolubile fra Tradizione e Scrittura.
Il mio è un appello anche ad Avvenire, organo di stampa ufficiale dei Vescovi italiani. Appare a noi però incomprensibile il perchè un Kiko che spiega le Scritture senza questa Tradizione, viene annoverato fra coloro che si riflettono invece in San Paolo, altro legame della Tradizione trascurato dalle prediche di Kiko sulla Liturgia (preciso che non è in discussione il carisma Neocatecumenale così come lo intende lo stesso Pontefice, soprattutto quello riferente al valore della famiglia ed alla loro partecipazione attiva nella Chiesa, il problema è di natura dottrinale-liturgica).
Dice il Santo Padre: "L'altro richiamo consiste nell'accenno al buon "deposito" (parathéke): è una parola speciale delle Lettere pastorali con cui si indica la tradizione della fede apostolica da custodire con l'aiuto dello Spirito Santo che abita in noi. Questo cosiddetto "deposito" è quindi da considerare come la somma della Tradizione apostolica e come criterio di fedeltà all'annuncio del Vangelo. E qui dobbiamo tenere presente che nelle Lettere pastorali come in tutto il Nuovo Testamento, il termine "Scritture" significa esplicitamente l'Antico Testamento, perché gli scritti del Nuovo Testamento o non c'erano ancora o non facevano ancora parte di un canone delle Scritture. Quindi la Tradizione dell'annuncio apostolico, questo "deposito", è la chiave di lettura per capire la Scrittura, il Nuovo Testamento. In questo senso, Scrittura e Tradizione, Scrittura e annuncio apostolico come chiave di lettura, vengono accostate e quasi si fondono, per formare insieme il "fondamento saldo gettato da Dio" (2 Tm 2, 19). L'annuncio apostolico, cioè la Tradizione, è necessario per introdursi nella comprensione della Scrittura e cogliervi la voce di Cristo" (Udienza generale, 28 gennaio 2008).
Appare evidente che le catechesi kikiane non rispettano affatto questo dualismo indipensabile dal momento che la loro intuizione liturgica della Divina Liturgia, è ancorata esclusivamente alla Pasqua ebraica, al banchetto, alla Tradizione dell'Antico Testamento omettendo in gran parte la stessa rivelazione fornitaci da San Paolo.
E' un dato di fatto, Santo Padre, che vorremo davvero che lei risolvesse. Lei di fatto lo ha risolto da tempo, purtroppo Kiko non ascolta e non fa catechesi dalle sue parole, non spezza il Pane con la Chiesa, ma solo con la sua fondazione usando la Chiesa quale garanzia di legittimazione dei suoi insegnamenti. E i vescovi tacciono, i fedeli delle parrocchie che comprendono questo disagio sono costretti a cambiare Parrocchia, o a diventare Neocatecumenali, e questo confonde i semplici, il piccolo gregge che non comprende più dove sta la Verità giacchè quello che dice Lei sull'Eucarestia è una cosa santo Padre, ciò che fa dire Kiko attraverso i suoi catechisti (catechisti di Kiko non dei Vescovi!) è ben altra dottrina che non ci rappresenta affatto.
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