
venerdì 30 gennaio 2009
Mons. Williamson chiede scusa a Benedetto XVI: commenti imprudenti, ho causato problemi e angustie

Gli 80 anni dello Stato della Città del Vaticano. Un concerto, un convegno e una mostra per ricordare la firma dei Patti Lateranensi

"I lavori - ha spiegato ancora il cardinale Lajolo - saranno introdotti dal card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, e si concluderanno con una tavola rotonda, presieduta dal card. Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, con la partecipazione del card. Achille Silvestrini, Prefetto emerito della Congregazione per le Chiese orientali, di Franco Frattini, ministro degli Affari Esteri, di Abdou Diouf, ex presidente del Senegal, di Michel Camdessus, Governatore onorario della Banca di Francia, ex presidente del Fondo Monetario Internazionale, e di Arrigo Levi, noto pubblicista, consigliere del presidente della Repubblica italiana. Infine, sabato 14 febbraio, alle ore 12, Benedetto XVI riceverà in udienza tutti i partecipanti al Convegno. Gli atti del convegno saranno pubblicati successivamente in un libro". La terza iniziativa è un Concerto che si terrà il 12 febbraio, alle 18, nell'Aula Paolo VI, alla presenza del Papa. La Our Lady's Choral Society della Cattedrale di Dublino e la RTE Concert Orchestra di Dublino eseguiranno l'oratorio di Haendel "Il Messia", grandiosa meditazione sulla vita di Cristo, eseguito per la prima volta a Dublino il 13 aprile 1742.
I lefebvriani italiani annullano il convegno di Rimini e scelgono il silenzio stampa. Mons. Williamson verso la rimozione dal suo incarico

Il vescovo lefebvriano negazionista Richard Williamson, uno dei quattro ai quali il Papa ha revocato la scomunica, potrebbe "essere rimosso" dalla direzione del seminario che dal 2003 dirige in un monastero a Buenos Aires. Lo riferisce la stampa argentina, legando la decisione alla presa di distanze da parte del superiore degli ultra-tradizionalisti, mons. Bernard Fellay, che ha anche chiesto perdono al Papa per le dichiarazioni negazioniste sulla Shoah fatte dal vescovo britannico.
740 mila contatti in una settimana per il canale 'The Vatican' su 'YouTube'

Il Papa: il Medio Oriente ha urgente bisogno dell'unità fra i cristiani e di vedere semi di speranza

Il messaggio di auguri al Patriarca Kirill del Presidente Napolitano. Il 1° marzo la consegna della Chiesa russa di Bari

Doveva avvenire il 6 dicembre scorso, invece proprio la morte di Alessio II bloccò la cerimonia di consegna al Patriarcato di Mosca della Chiesa Russa di Bari, dove è conservato il corpo di San Nicola. All’evento di dicembre, oltre al Presidente Napolitano, dovevano partecipare anche il primo ministro russo, Dmitri Medvedev, e l’attuale Patriarca Kirill, allora “semplice” metropolita. Programma confermato il 1 marzo, ma questa volta con la sola benedizione del successore di Alessio II, che evidentemente non potrà essere presente. Kirill è di casa a Bari, dove è stato in visita numerose volte in qualità di “ministro degli esteri” del Patriarcato, ruolo che ricopriva dal lontano 1989. Nel capoluogo pugliese, oltre che pellegrino alla tomba di San Nicola, è stato anche testimone della dottrina sociale dell’ortodossia russa in occasione di seminari promossi dall’Università. La sua elezione, adesso, apre orizzonti totalmente nuovi e conferma Bari, la città di San Nicola, come scenario ottimale del dialogo. L’incontro tra Kirill e Benedetto XVI è già avvenuto nel 2007, ma questa consegna apre scenari che confermano Bari come luogo di “incontro” ecumenico ancora più forte. E nella città pugliese è forte il sogno di poter ospitare anche lo storico “abbraccio” tra i due leader religiosi, nel nome di San Nicola, uno tra i Santi più venerati in Russia e in tutta la comunità ortodossa mondiale.
Il portavoce vaticano: chi nega la Shoah nega il mistero di Dio e la Croce di Cristo. Più grave se da un ministro di Dio

Il legame tra Tradizione e Scrittura nelle parole di Benedetto XVI ma non nelle catechesi di Kiko Arguello

Dalle parole del Papa all'Udienza di ieri vorrei che ci soffermassimo tutti su questo passo nel quale il Papa parla chiarissimamente del legame indissolubile fra Tradizione e Scrittura.
Il mio è un appello anche ad Avvenire, organo di stampa ufficiale dei Vescovi italiani. Appare a noi però incomprensibile il perchè un Kiko che spiega le Scritture senza questa Tradizione, viene annoverato fra coloro che si riflettono invece in San Paolo, altro legame della Tradizione trascurato dalle prediche di Kiko sulla Liturgia (preciso che non è in discussione il carisma Neocatecumenale così come lo intende lo stesso Pontefice, soprattutto quello riferente al valore della famiglia ed alla loro partecipazione attiva nella Chiesa, il problema è di natura dottrinale-liturgica).
Dice il Santo Padre: "L'altro richiamo consiste nell'accenno al buon "deposito" (parathéke): è una parola speciale delle Lettere pastorali con cui si indica la tradizione della fede apostolica da custodire con l'aiuto dello Spirito Santo che abita in noi. Questo cosiddetto "deposito" è quindi da considerare come la somma della Tradizione apostolica e come criterio di fedeltà all'annuncio del Vangelo. E qui dobbiamo tenere presente che nelle Lettere pastorali come in tutto il Nuovo Testamento, il termine "Scritture" significa esplicitamente l'Antico Testamento, perché gli scritti del Nuovo Testamento o non c'erano ancora o non facevano ancora parte di un canone delle Scritture. Quindi la Tradizione dell'annuncio apostolico, questo "deposito", è la chiave di lettura per capire la Scrittura, il Nuovo Testamento. In questo senso, Scrittura e Tradizione, Scrittura e annuncio apostolico come chiave di lettura, vengono accostate e quasi si fondono, per formare insieme il "fondamento saldo gettato da Dio" (2 Tm 2, 19). L'annuncio apostolico, cioè la Tradizione, è necessario per introdursi nella comprensione della Scrittura e cogliervi la voce di Cristo" (Udienza generale, 28 gennaio 2008).
Appare evidente che le catechesi kikiane non rispettano affatto questo dualismo indipensabile dal momento che la loro intuizione liturgica della Divina Liturgia, è ancorata esclusivamente alla Pasqua ebraica, al banchetto, alla Tradizione dell'Antico Testamento omettendo in gran parte la stessa rivelazione fornitaci da San Paolo.
E' un dato di fatto, Santo Padre, che vorremo davvero che lei risolvesse. Lei di fatto lo ha risolto da tempo, purtroppo Kiko non ascolta e non fa catechesi dalle sue parole, non spezza il Pane con la Chiesa, ma solo con la sua fondazione usando la Chiesa quale garanzia di legittimazione dei suoi insegnamenti. E i vescovi tacciono, i fedeli delle parrocchie che comprendono questo disagio sono costretti a cambiare Parrocchia, o a diventare Neocatecumenali, e questo confonde i semplici, il piccolo gregge che non comprende più dove sta la Verità giacchè quello che dice Lei sull'Eucarestia è una cosa santo Padre, ciò che fa dire Kiko attraverso i suoi catechisti (catechisti di Kiko non dei Vescovi!) è ben altra dottrina che non ci rappresenta affatto.
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