lunedì 16 febbraio 2009

L'incredibile arroganza dei vescovi austriaci: nomine episcopali migliori, nessun ritorno ai tempi del Kaiser o a una democrazia ecclesiastica

Nessun ritorno ai tempi del Kaiser, quando era l'imperatore a scegliere i vescovi, né un balzo in una sorta di democrazia ecclesiastica, ma un migliore "processo di scelta ed esame" nelle nomine episcopali viene chiesta dai vescovi austriaci al Papa, dopo le dimissioni rassegnate dal neonominato vescovo ausiliare di Linz, in Austria. "I vescovi prendono atto della richiesta di ritiro della nomina avanzata al Papa da padre Gerhard Maria Wagner", si legge nel comunicato finale dei vescovi austriaci, convocati oggi a Vienna per una riunione plenaria straordinaria. "La questione della nomina dei vescovi è così significativa, perché a metà degli anni Ottanta in Austria essa è stata legata a parecchi problemi. Troppe sono state le controversie legate alla nomina di vescovi, troppo dolorosi i conflitti e le crepe esplose nella Chiesa. Per questo motivo c'è tanta sensibilità in materia. E' fuori questione - proseguono i vescovi, guidati dal cardinale di Vienna Christoph Schoenborn - che al Papa spetta la libera nomina dei vescovi. I vescovi non desiderano alcun ritorno al passato, nel quale - come accadeva nel 1918 - era il Kaiser a nominare i vescovi. Né un 'voto popolare' dei vescovi eviterebbe conflitti e partigianerie. Noi vescovi siamo convinti che il processo di scelta e di esame dei candidati previsto dal diritto ecclesiastico dà buoni risultati se questo processo viene effettivamente viene rispettato. Perché prima che il Santo Padre prenda l'ultima decisione, ci devono essere fondamenti affidabili e ampiamente provati sui quali egli possa appoggiarsi". "In Austria - prosegue la Conferenza episcopale austriaca - nei prossimi anni verranno nominati una serie di vescovi. I fedeli attendono con ragione che il processo nella ricerca dei candidati, l'esame delle proposte e l'ultima decisione venga presa accuratamente e con sensibilità pastorale. In tal modo si può dimostrare con sicurezza che i vescovi sono 'per' e non 'contro' una Chiesa locale. Noi vescovi faremo tutto il possibile per accompagnare la nomina dei vescovi nel senso di queste regole, in stretta collaborazione con i competenti uffici vaticani". I vescovi austriaci, convocati da Schoenborn per affrontare la "crisi" attuale, affermano di voler mostrare "il proprio legame al Papa in queste situazioni difficili e gravose". Il card. Christoph Schoenborn, arcivescovo di Vienna, e il vescovo Egon Kappellari, entrambi amici di Papa Ratzinger, sono stati ricevuti dal Papa in Vaticano lo scorso 9 febbraio.

Verso la Giornata Mondiale della Gioventù 2011. I giovani di Madrid a Roma per ricevere la Croce e l'Icona della GMG

Il 5 aprile, Domenica delle Palme e della Passione del Signore, Benedetto XVI consegnerà la croce e l'icona della Giornata mondiale della Gioventù ai giovani dell’arcidiocesi di Madrid che nell’agosto del 2011 ospiterà l’edizione internazionale della GMG. Come tradizione la consegna avverrà nel corso della celebrazione in -iazza San Pietro. Per prepararsi al meglio a questo evento il Servizio di Pastorale Giovanile dell’arcidiocesi di Madrid ha organizzato un pellegrinaggio a Roma, per i giovani dai 15 anni in su che, si legge in un comunicato della stessa diocesi, “si sentono chiamati a impegnarsi nell’organizzazione e nella celebrazione della GMG del 2011”. Il programma delle manifestazioni previste a Roma, avrà inizio venerdì 3 aprile con una Santa Messa alle 20 nella chiesa di san Lorenzo in Damaso, il cui titolo appartiene al card. Antonio María Rouco Varela, arcivescovo di Madrid. Il giorno seguente sarà dedicato interamente alla preghiera e al sacramento della Riconciliazione mentre domenica 5 aprile, al mattino, i giovani partecipanti al pellegrinaggio si ritroveranno in Piazza San Pietro per la consegna della Croce e dell’Icona. Sarà, invece, una giornata mariana quella del 7 aprile con i giovani che si recheranno a Pompei. Per consentire a quante più persone di partecipare l’arcidiocesi madrilena ha messo in campo diverse offerte, tre possibilità con viaggio in aereo, e due in bus.

È morto il card. Stephen Kim Sou-hwan. Il cordoglio di Benedetto XVI: gratitudine per il servizio alla comunità cattolica e al Papa

È morto oggi il card. Stephen Kim Sou-hwan (foto), arcivescovo emerito di Seoul (Corea): aveva 86 anni. Benedetto XVI ha inviato al card. Nicholas Cheong Jinsuk, attuale arcivescovo di Seoul, un telegramma di cordoglio. “Profondamente rattristato nell'apprendere la morte del cardinale Stephen Kim Sou-hwan – scrive il Papa – porgo sentite condoglianze a lei e a tutti gli abitanti della Corea. Ricordando con gratitudine i lunghi anni di devoto servizio del cardinale Kim alla comunità cattolica, a Seoul, e i suoi molti anni di assistenza fedele al Santo Padre quale membro del Collegio dei cardinali, mi unisco a Lei nella preghiera affinché Dio, nostro Padre misericordioso, gli conceda la ricompensa per le sue opere e accolga la sua anima nobile nella gioia e nella pace del Regno Celeste”. Il cardinale Kim era stato ordinato sacerdote, nel 1951, iniziando il ministero pastorale durante il periodo della guerra in Corea. Nominato arcivescovo di Seoul nel 1968, era stato creato cardinale l’anno successivo. Più volte presidente della Conferenza episcopale coreana, dal 1973 al 1977 era stato anche presidente della Federazione delle Conferenze episcopali dell'Asia. Dal 10 giugno 1975 al 3 aprile 1998 era stato anche amministratore apostolico di Pyeong Yang. Con la sua morte il Collegio cardinalizio risulta composto da 188 cardinali, di cui 115 elettori e 73 non elettori.

Revoca della scomunica ai lefebvriani. Mons. Fellay: sembra difficile un pieno consenso dottrinale con Benedetto XVI

Un pieno consenso dottrinale con Papa Benedetto XVI ''sembra difficile'' e i testi del Concilio Vaticano II, Concilio ''pastorale e non dogmatico'', sono pieni di ''termini ambigui'' inseriti per ottenere una ''maggioranza più ampia'': intervistato dal quotidiano locale svizzero Le Nouvelliste, il superiore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, mons. Bernard Fellay, torna sulle polemiche delle ultime settimane (''una tormenta'' dopo la quale ''abbiamo bisogno di ritrovare le forze'') e afferma che ''non è stata ancora fissata alcuna data'' per l'inizio dei colloqui dottrinali con la Santa Sede che potrebbero portare ad un ritorno alla piena comunione con Roma dei lefebvriani. Per mons. Fellay, ''se non si vuole la spaccatura della Chiesa, sono urgenti dei chiarimenti sul Concilio''. Il vescovo lefebvriano racconta di essersi trovato in pieno accordo con Papa Ratzinger sull'interpretazione del Vaticano II ''secondo il criterio della Tradizione vivente'' durante il loro incontro del 2005. Sulla necessita' di riconoscerne in pieno il magistero, però, Fellay si limita ad affermare che ''esso non ha toccato l'infallibilità'' papale e resta quindi ''ad un livello di autorità molto inferiore''. ''Non sarà mai - ha aggiunto - un super-dogma e dovrà sempre essere valutato alla luce del Magistero costante della Chiesa''. Quanto al vescovo negazionista Williamson, Fellay rassicura che ''sta lavorando'' sul tema della Shoah e della sua veridicità, ''e si prenderà le sue responsabilità''. Dalla Fraternità, però, nessun ultimatum: ''Bisogna lasciargli tempo perchè vuole studiare seriamente per dare una risposta sincera e vera''.

Il Papa proclamerà presto 10 nuovi santi. Tra loro 4 italiani e uno spagnolo perseguitato

La Chiesa si prepara, nei prossimi mesi, alla canonizzazione di 10 nuovi Beati. In un comunicato, mons. Guido Marini, Maestro delle Cerimonie Pontificie, ha notificato per sabato prossimo, 21 febbraio, alle ore 11, la convocazione del Concistoro Ordinario pubblico nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, dove i cardinali - durante la celebrazione dell’Ora sesta - procederanno al voto sulle Cause di canonizzazione. Tra i beati che verranno canonizzati, un domenicano catalano costretto a lasciare il convento in seguito alle leggi antiecclesiastiche ottocentesche (Francesco Coll y Guitart, 1812-1875) e il carmelitano fondatore della Real Casa di Braganza, che regnò sul Portogallo e sul Brasile (Nuno Alvares Pereira, 1360-1431). Salirà agli onori degli altari anche il bresciano Arcangelo Tadini (1846-1912), precursore dell'insegnamento ai bambini delle elementari, fondatore della Società di mutuo soccorso e di una filanda per evitare l'emigrazione delle ragazze povere. Il Papa firmerà i decreti di canonizzazione di altri tre italiani: l'eremita Bernardo Tolomei (1272-1348), fondatore dell'abbazia di Monte Oliveto, la suora bresciana Gertrude Comensoli (1847-1903) e la suora napoletana Caterina Volpicelli (1839-1894). Diventano santi, infine, il polacco Sigismondo Felice Felinski (1822-1895), lo spagnolo Raffaele Arnaiz Baron (1911-1938), la francese Giovanna Maria della Croce (detta Giovanna Jugan, 1792-1879) e il belga Jozef Damian De Veuster (1840-1889).

Il vescovo ausiliare di Linz chiede al Papa l'annullamento della nomina. La disastrosa situazione della Chiesa in Austria

Il prelato ultraconservatore austriaco Gerhard Maria Wagner, nominato di recente dal Papa vescovo ausiliario di Linz ma molto criticato nel proprio paese, ha chiesto al Vaticano l'annullamento della propria nomina. "Ho preso questa decisione liberamente" afferma il vescovo in una nota pubblicata sul sito della diocesi austriaca. "Mi sento molto leggero in confronto alle scorse notti", prosegue. "Dall'inizio, quando sono stato nominato, ho sentito una resistenza", espressa, afferma Wagner, "con modalità prive di amore e di misericordia". Il Vaticano non ha ancora ufficializzato la notifica delle dimissioni, nè ha reso noto se il Papa le ha accettate. Oggi, intanto, i vescovi austriaci si sono riuniti a Vienna per una riunione straordinaria convocata dal presidente, l'arcivescovo di Vienna, card. Christoph Schoenborn, che nei giorni scorsi era stato ricevuto dal Pontefice. Il caso Linz ricorda il pasticcio del 2007 per la nomina in Polonia di mons. Wielgus quale arcivescovo di Varsavia: appena pubblicata la nomina erano state rese note dalla stampa sue compromissioni coi servizi segreti dell'epoca comunista.In quel caso, la rinunzia dell'interessato era stata sollecitata dalla Santa Sede per togliersi da una situazione di scandalo. Secondo indiscrezioni, nella riunione di oggi i vescovi austriaci avrebbero espresso malumore anche per un'altra nomina controversa: quella relativa al vescovo ausiliare Elmar Fisher, nominato alla diocesi di Bergenz, finito anche lui nell'occhio del ciclone della polemica per essere "troppo ortodosso" secondo gli standard centroeuropei. Apertamente disobbedienti al Papa si sono mostrati anche i decani della diocesi di Linz che hanno ufficialmente rifiutato, come è avvenuto, martedì 10 febbraio 2009, la nomina del vescovo ausiliare, che pure l'ordinario aveva accettato anche se il nome scelto da Roma non era nella terna delle sue indicazioni. Imbarazza inoltre il ruolo di pressione eserciato dai media, fomentati forse dal "caso Williamson" che di fatto li ha visti protagonisti. In Vaticano, alcuni prelati non nascondono la loro preoccupazione per questa situazione che mette in questione il principio di autorità nella Chiesa. Un caso, tra l'altro, che si poteva prevenire semplicemente digitando il nome del candidato su Google. "Forse c'è anche da chiedersi - scrive il sito francescano Cantuale Antonianum - se nella Curia Romana non ci sia qualche lotta per la ridistribuzione del potere. Come mai una cosa tanto delicata come la nomina di un vescovo fa reagire in maniera sproporzionata? Qualche brontolio c'è sempre, ma un'ondata di proteste, ancorchè orchestrate non può non essere prevedibile: possibile che nessuno conoscesse l'opinione dei vescovi austriaci sull'eletto vescovo? Il panorama - sottolinea il sito - non è incoraggiante: una Segreteria dei Stato debole, in balia di tutti i vescovi che gridano, una Congregazione che fa le nomine senza tener conto delle terne speditegli, cardinali pensionandi della vecchia guardia che temono il cambiamento di rotta voluto e strenuamente pianificato da un Papa che può parlare e farsi sentire (differentemente dal suo predecessore negli ultimi anni). La Curia deve capire e soprattutto mostrare a tutto il mondo di essere un docile e forte strumento per l'esercizio dell'autorità e delle prerogative del Papa, non un organo che esercita indipendentemente il potere". "Non posso fare a meno di notare - scrive il vaticanista Andrea Tornielli nel suo blog Sacri Palazzi - che qualcosa non funziona in una Chiesa nella quale vescovi e illustrissimi cardinali contestano apertamente il magistero, pur rimanendo osannati e riveriti, mentre altri sono costretti a rinunciare all’episcopato per aver contestato non la dottrina sulla transustanziazione, ma i romanzetti di Harry Potter".

Benedetto XVI incontra mercoledì Nancy Pelosi e giovedì Gordon Brown

La presidente della Camera dei rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, sarà ricevuta mercoledì dal Papa. La conferma è arrivata da una fonte del Vaticano. L'esponente democratica, che pur definendosi una "fervente" cattolica si è più volte scontrata con i vescovi Usa su bioetica e aborto, sarà la prima figura di spicco dell'establishment americano a incontrare Benedetto XVI dopo l'insediamento di Barack Obama.
Il Primo ministro britannico Gordon Brown sarà ricevuto invece giovedì in Vaticano da Papa Benedetto XVI. Lo ha annunciato il suo portavoce. Il capo del governo britannico aveva già incontrato il Pontefice due volte quando era ministro della Finanze. Questa udienza papale sarà la prima per Brown da quando è diventato Primo ministro nel giugno del 2007. Il Santo Padre e Brown, ha precisato il portavoce, discuteranno di ''questioni di sviluppo''. Brown si reca a Roma per colloqui con il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi su questioni relative al G7, attualmente presieduto dall'Italia, e in vista della preparazione del vertice del G20 a Londra a inizio aprile. Brown, cresciuto nel nord della Scozia, è figlio di un pastore protestante.

Sinodo dei vescovi per l'Africa. Nominati i Presidenti delegati, il Relatore e i segretari della II assemblea sinodale per il continente nero

Benedetto XVI ha nominato quattro cardinali africani come Presidenti delegati e Relatore generale del secondo Sinodo dei Vescovi dell'Africa che si terrà dal 4 al 25 ottobre prossimi. Secondo quanto fatto sapere dalla Sala stampa vaticana, i tre Presidente delegati del Sinodo (il Presidente di fatto è il Papa) sono il card. Francis Arinze, Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il card. Théodore-Adrien Sarr, arcivescovo di Dakar (Senegal) e il card. Wilfrid Fox Napier, O.F.M., arcivescovo di Durban (Sud Africa). Il Relatore generale, che riveste un ruolo decisivo nell'assemblea, poiché a lui spetta il compito di proporre gli argomenti per il dibattitto e di raccogliere le conclusioni, è il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, Arcivescovo di Cape Coast (Ghana). I Segretari speciali del Sinodo saranno mons. Damião António Franklin, arcivescovo di Luanda (Angola), e mons. Edmond Djitangar, Vescovo di Sarh (Ciad). Il Sinodo avrà come tema "La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. 'Voi siete il sale della terra...voi siete la luce del mondo' (Mt 5, 13.14)". Il 19 marzo il Papa a Yaoundé, in Camerun, consegnerà personalmente ai Presidenti delle Conferenze Episcopali africane il testo dell'"Instrumentum laboris" per il Sinodo. In questa capitale, Giovanni Paolo II, nel 1995, consegnò il documento "Ecclesia in Africa", l'esortazione apostolica post-sinodale frutto della prima Assemblea speciale dell'Africa, celebrata l'anno precedente in Vaticano.

NOMINE PER LA SECONDA ASSEMBLEA SPECIALE PER L’AFRICA DEL SINODO DEI VESCOVI