lunedì 16 febbraio 2009

Il vescovo ausiliare di Linz chiede al Papa l'annullamento della nomina. La disastrosa situazione della Chiesa in Austria

Il prelato ultraconservatore austriaco Gerhard Maria Wagner, nominato di recente dal Papa vescovo ausiliario di Linz ma molto criticato nel proprio paese, ha chiesto al Vaticano l'annullamento della propria nomina. "Ho preso questa decisione liberamente" afferma il vescovo in una nota pubblicata sul sito della diocesi austriaca. "Mi sento molto leggero in confronto alle scorse notti", prosegue. "Dall'inizio, quando sono stato nominato, ho sentito una resistenza", espressa, afferma Wagner, "con modalità prive di amore e di misericordia". Il Vaticano non ha ancora ufficializzato la notifica delle dimissioni, nè ha reso noto se il Papa le ha accettate. Oggi, intanto, i vescovi austriaci si sono riuniti a Vienna per una riunione straordinaria convocata dal presidente, l'arcivescovo di Vienna, card. Christoph Schoenborn, che nei giorni scorsi era stato ricevuto dal Pontefice. Il caso Linz ricorda il pasticcio del 2007 per la nomina in Polonia di mons. Wielgus quale arcivescovo di Varsavia: appena pubblicata la nomina erano state rese note dalla stampa sue compromissioni coi servizi segreti dell'epoca comunista.In quel caso, la rinunzia dell'interessato era stata sollecitata dalla Santa Sede per togliersi da una situazione di scandalo. Secondo indiscrezioni, nella riunione di oggi i vescovi austriaci avrebbero espresso malumore anche per un'altra nomina controversa: quella relativa al vescovo ausiliare Elmar Fisher, nominato alla diocesi di Bergenz, finito anche lui nell'occhio del ciclone della polemica per essere "troppo ortodosso" secondo gli standard centroeuropei. Apertamente disobbedienti al Papa si sono mostrati anche i decani della diocesi di Linz che hanno ufficialmente rifiutato, come è avvenuto, martedì 10 febbraio 2009, la nomina del vescovo ausiliare, che pure l'ordinario aveva accettato anche se il nome scelto da Roma non era nella terna delle sue indicazioni. Imbarazza inoltre il ruolo di pressione eserciato dai media, fomentati forse dal "caso Williamson" che di fatto li ha visti protagonisti. In Vaticano, alcuni prelati non nascondono la loro preoccupazione per questa situazione che mette in questione il principio di autorità nella Chiesa. Un caso, tra l'altro, che si poteva prevenire semplicemente digitando il nome del candidato su Google. "Forse c'è anche da chiedersi - scrive il sito francescano Cantuale Antonianum - se nella Curia Romana non ci sia qualche lotta per la ridistribuzione del potere. Come mai una cosa tanto delicata come la nomina di un vescovo fa reagire in maniera sproporzionata? Qualche brontolio c'è sempre, ma un'ondata di proteste, ancorchè orchestrate non può non essere prevedibile: possibile che nessuno conoscesse l'opinione dei vescovi austriaci sull'eletto vescovo? Il panorama - sottolinea il sito - non è incoraggiante: una Segreteria dei Stato debole, in balia di tutti i vescovi che gridano, una Congregazione che fa le nomine senza tener conto delle terne speditegli, cardinali pensionandi della vecchia guardia che temono il cambiamento di rotta voluto e strenuamente pianificato da un Papa che può parlare e farsi sentire (differentemente dal suo predecessore negli ultimi anni). La Curia deve capire e soprattutto mostrare a tutto il mondo di essere un docile e forte strumento per l'esercizio dell'autorità e delle prerogative del Papa, non un organo che esercita indipendentemente il potere". "Non posso fare a meno di notare - scrive il vaticanista Andrea Tornielli nel suo blog Sacri Palazzi - che qualcosa non funziona in una Chiesa nella quale vescovi e illustrissimi cardinali contestano apertamente il magistero, pur rimanendo osannati e riveriti, mentre altri sono costretti a rinunciare all’episcopato per aver contestato non la dottrina sulla transustanziazione, ma i romanzetti di Harry Potter".