mercoledì 13 aprile 2011

Mons. Newton: il Papa desideroso di avere notizie sul clero e i fedeli dell'Ordinariato degli ex anglicani, sulle speranze e i progetti per il futuro

Mons. Keith Newton (foto) ha affermato che Benedetto XVI sta mostrando “grande interesse” per il primo Ordinariato per ex anglicani e che il Papa prega per questa nuova realtà. L'ordinario lo ha affermato nella newsletter ufficiale dell'Ordinariato Personale di Nostra Signora di Walsingham, in cui ha parlato della sua udienza privata del 1° aprile con il Santo Padre. Mons. Newton ha detto che il Pontefice è “desideroso di avere notizie sul clero e sui fedeli che si uniranno quest'anno, e sulle nostre speranze e i nostri progetti per il futuro”. Il presule, ex anglicano, ha confessato di aver potuto esprimere al Papa “il nostro sincero apprezzamento per le disposizioni generose della Costituzione Apostolica 'Anglicanorum coetibus' e per il caloroso benvenuto che abbiamo ricevuto dalla Chiesa”. Sono state già stabilite le date delle ordinazioni di diaconi e sacerdoti dell'Ordinariato, che si svolgeranno a maggio e giugno. A maggio sono previste sette cerimonie per le ordinazioni diaconali, mentre le ordinazioni sacerdotali a Westminster avranno luogo il 10 giugno.

Zenit

'YouCat' in libreria con una nota di 'errata corrige'. Errori di traduzione, non di dottrina. Gruppo di lavoro di Dottrina per la Fede

Il catechismo per giovani "YouCat" resta in vendita in libreria, dopo le polemiche delle scorse ore. Al volume, che è stato presentato questa mattina nella Sala stampa del Vaticano, è stata aggiunta in mattinata una nota di 'errata corrige' relativa alla domanda sull'uso di anticoncezionali. In particolare, l'originale domanda "Può una coppia cristiana fare ricorso ai metodi anticoncezionali", è stata trasformata nella domanda "Può una coppia cristiana fare ricorso ai metodi di regolazione della fecondità". La risposta è: "Sì, una coppia cristiana può e deve essere responsabile nella sua facoltà di poter dare la vita". Dopo che è emerso che questo passaggio non corrispondeva, in italiano, alla versione originale tedesca, curata dal cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn e rivista per l'edizione italiana dal patriarca di Venezia Angelo Scola, ieri la casa editoriale Città Nuova ha reso noto che l'edizione era "sospesa temporaneamente per verificarne l'esattezza e la correttezza". Verrà corretto anche il riferimento alla "eutanasia passiva". "Chi aiuta a morire una persona nel senso dell'eutanasia attiva viola il quinto comandamento", è uno dei passaggi contenuti nel libro in vendita nelle librerie italiane. "Chi invece aiuta una persona durante la morte nel senso di un'autanasia passiva obbedisce invece al comandamento dell'amore per il prossimo. Si intende con questo che, essendo la morte del paziente ormai sicura, si rinuncia a procedure mediche straordinarie, onerose o sproporzionate rispetto ai risultati attesi". "In tedesco - ha spiegato Schönborn - si parla di 'Sterbehilfe', aiuto alla morte, che non è eutanasia. Il catechismo della Chiesa Cattolica è molto chiaro: far morire attivamente è eutanasia, lasciare andare avanti la maturazione della morte naturale non è eutanasia. Forse - ha aggiunto l'arcivescovo di Vienna - la parola 'eutanasia' introduce una interpretazione erronea. Ma queste sono cose che devono studiare gli italiani". Anche mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, è intervenuto per puntualizzare che "eutanasia passiva ed eutanasia attiva sono termini in disuso. Non sono più usati e non dovrebbero essere più usati. Bisogna essere il più possibili precisi per evitare fraintendimenti su temi così delicati. La dottrina della Chiesa, ad ogni modo, spiega che bisogna accettare l'inevitabilità della morte, il che non ha nulla a che fare con l'eutanasia". "Non pensiamo che ci siano errori dottrinali": così il card. Schönborn ha riassunto la vicenda. "Le traduzioni sono in corso e già si sono creati problemi di traduzione", ha detto il porporato austriaco affrontando il tema nella conferenza stampa di presentazione del volume in Vaticano. "Molti hanno saputo dalla stampa italiana che c'è un problema di traduzione nel testo italiano e già è stato preparato un 'corrigenda' per il punto numero 420, perché c'è un piccolo, semplice errore di traduzione". "Ma la dottrina della Chiesa Cattolica è molto chiara. Nel contesto delle risposte è molto chiaro il senso del testo. C'è stato anche un problema di traduzione francese sul valore delle religioni nel Concilio Vaticano II - ha peraltro reso noto Schoenborn - e per questo la pubblicazione dell'edizione francese è un po' in ritardo". "Per ogni traduzione - ha detto Schönborn - la Conferenza Episcopale austriaca, d'accordo con l'editore, ha chiesto ad un vescovo che ha notorietà catechetica di essere garante della traduzione nella sua lingua. Dunque - ha proseguito il porporato - la responsabilità degli errori di traduzione... i traduttori - ha concluso l'arcivescovo di Vienna con una battuta - a volte sono traditori. Ad ogni modo abbiamo le edizioni successive". Prima della conferenza stampa di presentazione del volume, il card. Schönborn è stato ricevuto dal card. William Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, per discutere dei problemi di traduzione. "Penso che ci saranno anche altri 'corrigenda'", ha poi detto Schoenborn in conferenza stampa. "Questa mattina alla Congregazione per la Dottrina della Fede abbiamo concordato con il prefetto, card. Levada, che si farà un piccolo gruppo di lavoro che raccoglierà tutte le 'corrigenda' delle diverse edizioni in lingua, poi si farà uno studio e poi si integreranno le prossime edizioni con le correzioni".

TMNews

Presentazione di 'YouCat': un dono del Papa ai giovani, in un linguaggio semplice, completo e accessibile il patrimonio di fede dei cristiani

E' stato presentato questa mattina, nella Sala Stampa vaticana, “YouCat”, il sussidio al Catechismo della Chiesa Cattolica per i Giovani, preparato per i partecipanti alla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid. Una copia di “YouCat” è stata consegnata al Papa da un gruppo di giovani, a margine dell’Udienza generale (foto). Alla conferenza stampa, sono intervenuti tra gli altri il card. Stanisław Ryłko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, il card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, e l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Un nuovo e valido contributo per rendere più salda la fede dei giovani: è questo l’obiettivo che si prefigge “YouCat”, articolato in 527 domande e risposte. Un libro tradotto innanzitutto nelle 6 lingue ufficiali della GMG, per raggiungere già quest’anno un numero molto più ampio, che verrà distribuito in 700mila copie per il grande raduno giovanile di Madrid. Le copie donate a Madrid, che sulla copertina porteranno la scritta ‘questo libro è un regalo personale del Santo Padre’, saranno principalmente finanziate da “Aiuto alla Chiesa che Soffre” che ha offerto un contributo di 250mila euro. Il card. Rylko ha sottolineato che “YouCat” non sostituisce il Catechismo, pur traducendone i contenuti con metodo rigoroso e fedele e con un linguaggio adeguato ai giovani. Per il porporato polacco si tratta piuttosto di “un’apristrada” al Catechismo: “Educare i giovani a studiare con impegno 'YouCat' è un passaggio fondamentale per aiutarli a capire che la fede non è un’ispirazione spirituale soggettiva, né un semplice sentimento religioso o un’ideologia, ma un metodo di conoscenza della verità, un incontro con un avvenimento, con una Persona viva che si chiama Gesù Cristo”. Esigenza ancor più sentita oggi, ha proseguito il card. Rylko, in un tempo nel quale la fede corre il “rischio del soggettivismo e del relativismo”. In molti, infatti, ha osservato “compongono il loro mix di credenze, scegliendole e scartandole arbitrariamente, riducendole così a sole opinioni”. Di qui la necessità di una “vera educazione alla fede dei giovani”. Dal canto suo, il card. Schönborn, tra i principali promotori dell’iniziativa, ha messo l’accento sulla sfida di realizzare un testo di catechismo, frutto della collaborazione tra ragazzi e teologi e che rispondesse proprio alle esigenze del mondo giovanile: “E’ diventata un’avventura incredibile, ed è un miracolo che sia oggi nelle vostre mani un catechismo di giovani fedele al Catechismo della Chiesa cattolica ma, ciò nonostante, in un linguaggio che è passato attraverso due lunghe estati di lavoro su ogni parola, su ogni domanda...”. “Risponde all’urgenza di essere cristiani consapevoli in un contesto in cui si è in minoranza. I giovani devono essere capaci di rispondere alle domande dei loro coetanei che non conoscono la fede. In Europa, se guardiamo a coloro che hanno una pratica regolare, i cattolici sono una minoranza – ha spiegato il cardinale – in Italia, Svizzera, Austria e Germania ci sono moltissimi battezzati ma pochi praticanti. Questo catechismo intende essere uno strumento per una fede bella e intelligente, per dare ai giovani coraggio di esprimerla”. Poi, ha rivolto un pensiero speciale a Benedetto XVI: “Grazie al Santo Padre, perché è lui che si è interessato fin dall’inizio di questa iniziativa; ha sentito che questa iniziativa è importante; si è interessato, l’ha seguita, l’ha incoraggiata e, alla fine, ha dato quella prefazione che dà lo slancio a 'YouCat' per tutta la Chiesa, per tutto il mondo”. Nel suo intervento, l’arcivescovo Fisichella ha notato come il catechismo sia oggi essenziale “per la vita delle nuove generazioni, avvolte troppo spesso da un contesto culturale di grande frammentarietà che impedisce loro di avere una visione unitaria della vita”. Si è quindi soffermato sul valore di “YouCat”: “Non è solo un’ottima mediazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. Esso corrisponde anche a un’esigenza del momento presente che deve saper presentare in un linguaggio semplice, completo e soprattutto accessibile ai giovani il patrimonio di fede che da sempre e in ogni luogo i cristiani professano”. “YouCat”, ha soggiunto, coniuga insieme “interrogativi del mondo giovanile ed esigenze della fede”. E’ inoltre uno strumento utile al progetto di nuova evangelizzazione. E ciò, ha affermato il presile, “soprattutto per quei giovani che vivendo” in Paesi di tradizione cristiana “verificano l’allontanamento di tanti coetanei della fede, dalla comunità e dalla stessa religione”.

Radio Vaticana, SIR

Il Papa: vi incoraggio a diffondere quotidianamente la Parola di Dio, che offre ai battezzati la possibilità di configurarsi a Cristo

“Un benvenuto in particolare ai membri dell’associazione Evangelizzo” è stato rivolto da Benedetto XVI, in francese, nei saluti in varie lingue durante l’Udienza generale di questa mattina in Piazza San Pietro. “Diffondendo quotidianamente la Parola di Dio – ha aggiunto – offrite ai battezzati la possibilità di configurarsi a Cristo. Vi incoraggio in questa nobile missione”. In inglese, il Pontefice ha inviato il suo “cordiale saluto a tutti coloro che sono allo Xavier College di Melbourne (Australia) per la terza riunione nazionale della famiglia”. “Questo importante evento – ha affermato il Santo Padre – è un’occasione non solo per voi per testimoniare i legami di affetto all’interno delle singole famiglie, ma anche per approfondire il legame con la più ampia famiglia di Dio che è la Chiesa, in modo da diventare protagonisti di una nuova umanità, una rinnovata cultura di amore e unità, di vita e di stabilità, dando gloria a Dio, nostro Padre, in ogni momento”. In italiano ha rivolto un saluto particolare ai fedeli che ricordano il 150° anniversario di fondazione delle Suore mantellate, Serve di Maria di Pistoia, le religiose di diverse Congregazioni che partecipano al corso promosso dall’Usmi e le Pie Discepole del Divin Maestro riunite nel capitolo generale.

SIR

Pasqua 2011. Sarà di una bambina giapponese di 7 anni la prima domanda a cui Benedetto XVI risponderà nella trasmissione tv 'A sua immagine'

Papa Benedetto XVI, per la prima volta nella storia della tv, interverrà in una trasmissione per rispondere alle domande dei telespettatori, in occasione dello speciale ''A sua immagine -Domande su Gesù'', il programma in onda su Rai Uno il 22 aprile, Venerdì Santo, alle 14.10. Il Papa seguirà attraverso un monitor dalla sua Biblioteca le video domande che saranno poste direttamente dai fedeli che le hanno inviate. Arriva dal Giappone la prima delle domande. “A scrivere a Benedetto XVI – informa la redazione – è una bimba giapponese, ha 7 anni, si chiama Elena e ha il papà italiano. La piccola durante il terremoto era in Giappone, ha visto morire molti bimbi, la sua casa ha tremato ‘tanto tanto’ ed è ancora spaventata. Nonostante la sua tenera età si è posta le domande che ascolteremo durante la diretta del programma”. Invitata dalla nonna paterna, la bambina ha accettato di scrivere al Papa e “il giorno del Venerdì Santo, nell’ora della Passione di Cristo, sarà la prima a rivolgersi direttamente al Santo Padre per ricevere delle risposte sul tema del dolore in base alla vita e agli insegnamenti di Gesù”. La redazione sta selezionando altre cinque domande da presentare a Benedetto XVI. È possibile inviare quesiti su Gesù all’indirizzo mail asuaimmagine@rai.it, precisando nell’oggetto: “Domande su Gesù”.

Asca, SIR

Il Papa: la misura della santità dalla statura che Cristo raggiunge in noi, da quanto con la forza dello Spirito modelliamo la nostra vita sulla Sua

Udienza Generale questa mattina in Piazza San Pietro, dove Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e di fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nella catechesi, il Papa, al termine del ciclo sulle vite dei Santi, ha incentrato la sua meditazione sulla santità a cui ogni cristiano è chiamato.
“Che cosa vuol dire essere Santi? Chi è chiamato ad essere Santo? Spesso si è portati ancora a pensare che la santità sia una meta riservata a pochi eletti”. “In Cristo – ha affermato il Papa - il Dio vivente si è fatto vicino, visibile, ascoltabile, toccabile affinché ognuno possa attingere dalla sua pienezza di grazia e di verità”. Perciò, “tutta l’esistenza cristiana conosce un’unica suprema legge, quella che San Paolo esprime in una formula che ricorre in tutti i suoi scritti: in Christo Jesu, in Cristo Gesù”. “La santità, la pienezza della vita cristiana – ha chiarito il Santo Padre - non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nell’unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti”. Per il Pontefice, “la misura della santità è data dalla statura che Cristo raggiunge in noi, da quanto, con la forza dello Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla sua. È l’essere conformi a Gesù”. Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione sulla Chiesa, “parla con chiarezza della chiamata universale alla santità, affermando che nessuno ne è escluso”. “Una vita santa – ha detto Benedetto XVI - non è frutto principalmente del nostro sforzo, perché è Dio, il tre volte Santo, che ci rende Santi, è l’azione del suo Spirito che ci anima dal di dentro, è la vita stessa di Cristo Risorto che ci è comunicata e che ci trasforma”. La santità ha dunque “la sua radice ultima nella grazia battesimale, nell’essere innestati nel Mistero pasquale di Cristo, con cui ci viene comunicato il suo Spirito, la sua vita di Risorto”. San Paolo, ha aggiunto il Papa, “sottolinea in modo molto forte la trasformazione che opera nell’uomo la grazia battesimale e arriva a coniare una terminologia nuova, forgiata con la preposizione ‘con’: con-morti, con-sepolti, con-risucitati, con-vivificati con Cristo; il nostro destino è legato indissolubilmente al suo”. Dio, comunque, “rispetta sempre la nostra libertà e chiede che accettiamo questo dono e viviamo le esigenze che esso comporta, chiede che ci lasciamo trasformare dall’azione dello Spirito Santo, conformando la nostra volontà alla volontà di Dio”. Ma “come può avvenire che il nostro modo di pensare e le nostre azioni diventino il pensare e l’agire di Cristo? Qual è l’anima della santità?”. Ancora una volta, ha affermato il Pontefice, “il Concilio Vaticano II ci offre un’indicazione precisa; ci dice che la santità cristiana non è altro che la carità pienamente vissuta”. “Dio ha largamente diffuso il suo amore nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, che ci fu dato; perciò il dono primo e più necessario è la carità, con la quale amiamo Dio sopra ogni cosa e il prossimo per amore di Lui”, ha affermato Benedetto XVI. “Ma – ha aggiunto - perché la carità, come un buon seme, cresca nell’anima e vi fruttifichi, ogni fedele deve ascoltare volentieri la parola di Dio e, con l'aiuto della sua grazia, compiere con le opere la sua volontà, partecipare frequentemente ai sacramenti, soprattutto all'Eucaristia e alla santa Liturgia; applicarsi costantemente alla preghiera, all'abnegazione di se stesso, al servizio attivo dei fratelli e all'esercizio di ogni virtù”. La carità, infatti, “dirige tutti i mezzi di santificazione, dà loro forma e li conduce al loro fine”. “Essenziale è non lasciare mai una domenica senza un incontro con il Cristo Risorto nell'Eucaristia; questo non è un peso aggiunto, ma è luce per tutta la settimana. Non cominciare e non finire mai un giorno senza almeno un breve contatto con Dio. E, nella strada della nostra vita, seguire gli 'indicatori stradali' che Dio ci ha comunicato nel Decalogo letto con Cristo, che è semplicemente l'esplicitazione di che cosa sia carità in determinate situazioni". Perciò “il vero discepolo di Cristo si caratterizza per la carità sia verso Dio che verso il prossimo”. Sant’Agostino, ha ricordato Benedetto XVI, commentando il capitolo quarto della Prima Lettera di San Giovanni, dice una cosa coraggiosa: “Ama e fa’ ciò che vuoi”. “Chi è guidato dall’amore, chi vive la carità pienamente è guidato da Dio, perché Dio è amore”, ha precisato il Papa. Ma, “possiamo noi con i nostri limiti tendere così in lato?”. "La Chiesa, durante l'Anno Liturgico, ci invita a fare memoria di una schiera di Santi, di coloro, cioè, che hanno vissuto pienamente la carità, hanno saputo amare e seguire Cristo nella loro vita quotidiana", ha detto il Papa. "Essi ci dicono che è possibile per tutti percorrere questa strada. In ogni epoca della storia della Chiesa, ad ogni latitudine della geografia del mondo, i Santi appartengono a tutte le età e ad ogni stato di vita, sono volti concreti di ogni popolo, lingua e nazione, sono tipi molto diversi. Anche i santi semplici, cioè le persone buone che vedo nella mia vita, che non saranno mai canonizzate, sono persone normali, per così dire, senza eroismo visibile, ma nella loro bontà di ogni giorno vedo la verità della fede. Questa bontà alla quale sono maturati nella fede della Chiesa è per me la più sicura apologia del cristianesimo e segno di dove sia la verità. Nella comunione dei Santi, canonizzati e non canonizzati, che la Chiesa vive grazie a Cristo in tutti i suoi membri del cielo e della terra - ha detto ancora il Pontefice - noi godiamo della loro presenza e della loro compagnia e coltiviamo la ferma speranza di poter imitare il loro cammino e condividere un giorno la stessa vita beata, la vita eterna". “Come è grande, bella e semplice la vocazione cristiana vista in questa luce – ha esclamato il Papa -! Tutti siamo chiamati alla santità: è la misura stessa della vita cristiana”. Di qui l’invito “ad aprirsi all’azione dello Spirito Santo, che trasforma la nostra vita, per essere anche noi come tessere del grande mosaico di santità che Dio va creando nella storia, perché il volto di Cristo splenda nella pienezza del suo fulgore”. “Non abbiamo paura – ha concluso - di tendere verso l’alto, verso le altezze di Dio; non abbiamo paura che Dio ci chieda troppo, ma lasciamoci guidare in ogni azione quotidiana dalla sua Parola, anche se ci sentiamo poveri, inadeguati, peccatori: sarà Lui a trasformarci secondo il suo amore”.

SIR, TMNews

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

Pasqua 2011. Oltre duecento i 'Parmureli' di Bordighera e Sanremo donati anche quest'anno per la Domenica delle Palme in Piazza San Pietro

Saranno oltre duecento i “Parmureli” di Bordighera e Sanremo che anche quest’anno verranno donati a Papa Benedetto XVI, ai cardinali e ai vescovi, in occasione della celebrazione della Domenica delle Palme, il 17 aprile. Frutto del lavoro e dell’arte degli intrecciatori locali, la tradizione delle foglie di palme intrecciate rinnova il privilegio ottenuto dal sanremese Capitan Bresca nel 1586, quando, durante l’elevazione dell’obelisco in Piazza San Pietro, con il suo il famoso “Aiga ae corde” scongiurò l’eccessivo surriscaldamento delle gomene usate per issare il monolite, evitando così una strage di fedeli accorsi per l’occasione. A presentare l’evento questa mattina, il vescovo della diocesi Alberto Maria Careggio, l’assessore ai Beni Ambientali del comune di Sanremo Gianni Berrino, Claudio Littardi, Presidente Centro Studi e Ricerche delle Palme, Sergio Oderda, Direttore Generale Cooperativa Sociale “Il Cammino” di Sanremo, il Consigliere regionale Giancarlo Manti e Andrea Artioli per la Provincia di Imperia. “Sono sempre contento quando questo segno di pace, gioia e testimonianza raggiunge San Pietro cuore della cristianità – ha commentato il vescovo Careggio - Il significato della palma è legato all’episodio evangelico dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, è simbolo di immortalità e per noi ha significato aggiuntivo; è prodotto della terra ligure e punto di orgoglio che non deve perdersi”. “Continuando la tradizione, anche quest’anno più di 200 palme verranno fornite a cardinali e vescovi sul sagrato oltre a quella al Santo Padre che sarà di oltre due metri di altezza, frutto del lavoro degli intrecciatori del Ponente Ligure – spiega Claudio Littardi - tutte queste palme sono lavorate manualmente e sono frutto del lavoro di intreccio ed espressione artistica fatte da artigianidi Sanremo e Bordighera in cui si esprime l’abilità accumulata nella tradizione familiare”. Non solo tradizione religiosa ma anche storico-culturale da tutelare: è questo l’obiettivo emerso nell’incontro di questa mattina, che vedrà impegnate le Istituzioni a favore di uno sviluppo artigianale delle palme e dell’intreccio ad esempio attraverso il riconoscimento di un marchio, come proposto dall’assessore Gianni Berrino. “Anche quest’anno il Comune di Sanremo contribuisce a questo grande evento – commenta Berrino – c’è il tentativo di far passare l’importanza della tutela delle palme in tutti i suoi aspetti. Con grande soddisfazione partecipiamo anche quest’anno alla cerimonia in Vaticano. Il sindaco Maurizio Zoccarato sarà sul sagrato a rappresentare la nostra città e l’orgoglio di essere riconosciuti dalla Città del Vaticano come fornitori ufficiali di Parmureli”.

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