sabato 20 giugno 2009

Il Papa a San Giovanni Rotondo. I mosaici sulla vita di San Francesco e San Pio realizzati con l'oro dei fedeli che verranno inaugurati dal Pontefice

E' stato donato dai fedeli di San Pio da Pietrelcina tutto l'oro utilizzato nella realizzazione dei 54 mosaici che saranno inaugurati domani nella Chiesa intitolata al frate, a San Giovanni Rotondo, da Papa Benedetto XVI. Per impreziosire la Chiesa inferiore di San Pio da Pietrelcina e la sua rampa di accesso i Frati minori Cappuccini hanno scelto un artista e teologo che, insieme con il suo Atelier, composto da artisti provenienti da otto Paesi diversi e appartenenti alle Chiese cattolica romana, greco cattolica e ortodossa, ha già realizzato mosaici per 70 chiese in tutto il mondo: il padre gesuita Marko Ivan Rupnik. Da un lato vengono rappresentati momenti della vita di San Francesco, dall'altro episodi della vita di San Pio. Il fedele, insieme con i due santi, percorre alcuni grandi temi della teologia spirituale: la chiamata, la rinuncia al male, i sacramenti, la lotta spirituale, la preghiera, l'ascesi, la morte all'uomo vecchio, il primato della carità, la solitudine, la comunione con il creato, i sensi spirituali, l'annuncio del Vangelo, la paternità e la consolazione spirituale, la felicità nella vita dello Spirito Santo. Si giunge così alla soglia della Chiesa inferiore dove il pellegrino è accolto dalle immagini che testimoniano la vita di Cristo. I mosaici ricoprono una superficie complessiva, tra rampa e chiesa inferiore, di circa 2.000 metri quadrati e costituiscono l'opera più grande realizzata dall'Atelier. Per realizzarli sono stati necessari sei mesi di studio e 12 di lavoro. Per la realizzazione sono stati utilizzati milioni di tessere. Le pietre da cui sono state ricavate le tessere provengono da diverse parti del mondo: Italia, Francia, Grecia, Macedonia, Turchia, Egitto, Brasile, Messico, Sudafrica, Iran, Afghanistan, Pachistan, Cina, India.

Teleradioerre

Scambio di lettere tra Benedetto XVI e il capo dello stato tedesco Koehler sull'Africa e il ruolo della comunità internazionale

Un nuovo appello per la solidarietà internazionale verso l'Africa gravemente colpita dalla crisi economica e finanziaria è stato lanciato dal Papa in una lettera inviata al presidente della Repubblica Federale di Germania, Horst Koehler (nella foto con Benedetto XVI). I contenuti del viaggio apostolico compiuto in Camerun e Angola nello scorso mese di marzo sono stati infatti al centro di uno scambio epistolare tra il Papa e il capo dello Stato tedesco, del quale dà notizia oggi L'Osservatore Romano che pubblica i testi delle missive in lingua tedesca. "L'Africa - scrive Benedetto XVI - è un continente giovane, pieno di gioia di vita e di fiducia, con un enorme potenziale di creatività. Certo, gli interessi stranieri e le tensioni della sua propria storia gravano ancora sul presente e minacciano l'avvenire. Ma la fede viva, la fresca forza morale e la crescente competenza intellettuale creano un clima di speranza che resiste alle sfide e ne rende possibile il superamento". Poi, l'auspicio che gli africani, come protagonisti dello sviluppo dei loro Paesi, usino i loro numerosi doni a favore dell'edificazione della società e della pace. Benedetto XVI si è quindi augurato che la comunità internazionale mostri concreta solidarietà verso il continente. La lettera del Papa si conclude ricordando che "la Chiesa, suscitando nei cuori degli uomini l'amore verso i sofferenti e la disponibilità ad aiutare, fa molto di più contro le malattie devastanti che tante altre istituzioni". Nella sua lettera, il presidente della Repubblica Federale di Germania esprime la convinzione che il futuro dell'umanità si decida sul destino dell'Africa. "Per me - scrive - è del tutto evidente che possiamo risolvere i problemi del nostro tempo solo coinvolgendo anche l'Africa. Ma non si tratta - afferma il presidente tedesco - soltanto della questione delle materie prime, di sbocchi e altri interessi economici. Si tratta pure della ricchezza culturale, delle tradizioni e della creatività degli africani. Chi si apre all'Africa e alla sua gente, sperimenta un arricchimento". Ma l'aiuto per l'Africa - evidenzia infine Koehler - "è anche un imperativo della carità cristiana".

Avvenire.it

Il Papa a San Giovanni Rotondo. Mons. D'Ambrosio: viene a confermare la devozione al messaggio di San Pio, messaggio della Croce e della misericordia

''Il Papa viene a visitare e a pregare sulla tomba di un Santo, San Pio da Pietrelcina. Viene a confermare tutta una ricchezza di opere, di devozione, di fedeltà al carisma e al messaggio proprio di questo Santo, che è il messaggio della Croce, della misericordia del Padre''. Mons. D'Ambrosio commenta così, ai microfoni della Radio Vaticana, l'arrivo del Pontefice a San Giovanni Rotondo. ''E quindi - ha aggiunto - c'è una preparazione di ordine spirituale. In questo mese di giugno, praticamente, la preparazione spirituale si è concentrata nei luoghi in cui Padre Pio è vissuto, quindi all'interno del Santuario di Santa Maria delle Grazie e della nuova Chiesa di San Pio da Pietrelcina, con catechesi guidate da alcuni vescovi''. In merito alla visita alla Casa del sollievo e della sofferenza, mons. D'Ambrosio ha spiegato: ''Non è un ospedale, ma una Casa Sollievo della Sofferenza. Padre Pio l'ha definita 'tempio di preghiera e di scienza', quindi anche la scienza rientra in una logica, possiamo dire, quasi 'sacrale', per sottolineare che - diceva ancora Padre Pio - all'ammalato bisogna accostarsi vedendo nell'ammalato Gesù e nell'ammalato povero due volte Gesù. E', evidentemente, faticoso, però si privilegia l'attenzione all'uomo piagato e sofferente. Nella Casa Sollievo - diceva San Pio - devono aumentare le riserve di amore che ''tanto più è abbondante in uno, tanto più sarà abbondante nell'altro'', in uno scambio continuo''.

Adnkronos

Il Papa a San Giovanni Rotondo. Benedetto XVI benedirà la scalinata della cripta che potrebbe accogliere le spoglie di San Pio

Arancione e giallo. Questi i colori degli addobbi floreali dell'altare da cui Papa Benedetto XVI domani celebrerà la Santa Messa a San Giovanni Rotondo. Colori non casuali, ma che anzi viaggiano nel segno della continuità. I fiori e i colori saranno infatti identici a quelli usati in occasione della santificazione di Padre Pio. Il Papa prima di ripartire inaugurerà la scalinata che collega la nuova Chiesa alla cripta dove potrebbero essere trasferite le spoglie di San Pio. Un evento, questo, che potrebbe anche avvenire subito dopo il 23 settembre 2009 data nella quale terminerà l'ostensione delle spoglie, cominciata il 24 aprile del 2008. "Non è una novità: la Chiesa nuova tutta che è stata dedicata a San Pio è stata pensata - spiega il portavoce dei Frati Cappuccini della provincia religiosa di Sant'Angelo e Padre Pio, frate Antonio Belpiede - fin dal primo momento per ospitare Padre Pio". "Non sono a conoscenza di date per cui - aggiunge - non ne dò". E proprio alla vigilia della visita di Papa Ratzinger, San Giovanni Rotondo è stata testimone di un altro evento: la presentazione del progetto della statua gigante di San Pio. Si tratta della più grande opera di fede del mondo che sarà costruita a Rignano Garganico.

Marzia Campagna, Teleradioerre - L'Unione Sarda.it

Il Papa: Alcide De Gasperi fu capace di tradurre in atti concreti e coerenti la fede che professava. Sia di stimolo a coloro che guidano l'Italia

“Dirittura morale”, "fede salda" e “autonomia nelle scelte politiche”. Sono queste le qualità auspicabili in un uomo di Stato che si professi cristiano: qualità che incarnò appieno Alcide De Gasperi. Lo ha affermato questa mattina Benedetto XVI, che ha ricevuto stamattina in udienza, nella Sala dei Papi in Vaticano, i membri della Fondazione intitolata al grande statista. Si spense il 19 agosto di 55 anni fa mormorando per tre volte il nome di Gesù. Ma i valori cristiani che ispirarono sempre la sua azione politica non furono una bandiera innalzata per fini propagandistici, bensì un limpido orientamento interiore al quale “resterà fedele sino alla morte, anche a costo di sacrifici personali”. E’ un ritratto ammirato e rispettoso quello che Benedetto XVI ha tracciato di Alcide De Gasperi al cospetto, fra gli altri, della figlia, Maria Romana, e del senatore a vita, Giulio Andreotti, che dello statista trentino fu per anni collaboratore. Dotato di “fede salda” e di fine “sensibilità religiosa - ha detto il Papa ricordandone alcuni passaggi biografici - De Gasperi fu colui che “difese la libertà e la democrazia” in Italia, guidando la ricostruzione di un Paese che si lasciava alle spalle il fascismo e le macerie del secondo conflitto mondiale. “Formato alla scuola del Vangelo, De Gasperi fu capace di tradurre in atti concreti e coerenti la fede che professava. Spiritualità e politica furono in effetti due dimensioni che convissero nella sua persona e ne caratterizzarono l’impegno sociale e spirituale”. Le “radici di tale solida testimonianza evangelica”, ha proseguito Benedetto XVI, sono il frutto della sua formazione umana e spirituale, alimentata negli anni dal “largo spazio” che il primo presidente del Consiglio della Repubblica italiana diede alla preghiera e al rapporto con Dio, anche nei momenti “più caotici” della sua vita. “Cari amici, mi piacerebbe soffermarmi ancor più su questo personaggio che ha onorato la Chiesa e l’Italia, ma mi limito a evidenziarne la riconosciuta dirittura morale, basata su un’indiscussa fedeltà ai valori umani e cristiani, come pure la serena coscienza morale che lo guidò nelle scelte della politica”. L’essere un uomo di fede, ha riconosciuto il Papa, non condizionò l’idea di De Gasperi di un agire sociale e politico che non fosse solamente un esercizio di fede e di virtù. “Conviene creare ed alimentare - dichiarò in un suo discorso - uno strumento adatto ai tempi (…) che abbia (…) una responsabilità autonoma, una fattura e una gestione democratica”. Certo, ha constatato il Pontefice, “in qualche momento non mancarono difficoltà e, forse, anche incomprensioni da parte del mondo ecclesiastico, ma De Gasperi non conobbe tentennamenti nella sua adesione alla Chiesa”. “Docile ed obbediente alla Chiesa, fu dunque autonomo e responsabile nelle sue scelte politiche, senza servirsi della Chiesa per fini politici e senza mai scendere a compromessi con la sua retta coscienza. Al tramonto dei suoi giorni potrà dire: ‘Ho fatto tutto ciò che era in mio potere, la mia coscienza è in pace’”. Di fronte a colui che ha definito uno “statista di fama internazionale che con la sua azione politica ha reso servizio alla Chiesa, all’Italia e all’Europa”, Benedetto XVI ha concluso indicando De Gasperi come modello all’attuale classe politica. “Il ricordo della sua esperienza di governo e della sua testimonianza cristiana siano incoraggiamento e stimolo per coloro che oggi reggono le sorti dell’Italia e degli altri popoli, specialmente per quanti si ispirano al Vangelo”.

Radio Vaticana


Il Papa a San Giovanni Rotondo. La visita alla Casa Sollievo della Sofferenza e l'incontro con i malati e il personale medico

''Sarà come una visita a casa'' quella che Papa Benedetto XVI effettuerà domenica pomeriggio nell'Ospedale 'Casa Sollievo della Sofferenza' (foto) di San Giovanni Rotondo. Lo sottolinea, parlando all'agenzia Adnkronos, Giulio Siena, responsabile dell'Ufficio Stampa dell'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, fondato nel 1956 da Padre Pio. L'ospedale, infatti, è gestito dalla Santa Sede attraverso il delegato pontificio, mons. Umberto Domenico D'Ambrosio responsabile di questa, come di tutte le opere del Santo di Pietrelcina. ''Anche per questo la visita di Benedetto XVI - dice - è molto attesa da personale, pazienti, familiari e dai gruppi di preghiera dell'ospedale''. A salutare il Papa saranno il direttore generale Domenico Crupi, lo stesso mons. D'Ambrosio e un'ammalata ricoverata. Dopo le parole del Santo Padre ci saranno degli omaggi da parte di due bambini ricoverati in rappresentanza di tutti gli altri. Saranno presenti anche rappresentanti del personale medico, infermieristico, tecnico e amministrativo. ''Questo ospedale - dice ancora Siena - diventando un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico ha realizzato l'auspicio di Padre Pio, quello non solo di essere al servizio dell'ammalato come tutti gli ospedali ma di diventare, come lui disse, 'la città ospedaliera tecnicamente adeguata alle più ardite esigenze cliniche' e di essere innovativa anche nel modo di avvicinarsi al paziente''.

Adnkronos