domenica 20 febbraio 2011

Benedetto XVI: Maria accompagni gli sforzi in Colombia e altrove nel mondo per promuovere la fratellanza e l'armonia fra tutti, senza eccezione alcuna

L'auspicio che gli sforzi per raggiungere la pace e la fratellanza in Colombia abbiano successo è stato espresso dal Papa dopo la recita dell'Angelus. Benedetto XVI ha ricordato che in questi giorni cade il 25° anniversario del viaggio di Giovanni Paolo II nel Paese latinoamericano. "L'odierna liturgia - ha detto il Pontefice - ci invita alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità, mediante il perdono dei nemici e la preghiera per i persecutori, fonte di riconciliazione duratura. Un messaggio attuale - ha aggiunto - anche per il popolo colombiano, che desidero far arrivare la mia vicinanza e l'affetto in occasione delle varie iniziative intraprese per ricordare che 25 anni fa il mio venerato predecessore, Papa Giovanni Paolo II, si mise in marcia 'con la pace di Cristo, le strade della Colombia". Quindi il Papa ha invocato la Vergine affinchè "accompagni gli sforzi compiuti in questa amata nazione in America Latina, e altrove nel mondo, per promuovere la fratellanza e l'armonia fra tutti i popoli, senza eccezione alcuna".
Nei saluti, il Papa in francese ha sottolineato che l’amore di cui parla Dio verso il prossimo “è capace di cambiare l’ordine del mondo rifiutando le falsità e gli idoli che ci vengono proposti”. In inglese, ha salutato i giovani cantori della Scuola di Londra intitolata alla memoria del card. Herbert Vaughan, arcivescovo di Westminster e fondatore della Società missionaria di San Giuseppe di Mill Ill morto nel 1903. Il Papa ha ricordato il motto del cardinale: “Amare et Servire”. In italiano, il saluto ai fedeli venuti da Poggiomarino, Modica, Cento di Ferrara e dalla parrocchia di Sant’Igino Papa in Roma, come pure alla Fondazione Petroniana di Bologna. E in particolare, alle Figlie di San Camillo, nel centenario della nascita al Cielo della loro Fondatrice, la Beata Giuseppina Vannini. A tutti l’augurio di una buona domenica.

Adnkronos, Radio Vaticana

Il Papa: chi accoglie Dio nella propria vita e lo ama con tutto il cuore è capace di un nuovo inizio, animato dall’amore e destinato all'eternità

La “gioia della riconciliazione” e la “perfezione della carità” sono stati i temi dei quali Benedetto XVI ha parlato alle 25mila persone presenti in Piazza san Pietro per la recita dell’Angelus. Illustrando le letture di questa domenica, Benedetto XVI ha parlato di legislazione fondata da Dio. Con i suoi precetti, ha spiegato, Dio “fondava la legislazione sociale sul comandamento 'amerai il tuo prossimo come te stesso'”. "Se ascoltiamo, poi, Gesù, nel quale Dio ha assunto un corpo mortale per farsi prossimo di ogni uomo e rivelare il suo amore infinito per noi, ritroviamo quella stessa chiamata, quello stesso audace obiettivo". Benedetto XVI ha ripetuto il termine “audace” per ricordare l’invito di Dio a essere “perfetti come il Padre”. La “perfezione” alla quale Gesù ci invita “è vivere come figli di Dio compiendo concretamente la sua volontà”. "In che modo - ha aggiunto - possiamo imitare Gesù? Egli dice: 'Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli'. Chi accoglie il Signore nella propria vita e lo ama con tutto il cuore è capace di un nuovo inizio. Riesce a compiere la volontà di Dio: realizzare una nuova forma di esistenza animata dall'amore e destinata all'eternità". Il Papa ha aggiunto: "Grande cosa è l’amore – leggiamo nel libro dell’Imitazione di Cristo –, un bene che rende leggera ogni cosa pesante e sopporta tranquillamente ogni cosa difficile. L’amore aspira a salire in alto, senza essere trattenuto da alcunché di terreno. Nasce da Dio e soltanto in Dio può trovare riposo". Poi il pensiero in particolare ai pastori: “Cari amici, dopodomani, 22 febbraio, celebreremo la festa della Cattedra di San Pietro. A lui, primo degli Apostoli, Cristo ha affidato il compito di Maestro e di Pastore per la guida spirituale del Popolo di Dio, affinché esso possa innalzarsi fino al Cielo. Esorto, pertanto, tutti i Pastori ad 'assimilare quel “nuovo stile di vita” che è stato inaugurato dal Signore Gesù ed è stato fatto proprio dagli Apostoli'”. “Quando si soffre per il male, la persecuzione, l’ingiustizia, evitiamo la rivincita, la vendetta e l’odio, e preghiamo per i persecutori”: nei saluti in lingua polacca, Benedetto XVI ha preso spunto dal Vangelo odierno in cui Gesù dice “Amate i vostri nemici”. Benedetto XVI fa sua la preghiera di chi soffre per dire chiaramente: “Affidiamo a Dio tutte queste avversità per raggiungere la libertà e la pace spirituale”.

AsiaNews, Radio Vaticana