venerdì 20 maggio 2011

Da domenica la 19° Assemblea Generale di Caritas Internationalis che celebrerà il 60° anniversario di fondazione. Venerdì l'incontro con il Papa

I membri di Caritas Internationalis di tutto il mondo invieranno rappresentanti alla 19ª Assemblea Generale, che si svolgerà presso la Domus Mariae di Roma dal 22 al 27 maggio, per celebrare il 60° anniversario della fondazione della confederazione. Gli oltre 300 delegati delle associazioni di 157 Paesi adotteranno anche decisioni sui progetti per rafforzare il servizio che prestano aiutando i poveri e in rappresentanza di questi. Caritas Internationalis è stata fondata nel 1951 da 13 organizzazioni cattoliche di azione caritativa per coordinare meglio l'opera umanitaria della Chiesa, ricevendo il sostegno di mons. Giovanni Battista Montini, che nel 1963 sarebbe diventato Papa Paolo VI. Da allora, la confederazione Caritas è cresciuta fino a raggiungere 165 membri, che abbracciano i settori di aiuto umanitario e sviluppo sociale delle Conferenze nazionali dei vescovi di tutto il mondo. Nel 2004, come ricorda un comunicato diffuso questa mattina dalla Sala Stampa della Santa Sede, Papa Giovanni Paolo II ha accordato alla Caritas la personalità canonica giuridica pubblica, sia in ragione della natura delle Caritas nazionali e diocesane, che sono lorgano ufficiale della carità dei vescovi, sia in riconoscimento dei grandi servizi che la Confederazione svolge da decenni per il bene della Chiesa intera e dellumanità.
I membri della Caritas aiutano infatti milioni di persone povere a migliorare le proprie condizioni di vita mediante programmi internazionali in vari settori: dalla riduzione dei rischi delle catastrofi al soccorso e alla ricostruzione, dal consolidamento della pace e la riconciliazione alla mitigazione degli effetti del clima e alla sicurezza alimentare, dall'assistenza sanitaria all'istruzione. Il Presidente di Caritas Internationalis, il card. Oscar Rodríguez Maradiaga, ha affermato che Caritas Internationalis ha l'immenso privilegio di essere al cuore della Chiesa e del suo ciclo di amore vivificante. Celebriamo 60 anni di risposta, attraverso la nostra fede e con azioni pratiche, alla sofferenza umana in un mondo ingiusto. Ad ogni modo ha riconosciuto il porporato, nel secondo decennio del XXI secolo affrontiamo una serie di sfide che minacciano di fermare o anche di far fare un passo indietro a questi progressi. La fame sta aumentando, il numero di emergenze umanitarie cresce e i cambiamenti climatici provocheranno più danni. La Caritas ha una visione del nostro mondo come una famiglia in cui nessuno muore a causa della povertà e dell'ingiustizia ha dichiarato il Cardinale . Per questo motivo, nei prossimi anni lotteremo per rendere questa visione una realtà. Il tema della nostra Assemblea Generale è 'Una famiglia, zero povertà'. L'Assemblea Generale si celebra in un momento importante per Caritas Internationalis. Gli Statuti e il Regolamento interno della confederazione stanno
per essere rinnovati con la Santa Sede. Guai a parlare di commissariamento, o anche solo di misure punitive; ma certo, nelle settimane che hanno preceduto l'Assemblea Generale di Caritas Internationalis non è stata delle migliori. L'ultimo 'colpo' e' arrivato oggi pomeriggio, quando i vertici romani di Caritas Internationalis hanno annunciato la cancellazione, a soli due giorni dall'inizio dell'assise, del previsto discorso dell'ex-maestro generale dei domenicani, padre Timothy Radcliffe, in apertura della prima sessione plenaria dell'Assemblea, lunedì 23. Al suo posto, la Santa Sede ha chiesto che fosse invitato il predicatore della Casa pontificia, il cappuccino padre Raniero Cantalamessa. In totale, saranno ben sei i membri della Curia Romana a prendere la parola all'Assemblea, un numero senza precedenti per un incontro di solito dedicato al confronto tra i rappresentanti delle associazioni impegnate in prima linea contro la povertà, lo sfruttamento e le tragedie umane e naturali arrivati da tutto il mondo: oltre al segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, che celebrerà la Messa domenica, e ai capi dei Pontifici Consigli 'Cor Unum' e Giustizia e Pace, cardinali Sarah e Turkson, ci sarà anche il segretario del Pontificio Consiglio per i Testi egislativi, mons. Juan Ignacio Arrieta, che si soffermerà sulla delicata revisione degli statuti di Caritas Internationalis. I delegati saranno ricevuti in udienza da Papa Benedetto XVI venerdì 27 maggio. I delegati Caritas eleggeranno poi il presidente, il Ttesoriere e il segretario generale per i prossimi 4 anni, e rappresentanti delle giunte e dei comitati esecutivi. La tensione tra i vertici dell'organizzazione risale al gennaio scorso, quando il settimanale cattolico inglese The Tablet ha riferito la notizia che la Santa Sede aveva negato il 'nihil obstat', alla ricandidatura del segretario generale uscente, Leslie-Anne Knight. Con il card. Maradiaga a migliaia di chilometri di distanza da Roma, è a lei che tocca gestire a livello quotidiano la vita della confederazione e i suoi rapporti con il Vaticano. La mancata riconferma aveva destato scalpore soprattutto perchè arrivava dopo 4 anni in cui era stato universalmente riconosciuto l'alto livello professionale della sua guida. Il card. Sarah spiegava che si può essere ''competenti nell'organizzare ma mancare di alcune qualità per coordinare il lavoro o per rafforzare l'identita' cattolica''. Per questo, aggiungeva, ''dobbiamo riconoscere il lavoro che ha fatto la signora Knight ma oggi per le nuove sfide serve un'altra persona''. L'accento sul rafforzamento della ''identità cattolica'' sembrava dare credito a quelle voci cattoliche che hanno criticato alcune Caritas per aver collaborato in programmi di assistenza con organismi, come le agenzie Onu, che non condividono tutti i precetti morali della Chiesa. La 'bocciatura', però, era arrivata per i vertici dell'associazione come un fulmine a ciel sereno e aveva provocato, inizialmente, una malcelata ostilità, tanto che nessuno voleva candidarsi al posto del segretario uscente in segno di protesta. Il motivo della mancata riconferma della Knight, spiega oggi all'agenzia Asca una fonte di Caritas Internationalis, stanno in una lettera di due pagine e mezza inviata dal card. Bertone ai vertici dell'associazione: ''Accanto a due pagine di lodi e di incoraggiamento, si indicavano i problemi e le osservazioni. In sostanza, si lamentava una mancanza di sintonia non tanto di contenuti dottrinali o operativi, ma di metodo''. Insomma, per il Vaticano era mancato il dialogo con i vertici vaticani, con i quali c'era anzi il ''gelo''. La mancanza di cooperazione degli organi della Curia, in realtà, era stata lamentata anche dall'organizzazione in passato. Da qui, comunque, nasce anche la volontà della Segreteria di Stato vaticana di impegnarsi maggiormente 'in prima persona' nella definizioni delle modalità dell'Assemblea. La protesta è adesso rientrata e la fonte aggiunge che una certa ''responsabilità'' sul piano del ''mancato dialogo'', da parte dei vertici dell'organizzazione, non solamente della Knight, va ammessa. Non c'è però un problema di fondo: ''Una certa tensione tra l'essere Ong e l'essere Chiesa, per così dire, c'è sempre stata. Ma è una falsa dicotomia, e lo dice chiaramente anche l'Enciclica 'Caritas in veritate' di Benedetto XVI. Nessuno vuole che siamo meno professionali o meno all'avanguardia nei nostri criteri di gestione. Anzi, al limite ci si chiede ancora un di più di sobrietà e di efficienza. Ma dobbiamo ricordarci che non siamo un'agenzia Onu''. Adesso, per il posto di segretario generale, tradizionalmente riservato a un laico, sono in lizza Karel Zalenka, un ceco-statunitense, e Michel Roy, un francese, mentre come presidente, oltre al card. Maradiaga, è candidato anche un altro francese ed ex-presidente dell'associazione, Denis Viènot. A sceglierli saranno i 300 delegati .

Zenit, Asca

COMUNICATO: 19° ASSEMBLEA GENERALE DI CARITAS INTERNATIONALIS (ROMA, 22 - 27 MAGGIO 2011)

Il Papa a Lamezia Terme e Serra San Bruno. Lunedì la Giornata diocesana delle Comunicazioni Sociali dedicata a Benedetto XVI e alla sua visita

Sarà dedicata a Papa Benedetto XVI la prossima Giornata diocesana delle Comunicazioni Sociali in programma lunedì 23 maggio all’Auditorium del Liceo “T. Campanella” di Lamezia Terme, a partire dalle 11.30. L’Ufficio diocesano delle Comunicazioni Sociali, diretto da don Pino Fazio, ha pensato infatti di creare un vero e proprio ‘focus’ sugli strumenti mediatici che la diocesi lametina sta utilizzando per promuovere la prossima visita pontificia in città, fissata per il 9 ottobre 2011. Motto della Giornata sarà “Nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina…”, si tratta del passo evangelico che campeggia sul logo ufficiale coniato appositamente per la visita del Santo Padre e che vuole spronare la comunità ad un sussulto, ad un riscatto morale e sociale per la nostra terra. L’incontro avrà come interlocutori privilegiati gli studenti delle quinte classi di tutti gli istituti superiori cittadini. Ad illustrare la ‘macchina mediatica’ messa in moto per diffondere notizie e informazioni sullo straordinario fatto storico, saranno diversi ospiti. Don Pino Fazio farà un breve saluto iniziale e passerà poi la parola a suor Ecclesia Pereira, suora benedettina delle oblate di Santa Scolastica che risiede nella frazione di San Michele a Serrastretta. La religiosa, esperta di iconografia, ridisegnerà e spiegherà il logo creato per la venuta del Pontefice, di cui lei stessa è autrice. Don Fabio Stanizzo, responsabile diocesano per la Pastorale giovanile animerà l’assemblea coinvolgendo i ragazzi presenti con un continuo scambio di opinioni e con l’esecuzione di canti, mentre don Giacomo Panizza, fondatore della Comunità Progetto Sud e codirettore della Caritas diocesana, farà il quadro socio–culturale della Lamezia che fra qualche mese accoglierà Papa Benedetto XVI. I collaboratori dell’Ufficio diocesano delle Comunicazioni Sociali illustreranno le varie iniziative messe in cantiere per garantire la massima informazione sulla prossima venuta di Papa Ratzinger. I siti diocesani aggiornati in tempo reale, gli spazi sulle emittenti televisive regionali e locali, il profilo su Facebook; tutti mezzi della moderna tecnologia mediatica che l’Ufficio diocesano sta utilizzando per offrire un’ampia e ricca diffusione di notizie sull’evento e sulla macchina organizzativa in preparazione alla visita che la Chiesa lametina ha avviato da diversi mesi. “Colonna sonora” della manifestazione sarà l’inno della visita papale “Alzati e cammina” composto dal maestro Massimo Naccarato ed eseguito dal gruppo dei “Controvento”. A concludere la giornata sarà il vescovo diocesano, mons. Luigi Cantafora.

Strill.it

2° colloquio tra Vaticano e RIIFS: cristiani e musulmani condividono valori nell'educazione, rispetto delle differenze fondamentale per il dialogo

Cristiani e musulmani possono convivere in scuole e università perché condividono una serie di valori nel campo dell'educazione. E' il tema dibattuto in questi giorni a Roma da una delegazione del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e una del Royal Institute for Interfaith Studies (RIIFS) di Amman (Giordania). La Santa Sede ha diffuso questo venerdì un comunicato congiunto dopo le riunioni svoltesi il 18 e il 19 maggio. Nel testo, si spiega che le due delegazioni sono giunte a una serie di conclusioni comuni sull'importanza della scuola nel dialogo interreligioso. La prima è che cristiani e musulmani condividono valori comuni fondamentali come il carattere sacro della vita umana, la dignità umana e i diritti fondamentali inalienabili che ne derivano. Quanto ai valori religiosi, le delegazioni concordano sul fatto che alcuni sono comuni alle due confessioni, mentre altri sono specifici di ogni comunità. Per questo, è importante segnalare ciò che è comune e identificare le differenze. Il rispetto delle differenze è, infatti, una condizione importante per un dialogo autentico, aggiunge il comunicato. In terzo luogo, la Santa Sede e il RIIFS concordano sul fatto che l'educazione, in particolare quella religiosa, non dovrebbe formare identità in antagonismo, ma al contrario, mentre aiuta i giovani ad essere ben radicati nella propria identità religiosa, dovrebbe favorire la formazione di identità aperte alle altre.
In questo senso, sottolineano che le scuole, le università e le istituzioni educative rappresentano uno spazio privilegiato in cui bambini e giovani cristiani e musulmani studiano insieme. Queste esperienze devono essere mantenute e incoraggiate, perché offrono anche l'occasione di creare amicizie forti e durature, aggiunge la nota. L'incontro è stato presieduto dal card. Jean-Louis Tauran, presidente del dicastero per il dialogo interreligioso, e dal direttore del RIIFS, Kamel Abu Jaber. Sono stati studiati tre temi separatamente, esposti da entrambe le delegazioni partendo dalla prospettiva cristiana e islamica: "Valori umani educativi", "Valori religiosi ed educativi" e "Per un'azione comune nell'educazione sui valori umani e religiosi condivisi". Le due delegazioni hanno concordato di riunirsi nuovamente tra due anni.


Zenit

Padre Lombardi: il 1° maggio nessuno sgarbo a Barroso, è stato seguito il protocollo. Dal Papa stima e apprezzamento per le istituzioni europee

Nessuna ostilità da parte del Vaticano nei confronti delle istituzioni europee e in particolare del presidente della Commissione europea, il portoghese José Manuel Barroso. Lo ha spiegato il direttore della sala stampa, padre Federico Lombardi, a fronte di un articolo del Corriere della Sera, secondo cui al portoghese Barroso sarebbe stato impedito di salutare Benedetto XVI al termine della Messa di Beatificazione di Giovanni Paolo II, il 1° maggio. Il nome del presidente della Commissione, infatti, non risultava nella lista del baciamano, benché egli facesse parte della delegazione europea e sedesse per questo nei posti riservati sul sagrato. Incidente diplomatico? Segnale del Vaticano? O gelosie reciproche? A risolvere il piccolo “giallo” è padre Lombardi, che spiega che “era stato comunicato previamente alla delegazione dell'Unione Europea presso la Santa Sede che sarebbe stato il presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, a salutare il Papa in rappresentanza delle istituzioni dell’Unione Europea”. Del resto il protocollo prevedeva che a salutare Benedetto XVI, in Basilica, fossero i capi di stato o di governo. Dunque “non vi è alcun motivo per parlare di minore stima e apprezzamento per le istituzioni europee da parte della Santa Sede - ha sottolineato padre Lombardi -, anzi il saluto del Papa al presidente Van Rompuy ha proprio inteso manifestare tale apprezzamento”.

Il Velino

BARROSO E LA BEATIFICAZIONE A ROMA, IL CASO DEL MANCATO INVITO DAL PAPA (M.Franco)

Il presidente dell'ASI: almeno venti minuti il collegamento di Benedetto XVI, si informarerà sulla missione e darà la sua benedizione agli astronauti

Domani Benedetto XVI si collegherà con la Stazione spaziale internazionale in occasione dell’ultima missione dello Shuttle Endeavour. Il collegamento via satellite avverrà a partire dalle 13.11 e sarà trasmesso in diretta televisiva, grazie alla Nasa e all’Agenzia Spaziale Europea, ed in streaming nel sito internet della Radio Vaticana e del Centro Televisivo Vaticano. Il Papa si rivolgerà agli astronauti presenti nella Stazione spaziale, tra cui i due italiani Paolo Nespoli e Roberto Vittori, che ha portato con sé la medaglia d’argento, dono di Benedetto XVI. Ai microfoni della Radio Vaticana, l’ingegnere Enrico Saggese, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha dato in anteprima alcuni dettagli sul Collegamento satellitare audio video di Benedetto XVI con l’equipaggio a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), previsto per sabato 21 maggio. “La Stazione Spaziale - ha detto - è ad un’altezza di circa quattrocento chilometri sulla terra e quindi percorre un’orbita intorno alla terra in circa novanta minuti. Il collegamento avverrà perciò tramite un satellite di rilancio dati statunitense, che è in orbita geostazionaria, e che si collegherà con la Stazione Spaziale mentre questa è in viaggio”. “Il segnale rinviato a terra - ha precisato - sarà trasmesso in Vaticano in modo che si potranno vedere gli astronauti e le loro azioni in assenza di gravità e comunicare con loro. Il collegamento audio-video sarà diffuso in tutto il mondo sulla rete della Nasa in tempo reale, via internet”. “Pensiamo di far durare il collegamento almeno venti minuti”, ha spiegato Saggese. “C’è - ha elencato - il tempo che il Pontefice utilizzerà per informarsi sulla missione e per dare la sua Benedizione agli astronauti. Ci sono poi certamente dei messaggi che gli astronauti vorranno affidare al Santo Padre e c’è anche il tempo per un possibile botta e risposta”. “Almeno nove dei dodici astronauti si collegheranno con il Papa, - ha spiegato ancora l’ingegnere - mentre gli altri tre dovranno restare ai comandi della Stazione Spaziale”. Alla Radio Vaticana, Saggese ha confermato che “Roberto Vittori, uno dei due astronauti italiani che sono sulla Stazione Spaziale, ha portato nello spazio la medaglia d’argento con al rovescio la ‘Creazione dell’uomo’ di Michelangelo,che gli è stata donata da Benedetto XVI”. “La medaglia - ha continuato Saggese - viaggerà per questi sedici giorni sulla Stazione, e poi sarà riportata al Pontefice perchè la conservi come ricordo di questa storica trasmissione che speriamo allarghi i cuori dei nostri astronauti”. Secondo l’ingegnere, Saggese, “l’equipaggio della Stazione Spaziale attende con interesse questa occasione”. “Si tratta - ha rilevato - di persone che viaggiano intorno alla terra, la osservano dall’esterno, vedono l’assenza di confini tra le nazioni; vedono gli effetti dell’azione dell’uomo sul globo e i fenomeni naturali. Forse per questo sono più sensibili a una visione ‘cosmica’ della terra e - per chi è credente - a una visione ‘religiosa’ di questo evento”. “Il collegamento di Benedetto XVI con la Stazione Spaziale Internazionale, dove per la prima volta nella storia si trovano due astronauti italiani - ha spiegato il presidente dell’ASI - da un punto di vista tecnico è importante che avvenga in questa occasione perchè sulla Stazione Spaziale Internazionale lo Shuttle Endavour ha appena portato uno strumento straordinario, sviluppato da 600 scienziati in tutto il mondo, e a cui l’Italia ha contribuito per il 25 per cento e cioe’ l’Alpha Magnetic Spectrometer, che cerca l’antimateria nell’universo, aiutandoci a risalire alle sue origini”. “Quindi - ha concluso Saggese - il collegamento con Benedetto XVI sarà un momento in cui questi aspetti tecnologici si uniranno alle considerazioni religiose sulla creazione dell’universo”.

Radio Vaticana, Agi

Domani Benedetto XVI in collegamento con la Stazione spaziale internazionale

Il Magistero del Papa sulle meraviglie del cosmo: entriamo nel cielo nella misura in cui ci avviciniamo a Gesù ed entriamo in comunione con Lui

Alla vigilia del collegamento audio-video del Papa con la Stazione spaziale internazionale, riproponiamo alcuni pensieri di Benedetto XVI sulla bellezza del Cosmo. In ogni suo intervento, il Pontefice ci rammenta che il Cielo non è lontano da noi, perché è creato dall’amore di Dio. Benedetto XVI guarda con gioia e stupore al cielo, perché oltre le stelle vede l’amore di Dio. E’ il Papa stesso a confidarlo più volte come quando nella Messa per Solennità dell’Epifania del 2009, cita la Divina Commedia di Dante per sottolineare che Dio è “l’amor che move il sole e l’altre stelle”. Questo, è la riflessione del Papa, “significa che le stelle, i pianeti, l’universo intero non sono governati da una forza cieca, non obbediscono alle dinamiche della sola materia”. Un pensiero che il Papa ha ripreso anche quest’anno alla Veglia Pasquale: "Se l’uomo fosse soltanto un tale prodotto casuale dell’evoluzione in qualche posto al margine dell’universo, allora la sua vita sarebbe priva di senso o addirittura un disturbo della natura. Invece no: la Ragione è all’inizio, la Ragione creatrice, divina" (23 aprile 2011, Veglia Pasquale nella Notte Santa).
“E’ siccome è Ragione – ha aggiunto – essa ha creato la libertà”. Il cielo e la terra, ribadisce il Papa non sono inseparabili, ma piuttosto sono uniti grazie a Cristo. E proprio nell’Ascensione di Cristo al cielo, rassicura il Papa, “l’essere umano è entrato in modo inaudito e nuovo nell’intimità di Dio; l’uomo trova ormai per sempre spazio in Dio”: “Il ‘cielo’ non indica un luogo sopra le stelle, ma qualcosa di molto più ardito e sublime: indica Cristo stesso, la Persona divina che accoglie pienamente e per sempre l’umanità, Colui nel quale Dio e uomo sono per sempre inseparabilmente uniti” (24 maggio 2009, Concelebrazione Eucaristica a Cassino).
“L’essere dell’uomo in Dio – soggiunge – questo è il cielo. E noi ci avviciniamo al cielo, anzi, entriamo nel cielo, nella misura in cui ci avviciniamo a Gesù ed entriamo in comunione con Lui”. Ecco perché esplorare le meraviglie del cosmo, sono anche un modo di ringraziare il Creatore per la bellezza del Creato. Parole, particolarmente significative, giacché Benedetto XVI le pronuncia all’inizio dell’Anno internazionale dell’Astronomia: “Se i cieli, secondo le belle parole del salmista, 'narrano la gloria di Dio', anche le leggi della natura, che nel corso dei secoli tanti uomini e donne di scienza ci hanno fatto capire sempre meglio, sono un grande stimolo a contemplare con gratitudine le opere del Signore” (Angelus, 21 dicembre 2008).
E citando le toccanti parole scritte in un gulag sovietico da padre Pavel Florenskij, ci invita a guardare il cielo, perché lì già su questa terra possiamo pregustare la vita divina: “Osservate più spesso le stelle. Quando avrete un peso nell’animo, guardate le stelle o l’azzurro del cielo. Quando vi sentirete tristi, quando vi offenderanno...intrattenetevi...col cielo. Allora la vostra anima troverà la quiete” (Regina Cæli, 16 maggio 2010).

Radio Vaticana