domenica 11 settembre 2011

Il Papa: fidanzati, non rinunciate a perseguire un ideale alto di amore, riflesso e testimonianza dell’amore di Dio, da cui siete amati e custoditi

Nell’ultima tappa della sua 24° visita pastorale in Italia, Benedetto XVI ha chiuso il Congresso Eucaristico Nazionel di Ancona con un appuntamento inedito. Nella centrale e gremita Piazza del Plebiscito ha incontrato 500 coppie di giovani fidanzati. Il Papa si è detto lieto di concludere con questo incontro, sul tema “Ti fidanzerò a me” (Os 2,22), la giornata, “quasi a voler affidare l’eredità di questo evento di grazia alle vostre giovani vite”. “Del resto, l’Eucaristia, dono di Cristo per la salvezza del mondo, indica e contiene l’orizzonte più vero dell’esperienza che state vivendo: l’amore di Cristo quale pienezza dell’amore umano”, ha detto ai giovani. "Per certi aspetti, il nostro è un tempo non facile, soprattutto per voi giovani", ha detto Benedetto XVI. "La tavola è imbandita di tante cose prelibate, ma, come nell'episodio evangelico delle nozze di Cana, sembra che sia venuto a mancare il vino della festa. Soprattutto la difficoltà di trovare un lavoro stabile stende un velo di incertezza sull'avvenire. Questa condizione contribuisce a rimandare l'assunzione di decisioni definitive, e incide in modo negativo sulla crescita della società, che non riesce a valorizzare appieno la ricchezza di energie, di competenze e di creatività della vostra generazione". "Manca il vino della festa - ha detto inoltre Benedetto XVI - anche a una cultura che tende a prescindere da chiari criteri morali: nel disorientamento, ciascuno è spinto a muoversi in maniera individuale e autonoma, spesso nel solo perimetro del presente. La frammentazione del tessuto comunitario si riflette in un relativismo che intacca i valori essenziali; la consonanza di sensazioni, di stati d'animo e di emozioni sembra più importante della condivisione di un progetto di vita. Anche le scelte di fondo allora diventano fragili, esposte ad una perenne revocabilità, che spesso viene ritenuta espressione di libertà, mentre ne segnala piuttosto la carenza". “Anche le scelte di fondo allora diventano fragili, - ha proseguito il Papa - esposte ad una perenne revocabilità, che spesso viene ritenuta espressione di libertà, mentre ne segnala piuttosto la carenza. Appartiene a una cultura priva del vino della festa anche l’apparente esaltazione del corpo, che in realtà banalizza la sessualità e tende a farla vivere al di fuori di un contesto di comunione di vita e d’amore”.
"Non abbiate paura di affrontare queste sfide! Non perdete mai la speranza. Abbiate coraggio, anche nelle difficoltà, rimanendo saldi nella fede. Siate certi che, in ogni circostanza, siete amati e custoditi dall’amore di Dio, che è la nostra forza. Dio è buono". "L’incontro con Dio - ha indicato Benedetto XVI -, soprattutto nella preghiera personale e comunitaria, sia costante, fedele, proprio come è il cammino del vostro amore: amare Dio e sentire che Lui mi ama. Nulla ci può separare dall’amore di Dio!". "Anche la Chiesa vi è vicina, vi sostiene, non cessa di guardare a voi con grande fiducia. Essa sa che avete sete di valori, quelli veri, su cui vale la pena di costruire la vostra casa! Il valore della fede, della persona, della famiglia, delle relazioni umane, della giustizia. Non scoraggiatevi davanti alle carenze che sembrano spegnere la gioia sulla mensa della vita" ha detto il Papa, invitando a far tesoro delle parole di Maria alle nozze di Cana, le ultime "riportate nei Vangeli, quasi un suo testamento spirituale, e avrete sempre la gioia della festa: Gesù è il vino della festa!". Benedetto XVI ha poi ricordato ai giovani che il fidanzamento rappresenta “una stagione unica, che apre alla meraviglia dell’incontro e fa scoprire la bellezza di esistere e di essere preziosi per qualcuno, di potervi dire reciprocamente: tu sei importante per me. Vivete con intensità, gradualità e verità questo cammino. Non rinunciate a perseguire un ideale alto di amore, riflesso e testimonianza dell’amore di Dio!”. "Vorrei dirvi anzitutto - ha elencato il Papa - di evitare di chiudervi in rapporti intimistici, falsamente rassicuranti; fate piuttosto che la vostra relazione diventi lievito di una presenza attiva e responsabile nella comunità. Non dimenticate, poi, che, per essere autentico, anche l'amore richiede un cammino di maturazione: a partire dall'attrazione iniziale e dal 'sentirsi bene' con l'altro, educatevi a 'volere bene' all'altro, a 'volere il bene dell'altro'". L'amore, ha ricordato il Pontefice, "vive di gratuità, di sacrificio di sè, di perdono e di rispetto dell'altro". “Ogni amore umano è segno dell’Amore eterno che ci ha creati, e la cui grazia santifica la scelta di un uomo e di una donna di consegnarsi reciprocamente la vita nel matrimonio”, ha indicato, chiedendo di vivere il fidanzamento “nell’attesa fiduciosa di tale dono, che va accolto percorrendo una strada di conoscenza, di rispetto, di attenzioni”.
“Solo a questa condizione il linguaggio dell’amore rimarrà significativo anche nello scorrere degli anni”, ha commentato. “Preparatevi a scegliere con convinzione il 'per sempre' che connota l’amore: l’indissolubilità, prima che una condizione, è un dono che va desiderato, chiesto e vissuto, oltre ogni mutevole situazione umana”. “E – ha aggiunto - non pensate, secondo una mentalità diffusa, che la convivenza sia garanzia per il futuro. Bruciare le tappe finisce per ‘bruciare l’amore, che invece ha bisogno di rispettare i tempi e la gradualità nelle espressioni; ha bisogno di dare spazio a Cristo, che è capace di rendere un amore umano fedele, felice e indissolubile. La fedeltà e la continuità del vostro volervi bene vi renderanno capaci anche di essere aperti alla vita, di essere genitori: la stabilità della vostra unione nel Sacramento del Matrimonio permetterà ai figli che Dio vorrà donarvi di crescere fiduciosi nella bontà della vita”. “Fedeltà, indissolubilità e trasmissione della vita sono i pilastri di ogni famiglia, vero bene comune, patrimonio prezioso per l’intera società – ha concluso –. Fin d’ora, fondate su di essi il vostro cammino verso il matrimonio e testimoniatelo anche ai vostri coetanei: è un servizio prezioso!”. "L’esperienza dell’amore ha al suo interno la tensione verso Dio. Il vero amore promette l’infinito! Fate, dunque, di questo vostro tempo di preparazione - è stata l'esortazione di Benedetto XVI - al matrimonio un itinerario di fede". “Riscoprite per la vostra vita di coppia la centralità di Gesù Cristo e del camminare nella Chiesa”, ha chiesto. “Non smarrite l’importanza vitale di questo incontro”, “dall’Eucaristia scaturisce il senso cristiano dell’esistenza e un nuovo modo di vivere”. “Non avrete, allora, paura nell’assumere l’impegnativa responsabilità della scelta coniugale; non temerete di entrare in questo 'grande mistero', nel quale due persone diventano una sola carne”.
Al termine dell'incontro, il Santo Padre ha raggiuto in auto il Molo Wojtyła del Porto di Ancona, si è congedato dalle Autorità che lo avevano accolto stamane all’arrivo ed è partito in elicottero alla volta dell’eliporto delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo.

Zenit, TMNews, Agi

VISITA PASTORALE AD ANCONA (IV) - il testo integrale del discorso del Papa

Il saluto al Papa di una coppia di fidanzati: dove trovare il coraggio per far fronte alle sfide, come possiamo testimoniare l'amore di Dio?

“Viviamo un tempo particolare della nostra vita, un tempo che ci vede protagonisti del nostro futuro e collaboratori con Dio nella realizzazione del suo progetto su di noi. E' il tempo straordinario e bellissimo del fidanzamento”. A salutare il Papa e a offrire la loro testimonianza nell’incontro di Benedetto XVI con i fidanzati a piazza del Plebiscito, ad Ancona, a conclusione del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, sono stati Massimiliano Bossio e Fabiana Frapiccini. “In questo cammino – ha spiegato la coppia - abbiamo la possibilità e la grazia di scoprirei giorno dopo giorno come un mistero che lentamente si svela in tutta la sua bellezza. Siamo coscienti che la fase dell'innamoramento copre solo il primo tratto di strada da percorrere insieme; è l'Amore, quello che si costruisce nelle pieghe del quotidiano, che costituisce una consapevolezza e una maturazione di un rapporto che va oltre ‘l'oggi’, il ‘qui’ e il ‘subito’”. Questo, hanno chiarito, “è un aspetto che non abbiamo mai voluto sottovalutare, maturando giorno per giorno una scelta e scoprendo una vocazione che per sua natura è rappresentata da un progetto di famiglia che nasce dal cuore di Dio. Sappiamo che questo è un momento da curare e coltivare, un periodo del nostro percorso di coppia che segna le basi del nostro ‘sì’ per sempre”. Massimiliano ha, quindi, esposto, alcune difficoltà e paure: La precarietà e l'insicurezza circa il nostro futuro ci bloccano nel lasciare le nostre famiglie di origine; la difficoltà a trovare un lavoro stabile ci ha fatto allungare i tempi della scelta; la fragilità dei legami che vediamo sciogliersi con facilità intorno a noi ci turba. Molto spesso si aspetta che tutto sia ben definito e definitivo: una casa, un lavoro sicuro, ma allo stesso tempo la definitività del rapporto in qualche modo risulta essere motivo per non scegliere e fonte di incertezza”. Di qui la domanda al Papa: “Dove trovare il coraggio per far fronte a queste sfide, per andare oltre la ‘certezza delle cose materiali’ e per trovare fiducia nella Provvidenza del Padre?”. Anche Fabiana ha sottolineato che quello del fidanzamento “è stato ed è un tempo ricco di stupore e di bellezza ma non esente da inquietudine e domande”. Perciò, ha chiesto a Benedetto XVI: “Con quali atteggiamenti la coppia di fidanzati può testimoniare l'amore di Dio? Qual è la testimonianza che i fidanzati possono dare nella e alla comunità cristiana e come possono viverla con una propria specificità? Oltre al corso pre-matrimoniale, quale cura e attenzione dovrebbe avere la comunità nei confronti dei fidanzati?”. “Il fatto che questi giovani si chiamino ‘fidanzati’, li pone nella prospettiva di essere costruttori di fiducia, di speranza, li rivela alla scuola del tempo e della grazia nella costruzione di un progetto che hanno prima di tutto ricevuto come dono” ha detto in precedenza mons. Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, nel saluto al Santo Padre. I fidanzati “vivono un tempo di crescita, di responsabilità”, ma anche un tempo “carico di timori, di incertezze e i giovani fidanzati si sentono soli ad attraversare le varie tappe del loro cammino”. In questo itinerario, “la tentazione di chiudersi e di isolarsi, li porta a volte a non chiedere aiuto e ad affidarsi solo alla propria esperienza e autosufficienza”. “Sappiamo – ha evidenziato il presule - quanto pressioni esterne e fragilità interiori spingono i nostri giovani a orientarsi verso esperienze di prova, limitate nel tempo o semplicemente ridotte a un fatto privato. Molte coppie che si presentano nelle nostre parrocchie per chiedere di poter celebrare il matrimonio religioso già convivono da molto tempo ed alcune hanno già dei figli”. Le pressioni esterne, secondo mons. Menichelli, “fanno leva sulla paura di instaurare relazioni stabili, sull'incapacità di accettare i propri limiti e trasformarli in risorse, sulle particolari condizioni economiche (spesso precarie e incerte), sui legami con le famiglie di origine che condizionano la libertà delle loro scelte. Tutto questo, unito ad una diffusa fragilità e a diffidenza nei confronti dell'istituto matrimoniale, prolunga il tempo del fidanzamento che non è più ‘noviziato’ alla vocazione sponsale ma tempo fruito come esperienza a due”. Su questa fragilità, “la Parola di Dio risuona nella sua bellezza e nella sua forza” . “Noi crediamo – ha chiarito l’arcivescovo di Ancona-Osimo - che il Signore Gesù si accompagna a loro come ai discepoli di Emmaus e svela il suo progetto, sostiene le scelte, dona forza nella fatica, non come un estraneo né tanto meno come un antagonista ma come Colui che è in mezzo e cammina con noi, e svela il progetto d'amore di Dio stimolando alla fiducia nella Provvidenza del Padre”. “L'Eucaristia – ha concluso il presule - è parola di luce e cibo per il cammino che questi cari giovani sanno di dover intraprendere come obbedienza alla volontà di Dio”.

SIR

Domande dei fidanzati

Discorso di mons. Menichelli

Il Papa: la medesima radice di Ordine sacro e Matrimonio nell’amore di Cristo che dona se stesso per salvare l’umanità, chiamati a renderlo presente

Un breve riposo dopo il pranzo e poi l’appuntamento che segna l’abbraccio del Papa alla Chiesa di Ancona. Nel pomeriggio, nel simbolo della storia della comunità cattolica della città, nella Cattedrale di San Ciriaco, Benedetto XVI ha incontrato i sacerdoti e le famiglie, ovvero la comunità religiosa che continua a mantenere vivi i valori del sacrificio del primo vescovo della città.
“Nella vostra presenza – sacerdoti e sposi provenienti dalle diverse diocesi italiane – si coglie la bellezza dell’armonia e della complementarità delle vostre differenti vocazioni. La mutua conoscenza e la stima vicendevole, nella condivisione della stessa fede, portano ad apprezzare il carisma altrui e a riconoscersi all’interno dell’unico ‘edificio spirituale’”. Il Papa ha subito affermato che occorre “ricondurre Ordine sacro e Matrimonio all’unica sorgente eucaristica. Entrambi questi stati di vita hanno, infatti, nell’amore di Cristo, che dona se stesso per la salvezza dell’umanità, la medesima radice; sono chiamati ad una missione comune: quella di testimoniare e rendere presente questo amore a servizio della comunità”. “Questa prospettiva – ha proseguito - consente anzitutto di superare una visione riduttiva della famiglia, che la considera come mera destinataria dell’azione pastorale. È vero che, in questa stagione difficile, essa necessita di particolari attenzioni. Non per questo, però, ne va sminuita l’identità e mortificata la specifica responsabilità. La famiglia - ha detto il Papa - è ricchezza per gli sposi, bene insostituibile per i figli, fondamento indispensabile della società, comunità vitale per il cammino della Chiesa". "A livello ecclesiale valorizzare la famiglia significa riconoscerne la rilevanza nell’azione pastorale – ha proseguito Benedetto XVI -. Il ministero che nasce dal Sacramento del Matrimonio è importante per la vita della Chiesa: la famiglia è luogo privilegiato di educazione umana e cristiana e rimane, per questa finalità, la migliore alleata del ministero sacerdotale”. “La vicinanza del sacerdote alla famiglia, a sua volta, l’aiuta a prendere coscienza della propria realtà profonda e della propria missione - ha continuato il Papa - favorendo lo sviluppo di una forte sensibilità ecclesiale. Nessuna vocazione è una questione privata, tantomeno quella al matrimonio, perché il suo orizzonte è la Chiesa intera. Si tratta, dunque, di saper integrare ed armonizzare, nell’azione pastorale, il ministero sacerdotale con ‘l’autentico Vangelo del matrimonio e della famiglia per una comunione fattiva e fraterna’”. Ai sacerdoti poi, ha spiegato Benedetto XVI, tocca il compito di “servire come Pastori la comunità ecclesiale, che è ‘famiglia di famiglie’”, “amare ciascuno con cuore paterno, con autentico distacco da voi stessi, con dedizione piena, continua e fedele: voi siete segno vivo che rimanda a Cristo Gesù, l’unico Buon Pastore”. Per fare questo però c’è bisogno di impegno, e Benedetto XVI lo spiega bene ai presbiteri. “Conformatevi a Lui, al suo stile di vita, con quel servizio totale ed esclusivo di cui il celibato è espressione”. Perché “anche il sacerdote – ha affermato il Papa - ha una dimensione sponsale; è immedesimarsi con il cuore di Cristo Sposo, che dà la vita per la Chiesa sua sposa. Coltivate una profonda familiarità con la Parola di Dio, luce nel vostro cammino. La celebrazione quotidiana e fedele dell’Eucaristia sia il luogo dove attingere la forza per donare voi stessi ogni giorno nel ministero e vivere costantemente alla presenza di Dio: è Lui la vostra dimora e la vostra eredità”. "Incoraggiate i coniugi, condividetene le responsabilità educative, aiutateli a rinnovare continuamente la grazia del loro matrimonio", ha detto Benedetto XVI. "Rendete protagonista la famiglia nell'azione pastorale. Siate accoglienti e misericordiosi, anche con quanti fanno più fatica ad adempiere gli impegni assunti con il vincolo matrimoniale e con quanti, purtroppo, vi sono venuti meno". Agli sposi ha detto: “Amate i vostri sacerdoti, esprimete loro l’apprezzamento per il generoso servizio che svolgono. Sappiate sopportarne anche i limiti, senza mai rinunciare a chiedere loro che siano fra voi ministri esemplari che vi parlano di Dio e che vi conducono a Lui. La vostra fraternità è per loro un prezioso aiuto spirituale e un sostegno nelle prove della vita”. “Cari sacerdoti e cari sposi – conclude Benedetto XVI - sappiate trovare sempre nella Santa Messa la forza per vivere l’appartenenza a Cristo e alla sua Chiesa, nel perdono, nel dono di sé stessi e nella gratitudine. Il vostro agire quotidiano abbia nella comunione sacramentale la sua origine e il suo centro, perché tutto sia fatto a gloria di Dio. In questo modo, il sacrificio di amore di Cristo vi trasformerà, fino a rendervi in Lui ‘un solo corpo e un solo spirito’. L’educazione alla fede delle nuove generazioni passa anche attraverso la vostra coerenza. Testimoniate loro la bellezza esigente della vita cristiana, con la fiducia e la pazienza di chi conosce la potenza del seme gettato nel terreno”. Benedetto XVI ha anzi richiamato un rischio che corrono sia i preti sia i genitori nell’azione formativa: “Nei momenti in cui si insinuasse la tentazione che ogni impegno educativo sia vano, attingete dall’Eucaristia la luce per rafforzare la fede, sicuri che la grazia e la potenza di Gesù Cristo possono raggiungere l’uomo in ogni situazione, anche la più difficile”.

SIR, TMNews, Korazym.org

VISITA PASTORALE AD ANCONA (III) - il testo integrale del discorso del Papa

Mons. Menichelli al Papa: ci aiuti a non perdere speranza e entusiasmo a cercare nuove strade perché comunità cristiane abbiano lo stile di famiglia

Ha parlato della “bellezza dell'unità e della complementarietà dei sacramenti dell'ordine e del matrimonio”, stasera, mons. Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, nel suo saluto a Papa Benedetto XVI, nell’incontro con i sacerdoti e gli sposi, nella Cattedrale di San Ciriaco, ad Ancona. Due ministeri “a servizio della comunione, fondata sul battesimo e sull'Eucaristia; questi due sacramenti si richiamano l'un l'altro e con modalità diverse esprimono il medesimo amore esclusivo e fecondo”. “Non ci nascondiamo – ha ammesso l’arcivescovo - le difficoltà e le fatiche che indeboliscono la totalità del dono sia dell'uno come dell'altro stato di vita”. A volte “le nostre comunità subiscono la contaminazione di misure mediocri nella costruzione di relazioni vitali e feconde e sopportano anche ferite che offendono la dignità delle persone alle quali dovrebbe andare il nostro servizio; più spesso ci si ritrova nell'incapacità di vincere la tentazione di accontentarsi del livello minimo nella vita di comunione all'interno della Chiesa”. Per questo, ha spiegato mons. Menichelli, “crediamo che l'unità tra presbiteri e sposi possa costituire la spinta ad una rinnovata comunione nella Chiesa, nella reciproca testimonianza a vivere con fedeltà la propria vocazione”. “L'essere immagine di Cristo da parte degli sposi – ha osservato il presule - diventa per il sacerdote testimonianza di amore maturo profondamente umano e nello stesso tempo soprannaturale”. Per sua parte, “il sacerdote, consapevole della sua missione di servo di Cristo e della Chiesa saprà amare, sostenere, accompagnare il mistero nuziale”. Nella celebrazione dell'Eucaristia “sposi e presbiteri, insieme, riscoprono la bellezza di essere una sola carne con il Corpo di Cristo”. “Quante volte alla casa del presbitero – ha ricordato l’arcivescovo - bussano lacrime di famiglie che chiedono sostegno nella prova che si è abbattuta su di loro. I volti di mille fragilità, come la precarietà che attanaglia i nuclei familiari e la stessa missione educativa, spingono papà e mamme a rivolgersi ai propri preti per ricevere l'ascolto del cuore, la capacità di piangere con loro, una parola di speranza e soprattutto la Parola di Dio”. “Ci aiuti a non perdere la speranza, l'entusiasmo e la disponibilità a cercare nuove strade – è stata la richiesta al Papa - perché le nostre comunità cristiane abbiano sempre di più lo stile della famiglia e le nostre famiglie trovino nei sacerdoti il volto dello Sposo bello ed esigente, tenero e fermo che le conduce all'incontro con l'amore fedele e totale di Cristo che nell'Eucaristia si fa ‘Pane di vita’ e modello dell'autentico amore”.

SIR

Discorso di mons. Menichelli

Spacca: il richiamo del Papa a uno sviluppo sociale con al centro la persona è per tutti, credenti e non, stimolo e orientamento verso il bene comune

“Abbiamo vissuto un incontro bellissimo, emozionante, commovente. Il richiamo del Santo Padre a uno sviluppo sociale con al centro la persona, soprattutto chi è più debole, ha offerto a tutti noi una riflessione molto elevata e densa di significato. Da parte sua, la comunità marchigiana ha fatto gli onori di casa nel migliore dei modi, con la consueta generosità e responsabilità. Dobbiamo essere orgogliosi per l’ottimo svolgimento di questa giornata e di tutto il XXV Congresso Eucaristico Nazionale”. Così il presidente della Regione e Commissario delegato del Congresso, Gian Mario Spacca, al termine della Santa Messa celebrata da Papa Benedetto XVI nell’area Fincantieri ad Ancona. “La riflessione sul lavoro, la dignità dell’uomo, l’incertezza del precariato e della disoccupazione, la richiesta di prossimità, accoglienza e aiuto, pronunciata dal Santo Padre nella sua omelia – aggiunge Spacca - hanno reso la giornata conclusiva del XXV Congresso Eucaristico Nazionale colma di emozione. Le parole di vicinanza a tutte le fragilità, di solidarietà e condivisione del dramma di chi ha perso il lavoro, di invocazione a rifuggire l’individualismo per abbracciare la centralità delle relazioni e la gratuità delle azioni, sono per tutti coloro che hanno responsabilità di governo e per tutti i cittadini, siano essi credenti o non credenti, stimolo e orientamento verso il bene comune, verso l’eticità dei comportamenti, verso una solidarietà concreta. Il Santo Padre, con la sua presenza e le sue parole, ha regalato alle Marche, all’Italia e al mondo, una profonda emozione, tangibile nel grande piazzale della Fincantieri che questa mattina si è riempito di entusiasmo e calore. Una giornata memorabile, vissuta in serenità e sicurezza grazie alla responsabilità e collaborazione di tutti i presenti e soprattutto grazie allo sforzo corale di Regione, enti locali, Protezione civile, forze dell’ordine, professionisti della sanità, diocesi, volontari ai quali il Santo Padre ha rivolto il ringraziamento per la buona riuscita del XXV Congresso Eucaristico Nazionale. A nostra volta – conclude Spacca - rivolgiamo un grazie sentito a Sua Santità per aver scelto le Marche per il XXV Congresso Eucaristico Nazionale. Aver ricordato nell’Angelus di questa mattina il Santuario di Loreto ed aver esaltato le belle e dolci colline marchigiane, crediamo siano il segno dell’affetto del Santo Padre alla nostra terra. Un dono prezioso per la comunità marchigiana che con altrettanto affetto saluta Papa Benedetto XVI al termine di questa intensa, entusiasmante settimana congressuale”.

Vivere Civitanova

Le Frecce Tricolori concludono la celebrazione. Il Papa a pranzo con cassintegrati e poveri manifesta solidarietà e vicinanza al mondo del lavoro

Con perfetta sincronia, la formazione delle Frecce Tricolore è sfrecciata su Ancona appena il Papa ha terminato della Santa Messa con la benedizione finale. Gli apparecchi hanno effettuato, come previsto, due passaggi colorando in cielo la bandiera italiana. Le sirene del porto di Ancona hanno salutato il passaggio della papamobile con a bordo Benedetto XVI, diretta verso il Centro pastorale di Colle Ameno. Il tragitto è passato per l’area portuale e il centro città, pieni di folla. Oltre cento vescovi, una ventina tra operai cassaintegrati in rappresentanza di realtà in crisi e persone aiutate dalla Caritas, e tra questi due detenuti ammessi a misure alternative hanno pranzato con Benedetto XVI nel Centro pastorale di Colle Ameno. Al termine “il Papa ha manifestato la solidarietà e la vicinanza al mondo del lavoro”, ha riferito all'agenzia SIR don Ivan Maffeis, vicedirettore dell’Ufficio comunicazioni sociali della CEI e responsabile dell’Ufficio stampa del XXV Congresso Eucaristico Nazionale. Vescovi, cassaintegrati e poveri erano tutti insieme attorno ai tavoli della sala ed “è importante che in un momento del genere – ha commentato don Maffeis – l’attenzione sia rivolta proprio a chi è senza lavoro, perché vive un dramma che è reale”. Il Papa ha salutato operai e poveri uno a uno, come pure il card. Angelo Bagnasco, presidente della CEI, che ha voluto conoscere le loro vicende e la situazione in cui versano. Un gesto “particolarmente apprezzato” dai rappresentanti del mondo del lavoro in crisi, memori delle parole del presule genovese ai lavoratori espresse anche recentemente, nei giorni della protesta degli operai impiegati negli stabilimenti Fincantieri a Sestri Ponente (Ge) e Castellammare di Stabia (Na), dopo l’annuncio che molti sarebbero rimasti in mobilità. ''Soddisfatti'' per le parole del Papa e lo scambio con Bagnasco Pasquale Palmisano e Pier Paolo Pullini, delegati Fim e Fiom alla Fincantieri. ''Una bella esperienza'' per Andrea Giacobelli, cattolico e delegato della Fiom alla Antonio Merloni. Per lui non c'e' molta distanza tra questi due mondi: ''trovo molto di sindacale nel Vangelo''.

Il Resto del Carlino, SIR, Ansa


Il Papa: al Signore della Vita ricordiamo le vittime dell'11 settembre 2001. Rifiutare sempre la violenza e resistere alla tentazione dell'odio

Prima della recita dell'Angelus, al termine della Santa Messa, il pensiero di Benedetto XVI è corso, come tutti attendevano, ai tragici eventi che 10 anni fa, marcavano in modo indelebile non solo la storia degli Stati Uniti ma dell’umanità intera nel terzo millennio. “Nel ricordare al Signore della Vita le vittime degli attentati compiuti in quel giorno e i loro familiari, invito i responsabili delle Nazioni e gli uomini di buona volontà a rifiutare sempre la violenza come soluzione dei problemi, a resistere alla tentazione dell’odio e a operare nella società, ispirandosi ai principi della solidarietà, della giustizia e della pace”. Il Papa ha poi chiesto a tutti i fedeli di rispecchiarsi in Maria Santissima “per contemplare l’abisso d’amore da cui proviene il Sacramento dell’Eucaristia”. “Grazie al 'fiat' della Vergine, - ha ricordato il Santo Padre - il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi”. Da qui l’invito a rivolgersi “tutti, con la mente ed il cuore”, verso la vicina Santa Casa di Loreto. “La terra marchigiana è tutta illuminata dalla spirituale presenza di Maria nel suo storico Santuario, che rende ancora più belle e più dolci queste colline!". Infine il grazie a tutti quanti hanno lavorato per la buona riuscita del Congresso Eucaristico Nazionale ed una preghiera particolare rivolta a Maria per gli italiani: "A Lei affido in questo momento la città di Ancona, la Diocesi, le Marche e l’Italia intera, affinché nel popolo italiano sia sempre viva la fede nel Mistero eucaristico, che in ogni città e in ogni paese, dalle Alpi alla Sicilia, rende presente Cristo Risorto, sorgente di speranza e di conforto per la vita quotidiana, specie nei momenti difficili".

Radio Vaticana

VISITA PASTORALE AD ANCONA (II) - il testo integrale del saluto del Papa

Il Papa: chi sa inginocchiarsi davanti all’Eucaristia, chi riceve il corpo del Signore non può non essere attento alle situazioni indegne dell’uomo

Nell'omelia della Messa conclusiva del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, Benedetto XVI ha condotto una riflessione sull’Eucarestia e sul suo significato nella vita quotidiana, anche e soprattutto nell’attuale momento storico e in questa fase di crisi economica e di valori.
“Sei anni fa, il primo viaggio apostolico in Italia del mio pontificato mi condusse a Bari, per il 24° Congresso Eucaristico Nazionale”, ha esordito Benedetto XVI, che ha tracciato un collegamento ideale tra Bari e Ancona, “due città affacciate sul mare Adriatico; due città ricche di storia e di vita cristiana; due città aperte all’Oriente, alla sua cultura e alla sua spiritualità”. Dopo avere definito le giornate di Ancona “intensi momenti ecclesiali”, il Papa ha ringraziato i partecipanti per la loro “corale partecipazione”, abbracciando “spiritualmente tutta la Chiesa che è in Italia”, e rivolgendo “un saluto riconoscente” al presidente della CEI, card. Angelo Bagnasco, al card. Giovanni Battista Re, all’arcivescovo di Ancona-Osimo, mons. Edoardo Menichelli, ai vescovi della Metropolìa, delle Marche e a quelli “convenuti numerosi da ogni parte del Paese”: “Insieme con loro – le parole del Pontefice - saluto i sacerdoti, i diaconi, i consacrati e le consacrate, e i fedeli laici, fra i quali vedo molte famiglie e molti giovani. La mia gratitudine va anche alle autorità civili e militari e a quanti, a vario titolo, hanno contribuito al buon esito di questo evento”. Questa parola "è dura – ha spiegato il Papa citando il discorso di Gesù sul pane di vita narrato da Giovanni - perché spesso confondiamo la libertà con l’assenza di vincoli, con la convinzione di poter fare da soli, senza Dio, visto come un limite alla libertà”. Un’”illusione”, questa, che “non tarda a volgersi in delusione, generando inquietudine e paura e portando, paradossalmente, a rimpiangere le catene del passato”. In realtà, per Benedetto XVI, “solo nell’apertura a Dio, nell’accoglienza del suo dono, diventiamo veramente liberi, liberi dalla schiavitù del peccato che sfigura il volto dell’uomo e capaci di servire al vero bene dei fratelli".
"Dopo aver messo da parte Dio, o averlo tollerato come una scelta privata che non deve interferire con la vita pubblica - sono state le parole del Papa - certe ideologie hanno puntato a organizzare la societa' con la forza del potere e dell'economia. La storia ci dimostra, drammaticamente, come l'obiettivo di assicurare a tutti sviluppo, benessere materiale e pace prescindendo da Dio e dalla sua rivelazione si sia risolto in un dare agli uomini pietre al posto del pane''. “Il pane – ha detto il Papa - è frutto del lavoro dell’uomo, ma è anche, e prima ancora, frutto della terra, dono da chiedere, che ci toglie ogni superbia e ci fa invocare con la fiducia degli umili”. “L’uomo è incapace di darsi la vita da se stesso, egli si comprende solo a partire da Dio: è la relazione con Lui a dare consistenza alla nostra umanità e a rendere buona e giusta la nostra vita”. Questa l’altra affermazione di fondo del Papa, che ha ribadito che “è anzitutto il primato di Dio che dobbiamo recuperare nel nostro mondo e nella nostra vita, perché è questo primato a permetterci di ritrovare la verità di ciò che siamo, ed è nel conoscere e seguire la volontà di Dio che troviamo il nostro vero bene. Dare tempo e spazio a Dio, perché sia il centro vitale della nostra esistenza”. Per “recuperare e riaffermare il primato di Dio”, dunque, bisogna “partire dall’Eucaristia”, dove “Dio si fa così vicino da farsi nostro cibo, si fa forza nel cammino spesso difficile, si fa presenza amica che trasforma”, perché “in Gesù la parola ultima e definitiva di Dio si fa carne”. Nell’Ultima Cena, infatti, “Gesù riassume tutta la sua esistenza in un gesto”, e così Gesù “anticipa l’atto di amore supremo: il sacrificio della Croce”, grazie al quale “la morte di Cristo non è ridotta ad un’esecuzione violenta, ma è trasformata da Lui in un libero atto d’amore che attraversa vittoriosamente la stessa morte e ribadisce la bontà della creazione”. Un “immenso dono”, questo, che “è a noi accessibile nel Sacramento dell’Eucaristia”. Nell’Eucaristia, ha proseguito il Papa, "Dio si dona a noi, per aprire la nostra esistenza a Lui, per coinvolgerla nel mistero di amore della Croce". Allora, opporsi alla secolarizzazione e rimettere la fede al centro dell’esistenza diventa possibile proprio ripartendo dal Sacramento che cambia la nostra vita: “La comunione eucaristica, cari amici, ci strappa dal nostro individualismo, ci comunica lo spirito del Cristo morto e risorto, ci conforma a Lui; ci unisce intimamente ai fratelli in quel mistero di comunione che è la Chiesa, dove l’unico Pane fa dei molti un solo corpo".
“Nutrirsi di Cristo - ha proseguito il Santo Padre - è la via per non restare estranei o indifferenti alle sorti dei fratelli, ma entrare nella stessa logica di amore e di dono del sacrificio della Croce; chi sa inginocchiarsi davanti all’Eucaristia, chi riceve il corpo del Signore non può non essere attento, nella trama ordinaria dei giorni, alle situazioni indegne dell’uomo, e sa piegarsi in prima persona sul bisognoso, sa spezzare il proprio pane con l’affamato, condividere l’acqua con l’assetato, rivestire chi è nudo, visitare l’ammalato e il carcerato”. “Una spiritualità eucaristica, allora, è vero antidoto all’individualismo e all’egoismo che spesso caratterizzano la vita quotidiana, porta alla riscoperta della gratuità, della centralità delle relazioni, a partire dalla famiglia, con particolare attenzione a lenire le ferite di quelle disgregate”. “Una spiritualità eucaristica – ha proseguito - è anima di una comunità ecclesiale che supera divisioni e contrapposizioni e valorizza le diversità di carismi e ministeri ponendoli a servizio dell’unità della Chiesa”. E’ “via per restituire dignità ai giorni dell’uomo e al suo lavoro, nella ricerca della sua conciliazione con i tempi della festa e della famiglia e nell’impegno a superare l’incertezza del precariato e il problema della disoccupazione”. “Una spiritualità eucaristica - ha continuato - ci aiuterà anche ad accostare le diverse forme di fragilità umana consapevoli che esse non offuscano il valore della persona, ma richiedono prossimità, accoglienza e aiuto”. “Dal Pane della vita - è stato l’auspicio di Joseph Ratzinger - trarrà vigore una rinnovata capacità educativa, attenta a testimoniare i valori fondamentali dell’esistenza, del sapere, del patrimonio spirituale e culturale; la sua vitalità ci farà abitare la città degli uomini con la disponibilità a spenderci nell’orizzonte del bene comune per la costruzione di una società più equa e fraterna”. “Cari amici - ha detto - ripartiamo da questa terra marchigiana con la forza dell’Eucaristia in una costante osmosi tra il mistero che celebriamo e gli ambiti del nostro quotidiano”. “Non c’è nulla di autenticamente umano che non trovi nell’Eucaristia la forma adeguata per essere vissuto in pienezza. La vita quotidiana - è stato l’auspicio conclusivo del Papa - diventi dunque luogo del culto spirituale, per vivere in tutte le circostanze il primato di Dio, all’interno del rapporto con Cristo e come offerta al Padre”. “Buon cammino, con Cristo Pane di vita, a tutta la Chiesa che è in Italia!”, l’augurio finale del Papa.

Il Resto del Carlino, SIR

VISITA PASTORALE AD ANCONA (I) - il testo integrale dell'omelia del Papa

Card. Bagnasco al Papa: sua benedizione per l'Italia in un delicato momento sociale ed economico, per la gente che ha bisogno della fede come del pane

La Concelebrazione Eucaristica presieduta da Benedetto XVI a conclusione del XXV Congresso Eucaristico è stata introdotta dal saluto del Presidente della Conferenza Episcopale italiana, card. Angelo Bagnasco. “La perdita della fede va di pari passo con il venir meno di un’autentica sensibilità per il bene comune. Al contrario, proprio l’incontro con Gesù Cristo trasforma dal di dentro l’esistenza di ciascuno ed è capace di rinnovare la vita di tutti”. Il card. Bagnasco ha riassunto così al Papa il messaggio che giunge da questa grande kermesse che nelle cinque città delle Marche che hanno ospitato i lavori ha visto oltre 100mila partecipanti e che, secondo Bagnasco, ha avuto “il merito di far riscoprire e gustare al popolo cristiano, qui convenuto numeroso da tutte le Chiese che sono in Italia, il mistero dell’Eucaristia che è ‘il principio causale della Chiesa’, cioè l’alimento che la sostiene nel suo cammino attraverso il tempo”. “In particolare - ha tenuto a rilevare il porporato - si è sottolineato il legame inscindibile tra l’Eucaristia e la vita quotidiana, perchè uno degli effetti più insidiosi della secolarizzazione è quello di relegare la fede cristiana ai margini dell’esistenza, quasi sia inutile e sterile per la vita concreta”. Secondo Bagnasco, “il fallimento di questo pregiudizio che riduce la fede ad un fatto privato e ininfluente rispetto ai problemi e alle attese della gente, è sotto gli occhi di tutti”. "Padre Santo, invochiamo la Sua benedizione per l'Italia che attraversa un delicato momento sociale ed economico; per la nostra gente che ha bisogno della fede come del pane". "La sua presenza in mezzo a noi - ha concluso Bagnasco - ci riempie di gioia perché conferma la nostra fede, invitandoci a vivere nella consapevolezza della liberazione portata da Cristo e a svolgere la nostra esistenza come offerta di noi stessi a Dio, perché la sua vittoria si manifesti pienamente a tutti gli uomini attraverso una condotta intimamente rinnovata".

Il Resto del Carlino, GRR


Saluto

Benedetto XVI arriva ad Ancona per concludere il Congresso Eucaristico Nazionale. 100mila i fedeli nell'aera del cantiere navale per la Messa

Benedetto XVI è giunto questa mattina ad Ancona in occasione della conclusione del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, svoltosi nella città delle Marche a partire dal 3 settembre, sul tema "Signore da chi andremo? L’Eucaristia per la vita quotidiana". La visita del Papa è iniziata questa mattina intorno alle 9.45 sul molo Wojtyla del Porto cittadino dove è atterrato l’elicottero dell’Aviazione Militare che ha portato il Pontefice. Ad accoglierlo c’era il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e i cardinali Angelo Bagnasco, presidente della CEI, e Giovanni Battista Re, legato pontificio per il Congresso Eucaristico Nazionale. Con il Pontefice hanno viaggiato il sostituto della segreteria di Stato, arcivescovo Angelo Giovanni Becciu, e il segretario particolare, mons. Georg Gaeswein. Con Papa Ratzinger sulla papamobile è però salito l’arcivescovo di Ancona, mons. Edoardo Menichelli. Erano oltre 100mila i fedeli presenti nel cantiere navale del porto di Ancona per assistere alla Messa che il Papa ha celebrato con 200 vescovi italiani. Tanti anche i big della politica. Lo stabilimento Fincantieri di Ancona è uno degli otto siti produttivi in Italia della società cantieristica erede della grande tradizione italiana in campo navale e tra i principali gruppi navalmeccanici al mondo. Il cantiere, investito dalla crisi del settore, ha 550 dipendenti su 580 in cassa integrazione. Ma proprio in questi giorni l'amministratore Giuseppe Bono ha annunciato che il lavoro riprenderà ad ottobre con nuove commesse.

Il Resto del Carlino

Il Papa ad Ancona. Alcune monache di clausura delle Marche per speciale dispensa papale escono dal convento per incontrare Benedetto XVI

Tra le notizie di carattere religioso che riguardano la visita del Papa ad Ancona, la stampa regionale marchigiana ha evidenziato quella che riguarda alcune monache di clausura. Esattamente si tratta delle Clarisse e Benedettine di Fermo, delle Benedettine del monastero di San Onofrio di Ascoli e di San Marco di Offido, e di alcune suore di clausura di Urbino. Per tutte è stata chiesta ed ottenuta una speciale dispensa da parte dello stesso Pontefice Benedetto XVI. Le religiose saranno così eccezionalmente presenti insieme alle decine di migliaia di fedeli che si stringeranno attorno al Papa nell’area della “Fincantieri”, al porto di Ancona. Sempre la stampa regionale evidenzia il grande impegno organizzativo delle diocesi, parrocchie e associazioni per la buona riuscita dell’incontro a conclusione del Congresso Eucaristico Nazionale, rilevando anche la sinergia con le autorità civili, Regione, Provincia e Comuni oltre alle Forze dell’ordine, che saranno presenti con oltre 700 tra agenti, militari e forze di sicurezza. Viste le temperature elevate registrate nella giornata odierna, il suggerimento che viene dai giornali locali è “di portarsi un cappellino”. Oggi le temperature si sono aggirate sui 30 gradi.

SIR

11 settembre 2001-11 settembre 2011. Dio della pace, porta la Tua pace nel nostro mondo violento, nei cuori di tutti gli uomini e tra le Nazioni



O Dio dell’amore, della compassione e della riconciliazione,
rivolgi il Tuo sguardo su di noi, popolo di molte fedi e tradizioni diverse,
che siamo riuniti oggi in questo luogo,
scenario di incredibile violenza e dolore.

Ti chiediamo nella Tua bontà
di concedere luce e pace eterna
a tutti coloro che sono morti in questo luogo-
i primi eroici soccorritori:
i nostri vigili del fuoco, agenti di polizia,
addetti ai servizi di emergenza e personale della Capitaneria di Porto,
insieme a tutti gli uomini e le donne innocenti,
vittime di questa tragedia
solo perché il loro lavoro e il loro servizio
li ha portati qui l’11 settembre 2001.

Ti chiediamo, nella Tua compassione
di portare la guarigione a coloro i quali,
a causa della loro presenza qui in quel giorno,
soffrono per le lesioni e la malattia.
Guarisci, anche la sofferenza delle famiglie ancora in lutto
e di quanti hanno perso persone care in questa tragedia.
Concedi loro la forza di continuare a vivere con coraggio e speranza.

Ricordiamo anche coloro
che hanno trovato la morte, i feriti e quanti hanno perso i loro cari
in quello stesso giorno al Pentagono e a Shanksville, in Pennsylvania.
I nostri cuori si uniscono ai loro
mentre la nostra preghiera abbraccia il loro dolore e la loro sofferenza.

Dio della pace, porta la Tua pace nel nostro mondo violento:
pace nei cuori di tutti gli uomini e le donne
e pace tra le Nazioni della terra.
Volgi verso il Tuo cammino di amore
coloro che hanno il cuore e la mente
consumati dall’odio.

Dio della comprensione,
sopraffatti dalla dimensione immane di questa tragedia,
cerchiamo la Tua luce e la Tua guida
mentre siamo davanti ad eventi così tremendi.
Concedi a coloro le cui vite sono state risparmiate
di poter vivere in modo che le vite perdute qui
non siano state perdute in vano.
Confortaci e consolaci,
rafforzaci nella speranza
e concedici la saggezza e il coraggio
di lavorare instancabilmente per un mondo
in cui pace e amore autentici regnino
tra le Nazioni e nei cuori di tutti.

Benedetto XVI, 20 aprile 2008