lunedì 31 agosto 2009
Il Papa riceve i vertici della Comunità di Sant'Egidio alla vigilia della festa del Santo e dell'incontro interreligioso di Cracovia
Alla vigilia della festa di Sant'Egidio, Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i principali esponenti della Comunità di Sant'Edigio di Roma, il fondatore Andrea Riccardi, il presidente Marco Impagliazzo e il vescovo di Terni-Narni-Amelia mons. Vincenzo Paglia (foto). L'udienza è avvenuta in vista dell' ''Incontro Interreligioso di Preghiera per la Pace'' che si terrà a Cracovia, in Polonia, dal 6 all' 8 settembre e che ha per titolo: ''Lo spirito di Assisi a Cracovia''. Nel corso dell'udienza - come informa una nota della stessa comunità - sono stati affrontati anche i temi delle poverta' nel mondo e della cura dell'Aids in Africa, a cui la Comunità di Sant'Egidio dà un contributo con il programma ''DREAM', (73.000 malati in cura dieci paesi africani, che il Papa ha avuto modo di conoscere direttamente in occasione del suo recente viaggio apostolico in Camerun e Angola. Durante l'udienza si è anche fatto riferimento alla prossima Assemblea del Sinodo africano. Si è anche parlato del pellegrinaggio dei capi religiosi ad Auschwitz, in occasione dei settant'anni dall'inizio della seconda guerra mondiale.
Per il mese di settembre il Papa chiede di pregare affinché la Parola di Dio sia conosciuta e vissuta come fonte di gioia e libertà
“Perché la Parola di Dio sia più conosciuta, accolta e vissuta come fonte di libertà e di gioia”: è l’intenzione di preghiera generale del Papa per il mese di settembre. Benedetto XVI rinnova dunque ai fedeli l’esortazione a mettere la Parola di Dio al centro della propria vita. Un’esigenza particolarmente sentita dal Pontefice che, proprio a questo tema, ha dedicato l’ultimo Sinodo dei Vescovi, nell’ottobre del 2008.
Solo la Parola di Dio può cambiare davvero il cuore dell’uomo: è il messaggio che Benedetto XVI rinnova costantemente dall’inizio del suo Pontificato. “Ignorare le Scritture è ignorare Cristo”, avverte il Papa riprendendo San Girolamo. La Sacra Scrittura, sottolinea il Pontefice, non va letta come “parola del passato, ma come Parola di Dio che si rivolge anche a noi”. E aggiunge, la Scrittura va letta “in comunione con la Chiesa viva” per non cadere in una interpretazione condizionata dal tempo e dalle mode.
“Quanto è oggi modernissimo, domani sarà vecchissimo. La Parola di Dio, invece, è Parola di vita eterna, porta in sé l’eternità, ciò che vale per sempre. Portando in noi la Parola di Dio, portiamo dunque in noi l’eterno, la vita eterna” (7 novembre 2007).
Tutti i cristiani, è l’esortazione del Papa, sono chiamati a rendere ragione della speranza che è in loro. Ma per essere testimoni credibili bisogna conoscere e soprattutto vivere ciò che si annuncia.
“Solo chi si pone innanzitutto in ascolto della Parola può poi diventarne annunciatore. Egli infatti non deve insegnare una sua propria sapienza, ma la sapienza di Dio, che spesso appare stoltezza agli occhi del mondo”. (Ai partecipanti al Congresso Internazionale per il 40° anniversario della Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Verbum (16 settembre 2005))
Ancora, per essere annunciatori credibili, il Papa invita i fedeli a praticare la Lectio divina, la lettura meditata e pregata della Parola di Dio.
“Essa consiste nel rimanere a lungo sopra un testo biblico, leggendolo e rileggendolo, quasi ‘ruminandolo’ come dicono i Padri e, spremendone, per così dire, tutto il ‘succo’, perché nutra la meditazione e la contemplazione e giunga ad irrigare come linfa la vita concreta”. (Angelus, 6 novembre 2005)
Il 5 ottobre dell’anno scorso, si apre in Vaticano il Sinodo dei Vescovi sulla “Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. Il Papa vuole così mettere l’accento sull’urgenza di rendere sempre più efficace l’annuncio del Vangelo: “Avvertiamo tutti quanto sia necessario porre al centro della nostra vita la Parola di Dio, accogliere Cristo come unico nostro Redentore, come Regno di Dio in persona, per far sì che la sua luce illumini ogni ambito dell’umanità: dalla famiglia alla scuola, alla cultura, al lavoro, al tempo libero e agli altri settori della società e della nostra vita” (5 ottobre 2008: Cappella Papale per l'apertura della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi).
E sempre nella Messa che inaugura il Sinodo, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, Benedetto XVI ribadisce che nutrendosi della Parola di Dio gli uomini possono davvero cambiare il proprio cuore.
“Solo la Parola di Dio può cambiare in profondità il cuore dell’uomo, ed è importante allora che con essa entrino in una intimità sempre crescente i singoli credenti e le comunità”.
Nella Messa di chiusura del Sinodo, il 26 ottobre nella Basilica Vaticana, il Papa auspica che si faccia conoscere la Parola di Dio anche a chi è lontano, specialmente a quanti sono in sincera ricerca del senso della vita. E sottolinea che per rendere efficace l’evangelizzazione, va favorito un contatto “vivo e intenso con le Sacre Scritture”.
“E poiché non di rado l'incontro con la Scrittura rischia di non essere 'un fatto' di Chiesa, ma esposto al soggettivismo e all'arbitrarietà, diventa indispensabile una promozione pastorale robusta e credibile della conoscenza della Sacra Scrittura, per annunciare, celebrare e vivere la Parola nella comunità cristiana, dialogando con le culture del nostro tempo, mettendosi al servizio della verità e non delle ideologie correnti e incrementando il dialogo che Dio vuole avere con tutti gli uomini” (26 ottobre 2008: Cappella Papale per la conclusione della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi).
Radio Vaticana
Il Papa a Viterbo e Bagnoregio. Sbandieratori, banda musicale, facchini: gruppi storici in arrivo dai paesi della provincia per accogliere Benedetto
Non appena l’elicottero papale domenica prossima avrà toccato il suolo dello stadio Rocchi di Viterbo e il Santo Padre inizierà a percorrere le vie della città in papamobile, le piazze, i vicoli e le strade principali del capoluogo della Tuscia saranno ravvivate dagli sportivi, dai cittadini e fedeli che saluteranno festosamente il Pontefice. Numerose bandiere bianco e gialle con lo stemma pontificio appesi alle finestre e ai pali delle strade, renderanno tutto il percorso colorato e festoso per accogliere e salutare il “successore di Pietro” che viene a Viterbo e a Bagnoregio in visita pastorale a “confermare nella fede”. Dopo l’ingresso a porta Fiorentina, saranno dislocati tutti alcuni gruppi storici di Viterbo e provincia che saluteranno il Pontefice. Oltre agli sbandieratori e al corteo storico del Pilastro, ci sarà anche un nutrito gruppo del corteo storico e sbandieratori provenienti da Latera. La banda musicale cittadina, dislocata a piazza San Lorenzo (foto), saluterà il Santo Padre con l’inno pontificio, mentre alcuni raggruppamenti di militari in rappresentanza delle caserme della città, renderanno gli onori al Sommo Pontefice. Il sagrato della Basilica di Santa Rosa sarà invece invaso dai facchini e dai mini facchini di Santa Rosa che, insieme alla nuova macchina Fiore del cielo, posizionata sulla piazza del Santuario, darà la possibilità a Benedetto XVI di immergersi nella religiosità popolare e genuina di Santa Rosa.
TusciaWeb
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