Solo la Parola di Dio può cambiare davvero il cuore dell’uomo: è il messaggio che Benedetto XVI rinnova costantemente dall’inizio del suo Pontificato. “Ignorare le Scritture è ignorare Cristo”, avverte il Papa riprendendo San Girolamo. La Sacra Scrittura, sottolinea il Pontefice, non va letta come “parola del passato, ma come Parola di Dio che si rivolge anche a noi”. E aggiunge, la Scrittura va letta “in comunione con la Chiesa viva” per non cadere in una interpretazione condizionata dal tempo e dalle mode.
“Quanto è oggi modernissimo, domani sarà vecchissimo. La Parola di Dio, invece, è Parola di vita eterna, porta in sé l’eternità, ciò che vale per sempre. Portando in noi la Parola di Dio, portiamo dunque in noi l’eterno, la vita eterna” (7 novembre 2007).
Tutti i cristiani, è l’esortazione del Papa, sono chiamati a rendere ragione della speranza che è in loro. Ma per essere testimoni credibili bisogna conoscere e soprattutto vivere ciò che si annuncia.
“Solo chi si pone innanzitutto in ascolto della Parola può poi diventarne annunciatore. Egli infatti non deve insegnare una sua propria sapienza, ma la sapienza di Dio, che spesso appare stoltezza agli occhi del mondo”. (Ai partecipanti al Congresso Internazionale per il 40° anniversario della Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Verbum (16 settembre 2005))
Ancora, per essere annunciatori credibili, il Papa invita i fedeli a praticare la Lectio divina, la lettura meditata e pregata della Parola di Dio.
“Essa consiste nel rimanere a lungo sopra un testo biblico, leggendolo e rileggendolo, quasi ‘ruminandolo’ come dicono i Padri e, spremendone, per così dire, tutto il ‘succo’, perché nutra la meditazione e la contemplazione e giunga ad irrigare come linfa la vita concreta”. (Angelus, 6 novembre 2005)
Il 5 ottobre dell’anno scorso, si apre in Vaticano il Sinodo dei Vescovi sulla “Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. Il Papa vuole così mettere l’accento sull’urgenza di rendere sempre più efficace l’annuncio del Vangelo: “Avvertiamo tutti quanto sia necessario porre al centro della nostra vita la Parola di Dio, accogliere Cristo come unico nostro Redentore, come Regno di Dio in persona, per far sì che la sua luce illumini ogni ambito dell’umanità: dalla famiglia alla scuola, alla cultura, al lavoro, al tempo libero e agli altri settori della società e della nostra vita” (5 ottobre 2008: Cappella Papale per l'apertura della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi).
E sempre nella Messa che inaugura il Sinodo, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, Benedetto XVI ribadisce che nutrendosi della Parola di Dio gli uomini possono davvero cambiare il proprio cuore.
“Solo la Parola di Dio può cambiare in profondità il cuore dell’uomo, ed è importante allora che con essa entrino in una intimità sempre crescente i singoli credenti e le comunità”.
Nella Messa di chiusura del Sinodo, il 26 ottobre nella Basilica Vaticana, il Papa auspica che si faccia conoscere la Parola di Dio anche a chi è lontano, specialmente a quanti sono in sincera ricerca del senso della vita. E sottolinea che per rendere efficace l’evangelizzazione, va favorito un contatto “vivo e intenso con le Sacre Scritture”.
“E poiché non di rado l'incontro con la Scrittura rischia di non essere 'un fatto' di Chiesa, ma esposto al soggettivismo e all'arbitrarietà, diventa indispensabile una promozione pastorale robusta e credibile della conoscenza della Sacra Scrittura, per annunciare, celebrare e vivere la Parola nella comunità cristiana, dialogando con le culture del nostro tempo, mettendosi al servizio della verità e non delle ideologie correnti e incrementando il dialogo che Dio vuole avere con tutti gli uomini” (26 ottobre 2008: Cappella Papale per la conclusione della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi).
Radio Vaticana