Apcom
venerdì 18 settembre 2009
Verso la conclusione dell'era di Angelo Caloia alla presidenza dello Ior. Parte l''operazione trasparenza' sulla banca vaticana voluta dal Papa
Si infittiscono le voci di un imminente cambio alla presidenza dello Ior, la Banca vaticana, guidata attualmente dal prof. Angelo Caloia. E si parla con insistenza anche di una riunione del Consiglio direttivo dello Ior, presieduto dal card. Tarcisio Bertone, questa mattina nella sede della Banca vaticana al Torrione di Niccolò V, anche se ufficialmente la riunione non è stata confermata dal Vaticano. L'Istituto per le Opere di Religione (Ior) è finito nell'occhio del ciclone con la pubblicazione del volume "Vaticano s.p.A", in cui l'autore Gianluigi Nuzzi denuncia gli affari oscuri o poco chiari delle finanze vaticane, soprattutto nel periodo gestito dal 'banchiere di Dio', mons. Paul Marcinkus e dal suo numero due, Donato De Bonis, ma anche quello dell'attuale presidente Caloia. Proprio per questo è partita l''operazione trasparenza' voluta da Benedetto XVI che dovrebbe portare al rinnovo del vertice dello Ior. Il primo ottobre ci sarà un summit di esperti della finanza bianca su iniziativa della fondazione 'Centesimus annus' per discutere anche del rinnovo dei vertici laici dello Ior. Il mandato del banchiere lombardo Caloia scade nel marzo 2011, ma in molti parlano di una sua uscita imminente. Il nuovo presidente sarà selezionato in una rosa di nomi e tra i favoriti c'è Ettore Gotti Tedeschi, rappresentante in Italia del Banco Santander Central Hispano, ma soprattutto editorialista de L'Osservatore Romano, vicino al segretario di Stato vaticano. Sembra invece oramai improbabile la nomina di Antonio Fazio, ex governatore della Banca d'Italia, sponsorizzato dal card. Giovanni Battista Re, oggi rinviato a giudizio per il caso Unipol. Il professor Caloia è da 20 anni alla guida dello Ior ed è stato chiamato dal card. Casaroli per mettere la parola fine allo 'scandalo' dell'ex BancoAmbrosiano che coinvolse Marcinkus e Roberto Calvi. Ma come viene nominato il presidente dello Ior? Una commissione di super consulenti esterni dovrebbe proporre una rosa di nomi, ma la nomina spetterebbe al card. Bertone, anche se l'ultima parola resta sempre al Papa.
Hilarion: grande stima di questo Papa 'politicamente scorretto', lo sostieniamo nella difesa dei valori cristiani. Spero sia lui a incontrare Kirill
La Chiesa Ortodossa russa nutre "grande stima" per Papa Benedetto XVI: lo ha sottolineato l'arcivescovo Hilarion, il nuovo ministro degli Esteri del Patriarcato moscovita che stamane ha incontrato il Papa a Castel Gandolfo. L'esponente ortodosso ha lodato un Pontefice che sa essere politicamente scorretto nel campo dei valori e della morale. Vedendo nella cooperazione su tematiche quali vita, famiglia e ecologia una "vastissima possibilità di cooperare" tra ortodossia e cattolicesimo, divisi da oltre mille anni. "Sosteniamo il Papa nel suo impegno per la difesa dei valori cristiani", ha detto Hilarion, incontrando un gruppo di giornalisti presso la nuova Chiesa russa di Santa Caterina, a Roma. "Lo sosteniamo anche quando le sue coraggiose dichiarazioni - ha aggiunto - suscitano reazioni negative da parte di alcuni uomini politici o personalità pubbliche o sono osteggiate e a volte travisate da parte di alcuni mass media. Riteniamo che il capo della più grande Chiesa cristiana non debba curarsi di essere politicamente corretto, né possa conformarsi alla mentalità dominante o cercare di essere gradito. Crediamo invece che egli abbia il dovere della testimonianza della verità. Siamo quindi con lui anche quando la sua parola incontra opposizione". "Ho detto oggi al Papa - ha proseguito Hilarion - che dobbiamo sviluppare la nostra collaborazione in tutti i campi. Cogliere e portare a frutto la vastissima possibilità di cooperare che oggi ci si offre. Per noi è evidente che oggi la Chiesa Ortodossa e quella Cattolica non possono più essere concorrenti come è stato in passato, ma al contrario devono essere alleate, aprirsi alla cooperazione. Davanti a noi si apre un campo vastissimo, nel quale il Signore ci chiede di lavorare: il campo del mondo scristianizzato di oggi. Il relativismo morale, il materialismo pratico, il secolarismo militante, l'edonismo, il consumismo sfrenato, tutte queste caratteristiche del pensiero e più ancorea dell'ethos contemporaneo - secondo l'arcivescovo russo - sono in realtà altrettante sfide che la nostre società lancia a tutti i cristiani. A queste sfide, tutti noi cristiani, e in particolare ortodossi e cattolici, possiamo e dobbiamo rispondere insieme. Insieme possiamo proporre i valori spirituali e morali della fede cristiana. Insieme possiamo offrire la nostra visione cristiana della famiglia, della procreazione, di un amore umano fatto non solo di piacere, affermare il nostro concetto di giustizia sociale, di una più equa distribuzione dei beni, di un impegno per la salvaguardia dell'ambiente, per la difesa della vita umana e della sua dignità". Il ministro degli Esteri del Patriarcato ortodosso russo non è spaventato dall'idea che, su questioni controverse come l'aborto o la famiglia, all'interno del cattolicesimo mondiale ci siano posizioni molto differenziate. "Sono cosciente che all'interno della Chiesa cattolica ci siano posizioni molto diverse. C'è però, nella teologica cattolica, il concetto di magistero della Chiesa, cioè la posizione ufficiale della gerarchia", ha puntualizzato Hilarion. "Quando dico che le posizioni di cattolici e ortodossi coincidono sulle questioni morali, naturalmente mi riferisco al Magistero". L'arcivescovo Hilarion ha poi risposto alle domande dei cronisti sulle divergenze ecclesiologiche tra cattolici e ortodossi sul 'primato petrino', ossia il ruolo del Papa che l'ortodossia non riconosce come preminente dal punto di vista canonico. Tema che sarà al centro dell'incontro della commissione mista cattolico-ortodossa previsto a Cipro ad ottobre. "Non potrei dire se riusciremo ad arrivare ad una formulazione accettabile, ma certamente ci proveremo", ha tagliato corto il ministro degli Esteri del patriarcato moscovita. Non c'è ancora una data per un incontro tra il Papa e il Patriarca ortodosso russo che rappresenterebbe una pietra miliare nel cammino di riavvicinamento tra Roma e Mosca. Ma l'arcivescovo Hilarion, auspica comunque che questo avvenga tra i due leader attuali della Chiesa Cattolica e dell'Ortodossia russa, Benedetto XVI e Kirill. "Personalmente spero che presto o tardi si realizzi il tanto atteso incontro", ha detto Hilarion. "Non sarei oggi in grado di parlare oggi né del tempo né del luogo in cui questo incontro avverrà, ma posso dire con responsabilità che da entrambe le parti c'è il desiderio di preparare con grande cura questo incontro affinché esso segni un grande balzo in avanti delle nostre relazioni". Ai giornalisti che gli domandavano un giudizio sullo stato dei rapporti tra il Patriarcato ortodosso russo e la Chiesa Cattolica, Hilarion ha precisato: "Certamente c'è un miglioramento dei rapporti tra le nostre due Chiese che coincide anche con l'elezione di Benedetto XVI. Sarei contento - ha aggiunto - se fosse questo Papa a incontrarsi con questo Patriarca". Quanto ai motivi che impediscono, allo stato attuale, di realizzare questo incontro, il responsabile del dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato moscovita ha citato, quale "problema principale", quello delle "tensioni" in Ucraina occidentale. Al proposito Hilarion ha ripercorso la storia dei rapporti tra greco-cattolici, detti sprezzantemente 'uniati' da Mosca per rimarcare il loro legame di unità con Roma, e ortodossi fedeli alla Russia, nel secolo scorso in Ucraina. Quando ai greco-ortodossi vennero requisite le chiese da parte del regime comunista, nel 1946, si trattò di una "grande ingiustizia storica", ha detto l'arcivescovo, ma quando, negli anni Ottanta, i greco-ortodossi se ne riappropriarono, "quello che purtroppo poteva essere un modo per rimediare all'ingiustizia divenne una nuova ingiustizia", secondo Hilarion, perché le chiese vennero riprese "con forza" e gli ortodossi si ritrovarono - e si trovano tuttora - senza luoghi di culto, ridotti a celebrare il culto divino, a volte, "nei boschi". "Certamente nella nostra Chiesa ortodossa tanti non capirebbero una situazione nella quale, permanendo questo conflitto in Ucraina occidentale, il Papa e il Patriarca si incontrassero e si stringessero la mano. Dobbiamo quindi prevedere - è la conclusione del ministro degli Esteri del Patriarcato russo - quali passi concreti possono risolvere queste situazione e fare che non ci sia una tensione come esiste ancora oggi. Quando questa situazione sarà risolta questo incontro potrà realizzarsi".
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Sinodo dei vescovi per l'Africa. Mons. Eterović: dai lavori una Chiesa rafforzata e incoraggiata per affrontare con zelo apostolico le grandi sfide
Una Chiesa “rafforzata e incoraggiata” per “continuare con rinnovato ardore la sua opera di evangelizzazione e di promozione umana a beneficio di tutti gli abitanti del continente”. Così mons. Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi, sintetizza al SIR le attese per la seconda Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei vescovi, che si svolgerà in Vaticano dal 4 al 25 ottobre. I lavori saranno centrati sul tema: “La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo (Mt 5,13.14)”. A 15 anni dal primo Sinodo per l’Africa, tenutosi nel 1994, si torna dunque a riflettere su questo continente. “Nel frattempo – spiega mons. Eterović – molto è cambiato in Africa, continente che conosce una grande crescita del numero dei cattolici. Nel momento della celebrazione della prima Assemblea speciale per l’Africa essi erano circa 102.000.000, mentre nel 2007 erano circa 165.000.000. La crescita che riguarda tutti i settori della Chiesa non è solo di numero ma anche di qualità. Per esempio, sempre di più i sacerdoti africani diventano missionari in altri Paesi dell’Africa e anche del mondo. Anche dal punto di vista sociale la situazione è cambiata generalmente in senso positivo, anche se in alcuni Paesi permangono situazioni di violenza... In questo confronto di luci e di ombre prevalgono le luci”. Dai lavori sinodali, continua mons. Eterović, “è da sperare che la Chiesa in Africa esca rafforzata e incoraggiata. Un rinnovato zelo apostolico delle Chiese particolari permetterà di affrontare grandi sfide”. Il segretario generale del Sinodo riflette anche sul contributo della Chiesa per promuovere “riconciliazione, giustizia e pace” nella società africana. “La missione principale della Chiesa – dice – è l’evangelizzazione che deve essere accompagnata dalla promozione umana. La Chiesa cattolica è assai attiva nel campo dell’educazione, della salute, della promozione integrale della persona umana. La Buona Notizia della riconciliazione diventa una chiamata urgente per tutti: per i credenti, che devono riconciliarsi con Dio e tra loro, per i membri della comunità ecclesiale, in quanto solamente una comunità riconciliata può proporre con credibilità la riconciliazione anche a livello sociale”. Pertanto, “i cristiani devono superare le barriere delle etnie, degli interessi di parte, per promuovere il bene comune di tutti gli uomini di una nazione, anzi di tutto il continente. Da persone riconciliate potrà nascere la pace e i presupposti di un’autentica giustizia”. Dal Sinodo, conclude il vescovo, “le Chiese particolari dell’Africa dovranno ricevere l’incoraggiamento per potenziare ancora di più l’opera della riconciliazione, nella costruzione di una società più giusta che beneficerà della pace”.
SIR
Domani il Papa riceve i Patriarchi cattolici del Medio Oriente per discutere la situazione dei cristiani. Probabile l'annuncio del Sinodo 2010
La crescita del fondamentalismo in Medio Oriente e l’inquietudine dei cristiani, l’importanza del dialogo islamo-cristiano, lo statuto del Patriarca cattolico orientale nella Chiesa universale e la giurisdizione ecclesiastica in Kuwait e nei Paesi del Golfo. Sono i quattro punti dei quali i sette Patriarchi cattolici orientali, parleranno domani con Benedetto XVI che li riceverà in udienza a Castel Gandolfo. Si tratta del Patriarca maronita Nasrallah Boutros Sfeir, dell’armeno cattolico Bédros XIX, del siro-cattolico Ignace Youssef III Younane, del melkita Gregorio III, del caldeo Emmanuel Delly, del Patrirca latino di Gerusalemme Fouad Twal (nella foto con Benedetto XVI) e del copto Antonios Nagib. Le considerazioni dei Patriarchi sono illustrate in una nota che sarà portata al Papa, al quale, nel loro incontro, i patriarchi parleranno in primo luogo delle questioni della presenza delle loro Chiese nell’ambito della Chiesa universale e di altri temi ecclesiologici. Tra questi anche la questione della giurisdizione ecclesiastica del Kuwait e degli altri emirati del Golfo, verso i quali, nel corso degli ultimi anni, sono emigrate dagli altri Paesi arabi decine di migliaia di operai e funzionari cristiani, chiamati dal boom economico. Nella nota i Patriarchi, manifestano la loro inquietudine per i cristiani del Medio Oriente, sfidati dalla crescita del fondamentalismo soprattutto in Egitto e Iraq e sottolineano l’importanza della questione palestinese. Viene anche nuovamente sottolineata l’importanza del dialogo islamo-cristiano. Tra i temi dell'incontro, però, dovrebbe esserci anche il futuro Sinodo speciale sul Medio Oriente, che potrebbe svolgersi nell'ottobre 2010, chiesto più volte dai cattolici della regione. Ad anticipare il prossimo annuncio - che potrebbe forse avvenire già domani nel corso dell'incontro con i Patriarchi - sono stati il settimanale cattolico The Tablet e l'agenzia francese specializzata in informazione religiosa I.Media.
Radio Vaticana, Asca
Benedetto XVI incontra l'arcivescovo del Patriarcato di Mosca Hilarion
Il Papa ha ricevuto oggi a Castel Gandolfo l'arcivescovo Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca. Hilarion, alla sua prima visita a Roma dopo la nomina al suo attuale incarico, aveva avuto ieri un colloquio con il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Dopo l’incontro il porporato ha ribadito che tra Chiesa cattolica e Patriarcato di Mosca i rapporti sono positivi. Le due parti si rivedranno a Cipro, nel prossimo ottobre, in occasione della sessione plenaria della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme: al centro dei lavori figura il tema cruciale del ruolo del vescovo di Roma nella Chiesa universale.
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