venerdì 2 luglio 2010

Il Papa a Sulmona. Nella Cattedrale una tela raffigurante la nave della Chiesa guidata da Benedetto XVI. Il leggio realizzato dall'istituto d'arte

Quando domenica Benedetto XVI farà il suo ingresso nella Cattedrale di San Panfilo a Sulmona, dove si terrà l'incontro con i giovani e l'adorazione del Santissimo Sacramento, ad accoglierlo troverà una nuova tela raffigurante la nave della Chiesa da lui guidata con il Vangelo tra le mani (foto). L'opera fa parte di un ciclo pittorico commissionato dal vescovo Angelo Spina e realizzato per il presbiterio della Cattedrale dal pittore, scultore, nonché storico e teorico dell'arte Rodolfo Papa. Nell'abside, all'interno delle cornici di marmo presistenti, sono state collocate quattro tele che rappresentano i Santi Apostoli Giovanni e Pietro, Santa Maria Maddalena e La Chiesa che porta l'annuncio. A destra e a sinistra della scalinata che porta all'altare, sono state invece collocate altre due tele di Rodolfo Papa, dedicate alle Virtù cardinali e alle Virtù teologali. Sempre del medesimo artista anche una lunetta che ritrae insieme Papa Celestino V e Papa Benedetto XVI, a commemorazione dell'Anno Celestiniano e della visita del Santo Padre. I lavori per la costruzione della Cattedrale di San Panfilo, pagano convertito al Cristianesimo e vescovo di Sulmona dal 682, risalgono all'anno 1075 ma furono portati a termine solo nel 1119. La storia della Cattedrale risale però più indietro all'VIII sec., quando i cristiani edificarono una chiesa dedicata alla Vergine Maria su un antico tempio pagano dedicato ad Apollo e Vesta. Ricostruito e arricchito della cripta nel XII sec. il sacro edificio, per varie vicende storiche, subì rovine e incendi seguiti da restauri innovativi e aggiunte d'epoca. In una intervista concessa alla rivista Arte Cristiana di maggio-giugno 2010, Rodolfo Papa ha spiegato che nella tela "La Chiesa che porta" l'annuncio ha voluto rappresentare la Chiesa con “la classica metafora della 'navicella'; una nave la cui vela è Cristo, e la cui polena è Maria. Una barca guidata dal successore di Pietro, il Santo Padre, attorniato da tutto il popolo di Dio”. “Ho voluto dipingere – ha aggiunto l'artista – tutti gli stati di vita e tutte le età, ma ho insistito in modo particolare sulla presenza dei bambini: la Chiesa è sempre giovane, inoltre è particolarmente importante il coinvolgimento dei giovani, in questa epoca di 'emergenza educativa'".
Gli alunni delle classi terza, quarta e quinta della sezione B del corso oreficeria metalli dell'Istituto d'arte 'Mazara' di Sulmona hanno realizzato un leggio e le croci pettorali che verranno consegnate a Benedetto XVI e ai vescovi in occasione della visita a Sulmona. Le croci e il leggio sono stati realizzati dagli studenti dell'Istituto d'arte in collaborazione con i maestri orafi sulmonesi nell'ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro denominato 'L'arte nel lavoro: le arti applicate nel tessuto urbano'.

Zenit, Agi

Il 7 luglio Benedetto XVI si trasferisce per il periodo estivo a Castel Gandolfo. Mons. Semeraro: gratitudine e gioia per la sua presenza

Benedetto XVI si trasferirà da mercoledì 7 luglio nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. È quanto fa sapere oggi la Prefettura della Casa Pontificia in un comunicato diffuso dalla sala stampa vaticana. “Nel periodo estivo – informa la Prefettura – sono sospese tutte le udienze private e speciali. Nei mercoledì 14, 21, 28 luglio le Udienze generali non avranno luogo. Nelle domeniche e nelle solennità durante il periodo estivo la recita dell’Angelus avrà luogo nella residenza estiva di Castel Gandolfo. Le Udienze generali riprenderanno regolarmente da mercoledì 4 agosto”. “Gratitudine” e “gioia” per “la sua presenza a breve a Castel Gandolfo”, “una permanenza che sarà più prolungata rispetto al passato”. Con questi sentimenti mons. Marcello Semeraro (nella foto con Benedetto XVI), vescovo di Albano, si prepara ad accogliere il Papa a Castel Gandolfo. “L’arrivo del Papa nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per il periodo estivo – afferma all'agenzia SIR mons. Semeraro – è sempre motivo di gioia per la comunità castellana e per l’intera diocesi di Albano, che coglie tale presenza come un grande segno che la Provvidenza le offre per sentire con sempre maggiore intensità il vincolo di comunione che la unisce alla Chiesa intera”. Infatti, aggiunge il vescovo, “in Pietro e nei suoi successori, il Signore Gesù ha posto il perpetuo e visibile principio e il fondamento dell’unità della fede e della comunione. Noi, però, vorremmo che il Papa sentisse – anche in queste settimane nelle quali si allontana da Roma – quanto la Chiesa gli vuole bene ed è stretta attorno a lui con la preghiera intensa e il filiale affetto. E siamo certi che Benedetto XVI conosce e vede tutto questo”. “Gli appuntamenti domenicali per la preghiera dell’Angelus – sottolinea mons. Semeraro – vedono i fedeli di Castello e delle altre parrocchie di Albano uniti ai tanti altri pellegrini e la mia stessa presenza personale a quegli incontri di breve catechesi e di preghiera intende mostrare tale nostra unione spirituale con il Papa”. Anche “la Santa Messa celebrata alle ore 08.30 secondo le intenzioni del Papa e quotidianamente teletrasmessa da Tv2000 nella parrocchia pontificia di Castel Gandolfo per tutto il tempo della sua permanenza, è un invito alla preghiera per lui: perciò vi partecipano molti fedeli, religiose e religiosi avvicendandosi per il servizio liturgico e l’animazione. Grande segno di affetto da parte del Papa per noi sarà, infine, la Santa Messa che nella stessa chiesa egli presiederà per la solennità dell’Assunzione”. Già da ora, conclude il vescovo, “noi intendiamo dire al Santo Padre il nostro grazie e a questo aggiungiamo la gioia per averlo quest’anno fisicamente accanto a noi molto presto e per un periodo ancora più prolungato rispetto al passato”.

Il Papa: la Giornata Mondiale della Gioventù un’occasione privilegiata affinché i giovani del mondo intero si lascino conquistare dall'amore di Cristo

“Sono molti i giovani che hanno gli occhi puntati in questa bella città, con la gioia di potersi incontrare in essa, tra pochi mesi, per ascoltare insieme la Parola di Cristo, sempre giovane, e poter condividere la fede che li unisce e il desiderio che hanno di costruire un mondo migliore, ispirandoli ai valori del Vangelo”. Lo ha detto, questa mattina Benedetto XVI, ricevendo l’arcivescovo di Madrid, card. Antonio Maria Rouco Varela, e una delegazione di promotori della Giornata Mondiale della Gioventù 2011. “Vi invito tutti a continuare a collaborare generosamente in questa bella iniziativa – ha aggiunto il Papa – che non è una semplice riunione molto partecipata, ma un’occasione privilegiata affinché i giovani del vostro Paese e del mondo intero si lascino conquistare dall’amore di Cristo Gesù, il Figlio di Dio e di Maria, l’amico fedele, il vincitore del peccato e della morte”. Secondo il Pontefice, “chi confida in Lui, mai resta deluso, ma trova la forza necessaria per scegliere la strada giusta nella vita”. “Ricorderò fervidamente tutti voi e le vostre famiglie nella preghiera, chiedendo a Dio di benedire gli sforzi che state facendo affinché la prossima Giornata Mondiale della Gioventù porti copiosi frutti. Che Maria Santissima vi accompagni sempre con amore di madre”, ha concluso il Santo Padre.

Il Papa all'ambasciatore iracheno: un governo forte per un Paese stabile. Protezione per la minoranza cristiana e rispetto dei diritti umani

Gli ultimi anni in Iraq sono stati segnati da tragici atti di violenza contrari agli insegnamenti dell'islam e del cristianesimo. Azioni compiute contro membri innocenti della popolazione, musulmani e cristiani. Questa sofferenza condivisa può stabilire “un legame profondo”, rafforzando la determinazione di musulmani e cristiani “a lavorare per la pace e la riconciliazione”. E’ quanto ha affermato questa mattina Benedetto XVI rivolgendosi al nuovo ambasciatore della Repubblica dell’Iraq, Habbeb Mohammed Radi Ali Al-Sadr (foto), ricevuto in occasione della presentazione delle Lettere credenziali. Benedetto XVI ha ricordato che gli iracheni, in occasione delle elezioni legislative tenutesi lo scorso 7 marzo, hanno dato “un chiaro segnale al mondo” scegliendo “la strada della democrazia”. Attraverso questa via, ha aggiunto il Santo Padre, il popolo iracheno aspira a vivere in armonia “in una società, giusta, pluralista e inclusiva”. Nonostante i tentativi di intimidazione da parte di coloro che non condividono questa aspirazione, gli iracheni hanno mostrato “grande coraggio e determinazione” presentandosi in gran numero ai seggi elettorali. Adesso occorre comporre, prima possibile, il nuovo mosaico politico iracheno: “La speranza è che la formazione di un nuovo governo ora proceda rapidamente in modo che la volontà del popolo di un Iraq stabile e unificato possa essere realizzata”. La Santa Sede, che ha sempre giudicato “eccellenti” le proprie relazioni diplomatiche con l’Iraq, continuerà ad assicurare il proprio aiuto, per quanto possibile, in modo che il Paese possa assumere il posto legittimo di nazione guida nella regione. Coloro che sono stati eletti, ha aggiunto il Papa, dovranno dimostrare “grande coraggio e determinazione” per rispondere alle grandi aspettative del popolo iracheno. “Il nuovo governo dovrà dare priorità alle misure destinate a migliorare la sicurezza di tutti i settori della popolazione, in particolare le varie minoranze”. Tra i diritti che devono essere pienamente rispettati, sono di fondamentale importanza quelli alla libertà religiosa e di culto in quanto permettono ai cittadini di vivere come persone create a immagine e somiglianza del Creatore. I cristiani iracheni, ha spiegato poi il Papa condividendo le preoccupazioni espresse dal nuovo ambasciatore, devono rimanere nella loro “patria ancestrale”. Coloro che si sono sentiti costretti ad emigrare, ha aggiunto Benedetto XVI, possano presto considerare sicuro il loro ritorno in Iraq: “Fin dai primi giorni della Chiesa, i cristiani hanno abitato la terra di Abramo, terra che fa parte del comune patrimonio di giudaismo, cristianesimo e islam". E’ fortemente auspicabile, ha sottolineato poi il Papa, che la società irachena in futuro sia contraddistinta dalla “coesistenza pacifica”, desiderio comune nelle aspirazioni di coloro che sono radicati nella fede di Abramo. Una società in cui i cristiani hanno un ruolo rilevante: “Sebbene i cristiani siano una minoranza della popolazione irachena, offrono un prezioso contributo alla sua ricostruzione e alla ripresa economica attraverso il loro apostolato in ambito educativo e sanitario; il loro impegno in progetti umanitari fornisce assistenza quanto mai necessaria nella costruzione della società”. La storia ha mostrato che alcuni degli “incentivi più efficaci” per superare le divisioni provengono dagli esempi di uomini e donne che hanno perso la vita avendo scelto la strada coraggiosa della testimonianza non violenta ispirata da alti valori: “I nomi dell'arcivescovo Paulos Faraj Rahho, di padre Ragheed Ganni e di molti altri continueranno a vivere come esempi luminosi di amore che li ha portati a dare la vita per gli altri”. Benedetto XVI ha ricordato infine l’iniziativa della Santa Sede per il sostegno delle Chiese locali di tutta la regione, l’Assemblea Speciale del Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente, che si terrà dal 10 al 24 ottobre: “Costituirà un’opportunità per esplorare il ruolo e la testimonianza dei cristiani nelle terre della Bibbia e darà anche un impulso per l'importante compito del dialogo interreligioso, che tanto può contribuire al raggiungimento dell'obiettivo di coesistenza pacifica nel rispetto reciproco e stima tra i fedeli di diverse religioni”.

Radio Vaticana

All'Ambasciatore della Repubblica dell'Iraq (2 luglio 2010) - il testo integrale del discorso del Papa