lunedì 11 gennaio 2010

Gian Maria Vian: il discorso di Benedetto XVI ai diplomatici guarda al futuro, con una ampiezza di vedute e un realismo che non nasconde i problemi

Un discorso che “guarda al futuro, con una ampiezza di vedute che in genere non si riscontra tra i leader internazionali e con un realismo che non nasconde i problemi”. Così Gian Maria Vian, direttore de L’Osservatore Romano, definisce il discorso del Papa al Corpo diplomatico, che “mostra bene l'attenzione e l'atteggiamento della sede romana nei confronti del mondo: in Dio la Chiesa esiste per gli altri, e perciò è aperta a tutti”. Una “apertura”; questa, “dimostrata nelle ultime settimane dalle piene relazioni diplomatiche stabilite tra Santa Sede e Federazione Russa e dalla visita del presidente vietnamita come anche, nel corso dell'anno appena concluso, dagli incontri del Pontefice con numerosi esponenti politici”. Per il Papa, commenta Vian, “in primo piano nel panorama internazionale resta la crisi drammatica dell'economia mondiale e l'instabilità sociale che ne consegue”, alla cui “radice” c’è “la mentalità egoistica e materialistica”, con “effetti che minacciano anche il creato”. “A maggior ragione la Chiesa, attenta alla salvaguardia dell'ambiente, insiste sul rispetto irrinunciabile della persona umana, che significa protezione della vita sin dal concepimento e una equa distribuzione delle risorse alimentari, che sono sufficienti per l'intera popolazione mondiale, come da decenni la Santa Sede va ripetendo contro interessati catastrofismi”, osserva Vian.

SIR

Il cordoglio del Papa per la morte del cardinale malgascio Razafindratandra: appassionato pastore al servizio del Vangelo

Un appassionato pastore che ha dedicato tutta la sua vita in favore del popolo malgascio: Benedetto XVI ricorda, così, il card. Armand Gaétan Razafindratandra (foto), arcivescovo emerito di Antananarivo, spentosi sabato scorso all’età di 84 anni. In un telegramma all’arcivescovo di Antananarivo, mons. Odon Marte Arsene Razanakolona, il Papa esprime il suo cordoglio e si unisce spiritualmente a tutte le persone che in Madagascar sono toccate da questo lutto. Il Pontefice ringrazia il Signore per il ministero del porporato malgascio che ha donato il meglio di se stesso per annunciare il Vangelo. Ed assicura infine la sua benedizione apostolica ai fedeli della diocesi di Antananarivo, ai famigliari del porporato e alle persone che parteciperanno alle esequie del cardinale Razafindratandra.

Radio Vaticana

I genitori di Gabriele, battezzato nella Cappella Sistina: una doppia benedizione ricevere il sacramento dal Papa. Benedetto affettuoso come un nonno

Ieri mattina, la Cappella Sistina ha accolto 14 invitati speciali. Erano i neonati – la più piccola del gruppo è nata il 3 dicembre – che hanno ricevuto il primo sacramento della vita cristiana dalle mani di Papa Benedetto XVI in occasione della festa del Battesimo del Signore. I celebri affreschi di Michelangelo e l'opera chiamata “Il battesimo di Cristo” di Pietro Perugino e Pinturicchio, che adorna la Cappella Sistina, sono stati i testimoni dell'iniziazione alla vita cristiana di questi piccoli. Durante la cerimonia si sentivano pianti, balbettii e le domande che i fratelli maggiori dei neonati ponevano ai genitori. I battezzati sono tutti figli di impiegati del Vaticano. Erano accompagnati dai genitori, dai padrini e dalle madrine, oltre che da un piccolo gruppo di familiari. In questa occasione i fratelli e le sorelle maggiori hanno avuto un ruolo speciale, venendo incaricati di portare le offerte all'altare. Il Pontefice ha salutato ciascuno e ha rivolto loro alcune parole. La Santa Messa è stata concelebrata dall'arcivescovo Beniamino Stella, presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, e dall'arcivescovo Felix del Blanco, elemosiniere del Santo Padre.
Tra i bambini c'era Gabriele, nato il 1° dicembre. Il suo nome completo è Gabriele Maria Andrea Karol. E' il primogenito di Luca Grilone, impiegato dei Musei Vaticani, e Samantha Barreca, che si sono sposati nel luglio 2008. Parlando con l'agenzia Zenit dopo la cerimonia, Luca ha affermato che il Battesimo di suo figlio è un fatto doppiamente sacro: “Primo per quanto riguarda il fatto in se stesso, e poi perché è stato battezzato dal Papa, proprio nel luogo in cui viene eletto il Santo Padre”. Per Luca non è una novità ricevere un sacramento dalle mani del Papa, visto che è stato Giovanni Paolo II a dargli la prima Comunione nel 1986.
Per vari anni, il neopapà è stato anche accolito in alcune cerimonie papali. “Vedevo i cerimonieri e pensavo che 20 anni fa ero al loro posto. Ora mi sono sposato e sono diventato papà”, ha ricordato. Dal canto suo, Samantha ha confessato che prima della cerimonia era preoccupata del fatto che il bambino potesse piangere, ma il piccolo Gabriele è rimasto silenzioso per tutta la celebrazione, quasi due ore. “Magari stava pregando”, ha commentato il papà sorridendo. “Il nostro bambino è stato purificato dal peccato originale. Ci auguriamo che tramite il nostro esempio riusciamo a camminare con lui nel percorso cristiano che inizia oggi”, ha detto Samantha. La mamma di Gabriele ha aggiunto che vorrebbe che il figlio diventasse sacerdote. “Forse è troppo presto. Non so se sarà la volontà di Dio. Bisogna vedere la strada che prenderà il bambino, poi si vedrà”. Il rito del Battesimo è stato compiuto al fonte battesimale bronzeo opera dello scultore Mario Toffetti. I genitori del neonato hanno ricevuto la Comunione dal Papa. “Quando abbiamo ricevuto la Comunione e al fonte battesimale quasi non ce la facevo, ridevo e piangevo contemporaneamente. Ho cercato di trattenere le lacrime”, ha spiegato Samantha. La mamma di Gabriele ha concluso il suo dialogo con l'agenzia Zenit esprimendo la sua ammirazione per il Papa: “Mi piace come parla, come si esprime con piccoli gesti. È affettuoso. Chi non lo vive personalmente non nota le piccole cose. Nel momento del Battesimo, sembrava un nonno. Pur non conoscendoci ci ha trasmesso l'affetto con lo sguardo. Porterò questa cosa nel cuore per tutta la vita”.


Carmen Elena Villa, Zenit

Nella Giornata Mondiale del Malato le celebrazioni per il XXV anniversario dell'istituzione del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari

''La Chiesa al servizio dell'amore per i sofferenti''. Sarà questo il motivo conduttore della celebrazione del XXV dell'istituzione del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari e della XVIII Giornata Mondiale del Malato, in programma a Roma e nella Città del Vaticano dal 9 all'11 febbraio prossimi. Il tema è il titolo del Messaggio di Papa Benedetto XVI proprio per la Giornata Mondiale del Malato 2010. Un evento con cui, come lo stesso Papa evidenzia nel documento, ''la Chiesa intende, in effetti, sensibilizzare capillarmente la comunità ecclesiale circa l'importanza del servizio pastorale nel vasto mondo della salute, servizio che fa parte integrante della sua missione, poichè s'inscrive nel solco della stessa missione salvifica di Cristo''. Il nutrito programma preparato dal Pontificio Consiglio fra l'altro comprende: una solenne Concelebrazione Eucaristica, il giorno 11 febbraio nella Basilica di San Pietro, l'arrivo del Reliquiario di Santa Bernadette Soubirous, una processione e una preghiera con la Statua della Madonna di Lourdes, che si concluderà con il saluto e la benedizione di Benedetto XVI e una visita alla tomba del Servo di Dio Papa Giovanni Paolo II che, con la Lettera Apostolica Motu Proprio ''Dolentium Hominum'', 25 anni fa istituì il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari. Nell'Aula Nuova del Sinodo sarà tenuto, il 9 e il 10 febbraio, un Simposio Internazionale incentrato su due Lettere Apostoliche: la ''Salvifici Doloris'' e lo stesso Motu Proprio ''Dolentium Hominum''. Durante i due giorni di incontro si approfondiranno anche gli aspetti culturali, antropologici e sociologici con il contributo di personalità di primo piano della Chiesa, degli operatori sanitari, della cultura e dell'associazionismo cattolico. In particolare saranno approfondite le tematiche del dolore e della sofferenza dal punto di vista di Ebraismo, Induismo, Islamismo e Buddismo nonchè come sono vissute e viste nelle culture africane e in quelle asiatiche. Tra le numerose personalità ecclesiali e civili di livello internazionale che parteciperanno alle celebrazioni, oltre all'arcivescovo Zygmunt Zimowski, Presidente del Dicastero, si segnalano, tra gli altri, il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, il card. Agostino Vallini, Vicario della Diocesi di Roma, i due Presidenti emeriti del Pontificio Consiglio, i card. Fiorenzo Angelini e Javier Lozano Barragàn, l'arcivescovo di Milano, card.Dionigi Tettamanzi. Tra gli altri partecipanti, il direttore dell'Oms, Margaret Chan, il sottosegretario al ministero della Salute, Ferruccio Fazio, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

Asca

Mercoledì all'Udienza generale di Benedetto XVI 3.500 giovani delle scuole casertane. A seguire l'incontro-dialogo con il vescovo Pietro Farina

I giovani delle diocesi di Caserta “invadono” Roma mercoledì 13 gennaio, per l’Udienza generale nell’Aula Paolo VI di Benedetto XVI. Saranno tremilacinquecento i giovani casertani guidati dal vescovo mons. Pietro Farina a partecipare all'incontro. Si tratta della prima grande iniziativa del vescovo Farina lungo i binari del suo impegno pastorale. Mettere in contatto la comunità diocesana con il cuore stesso della cristianità. I 3500 ragazzi delle scuole casertane occuperanno le prime file della Sala Nervi. L’idea, promossa dall’Ufficio diocesano della pastorale scolastica e realizzata dall’associazione Homo Viator dell’Anspi, composta tutta da giovani provenienti dalle parrocchie, intende mettere a confronto direttamente i giovani studenti casertani con il Vicario di Cristo e con il proprio pastore diocesano. Dopo l’Udienza con il Pontefice, infatti, il vescovo di Caserta avrà un incontro fraterno con tutti i 3500 studenti, lasciandosi travolgere dalle loro domande e colloquiando con loro fino ad esaurimento delle curiosità e dei dubbi. "Si tratta di una iniziativa nuova – spiega don Valentino Picazio, responsabile della pastorale scolastica diocesana – che intende offrire da un lato la possibilità di un confronto genuino con le radici della nostra fede e della cristianità; dall’altro un modo diverso per il pastore diocesano di incontrare e dialogare con i giovani, che sono il futuro della nostra società". Subito dopo l’Udienza generale i ragazzi, accompagnati da molti presidi e docenti, visiteranno la Basilica di San Pietro e poi si trasferiranno al Santuario del Divino Amore, dove ci sarà l’incontro-dialogo con mons. Farina.

Corriere della Sera.it

La commissione degli episcopati europei: dalle diocesi un gesto significativo nel giorno della visita del Papa all'Ostello della Caritas di Roma

Un invito a tutte le diocesi europee a compiere “un gesto significativo e simbolico” il 14 febbraio prossimo, o nel corso della stessa settimana, quando il Papa visiterà l'Ostella della Caritas di Roma e in occasione della celebrazione dell’Anno che l’Unione europea dedica alla lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Lo hanno rivolto mons. Adriano H. van Luyn, vescovo di Rotterdam e presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea e padre Erny Gillen, presidente di Caritas Europa, in una lettera datata 10 dicembre e indirizzata ai vari vescovi e referenti europei. L’Ue sta promuovendo infatti una campagna di sensibilizzazione a livello europeo e tutte le Caritas in Europa “si stanno mobilitando, in continuità con il loro servizio quotidiano – si legge nella lettera -, per cogliere quest’occasione preziosa e ricordare l’irrinunciabile dovere morale di essere tutti responsabili di tutti, in particolare dei più poveri e deboli”. “La lotta alla povertà – sottolineano – è un impegno decisivo per le Chiese e i cristiani. Amando i poveri, questi sanno di amare Cristo presente in essi”. La visita di Benedetto XVI all’Ostello della Caritas di Roma dimostra dunque l’intenzione di “incontrare idealmente tutti i poveri d’Europa, inginocchiandosi davanti a loro e dando l’esempio a tutti noi”. In Italia l’invito della Comece è stato raccolto da mons. Mariano Crociata, segretario generale della CEI, che ha inviato in questi giorni una lettera a tutti i vescovi italiani, chiedendo che “nel corso della stessa giornata o settimana, un gesto analogo sia compiuto in ciascuna diocesi europea dai rispettivi vescovi, come segno concreto di vicinanza e adesione al gesto del Papa, in sintonia con la campagna europea di lotta alla povertà”. Mons. Crociata ha anche auspicato che “cresca nelle nostre Chiese l’attenzione fattiva ai bisogni dei fratelli e delle sorelle in stato di necessità”. Una conferenza stampa di presentazione delle iniziative sarà organizzata presumibilmente il 21 gennaio dalla Caritas italiana.

SIR

L'incontro del Papa con gli ambasciatori del mondo accreditati presso la Santa Sede. Tutti i video

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“L’egoismo umano ferisce la creazione. Guardiamo a Cristo”
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“Laicità non è rifiuto del ruolo sociale della religione”
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“La negazione di Dio sfigura l’uomo e devasta la creazione”
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La crisi economica, il creato, il terrorismo e i conflitti nel mondo, la situazione dei cristiani: il discorso di Benedetto XVI al Corpo diplomatico

Tradizionale incontro questa mattina, nella Sala Regia in Vaticano, tra il Papa e il Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede per gli auguri d’inizio anno. Benedetto XVI ha passato in rassegna i principali avvenimenti internazionali alla luce del mistero del Verbo che si è incarnato “per assumere in sé tutto il creato e sollevarlo dalla sua caduta”. Il Papa ha ricordato che la Chiesa è aperta a tutti perché - in Dio – esiste per gli altri; che le radici profonde dell’attuale crisi economica sono nella mentalità egoistica e materialistica; che la negazione di Dio sfigura la libertà della persona umana ma devasta anche la creazione; che non si può separare o contrapporre salvaguardia dell’ambiente e rispetto della vita. Benedetto XVI ha quindi lanciato un forte appello al disarmo, ad una lotta internazionale contro fame e povertà, alla solidarietà verso gli immigrati, al dialogo tra le nazioni. Ha parlato con preoccupazione delle crescenti anticristiane in alcuni Paesi.
Le cause della crisi economica e il ruolo della Chiesa
La crisi economica che ha colpito le economie del pianeta è frutto anche di ''egoismo e materialismo''. Il Papa ha detto che ''la Chiesa è aperta a tutti'' e che ''partecipa intensamente alle sorti dell'umanità, che in questo anno appena iniziato appare ancora segnata dalla drammatica crisi che ha colpito l'economia mondiale e ha provocato una grave e diffusa instabilita' sociale''. Citando, quindi, la sua Enciclica ''Caritas in veritate'' Benedetto XVI ha detto di ''individuare le radici profonde di tale situazione nella mentalità corrente egoistica e materialistica, dimentica dei limiti propri a ciascuna creatura. Oggi mi preme sottolineare che questa stessa mentalità - ha quindi aggiunto - minaccia anche il creato''.
La salvaguardia del creato e il Continente africano
''La negazione di Dio sfigura la libertà della persona umana, ma devasta anche la creazione. Ne consegue che la salvaguardia del creato non risponde in primo luogo ad un'esigenza estetica, ma anzitutto a un'esigenza morale, perchè la natura esprime un disegno di amore e di verità che ci precede e che viene da Dio''. Il Papa ha esplicitamente parlato di ''minacce al creato'', sottolineando di ''condividere la maggiore preoccupazione che causano le resistenze di ordine economico e politico alla lotta contro il degrado dell'ambiente'' così come si è potuto constatare anche nella recente conferenza di Copenhagen. Benedetto XVI ha poi chiesto che l'attenzione e l'impegno per l'ambiente ''siano bene inquadrati nell'insieme delle grandi sfide che si pongono all'umanità. Se, infatti, si vuole edificare una vera pace, - ha aggiunto - come sarebbe possibile separare, o addirittura contrapporre la salvaguardia dell'ambiente a quella della vita umana, compresa la vita prima della nascita?''. ''Per coltivare la pace, bisogna custodire il creato!''. Il Papa ha ricordato ''che la lotta per l'accesso alle risorse naturali è una delle cause di vari conflitti, tra gli altri in Africa, così come la sorgente di un rischio permanente in altre situazioni''. ''Vorrei sottolineare ancora che la salvaguardia della creazione implica - ha poi aggiunto il Pontefice - una corretta gestione delle risorse naturali dei paesi, in primo luogo, di quelli economicamente svantaggiati''. Il Papa ha voluto rivolgere un pensiero particolare al Continente africano ricordando come ''l'erosione e la desertificazione di larghe zone di terra coltivabile'' avviene anche ''a causa dello sfruttamento sconsiderato e dell'inquinamento dell'ambiente''. ''In Africa, come altrove - ha quindi aggiunto - è necessario adottare scelte politiche ed economiche che assicurino forme di produzione agricola e industriale rispettose dell'ordine della creazione e soddisfacenti per i bisogni primari di tutti''.
La produzione di armi e di arsenali nucleari, la violenza e il terrorismo
Nel corso del suo lungo discorso al Corpo diplomatico, il Papa ha indicato ''fra le tante sfide'' lanciate dalla necessità di salvaguardare il pianeta, in un contesto di pace e giustizia, anche quella ''dell'aumento delle spese militari, nonchè quella del mantenimento o dello sviluppo degli arsenali nucleari. Ciò assorbe ingenti risorse, che potrebbero, invece, essere destinate allo sviluppo dei popoli, soprattutto di quelli più poveri'', ha notato Papa Ratzinger.''Confido, fermamente - ha quindi aggiunto - che nella Conferenza di esame del Trattato di Non-Proliferazione nucleare, in programma per il maggio prossimo a New York, vengano prese decisioni efficaci in vista di un progressivo disarmo, che porti a liberare il pianeta dalle armi nucleari''. ''Più' in generale, deploro che la produzione e l'esportazione di armi contribuiscano a perpetuare conflitti e violenze, come quelli nel Darfur, in Somalia e nella Repubblica Democratica del Congo. All'incapacità delle parti direttamente coinvolte di sottrarsi alla spirale di violenza e di dolore generata da questi conflitti, si aggiunge l'apparente impotenza degli altri Paesi e delle Organizzazioni internazionali a riportare la pace, senza contare l'indifferenza quasi rassegnata dell'opinione pubblica mondiale. Non occorre poi sottolineare come tali conflitti danneggino e degradino l'ambiente''. Il terrorismo ''mette in pericolo un gran numero di vite innocenti e provoca un diffuso senso di angoscia''. ''In questa solenne circostanza, desidero rinnovare l'appello che ho lanciato il 1°gennaio durante la preghiera dell'Angelus a quanti fanno parte di gruppi armati di qualsiasi tipo - ha quindi detto il Pontefice - affinchè abbandonino la strada della violenza e aprano il loro cuore alla gioia della pace''.
Il ruolo pubblico dei credenti e la laicità positiva e aperta
Toccando i temi della difesa dell'ambiente, della pace e della giustizia sociale, il Papa ha detto che la comunità' dei credenti ''vuole essere partecipe'' dello sviluppo dei popoli ma che per far ciò ''bisogna che se ne riconosca il ruolo pubblico''. ''Purtroppo, in alcuni Paesi, soprattutto occidentali, si diffondono, negli ambienti politici e culturali, come pure nei mezzi di comunicazione, un sentimento di scarsa considerazione, e, talvolta, di ostilità, per non dire di disprezzo verso la religione, in particolare quella cristiana'', ha, però, subito notato. ''E' chiaro che, se il relativismo è concepito come un elemento costitutivo essenziale della democrazia, si rischia di concepire la laicità unicamente in termini di esclusione o, meglio, di rifiuto dell'importanza sociale del fatto religioso - è stata la sua riflessione -. Un tale approccio crea tuttavia scontro e divisione, ferisce la pace, inquina l''ecologia umana' e, rifiutando, per principio, le attitudini diverse dalla propria, si trasforma in una strada senza uscita''. Da qui l'urgenza, secondo Papa Ratzinger, di definire una ''laicità positiva, aperta, che, fondata su una giusta autonomia tra l'ordine temporale e quello spirituale, favorisca una sana collaborazione e un senso di responsabilità condivisa''. In questa prospettiva, il Papa ha detto di pensare concretamente all'Europa che, con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, ''ha iniziato una nuova fase del suo processo di integrazione, che la Santa Sede continuerà a seguire con rispetto e con benevola attenzione. Nel rilevare con soddisfazione che il Trattato prevede che l'Unione Europea mantenga con le Chiese un dialogo aperto, trasparente e regolare - ha quindi detto Papa Ratzinger - auspico che, nella costruzione del proprio avvenire, l'Europa sappia sempre attingere alle fonti della propria identità cristiana''.
La lotta alla discriminazione e la differenza dei sessi
Le pur giuste lotte contro le discriminazioni non nascondano una verità di fondo: la differenza che esiste tra i sessi. ''Le creature sono differenti le une dalle altre e possono essere protette, o, al contrario, messe in pericolo, in modi diversi, come ci mostra l'esperienza quotidiana" ha detto il Pontefice. "Uno di tali attacchi proviene da leggi o progetti, che, in nome della lotta contro la discriminazione, colpiscono il fondamento biologico della differenza fra i sessi''. In questo senso Papa Ratzinger ha detto di pensare esplicitamente ad alcuni Paesi europei o del Continente americano. Benedetto XVI ha poi ricordato che ''la libertà non può essere assoluta, perchè l'uomo non è Dio, ma immagine di Dio, sua creatura. Per l'uomo, il cammino da seguire non può quindi essere l'arbitrio, o il desiderio, - ha concluso - ma deve consistere, piuttosto, nel corrispondere alla struttura voluta dal Creatore''.
Il Medio Oriente, l'Iran e l'Iraq
Benedetto XVI è tornato a chiedere per il Medio Oriente che israeliani e palestinesi riprendano ''a dialogare e a rispettare i diritti dell'altro''. Il Pontefice ha voluto levare ''ancora una volta la voce, affinchè sia universalmente riconosciuto il diritto dello Stato di Israele ad esistere e a godere di pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti. E che - ha subito aggiunto - ugualmente, sia riconosciuto il diritto del Popolo palestinese ad una patria sovrana e indipendente, a vivere con dignità e a potersi spostare liberamente''. ''Mi preme, inoltre, sollecitare il sostegno di tutti perchè siano protetti l'identità e il carattere sacro di Gerusalemme, la sua eredità culturale e religiosa, il cui valore è universale - ha poi agggiunto il Papa -. Solo così questa città unica, santa e tormentata, potrà essere segno e anticipazione della pace che Dio desidera per l'intera famiglia umana''. Il Papa ha poi ricordato la difficile situazione in Iran e in Iraq. Benedetto XVI ha auspicato per l'Iran che ''attraverso il dialogo e la collaborazione, si raggiungano soluzioni condivise, sia a livello nazionale che sul piano internazionale''. ''Per amore del dialogo e della pace, che salvaguardano la creazione, - ha poi aggiunto - esorto i governanti e i cittadini dell'Iraq ad oltrepassare le divisione, la tentazione della violenza e l'intolleranza, per costruire insieme l'avvenire del loro Paese''.
La situazione dei cristiani nel mondo
Assicurare alle comunità cristiane nel mondo ''rispetto, sicurezza e libertà''. Il Papa ha citato le difficili situazioni in cui le comunità cristiane sono costrette a vivere in Iraq ma anche il Pakistan che, ha ricordato, ''è stato duramente colpito dalla violenza in questi ultimi mesi e alcuni episodi hanno preso di mira direttamente la minoranza cristiana. Domando che si compia ogni sforzo affinchè tali aggressioni - ha aggiunto - non si ripetano e i cristiani possano sentirsi pienamente integrati nella vita del loro Paese''. ''Trattando delle violenze contro i cristiani, - ha poi aggiunto il Papa - non posso non menzionare, peraltro, i deplorevoli attentati di cui sono state vittime le Comunità copte egiziane in questi ultimi giorni, proprio quando stavano celebrando il Natale''.

Radio Vaticana, Asca


Il Patriarca di Gerusalemme, il nunzio apostolico e il vicario per la Galilea accompagneranno Benedetto XVI nella visita alla Sinagoga di Roma

“Ci saranno anche i cattolici di Terra Santa ad accompagnare Benedetto XVI nella sua visita alla Sinagoga di Roma”, prevista per domenica 17 gennaio. E’ lo stesso patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, a dichiararlo all'agenzia SIR, a margine dell’incontro del coordinamento dei vescovi Usa e Ue per la Terra Santa in corso fino al 14 gennaio a Gerusalemme. Insieme al Patriarca Twal ci saranno, in rappresentanza della comunità cattolica di Terra Santa, anche il nunzio apostolico, mons. Antonio Franco e il vicario patriarcale per la Galilea, mons. Giacinto Boulos Marcuzzo. “Andrò con il Papa in Sinagoga - dice il Patriarca - il mio augurio è che questa visita possa aiutare i nostri rapporti interreligiosi. E’ un gesto che facciamo con il cuore per dimostrare il nostro rispetto anche alla comunità israeliana. Speriamo che questo gesto avrà un impatto positivo sull’opinione pubblica israeliana e su Gerusalemme”. Secondo il padre David Neuhaus, vicario patriarcale per le comunità cattoliche di espressione ebraica, “questa visita, che pure non rappresenta una novità, ha un alto valore simbolico. Ebrei e cattolici - spiega all'agenzia SIR - forse non sono ancora abituati a vedere che la Chiesa Cattolica va' con rispetto verso i fratelli ebrei. Significativo il fatto che domenica ci siano il Patriarca ed il Nunzio, perché indica che anche la Chiesa di Terra Santa fa parte della Chiesa universale che ha a cuore anche le sorti di queste comunità mediorientali. Una visita che potrebbe contribuire nel tempo a far cambiare mentalità alle generazioni future”.

SIR

Verso la Giornata Mondiale della Gioventù 2011. La Croce e l'Icona di Maria nei luoghi dell'attentato del 2004, tra i disabili e i detenuti

La Croce della Giornata Mondiale della Gioventù e l’icona di Maria Salus Populi Romani sono state portate in processione dai giovani spagnoli sui luoghi di Madrid colpiti dall’attentato terroristico l’11 marzo 2004 (foto). E’ quanto avvenuto il 4 gennaio, quando i simboli della GMG, la cui prossima edizione internazionale si terrà nella capitale spagnola dal 16 al 21 agosto 2011, hanno sostato, durante il pellegrinaggio nel paese iberico, alla stazione ferroviaria di El Pozo, nel quartiere di Vallecas. A El Pozo sono morte 67 delle 193 persone vittime del fondamentalismo islamico. Nel corso della manifestazione, i giovani hanno poi pregato per tutte le persone coinvolte negli attacchi del 2004. Lo scorso fine settimana, i simboli della GMG erano stati portati nella parrocchia di San Giuseppe, nel medesimo quartiere di Vallecas, dove si erano radunati in preghiera giovani disabili e volontari. In tale occasione, Victor Hernandez, della delegazione della Pastorale della Salute, ha affermato che si prega tutti allo stesso modo, indipendentemente dalle proprie condizioni fisiche. “Occasioni come questa” – ha detto - “dimostrano che i valori dei giovani non sono solo la forza e la bellezza, ma anche la capacità di donarsi, la solidarietà e l’impegno per la dignità di tutti i figli di Dio”. In precedenza la Croce ha fatto sosta anche nel carcere di Soto del Real, accolta dai detenuti alla presenza dell’arcivescovo di Madrid, il card. Antonio Maria Rouco Varela.

Radio Vaticana

Benedetto XVI incontra i 178 diplomatici del mondo accreditati in Vaticano. La situazione della Chiesa Cattolica nello scenario geopolitico mondiale

Giornata importante oggi per Benedetto XVI. Il Papa riceverà infatti questa mattina nella Sala Regia i membri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. L'appuntamento annuale è un'occasione per fare il punto sul ruolo della Chiesa cat­tolica nello scenario geopolitico mondiale. I Paesi che intrattengono rapporti diploma­tici con la Santa Sede crescono di anno in anno. Nel 1978 erano appena 84, nel 2005 sono saliti a 174 e con Benedetto XVI sono di­ventati 178. Gli ultimi in ordine di tempo ad allacciare rapporti con il Vaticano sono stati il neonato Mon­tenegro, gli Emirati Ara­bi Uniti, il Botswana e la Federazione russa con cui anche precedentemente sussistevano relazioni di natura speciale. La Santa Sede ha le­gami diplomatici anche con l’Unione euro­pea e il Sovrano militare ordine di Mal­ta. Inoltre mantiene osservatori permanen­ti presso l’Onu, la Fao, l’Unesco, l’Osce, il Wto, la Lega degli Sta­ti arabi e l’Organizzazione dell’unità africana. An­che la Cina-Taiwan è tra i Paesi con cui il Vaticano ha rapporti diplomatici sebbene dal 1979 non vi risieda più un nunzio. La Cina popolare è il più grande tra i Paesi che non hanno rap­porti diplomatici con la Santa Sede. Tra questi ci sono poi il Kosovo e altri quindici Stati, perlopiù asiati­ci (Afgha­nistan, Arabia Saudita, Bhutan, Corea del Nord, Maldive, O­man, Tuvalu, Vietnam, Comore, Mauritania, Somalia, Brunei, Laos, Malay­sia e Myanmar). Con alcuni di questi paesi la Santa Sede ha già avuto dei contat­ti formali, del tutto impermeabili a ogni discussione restano invece Sta­ti islamici come l’Arabia Saudita, do­ve è ufficialmente proibito il culto cattolico, o e Maldive. Attualmente sono circa 80 i Pae­si che hanno un ambasciatore resi­dente a Roma, gli altri sono rappre­sentati da diplomatici resi­denti comunque in Europa. In giro per il mondo sono poi in attività 101 nunzi a­postolici, dei quali la metà sono di nazionalità ita­liana.