mercoledì 24 novembre 2010

Il Papa: educare specialmente le giovani generazioni alla vera giustizia, quella di Cristo, quella del Vangelo, ecco il ministero del card. Navarrete

Si sono svolti questa mattina, nella Basilica Vaticana, le esequie del cardinale spagnolo Urbano Navarrete, presiedute dal card. Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio. Al termine della Celebrazione Eucaristica, Benedetto XVI ha presieduto il Rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio in omaggio al porporato scomparso, lunedì scorso, all’età di 90 anni.
“Maestro di giustizia”, Urbano Navarrete, figlio spirituale di Sant’Ignazio di Loyola, si è spento dopo “un lungo e fecondo pellegrinaggio terreno”, ha ricordato il Papa, “con animo commosso e grato”, tracciando il profilo del “compianto porporato”. “Lo studio scrupoloso e l’insegnamento appassionato del diritto canonico hanno rappresentato un elemento centrale della sua vita. Educare specialmente le giovani generazioni alla vera giustizia, quella di Cristo, quella del Vangelo: ecco il ministero che il card. Navarrete ha svolto lungo tutto l'arco della sua vita, nelle diverse situazioni in cui lo ha posto l'obbedienza e la provvidenza di Dio: dalle aule universitarie, in particolare come esperto di diritto matrimoniale, all’ufficio di decano della facoltà di diritto canonico della Pontificia Università Gregoriana, all’alta responsabilità di rettore del medesimo ateneo”. Contribuì alla revisione del Codice di Diritto Canonico e fu consultore di vari dicasteri della Curia Romana, attento testimone di storici eventi come il Sinodo diocesano di Roma e il Concilio Vaticano II. Benedetto XVI ha citato una recente intervista, in cui il porporato scomparso aveva detto: “Non ho mai dubitato della mia scelta. Mai ho avuto il dubbio che questa non fosse la mia strada, nemmeno nei momenti della contestazione”. Una “affermazione”, questa, che per il Papa “riassume la fedeltà generosa di questo servitore della Chiesa alla chiamata del Signore, alla volontà di Dio”. Tre i “principi fondamentali” che guidavano il card. Navarrete nello studio, ha detto il Santo Padre al termine dei funerali: “molto amore al passato, alla tradizione, perché chi nel campo scientifico, e particolarmente ecclesiastico, non ama il passato è come un figlio senza genitori; poi la sensibilità verso i problemi, le esigenze, le sfide del presente, dove Dio ci ha collocati; infine, la capacità di guardare e di aprirsi al futuro senza timore, ma con speranza, quella che viene dalla fede”. Per il Papa, si tratta di “una visione profondamente cristiana, che ha guidato il suo impegno per Dio, per la Chiesa, per l’uomo nell’insegnamento e nelle opere”. Commentando, poi, le letture del rito delle esequie, il Santo Padre ha ricordato che occorre “prendere posizione di fronte a Dio: mantenersi fermo nella fede dei padri o rinnegarla”. In questo consiste, infatti, la “giustizia di Dio”, il suo insegnamento: “chi accetta di mettere al primo posto il Regno di Dio, chi sa lasciare casa, madre per esso, chi è disposto a perdere la propria esistenza per questo tesoro prezioso, avrà in eredità la vita eterna”. In altre parole, ha spiegato il Papa, c’è un destino di felicità, di unione piena con Dio, che segue alla fedeltà con la quale siamo rimasti uniti a Gesù Cristo nel nostro cammino terreno. Sarà entrare in quella comunione dei Santi dove regnano la pace e la gioia di prendere parte insieme alla gloria di Cristo.

Radio Vaticana, SIR

CAPPELLA PAPALE PER LE ESEQUIE DEL CARD. URBANO NAVARRETE - il testo integrale dell'omelia del Papa