mercoledì 25 febbraio 2009
Mons. Sako: bisogna attendere per il Sinodo dei cristiani in Medio Oriente. Lingue locali per diffondere il messaggio cristiano
''La proposta di un Sinodo per i cristiani in Medio Oriente è stata inoltrata al Sinodo dei vescovi. Ora bisognera' attendere. Da quello che so è stata ben accolta anche da molti presuli della regione''. Lo ha dichiarato all'agenzia SIR mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk, autore della proposta presentata a Papa Benedetto XVI nella recente visita "ad limina" dei vescovi caldei. ''Il Sinodo - ha detto il presule - potrebbe essere uno strumento utile per avviare una pastorale araba comune a tutte le chiese del Medio Oriente. Questa richiede, innanzitutto, un cambiamento nel vocabolario, rendendolo piu' aperto, semplice e comprensibile sia ai nostri fedeli che ai musulmani con i quali siamo chiamati a dialogare. E' urgente far comprendere loro che non siamo politeisti o infedeli, ci vogliono nuovi strumenti per parlare col mondo musulmano e per dare continuita' alla presenza cristiana. C'è una testimonianza da dare ancora oggi, non possiamo restare confinati in un ghetto''. Per veicolare questo messaggio, per mons. Sako, ''è utile tornare alla lingua araba, come fecero tanti teologi cristiani nel Medio Evo per spiegare la dottrina cristiana. Questo può rappresentare un aiuto per le nostre Chiese che utilizzano il caldeo, il siriaco, l'aramaico''. ''Le sette protestanti che si stanno diffondendo, non da adesso ma già dal tempo dell'embargo, in Iraq - conclude - usano un linguaggio comprensibile ed anche per questo la gente le segue''.