Uno splendido sole e il bellissimo panorama delle cime del Monte Bianco innevato hanno fatto da sfondo all'Angelus che Benedetto XVI ha pronunciato a mezzogiorno a Les Combes di Introd, in Valle d'Aosta. Ultimo appuntamento pubblico del Papa prima del suo rientro mercoledì a Castel Gandolfo. Ad attenderlo, nella verde spianata che circonda lo chalet in legno e pietra che ospita il Pontefice, c'erano migliaia di fedeli che hanno assistito alla Messa presieduta dal vescovo di Aosta, mons. Giuseppe Anfossi. Bambini, famiglie intere, gruppi parrocchiali, semplici fedeli e turisti fin da questa mattina presto si sono incamminati per raggiungere Les Combes e partecipare all'Angelus. Il Papa ha ringraziato tutti per le giornate di riposo trascorse in Valle d'Aosta, "malgrado il piccolo infortunio" che l'ha colpito, provocando la frattura del polso destro. "Ci incontriamo a Les Combes presso l'accogliente casa che i salesiani mettono a disposizione del Papa - ha detto prima della recita della preghera mariana - dove vado terminando il periodo di riposo fra le belle montagne della Valle d'Aosta. Sono grato a Dio che mi ha concesso la gioia di queste giornate segnate da vera distensione - malgrado il piccolo infortunio a voi ben noto". Benedetto XVI non ha mancato di ringraziare "con affetto" tutti "coloro che si sono premurati di starmi accanto con discrezione e con grande dedizione". ''Saluto il cardinale Poletto e i Vescovi presenti - ha continuato Papa Ratzinger - in particolare il vescovo di Aosta, mons. Giuseppe Anfossi, che ringrazio per le parole che mi ha rivolto. Saluto cordialmente il Parroco di Les Combes, le Autorità civili e militari, le Forze dell'ordine, e tutti voi, cari amici, come pure coloro che sono uniti a noi mediante la radio e la televisione''. Oggi è "una splendida domenica in cui il Signore ci mostra le bellezze della Creazione"ha detto il Papa, intervenendo a braccio. Ricordando il brano evangelico odierno (Gv 6, 1-15), che narra il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, il Papa ha spiegato come l'Evangelista sottolinei che Cristo, prima di distribuirli, li benedisse con una preghiera di ringraziamento. "Il verbo è eucharistein, e rimanda direttamente al racconto dell'Ultima Cena, nel quale, in effetti, Giovanni non riferisce l'istituzione dell'Eucaristia, bensì la lavanda dei piedi", ha osservato. L'Eucaristia, ha aggiunto, "è qui come anticipata nel grande segno del pane della vita". "In questo Anno Sacerdotale, come non ricordare che specialmente noi sacerdoti possiamo rispecchiarci in questo testo giovanneo, immedesimandoci negli Apostoli, là dove dicono: Dove potremo trovare il pane per tutta questa gente?". "E leggendo di quell'anonimo ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci, anche a noi viene spontaneo dire: Ma che cos'è questo per una tale moltitudine? In altre parole: che sono io? Come posso, con i miei limiti, aiutare Gesù nella sua missione?".
"E la risposta la dà il Signore - ha concluso -: proprio mettendo nelle sue mani 'sante e venerabili' il poco che essi sono, i sacerdoti diventano strumenti di salvezza per tanti, per tutti!".
Il Pontefice ha ricordato che oggi si celebra la memoria dei santi Giocchino e Anna, nonni di Gesù. "Questa ricorrenza - ha detto il Papa - fa pensare al tema dell'educazione, che ha un posto tanto importante nella pastorale della Chiesa. In particolare ci invita a pregare per i nonni, che nella famiglia sono i depositari e spesso i testimoni dei valori fondamentali della vita. Il compito educativo dei nonni - ha proseguito Benedetto XVI - è sempre molto importante, e ancora di più lo diventa quando, per diverse ragioni, i genitori non sono in grado di assicurare un'adeguata presenza accanto ai figli, nell'età della crescita". Il Papa ha affidato dunque "alla protezione di Sant'Anna e di San Gioacchino tutti i nonni del mondo, indirizzando ad essi una speciale benedizione".
Al termine dell'Angelus il Papa ha rivolto un pensiero speciale a "tutti gli anziani, specialmente quelli che potrebbero trovarsi più soli e in difficolà". Benedetto XVI ha invitato i fedeli a "ritirarsi in silenzio per pregare" anche nel periodo estivo e a non "dimenticare Dio durante le vacanze". "Lui - ha detto rivolgendosi ai fedeli in lingua francese dopo l'Angelus - è sempre presente al vostro fianco e vi accompagna". Subito dopo, ha augurato ai fedeli, stavolta in lingua inglese, che le vacanze "siano un periodo di grande gioia passato insieme alle famiglie e di profondo rinnovamento spirituale". Nei saluti in italiano, Benedetto XVI ha anche salutato i "numerosi africani residenti a Torino". Saluto anche in patois, il dialetto valdostano. "Cari valdostani auguri di buone vacanze", ha detto il Papa, acclamato da lunghi applausi e coretti. "Cari valdostani- ha detto il Papa - sono proprio contento di essere qui con voi. Pregate per me e per tutta la Chiesa. A tutti auguro una buona estate", ha concluso Benedetto XVI.
Apcom, Zenit, Ansa