giovedì 20 agosto 2009

L'incontro di Benedetto XVI con un giovane senza gambe né braccia dello Sri Lanka. Dal Papa un incoraggiamento nella sua lotta per la vita

Rajiv Janine (nella foto con Benedetto XVI), diciottenne dello Sri Lanka, ha realizzato il suo sogno: presentarsi in piedi davanti al Papa, stringergli le mani, ricevere una carezza. Per un incidente ferroviario gli avevano amputato braccia e gambe. Una gara di solidarietà tutta italiana ha consentito di trovare i non pochi soldi necessari per le protesi. E ieri, al termine dell'Udienza generale a Castel Gandolfo, Rajiv ha finalmente incontrato il Papa. A Benedetto XVI il ragazzo ha raccontato la sua storia, chiedendo una benedizione non solo per stesso ma anche per il fratello che sta per diventare sacerdote e per la sorella suora nelle Filippine. Ad accompagnarlo la sorella più grande che non lo lascia mai per aiutarlo a vincere nella sua lotta per la vita. Secondo quanto rivelato da L'Osservatore Romano, il motore di questa operazione di solidarietà è stato don Giuseppe Iasso, parroco a Mercogliano in Irpinia, che da venticinque anni - ha detto al Papa dopo avergli presentato Rajiv - promuove iniziative per i poveri dello Sri Lanka. "Due villaggi, avamposti del dialogo interreligioso con buddisti, indù e musulmani, scuole, adozioni a distanza, ambulatori e ambulanze - spiega don Iasso - sono le nostre opere realizzate sempre in sintonia con le autorità civili e religiose”. “Sono progetti concreti e concordati con chi ha bisogno, non beneficenza fine a se stessa – osserva –. Tutto questo è possibile solo per la generosità degli italiani che ha raggiunto punte eccezionali dopo la tragedia dello tsunami che ha colpito lo Sri Lanka nel dicembre 2004". Anche i soldi per le protesi di Rajiv, dice il sacerdote, sono stati raccolti "mandando lettere e bussando alle porte dei parroci e delle famiglie. Alla fine i quarantamila euro sono arrivati. Tanti bambini hanno svuotato i loro salvadanai e un'anziana donna costretta sulla sedia a rotelle ci ha consegnato i risparmi di una vita". Riuscita l'operazione per le protesi, don Iasso ha preso carta e penna e in una lettera ha raccontato al Papa l'intera vicenda di Rajiv. "Gli ho aperto il mio cuore di sacerdote - confida - e Benedetto XVI ha voluto incontrare personalmente questo ragazzo per incoraggiarlo. La testimonianza di Rajiv, con la sua serenità nonostante il dolore e la disabilità, è per tutti coloro che soffrono un invito a non scoraggiarsi e a non perdere mai la speranza".

Zenit