L'Africa "è una terra feconda di vita umana, ma questa vita è segnata purtroppo da tante povertà e patisce talora pesanti ingiustizie": così ha detto il Papa prima della recita dell'Angelus, dopo aver presieduto la Santa Messa di apertura della II Assemblea speciale per il continente africano del Sinodo dei vescoi. Il Papa ha ricordato che il Sinodo "costituisce sempre un'intensa esperienza ecclesiale, un'esperienza di responsabilità pastorale collegiale", ma "non si tratta di un convegno di studio, né di un'assemblea programmatica", bensì "si ascoltano relazioni ed interventi in aula, ci si confronta nei gruppi, ma tutti sappiamo bene che i protagonisti non siamo noi: è il Signore, il suo Santo Spirito, che guida la Chiesa". Al Papa "spetta convocare e guidare le Assemblee sinodali, raccogliere quanto emerso dai lavori ed offrire poi le opportune indicazioni pastorali". "Al termine della preghiera dell'Angelus di questa particolare domenica, in cui ho aperto la Seconda Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, non posso dimenticare i conflitti che, attualmente, mettono a rischio la pace e la sicurezza dei Popoli del Continente africano", ha detto Benedetto XVI affacciato dalla finestra del suo studio. "In questi giorni - ha aggiunto il Papa - ho seguito con apprensione i gravi episodi di violenza che hanno scosso popolazione della Guinea. Esprimo le mie condoglianze alle famiglie delle vittime, invito le parti al dialogo, alla riconciliazione e sono certo che non si risparmieranno gli sforzi per raggiungere un'equa e giusta soluzione". "Nel pomeriggio di sabato prossimo 10 ottobre - ha poi annunciato - insieme con i Padri sinodali, guiderò nell'Aula Paolo VI una speciale recita del Santo Rosario 'con l'Africa e per l'Africa', animata dai giovani universitari di Roma. Si uniranno alla preghiera, in collegamento via satellite, gli studenti di alcuni Paesi africani". "Cari giovani universitari - ha detto ancora il Papa - vi attendo numerosi, per affidare a Maria Sedes Sapientiae il cammino della Chiesa e della societa' nel Continente africano". A conclusione della preghiera mariana, Benedetto XVI ha accomunato nella preghiera la popolazione siciliana con quella dei paesi asiatici colpita da tifoni, tsunami e terremoti. "Il mio pensiero - ha detto Benedetto XVI - va, in questo momento, alle popolazioni del Pacifico e del Sud Est asiatico, colpite negli ultimi giorni da violente calamità naturali: lo tsunami nelle Isole Samoa e Tonga; il tifone nelle Filippine, che successivamente ha riguardato anche Vietnam, Laos e Cambogia; il devastante terremoto in Indonesia. Queste catastrofi hanno causato gravi perdite in vite umane, numerosi dispersi e senzatetto e ingenti danni materiali. Penso, inoltre - ha aggiunto Papa Ratzinger - a quanti soffrono a causa delle inondazioni in Sicilia, specialmente nella zona di Messina. Invito tutti ad unirsi a me nella preghiera per le vittime e i loro cari. Sono spiritualmente vicino agli sfollati e a tutte le persone provate - ha poi detto il Papa - implorando da Dio sollievo nella loro pena. Faccio appello perché non manchi a questi fratelli e sorelle la nostra solidarietà e il sostegno della Comunità Internazionale".
Il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, ha espresso il ringraziamento più profondo della città per la preghiera del Santo Padre per le vittime dell'alluvione e per l'incoraggiamento e l'esortazione che ha voluto rivolgere agli sfollati.
Apcom, Agi