Gli amministratori di Roma mettano in atto politiche per sostenere le famiglie e la periferia. Da parte sua, la parrocchia si apra sempre più all'accoglienza facendo tesoro del mandato del Papa: un progetto pastorale unitario per portare il Vangelo a ogni persona, con i laici corresponsabili e non solo collaboratori dei sacerdoti. È con questa intenzione di preghiera, durante la Messa celebrata dal Pontefice, che è stata rilanciata la missione della comunità di San Giovanni della Croce nella periferia nord della città. Ieri mattina Colle Salario ha accolto il Papa con entusiasmo. La sua presenza ha dato visibilità a una zona fuori dalle direttrici cittadine se non per un grande centro commerciale. Per dare il benvenuto a Benedetto XVI moltissime persone sono scese per strada, altre lo hanno salutato dalla finestre dando vivacità anche ai grigi palazzoni che delineano il profilo del quartiere. E il Papa ha risposto subito alla calorosa accoglienza, tanto che il parroco don Enrico Gemma gli ha rivolto, nel saluto ufficiale all'inizio della Messa, un "grazie particolare" proprio "per come ha salutato e benedetto ciascuno dei bambini che l'hanno accolta fuori dalla chiesa". La visita, ha poi commentato il parroco, ha portato novità, speranza e calore nel quartiere che lo ha visto come un "padre, tenero e umile, vicino alla gente". E prima di lasciare Castel Giubileo per far rientro in Vaticano, il Papa ha rilanciato la missione che parte dalla conversione. "Cari fratelli e sorelle - ha detto a braccio - grazie per la vostra cordialità, per questa accoglienza così fraterna e una buona domenica a voi tutti. Comincia la primavera e il senso della Quaresima è un rinnovamento interiore, cioè vincere l'inverno in noi, la freddezza, la mancanza di sole e di verità. E incoraggiati dalla Parola di Dio andiamo avanti pregando che il Signore ci aiuti a crescere nella bontà, nella carità e così essere più vicini a Dio". Momento centrale della visita è stata la Messa. Con il Papa hanno concelebrato, oltre al parroco, i due viceparroci ordinati insieme nel 2006 da Benedetto XVI, il sardo Paolo Casu e l'honduregno César Fonseca. Nel ringraziare il Pontefice all'inizio del rito, il parroco ha indicato nella "comunione affettiva e pastorale il punto di forza dei progetti pastorali e della vita ecclesiale". Nella preghiera dei fedeli sono stati ricordati quanti vivono in situazioni di violenza e povertà; l'ultima intenzione l'ha letta Federico, 8 anni: al "caro Gesù" ha chiesto di proteggere e sostenere Benedetto XVI nella sua missione di pace e di amore nelle strade del mondo. All'offertorio ha partecipato una rappresentanza degli stranieri che abitano nel quartiere e una famiglia italiana con quattro figli. Dopo la Messa, il Papa ha salutato gli ammalati e due ragazzi con sindrome di down, il sedicenne Federico e il diciassettenne Emanuel con cui ha scambiato una reciproca carezza sul volto. I laici sono stati i protagonisti della seconda parte della visita. Nel salone chiamato "la casa" perché luogo di ritrovo della comunità, Benedetto XVI ha incontrato una rappresentanza di catechisti e appartenenti al movimento dei focolarini, alla Sant'Egidio, al cammino neocatecumenale, al rinnovamento carismatico e a gruppi mariani. Quindi ha ascoltato Anna Rita Vittucci fare il punto sulla storia e i progetti della comunità. Movimenti e nuove comunità ecclesiali, ha riconosciuto la donna, continuano a essere "validi cammini spirituali" che lavorano insieme "all'opera di evangelizzazione". Una parola di gratitudine l'ha avuta per i sacerdoti che, "provenienti da varie nazionalità e legati a diverse spiritualità, danno un segno visibile di comunione fraterna". Proprio ai sacerdoti il Papa ha lasciato la casula con cui ha celebrato la Messa. A sua volta, la comunità ha donato un'immagine mariana e un'icona raffigurante san Giovanni della Croce. I bambini hanno pensato a un regalo tutto loro raccogliendo le lettere scritte in questi giorni per dirgli grazie della visita.