lunedì 15 marzo 2010

XXV Giornata Mondiale della Gioventù. Padre Jaquinet: dal Papa un'esortazione a non aver paura e a confidare in Dio nel progettare la propria vita

Una grande esortazione a non aver paura e a confidare in Dio nel progettare la propria vita ed aspirare alla perfezione, una grande fiducia nelle giovani generazioni. Sono questi, per padre Eric Jaquinet, responsabile della sezione Giovani del Pontificio Consiglio per i laici, i principali significati che emergono dal messaggio di Benedetto XVI ai giovani e alle giovani del mondo in occasione della XXV Giornata Mondiale della Gioventù. Nel testo “il Papa mostra tutta la sua pedagogia centrata sull’invito rivolto ai giovani a dialogare con Cristo, al di fuori del quale nulla è possibile. La scoperta del proprio progetto di vita è possibile all’interno dell’amicizia con Dio che permette di dare risposte vere alle domande sulla propria vita, sul proprio futuro”. Benedetto XVI non si nasconde le difficoltà dei tempi presenti e i problemi che i giovani devono affrontare, come “la disoccupazione e la mancanza di riferimenti ideali certi e di prospettive concrete per il futuro”. Nonostante ciò “arriva a dire ai giovani ‘abbiamo bisogno di voi’, è questo è un grande segno della fiducia che il Pontefice nutre verso di loro. Sono in tanti pronti a rispondere e impegnati a progredire nella fede e nell’amore”. Il Messaggio è anche un “forte invito” ai giovani “a pensare, a prendersi il tempo utile per capire e discernere il proprio progetto e poi chiedere a Gesù cosa ne pensa, a fare tutto alla sua luce perché la nostra vita abbia orizzonti sempre più ampi, proiettata verso la felicità e la vita eterna”. Per padre Jaquinet “l’esortazione a non aver paura della chiamata al sacerdozio e alla vita consacrata, presente nel testo, rientra in questa prospettiva, che trova una sua naturale consonanza nell’Anno Sacerdotale”. La perfezione cristiana, auspicata da Benedetto XVI, “passa anche attraverso i dieci comandamenti, vere e proprie chiavi per verificare se siamo all’interno di un progetto di amore autentico e non di schiavitù”.

SIR