venerdì 16 aprile 2010

Il Papa a Malta. L'Isola alla vigilia del viaggio. Mons. Cremona: abbiamo chiesto di accoglierlo con amore e ospitalità nella fede, come con San Paolo

Domani pomeriggio il Papa partirà per Malta. Si tratta del suo 14° viaggio internazionale, l’ottavo nel Continente europeo. Il breve viaggio apostolico, che si concluderà domenica, avviene in occasione del 1950° anniversario del naufragio di San Paolo sull’isola del Mediterraneo. La bambina ferma sul marciapiede assieme alla mamma svolge lentamente la grande pagina centrale a colori di quella che sembra una rivista per i più piccoli e l’immagine che appare è quella di un sorridente Benedetto XVI. La scena, un semplice scorcio di quotidianità colta a poche ore dall’arrivo del Papa, anima una polverosa viuzza di Rabat, sobborgo dove vecchie pietre a ridosso del mare custodiscono la piccola grotta nella quale 1950 anni fa San Paolo, sbattuto dalla tempesta contro le sue coste, fece scoccare a Malta la prima scintilla della fede. Tutto ciò che riguarda il prossimo arrivo eccellente è accompagnato da grande sobrietà. Foto, stemmi vaticani campeggiano in modo discreto, quasi a dire al mondo che il calore, l’affetto, quello sì intenso, che si nutre per il Papa non ha bisogno di essere acceso dal clamore. Del resto, per la gente dell’Isola, la cui solidità cristiana è testimoniata dalle 365 chiese sparse dovunque, “una per ogni giorno dell’anno” dicono con orgoglio, San Paolo è più che l’Apostolo delle Genti universalmente noto. Qui è venerato come un “padre” dai 413 mila cattolici, il 95% dei 443 mila abitanti. Da Rabat in mezz’ora si arriva a La Valletta e a Floriana, sorta di città-quartieri fortificate che si snodano l’una di seguito all’altra, divise da invisibili confini amministrativi ma unite da un unico cordone urbano: qui, si lavora per ultimare l’accoglienza e la sicurezza dei luoghi che vedranno la presenza di Benedetto XVI. Si ritocca il grande altare davanti alla Chiesa di San Publio che affaccia sulla piazza dei Granai (foto), dove una volta i romani ammassavano le granaglie e gli angloamericani le vettovaglie di guerra, e da dove il Papa domenica parlerà al cuore dei maltesi durante la Messa. E fermento si registra sulle banchine della frazione portuale di Kalkara, da dove domenica pomeriggio il Pontefice rivivrà in simbolo l’arrivo di San Paolo a Malta, percorrendo in catamarano 3 miglia marine fino al Porto Grande di La Valletta, luogo del raduno dei giovani. A raccontare gli eventi saranno quasi 200 giornalisti stranieri, più di 300 contando i locali, e una sessantina di televisioni, gran parte dei quali già al lavoro nell’accogliente centro stampa allestito all’Hotel Excelsior. Per le strade saranno in servizio 1800 poliziotti. Intanto, la Chiesa maltese, annunciano i giornali di oggi, prepara al Papa una sorpresa: 5 mila bambini pronti a intonare sabato pomeriggio, subito dopo la visita al presidente, il “Tanti auguri a te” al Papa, che oggi festeggia il suo compleanno. Un segno di festa e soprattutto di innocenza in un periodo in cui, e Malta non è immune, la tempesta degli abusi commessi dal clero si è abbattuta sulla Chiesa. Ma qui sanno bene, e la loro storia lo insegna, che da venti contrari, tempeste e naufragi Dio sa impiantare il seme del Vangelo. Nella popolazione, ha spiegato il vescovo Paul Cremona alla Radio Vaticana, ''il clima è di attesa'': in particolare, ''la Chiesa ha chiesto ai fedeli, nella Lettera pastorale pubblicata dai vescovi, di essere pronti ad accoglierlo come hanno fatto i maltesi quasi duemila anni fa con San Paolo: l'hanno accolto con tanto amore e con grande ospitalità, nella fede''. Nessun timore di contestazioni, quindi, dato che la Chiesa maltese ha risposto con decisione alla crisi degli abusi sui minori da parte del clero. ''In sintonia con la sua Lettera ai fedeli irlandesi - spiega ancora mons.Cremona -, abbiamo mostrato la nostra angoscia in particolare nei riguardi delle vittime degli abusi da parte di sacerdoti in tutto il mondo, ma anche qui a Malta. Da 11 anni abbiamo un 'response team', al quale si può rivolgere chiunque abbia una segnalazione di un simile abuso e che si farà carico di aprire un'indagine in merito. Abbiamo anche scritto che noi vogliamo fare del nostro meglio per eliminare questi abusi dalla Chiesa e quindi abbiamo rivolto un appello a tutti i maltesi: chiunque sia a conoscenza di un abuso, venga da noi per aiutarci ad estirpare - come ha detto il Papa - questo peccato, questo delitto''.

Radio Vaticana, Asca