mercoledì 7 aprile 2010

Il Papa a Torino. Il card. Poletto: le parole e la presenza di Benedetto il frutto più prezioso dell'Ostensione. La nostra fede si fonda sui Vangeli

''Quanto ci dirà il Papa davanti alla Sindone sarà per noi un tesoro prezioso da custodire a lungo nel cuore: dovremo ascoltarlo, entrando in sintonia con la sua parola a la sua testimonianza di fede e poi conservare le sue parole come il frutto più prezioso dell'Ostensione''. Così l'arcivescovo di Torino, il card. Severino Poletto, nel suo messaggio per la Pasqua e a pochi giorni dall’avvio dell’Ostensione della Sindone, in programma dal 10 aprile al 23 maggio. Ricordando la visita pastorale di Benedetto XVI il prossimo 2 maggio, Poletto ha aggiunto: "Mi attendo molto da questa visita non solo perchè so che il Papa quando sarà davanti alla Sindone ci proporrà una meditazione che considereremo un dono preziosissimo perchè Sua Santità ha il carisma particolare di saper presentare le grandi verità della fede non solo con la sua straordinaria competenza di grande teologo ma anche con uno stile di linguaggio semplice e comprensibile a tutti''. “La nostra fede non si fonda sulla Sindone, bensì sui Vangeli. Ma ciò che colpisce e commuove i cuori davanti alla Sindone è il constatare che in quel misterioso lino c’è un’immagine di un uomo crocifisso che corrisponde con una precisione di particolari impressionante al Gesù sofferente e crocifisso descritto dai Vangeli”. “Ciascuno di noi è invitato a mettere a confronto le moltissime croci dell’umanità e le proprie con la salvifica croce di Cristo. Solo così è possibile gettare un fascio di luce sull’oscurità misteriosa di tante nostre sofferenze di fronte alle quali restiamo muti e disorientati: le croci degli ammalati e moribondi, dei tanti poveri che ci vivono accanto, quelle di coloro che non hanno lavoro e quindi un reddito, la situazione di tante famiglie lacerate e divise, la fatica di molti immigrati onesti a sentirsi accolti e integrati, le persecuzioni di vario tipo che ancora oggi colpiscono la Chiesa”. Infine, l'arcivescovo di Torino ha invitato a lasciare ''agli scienziati e agli storici seri, non ai prevenuti in partenza, il compito di valutare e risolvere la questione relativa all'autenticità della Sindone, cioè nel dire con certezza assoluta se essa corrisponde al vero lenzuolo che ha avvolto il corpo di Gesù nella sepoltura. A noi basta - ha concluso - sapere che quanti l'hanno studiata a lungo e con criteri scientifici oggettivi finora non sono riusciti a spiegare come si sia formata quella immagine, concludendo che non è certamente un manufatto e quindi permangono fondate molte probabilità in favore della sua autenticità''.

Adnkronos, SIR