Un mare di folla sulla spianata del Santuario di Fatima ha accolto questa mattina il Papa, giunto a bordo della 'papamobilè per celebrare la grande Messa all'aperto in occasione dell'anniversario della prima apparizione della Madonna ai tre pastorelli, il 13 maggio 1917. Molte le grida di 'Viva O Papà e i canti in onore della Madonna, mentre la vettura è avanzata fra la folla compatta in mezzo allo sventolio di bandiere e bandierine. Secondo le stime della stampa portoghese, nel Santuario ci sarebbero circa mezzo milione di persone, un moltitudine mai vista a Fatima, secondo i quotidiani portoghesi. La splendida e toccante immagine della Vergine, su un cuscino di fiori ha attraversato la grande spianata di Fatima portata a braccio dai soldati dei tre rami delle Forze armate portoghesi, tra lo sventolio frenetico di migliaia di fazzoletti agitati dai pellegrini provenienti da tutto il Portogallo e da vari Paesi europei. La loro fede ha sfidato il freddo ed i continui scrosci di pioggia per stringersi intorno al Papa venuto come pellegrino ai piedi della Vergine. Presente al rito anche il presidente della Repubblica Cavaco Silva.
Nell’omelia il Papa ha spiegato i motivi del suo pellegrinaggio a Fatima: per pregare con Maria per la nostra umanità afflitta da miseria e sofferenze e per affidare alla Madonna l’intima confessione che “amo” Gesù, che la Chiesa e i sacerdoti lo “amano” e desiderano tenere fissi gli occhi in Lui, mentre si conclude questo Anno Sacerdotale, e per affidare alla materna protezione di Maria i sacerdoti e tutte le persone consacrate.
I pastorelli si sono innamorati di Dio in Gesù, ha affermato il Papa, grazie alle apparizioni della Vergine Maria, ma questo non vuole essere un evento esclusivo avvenuto 93 anni fa, Dio stesso può raggiungerci oggi, offrendosi alla nostra visione interiore. “La nostra speranza – ha detto il Papa – ha un fondamento reale, poggia su un evento che si colloca nella storia e al tempo stesso la supera: è Gesù di Nazareth”. “Tra sette anni – ha osservato Benedetto XVI - ritornerete qui per celebrare il centenario della prima visita fatta dalla Signora "venuta dal Cielo", come Maestra che introduce i piccoli veggenti nell’intima conoscenza dell’Amore trinitario e li porta ad assaporare Dio stesso come la cosa più bella dell’esistenza umana”. Dio, ha proseguito il Pontefice, “ha il potere di arrivare fino a noi, in particolare mediante i sensi interiori, così che l’anima riceve il tocco soave di una realtà che si trova oltre il sensibile e che la rende capace di raggiungere il non sensibile, il non visibile ai sensi”. A tale scopo, ha tuttavia affermato, “si richiede una vigilanza interiore del cuore che, per la maggior parte del tempo, non abbiamo a causa della forte pressione delle realtà esterne e delle immagini e preoccupazioni che riempiono l’anima”. “La fede in Dio - ha detto - apre all’uomo l’orizzonte di una speranza certa che non delude; indica un solido fondamento sul quale poggiare, senza paura, la propria vita; richiede l’abbandono, pieno di fiducia, nelle mani dell’Amore che sostiene il mondo”. Di questa “speranza incrollabile e che fruttifica in un amore che si sacrifica per gli altri ma non sacrifica gli altri” sono “esempio e stimolo i Pastorelli, che hanno fatto della loro vita un’offerta a Dio e una condivisione con gli altri per amore di Dio”.
I pastorelli si sono innamorati di Dio in Gesù, ha affermato il Papa, grazie alle apparizioni della Vergine Maria, ma questo non vuole essere un evento esclusivo avvenuto 93 anni fa, Dio stesso può raggiungerci oggi, offrendosi alla nostra visione interiore. “La nostra speranza – ha detto il Papa – ha un fondamento reale, poggia su un evento che si colloca nella storia e al tempo stesso la supera: è Gesù di Nazareth”. “Tra sette anni – ha osservato Benedetto XVI - ritornerete qui per celebrare il centenario della prima visita fatta dalla Signora "venuta dal Cielo", come Maestra che introduce i piccoli veggenti nell’intima conoscenza dell’Amore trinitario e li porta ad assaporare Dio stesso come la cosa più bella dell’esistenza umana”. Dio, ha proseguito il Pontefice, “ha il potere di arrivare fino a noi, in particolare mediante i sensi interiori, così che l’anima riceve il tocco soave di una realtà che si trova oltre il sensibile e che la rende capace di raggiungere il non sensibile, il non visibile ai sensi”. A tale scopo, ha tuttavia affermato, “si richiede una vigilanza interiore del cuore che, per la maggior parte del tempo, non abbiamo a causa della forte pressione delle realtà esterne e delle immagini e preoccupazioni che riempiono l’anima”. “La fede in Dio - ha detto - apre all’uomo l’orizzonte di una speranza certa che non delude; indica un solido fondamento sul quale poggiare, senza paura, la propria vita; richiede l’abbandono, pieno di fiducia, nelle mani dell’Amore che sostiene il mondo”. Di questa “speranza incrollabile e che fruttifica in un amore che si sacrifica per gli altri ma non sacrifica gli altri” sono “esempio e stimolo i Pastorelli, che hanno fatto della loro vita un’offerta a Dio e una condivisione con gli altri per amore di Dio”.
“La Madonna infatti li ha aiutati ad aprire il cuore all’universalità dell’amore”, come la beata Giacinta instancabile nella condivisione con i poveri e nel sacrificio per la conversione dei peccatori. “Soltanto con questo amore di fraternità e di condivisione – ha detto il Papa – riusciremo ad edificare la civiltà dell’Amore e della Pace”. Questo non è solo una pagina chiusa di storia. E’ una sfida per la generazione presente, una sfida per il mondo di oggi. “Si illuderebbe – ha poi detto il Papa - chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi”. “L’uomo – ha osservato - ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: "Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e d supplica per la conversione dei peccatori?"”. “Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, è venuta dal Cielo la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo. In quel tempo erano soltanto tre, il cui esempio di vita si è diffuso e moltiplicato in gruppi innumerevoli per l’intera superficie della Terra, in particolare al passaggio della Vergine Pellegrina, i quali si sono dedicati alla causa della solidarietà fraterna. Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità”.
Ansa, Radio Vaticana, SIR