venerdì 27 agosto 2010

Mons. Marchetto: bisogna smettere di appiccicare etichette al Papa qualunque cosa dica. La Chiesa è per la causa dell’uomo, soprattutto di chi soffre

La Chiesa “non è di destra, né di sinistra, né di centro” e “bisogna smetterla di appiccicare etichette sul Papa qualunque cosa dica”: così mons. Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti, intervistato dall’agenzia francese I.Media, in seguito all’espulsione di gruppi di rom dal Paese d’oltralpe. “Non entriamo nelle discussioni politiche - precisa l’arcivescovo -, ma siamo per la causa dell’uomo, in particolare di quelli che soffrono e sono in difficoltà”. In questo senso la Chiesa “non è di destra, né di sinistra, né di centro. Essa presenta rispettosamente il suo punto di vista su tutto ciò che concerne la morale”, che “non è solo questione di sessualità, aborto o matrimoni omosessuali, ma riguarda tutto l’uomo”. Sul caso specifico dei rom espulsi dalla Francia, mons. Marchetto invita a fare attenzione a che “queste espulsioni non siano ‘collettive’. Non si può colpevolizzare una intera popolazione per le mancanze di alcuni. Quando ci sono delle espulsioni, ci sono delle sofferenze, e non posso certo rallegrarmi delle sofferenze di queste persone, in particolare quando si tratta di persone deboli e povere che sono state perseguitate, che sono state vittime anch’esse di un ‘olocausto’ e vivono sempre fuggendo da chi da’ loro la caccia”.
Quindi mons. Marchetto replica a chi nei giorni scorsi ha criticato e ironizzato sulle parole pronunciate da Benedetto XVI nell’Angelus di domenica scorsa, sull’accoglienza delle “legittime diversità umane”. A Bruno Gollnisch (Fronte nazionale) che aveva invitato di accogliere i rom a Piazza San Pietro, risponde: “C’è chi non comprende che il Papa è presente attraverso tutti quelli che nel mondo si occupano dei più poveri. È ora di finirla con l’identificazione tra il papato e il territorio dello Stato del Vaticano, che è il minimo indispensabile per sostenere il ministero del Papa. È ora di rispettare il più piccolo stato del mondo, che permette al Papa di essere libero davanti al mondo intero e di spendersi per tutti coloro che soffrono”. All’economista Alain Minc, che ha richiamato in termini al limite del razzismo le origini tedesche di Benedetto XVI, e dunque non ha diritto di intervenire su alcuni temi, mons. Marchetto ricorda che il Papa “è il pastore della Chiesa universale” e “bisogna smetterla di appiccicare etichette sul Papa qualunque cosa dica”.

Il Velino