Il Velino, L'Osservatore Romano
martedì 14 dicembre 2010
Messa del Papa nel monastero delle visitandine in Vaticano: Gesù è la Parola definitiva di Dio agli uomini, perché ha mostrato il vero volto del Padre
Il Papa ha celebrato questa mattina la Santa Messa nel monastero di clausura “Mater Ecclesiae” che si trova all’interno del Vaticano. Lo riferisce L’Osservatore romano. Gesù è la Parola definitiva di Dio agli uomini, perché donandosi in persona ha mostrato il vero volto del Padre: si è sviluppata intorno a questo concetto la riflessione di Benedetto XVI. Nell’omelia il Papa ha commentato alcuni temi del pensiero di San Giovanni della Croce, di cui oggi la Chiesa celebra la memoria liturgica. Proprio oggi si chiude, inoltre, il quarto centenario della fondazione dell’ordine della Visitazione, ad opera di San Francesco di Sales e Santa Giovanna de Chantal, a cui appartengono le otto monache che abitano attualmente il monastero all’interno delle mura leonine. Il Papa ha definito Giovanni della Croce il Santo del mistero pasquale. Al centro della sua vita, infatti, c'è la croce, amata intimamente. Vivendo la croce, ha aggiunto il Pontefice, il Santo ha capito che essa è amore e che nel suo mistero si compie il mistero dell'amore. Benedetto XVI ha poi messo in evidenza come tutto il mistero cristiano sia unico, anche se il Santo pone l'accento sul mistero pasquale e sull'identità tra croce e amore. Il Papa ha poi sottolineato come nell'Antico Testamento erano molte le forme in cui Dio si manifestava e si avvicinava al suo popolo: tra queste, le visioni e le parole profetiche. Tutto ciò è senza dubbio una grande espressione di ricchezza della rivelazione, nella quale appare un aspetto del mistero divino. Nel Nuovo Testamento, invece, non sono più molti i modi in cui Dio ha parlato, ha sottolineato Benedetto XVI: è in Gesù, nel Cristo che si è fatta sentire la sua Parola. Riprendendo questo concetto, il Pontefice ha sottolineato come nel Nuovo Testamento Dio non ha detto qualcosa in più, ma la sua parola è il Figlio stesso. Allo stesso modo, Giovanni della Croce spiega che Dio ha dato e detto tutto nel Figlio. In lui l'umanità può conoscere il suo volto, il volto del Dio trinitario. La vocazione dell'uomo, quindi, è quella di entrare in questa totalità, di essere toccato e penetrato interiormente dalla ricchezza del dono che è Dio stesso. Insieme con il Papa hanno concelebrato i monsignori Georg Gänswein, segretario particolare, Alfred Xuereb, della segreteria particolare, Peter Bryan Wells, assessore, e alcuni prelati della Segreteria di Stato: Giampiero Gloder, Walter Erbì, Mark Gerard Miles, Winfrid König, Markus Heinz; con loro era il salesiano Valentín Viguera, assistente generale dell’ordine della Visitazione. Al termine della Messa, suor Maria Begoña Sancho, superiora del monastero, ha donato a Benedetto XVI a nome di tutte le visitandine del mondo una croce in argento, come quelle che portano le monache, proveniente da Annecy e contenente le reliquie di San Francesco di Sales, Santa Giovanna de Chantal e Santa Margherita Maria Alacoque. La superiora ha anche offerto al Papa delle suppellettili sacre da donare a chiese povere: 400 camici, 400 cingoli, 600 purificatoi, 900 rosari, 400 copie in francese dell’"Introduction à la vie dévote" di Francesco di Sales, e 2.800 scapolari del Sacro Cuore.