giovedì 30 giugno 2011
Per festeggiare con il Papa i 60 anni di sacerdozio giunti a Roma il fratello Georg e altri tre dei sacerdoti consacrati il 29 giugno 1951 a Frisinga

Agi
I primi dati sulle visite a 'news.va', il portale che riunisce i media vaticani. Il 60° di Ordinazione di Joseph Ratzinger la notizia più cliccata

Marcello Filotei, L'Osservatore Romano
E' morto il card. Georg Sterzinsky. Il Papa: suo lungo operare caratterizzato alla conciliazione, unì la diocesi di Berlino come vescovo di tutti

La Chiesa tedesca è, dunque, in lutto per la scomparsa del card. Sterzinsky. Dopo le difficoltà del secondo dopo guerra, che costrinsero la sua famiglia ad abbandonare la propria casa per trovare asilo nel 1946 a Thüringen, il futuro arcivescovo di Berlino cominciò a metà anni ’50 a svolgere studi filosofici e teologici presso il Seminario regionale di Erfurt. Nel 1960 è stato ordinato sacerdote. Per quindici anni, dal 1966 al 1981, è stato parroco della comunità di San Giovanni Battista nella Città Universitaria di Jena. Si trattava della più numerosa comunità parrocchiale compresa nel territorio della ex-Repubblica Democratica Tedesca. Successivamente, come amministratore apostolico dei Territori di Erfurt-Meiningen si è impegnato particolarmente in campo ecumenico. Il 28 maggio 1989 è stato eletto vescovo di Berlino, poi elevata a sede metropolitana. Dunque, come presule ha vissuto gli avvenimenti che hanno scandito l'abbattimento della cortina di ferro e il crollo del muro di Berlino. Nel 1990, con l’unificazione della Germania, anche la Conferenza Episcopale di Berlino è confluita nella Conferenza Episcopale di Germania, sotto la presidenza del vescovo di Mainz, Karl Lehmann. Giovanni Paolo II lo ha creato cardinale nel Concistoro del 28 giugno 1991. Il Collegio cardinalizio è ora formato da 197 porporati di cui 114 elettori e 83 ultraottantenni. I cardinali tedeschi sono ora sette di cui 5 elettori e 2 ultraottantenni.
SIR, Radio Vaticana
Vian: Benedetto XVI ha dedicato e dedica ogni giorno della sua vita a scoprire la grandezza dell'amore di Dio e a cercare sempre più la sua amicizia

SIR
Il sacerdozio di Benedetto XVI
Il Papa: 'L'Osservatore Romano' un 'giornale di idee', organo di formazione e non solo di informazione, mantenga fedelmente il compito di 150 anni

“Un lungo e significativo cammino ricco di gioie, di difficoltà, di impegno, di soddisfazioni, di grazia”. La ricorrenza, ha spiegato, “è innanzitutto motivo di ringraziamento a Dio pro universis beneficiis suis: per tutto quello, cioè, che la sua Provvidenza ha disposto in questo secolo e mezzo, durante il quale il mondo è cambiato profondamente, e per quanto dispone oggi, quando i cambiamenti sono continui e sempre più rapidi, soprattutto nell’ambito della comunicazione e dell’informazione”. Allo stesso tempo, offre anche “l’occasione per alcune riflessioni sulla storia e sul ruolo di tale quotidiano”, chiamato abitualmente “il giornale del Papa”. Il Papa ha ricordato che “L’Osservatore Romano ebbe origine in un contesto difficile e decisivo per il Papato, con la consapevolezza e la volontà di difendere e sostenere le ragioni della Sede Apostolica, che sembrava essere messa in pericolo da forze ostili". Fondato per iniziativa privata con l’appoggio del Governo pontificio, questo foglio serale si definì “politico religioso”, proponendosi come obiettivo “la difesa del principio di giustizia, nella convinzione, fondata sulla parola di Cristo, che il male non avrà l’ultima parola”. Questo obiettivo e questa convinzione sono stati espressi dai due celebri motti latini: “Unicuique suum” e, soprattutto, “Non praevalebunt”. "Nel 1870 la fine del potere temporale - avvertita poi come provvidenziale nonostante soprusi e atti ingiusti subiti dal Papato - non travolse - ha sottolineato il Pontefice - L'Osservatore Romano, né rese inutili la sua presenza e la sua funzione". Quindici anni dopo, la Santa Sede decise di acquisire la proprietà del quotidiano, e il controllo diretto da parte dell’autorità pontificia aumentò prestigio e autorevolezza del giornale, “che crebbero ulteriormente in seguito, soprattutto per la linea di imparzialità e di coraggio mantenuta di fronte alle tragedie e agli orrori che segnarono la prima metà del Novecento”. Seguirono “avvenimenti tragici”, ha riconosciuto il Pontefice: “il primo conflitto mondiale, che devastò l’Europa cambiandone il volto; l’affermarsi dei totalitarismi, con ideologie nefaste che hanno negato la verità e oppresso l’uomo; infine, gli orrori della shoah e della seconda guerra mondiale”. "In quegli anni tremendi, e poi durante il periodo della guerra fredda e della persecuzione anticristiana attuata dai regimi comunisti in molti Paesi, nonostante la ristrettezza dei mezzi e delle forze, il giornale della Santa Sede seppe informare con onestà e libertà, sostenendo l'opera coraggiosa di Benedetto XV, di Pio XI e di Pio XII in difesa della verità e della giustizia, unico fondamento della pace". Nella lettera è riportato anche quanto affermato nel 1961 dall'allora card. Giovanni Battista Montini, che due anni dopo sarebbe diventato Papa con il nome di Paolo VI, per il quale nel periodo più tragico del '900 "avvenne come quando in una sala si spengono tutte le luci, e ne rimane accesa una sola: tutti gli sguardi si dirigono verso quella rimasta accesa; e per fortuna questa era la luce vaticana, la luce tranquilla e fiammante, alimentata da quella apostolica di Pietro". E allora proprio "L'Osservatore apparve allora quello che, in sostanza, e' sempre: un faro orientatore". Nella seconda metà del Novecento, il giornale ha iniziato a circolare in tutto il mondo attraverso una serie di edizioni periodiche in diverse lingue. Attualmente sono otto, tra le quali, dal 2008, anche la versione in malayalam pubblicata in India, la prima interamente in caratteri non latini. Sempre dal 2008, “in una stagione difficile per i media tradizionali, la diffusione è sostenuta da abbinamenti con altre testate in Spagna, in Italia, in Portogallo, e ora anche da una presenza in Internet sempre più efficace”. Il Pontefice ha definito L'Osservatore Romano un “quotidiano 'singolarissimo' per le sue caratteristiche uniche”, indicando che in questo secolo e mezzo “ha innanzitutto dato conto del servizio reso alla verità e alla comunione cattolica da parte della Sede del Successore di Pietro”, senza dimenticare mai di “evidenziare anche la presenza, l’opera e la situazione delle comunità cattoliche nel mondo, che vivono talvolta in condizioni drammatiche”. “In questo tempo – segnato spesso dalla mancanza di punti di riferimento e dalla rimozione di Dio dall’orizzonte di molte società, anche di antica tradizione cristiana – il quotidiano della Santa Sede si presenta come un 'giornale di idee', come un organo di formazione e non solo di informazione”, ha segnalato il Pontefice. Per questo, ha esortato a “mantenere fedelmente il compito svolto in questo secolo e mezzo, con attenzione anche all’Oriente cristiano, all’irreversibile impegno ecumenico delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali, alla ricerca costante di amicizia e collaborazione con l’Ebraismo e con le altre religioni, al dibattito e al confronto culturale, alla voce delle donne, ai temi bioetici che pongono questioni per tutti decisive”. “Continuando l’apertura a nuove firme – tra cui quelle di un numero crescente di collaboratrici – e accentuando la dimensione e il respiro internazionali presenti sin dalle origini del quotidiano, dopo centocinquant’anni di una storia di cui può andare orgoglioso, L’Osservatore Romano sa così esprimere la cordiale amicizia della Santa Sede per l’umanità del nostro tempo, in difesa della persona umana creata a immagine e somiglianza di Dio e redenta da Cristo”, ha concluso.
TMNews, Zenit
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE AL DIRETTORE DE L’OSSERVATORE ROMANO NELLA RICORRENZA DEL 150° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE DEL QUOTIDIANO
Il Papa: l'amore per Cristo, a cui nulla deve essere anteposto, il requisito necessario per il servizio pastorale degli arcivescovi metropoliti

“Sono ancora vivi – ha detto il Papa nel discorso - nella mente e nel cuore di tutti noi i sentimenti e le emozioni che abbiamo vissuto ieri nella Basilica Vaticana, in occasione della celebrazione della solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, nella quale ho avuto la gioia di imporre il Pallio a voi, arcivescovi metropoliti nominati nel corso dell’ultimo anno”. “L’odierno incontro, semplice e familiare – ha proseguito -, mi offre l’opportunità di prolungare il clima di comunione ecclesiale e di rinnovare il mio cordiale saluto a voi, cari fratelli nell’episcopato, come pure ai vostri familiari ed alle personalità che hanno voluto partecipare a questo lieto evento. Estendo il mio affettuoso pensiero alle vostre Chiese particolari, che ricordo nella preghiera affinché siano animate da costante slancio apostolico”. Quindi, salutando mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, e mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace, ha rivolto agli arcivescovi metropoliti una particolare benedizione: “Il Signore vi benedica sempre e vi aiuti, nel vostro quotidiano ministero episcopale, a far crescere le comunità a voi affidate unite e missionarie, concordi nella carità, ferme nella speranza e ricche del dinamismo della fede”. Parlando quindi in francese, il Pontefice si è soffermato sul valore del Pallio imposto ai nuovi metropoliti nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo: “Voi che avete ricevuto il pallio, segno liturgico che esprime il particolare legame di comunione con il Successore di Pietro – ha detto – siate testimoni gioiosi e fedeli dell’amore del Signore” che cerca di riunire i suoi figli nell’unità della stessa famiglia. Sul valore della stola del Pallio si è anche soffermato parlando in lingua inglese. “Il Pallio - ha osservato – viene ricevuto dalle mani del Successore di Pietro e indossato dagli arcivescovi come segno di comunione nella fede e nell’amore” nella guida del Popolo di Dio. Il Pallio, ha soggiunto, richiama i vescovi “alla responsabilità di essere pastori secondo il cuore di Gesù”. Un legame, quello con la Sede Apostolica, che il Papa ha rammentato anche nei saluti in lingua spagnola. Il Pontefice ha così concluso il suo intervento tornando a parlare in italiano. Ha ringraziato il Signore per la “sua infinita bontà” nel “donare Pastori alla sua Chiesa”, ed ha assicurato loro la sua vicinanza: “A voi, cari arcivescovi metropoliti, assicuro la mia spirituale vicinanza e il mio orante sostegno al vostro servizio pastorale, il cui requisito necessario è l'amore per Cristo, a cui nulla deve essere anteposto”. Benedetto XVI, in conclusione, ha ripreso un’esortazione di San Cipriano: “Assolutamente nulla anteporre a Cristo, poiché neanche Lui ha preferito qualcosa a noi. Volontà di stare inseparabilmente uniti al suo amore, rimanere accanto alla sua croce con coraggio e dargli ferma testimonianza".
SIR, Radio Vaticana
Agli arcivescovi metropoliti che hanno ricevuto il Pallio (30 giugno 2011) - il testo integrale del discorso del Papa
Conferimento del 'Premio Ratzinger': un Papa che insegna a porre la questione di Dio per accompagnare gli uomini in ricerca alla fonte della vita vera

L’abate Maximilian Hein ha parlato in nome dei tre premiati, ricordando tra le altre cose che oggi esiste una grande “chance”: “Come teologi possiamo cercare senza timore la verità, dal momento che il teologo non forma la verità, ma è la verità che forma il teologo. Non potremmo quindi cercare la verità se noi stessi non l’avessimo già incontrata. Da questo incontro possiamo nutrire speranza e avanzare nella fede. Per questo impresa è necessario il sostegno dei grandi teologi della storia della Chiesa, soprattutto dei Padri della Chiesa e dei Dottori della Chiesa”.
SIR, Radio Vaticana, Zenit
Il Papa: della teologia l’umiltà che si lascia 'toccare' da Dio, la disciplina che si lega all’ordine della ragione e preserva l’amore dalla cecità

All’inizio del suo discorso il Papa ha voluto ricordare i meriti dei premiati esprimendo "gioia e gratitudine" per il fatto che, con la consegna del suo premio teologico, la Fondazione che porta il suo nome dà "pubblico riconoscimento all'opera condotta nell'arco di un'intera vita da due grandi teologi, e ad un teologo della generazione piu' giovane dia un segno di incoraggiamento per progredire sul cammino intrapreso". "Con il professor Gonzalez de Cardedal - ha ricordato - mi lega un cammino comune di molti decenni. Entrambi abbiamo iniziato con San Bonaventura e da lui ci siamo lasciati indicare la direzione". "In una lunga vita di studioso, il professor Gonzalez - sono state le parole di Benedetto XVI - ha trattato tutti i grandi temi della teologia, e ciò non semplicemente riflettendone e parlandone a tavolino, bensì sempre confrontato al dramma del nostro tempo, vivendo e anche soffrendo in modo del tutto personale le grandi questioni della fede e con ciò le questioni dell'uomo d'oggi. In tal modo, la parola della fede non è una cosa del passato; nelle sue opere diventa veramente a noi contemporanea". "Il professor Simonetti - ha detto ancora il Pontefice - ci ha aperto in modo nuovo il mondo dei Padri. Proprio mostrandoci, dal punto di vista storico, con precisione e cura ciò che dicono i Padri, essi diventano persone a noi contemporanee, che parlano con noi". Infine ha sottolineato che "il padre Maximilian Heim è stato recentemente eletto abate del monastero di Heiligenkreuz presso Vienna - un monastero ricco di tradizione - assumendo con ciò il compito di rendere attuale una grande storia e di condurla verso il futuro".



Agi, SIR, Radio Vaticana
CONFERIMENTO DEL "PREMIO RATZINGER" - il testo integrale del discorso del Papa
mercoledì 29 giugno 2011
In occasione dei 60 anni di sacerdozio del Papa il Collegio cardinalizio ha offerto un pranzo a un migliaio di poveri in San Giovanni in Laterano

Agi, RomaSette
60° anniversario di Ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI. Il ricordo di due preti ordinati con lui: da quel 29 giugno è rimasto l'amico di sempre

Gianni Santamaria, Avvenire
60° anniversario di Ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI. Gli auguri e l'omaggio al Papa dei quotidiani e dei blog cattolici

Quel giorno, l’altra storia (Avvenire)
IL GIUBILEO DI DIAMANTE DEL PAPA: 60 ANNI DI SACERDOZIO. AD MULTOS ANNOS, SANTO PADRE (Il blog degli amici di Papa Ratzinger)
Buon anniversario Santo Padre (Messainlatino.it)
AUGURI, SANTO PADRE! Sessant'anni di dono incondizionato al Signore! (Chiamati alla speranza)
Bartolomeo I al Papa: il Signore le conceda forza spirituale e fisica per proseguire il suo impegno al servizio della parola di verità e della Chiesa

SIR, L'Osservatore Romano
Messaggio di Sua Santità Bartolomeo I a Benedetto XVI in occasione della Solennità dei Santi Pietro e Paolo e del 60° Anniversario di ordinazione del Santo Padre
Il presidente Napolitano al Papa: alta considerazione mia e dell'Italia per la sua luminosa testimonianza e per l'incessante azione di pace e dialogo

TMNews
Messaggio del presidente Napolitano a Sua Santità Benedetto XVI in occasione del suo 60° anniversario dell'ordinazione sacerdotale
Georg Ratzinger: Joseph può essere un esempio perchè si è speso tutto per la sua vocazione e non ha mai posto innanzi le proprie preferenze personali

Radio Vaticana, Asca, Agi
GEORG: ANNUNCIARE A TUTTI L’AMORE DI DIO MISSIONE CHE LUI SVOLGE IN MODO ESEMPLARE
I più sentiti e affettuosi auguri per il 60° anniversario di Ordinazione sacerdotale anche al fratello del Santo Padre, mons. Georg Ratzinger!
Scenron
Il Papa: il primato di Pietro è predilezione divina, come la vocazione sacerdotale. Grato a Dio per la chiamata e il ministero affidatomi 60 anni fa

"Scusate il lungo ritardo. La Messa in onore dei Santi Pietro e Paolo è stata lunga e bella", ha esordito Benedetto XVI. "O Roma felix si canta oggi - ha ricordato - nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, Patroni di questa Città. 'Felice Roma, perché fosti imporporata dal prezioso sangue di così grandi Principi. Non per tua lode, ma per i loro meriti ogni bellezza superi'. Come cantano gli inni della tradizione orientale, i due grandi Apostoli - ha sottolineato il Papa - sono le ali della conoscenza di Dio, che hanno percorso la terra sino ai suoi confini e si sono innalzate al ciel. Sono le 'mani del Vangelo' della grazia, i 'piedi della verità' dell'annuncio, i 'fiumi della sapienza', le 'braccia della croce'". "La testimonianza di amore e di fedeltà dei Santi Pietro e Paolo illumina i Pastori della Chiesa, per condurre gli uomini alla verità, formandoli alla fede in Cristo. San Pietro, in particolare, rappresenta l'unità del collegio apostolico. Per tale motivo, durante la liturgia celebrata questa mattina nella Basilica Vaticana, ho imposto a 40 arcivescovi metropoliti il pallio, che manifesta la comunione con il Vescovo di Roma nella missione di guidare il popolo di Dio alla salvezza". Il Santo Padre ha quindi ricordato le parole di Sant’Ireneo, vescovo di Lione, secondo il quale alla Chiesa di Roma per la sua peculiare principalità “deve convergere ogni altra Chiesa, cioè i fedeli che sono dovunque, perché in essa è stata sempre custodita la tradizione che viene dagli Apostoli”. È la fede professata da Pietro – ha sottolineato Benedetto XVI - a costituire il fondamento della Chiesa: ‘Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente’ – si legge nel Vangelo di Matteo. Il primato di Pietro è predilezione divina, come lo è anche la vocazione sacerdotale: ‘Né la carne né il sangue te lo hanno rivelato – dice Gesù – ma il Padre mio che è nei cieli’”. Così accade, ha spiegato il Papa, “a chi decide di rispondere alla chiamata di Dio con la totalità della propria vita. Lo ricordo volentieri in questo giorno, nel quale si compie per me il sessantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale”. “Grazie per la vostra presenza e le vostre preghiere”, ha detto. “Sono grato voi, sono grato soprattutto al Signore – ha continuato - per la sua chiamata e per il ministero affidatomi, e ringrazio coloro che, in questa circostanza, mi hanno manifestato la loro vicinanza e sostengono la mia missione con la preghiera, che da ogni comunità ecclesiale sale incessantemente a Dio, traducendosi in adorazione a Cristo Eucaristia per accrescere la forza e la libertà di annunciare il Vangelo”. "In questo clima - ha detto Papa Ratzinger - sono lieto di salutare cordialmente la Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, presente oggi a Roma, secondo la significativa consuetudine, per venerare i Santi Pietro e Paolo e condividere con me l`auspicio dell`unità dei cristiani voluta dal Signore. Invochiamo con fiducia la Vergine Maria, Regina degli Apostoli, affinché ogni battezzato diventi sempre più una 'pietra viva' che costruisce il Regno di Dio".
Dopo la recita della preghiera mariana, il Santo Padre ha voluto rivolgere uno speciale augurio alla città di Roma, di cui Pietro e Paolo sono i Patroni: "Desidero rivolgere un saluto speciale ai fedeli della mia diocesi, come pure ai parroci e a tutti i sacerdoti impegnati nel lavoro pastorale. All'intera cittadinanza estendo il mio augurio di pace e bene". In tedesco Benedetto XVI ha salutato in particolare “la delegazione della Baviera, venuta a Roma in occasione del giubileo dei sessant’anni della mia ordinazione sacerdotale. Ringrazio per le preghiere che sono state offerte per me da molti fedeli nei giorni scorsi”.
TMNews, SIR
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS
Il Papa: Signore, aiutami ad essere una cosa sola con la tua volontà, vivere la vita insieme con Te per gli altri, diventare sempre di più Tuo amico!




Asca, SIR, TMNews
CAPPELLA PAPALE NELLA SOLENNITÀ DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO - il testo integrale dell'omelia del Papa
Benedetto XVI presiede la Messa dei Santi Pietro e Paolo. Gli auguri del card. Sodano: ci stringiamo intorno a Lei, pastori e fedeli di tutto il mondo

“Padre Santo, in questo momento le sono vicini i pastori e i fedeli di tutto il mondo, come tanti uomini di buona volonta’ che guardano alla Chiesa di Roma come ‘un vessillo sopra le nazioni’, segno della continua presenza divina nelle alterne vicende della storia”. All’inizio, il decano del collegio cardinalizio Angelo Sodano si è rivolto con queste parole a Bendetto XVI per formulargli gli auguri per il 60° anniversario di sacerdozio. “Interpreti di questo immenso coro noi oggi ci stringiamo intorno a Lei, posto dallo Spirito Santo a guidare la Santa Chiesa di Dio all’inizio di questo terzo millennio cristiano. Se l’Eucaristia sempre ci unifica, come Ella sovente ci ricorda, oggi ci unifica ancora di più intorno al Successore di Pietro”.
Quotidiano.net, Radio Vaticana
60° ANNIVERSARIO DI ORDINAZIONE SACERDOTALE DI BENEDETTO XVI. 'ADSUM', SONO QUI. AUGURI, SANTO PADRE!
"Il Signore ha giurato e non si pente: 'Tu sei sacerdote per sempre'" (Sal 110, 4).
Sessanta anni. Tanti ne sono passati da quel 29 giugno 1951, il momento più importante della tua vita, amato Benedetto XVI, quando hai pronunciato il tuo "Adsum", 'sono qui'. Da quella data, fino ad oggi, lo hai ripetuto a Dio ogni giorno. Lo hai pronunciato il 28 maggio 1977, quando da professore di teologia dogmatica e fondamentale sei diventato arcivescovo di Monaco e Frisinga. Poi di nuovo il 27 giugno dello stesso anno, quando Paolo VI ti ha creato cardinale, principe della Chiesa. Lo hai pronunciato il 25 novembre del 1981, alla nomina di prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. E, soprattutto, lo hai ripetuto il 19 aprile 2005, quando sei stato scelto come Successore dell'Apostolo Pietro. Ogni giorno del tuo sacerdozio, nei momenti di gioia e serenità, ancora di più nelle prove, nelle incertezze della vita, nei dolori.
Con il tuo rinnovato "Adsum" in questi 60 anni hai reso la tua una vita sacramentale, al cui centro c'è Cristo, solo e soltanto Lui, fonte inesauribile della tua gioiosa e semplice fede. Hai servito il Signore e la Chiesa con dedizione e con un dispendio di energie continuo, tra ostacoli, calunnie e non di rado tradimenti. Con il tuo "Adsum" hai risvegliato in tanti la fede, prima sopita, stanca o superficiale, spingendoli a manifestarla senza paura ma con coraggio davanti a un mondo che rifiuta Dio.
Santo Padre, ti confidiamo che avremo voluto che questo anniversario fosse celebrato con ancora più solennità, con eventi e celebrazioni che avrebbero mostrato a tutta la Chiesa il modello di sacerdote per questi anni non facili che lei incarna. Molti tra cardinali, vescovi, preti, fedeli laici, hanno ritenuto che non fosse necessario. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo fatto tutto il possibile perchè fossimo in tanti a rendere grazie al Signore per lo straordinario dono del tuo sacerdozio. Accolgi questo nostro regalo e benedici tutti noi!
Tanti auguri, amato Papa Joseph. Il Signore ti conservi, ti doni vita e salute, ti renda felice sulla terra e ti preservi da ogni male. Ad multos annos!
Scenron
martedì 28 giugno 2011
Verso il 60° anniversario di Ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI. Il Papa: in questa amicizia posso operare e rendere altri amici di Cristo

Conferimento della Cittadinanza onoraria di Freising - Repubblica Federale di Germania (16 gennaio 2010)
60° anniversario di Ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI. La Chiesa festeggia Joseph Ratzinger: messaggi, celebrazioni, adorazioni e preghiere

L'Osservatore Romano
Un anno fa l'annuncio del Papa del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione. Mons. Fisichella: per suscitare nuovo entusiasmo nella Chiesa

SIR
Un anno fa l'annuncio del Papa del dicastero per la Nuova Evangelizzazione. Intervista con mons. Fisichella
Il Papa: la comunione non completa che già unisce la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli cresca fino al raggiungere la piena unità visibile

Radio Vaticana
UDIENZA ALLA DELEGAZIONE DEL PATRIARCATO ECUMENICO DI COSTANTINOPOLI IN OCCASIONE DELLA SOLENNITÀ DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO - il testo integrale del discorso del Papa
GMG 2011-Il Papa a Madrid. De la Cierva: nessun finanziamento pubblico, solo sgravi fiscali. ll pranzo di Benedetto con 12 volontari internazionali

SIR, Radio Vaticana,Vatican Insider
Presentazione della GMG 2011. Il card. Rylko: esperienza straordinaria di una Chiesa amica dei giovani, partecipe dei loro problemi, a loro servizio

“Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”, il motto della GMG 2011, di cui è stato presentato un video a preannunciare un incontro festoso per centinaia di migliaia di giovani chiamati da tutto il mondo a Madrid. Un evento davvero importante per la Chiesa universale alla quale Benedetto XVI ha invitato i giovani cattolici, ma anche quelli esitanti e dubbiosi nella fede o non credenti, perché il fine di ogni GMG è l’evangelizzazione, ha ricordato il card. Rilko: “Questa insistenza sull’importanza della fede non vuol dire assolutamente che la Chiesa sia indifferente di fronte ai tanti gravi problemi che affliggono i giovani d’oggi. Al contrario!”. Giovani, non solo i destinatari ma i protagonisti delle GMG: “La Chiesa insegna, dunque, a guardare le cose più a fondo, senza mai perdere di vista l’essenziale. Ogni GMG è un’esperienza straordinaria di una Chiesa amica dei giovani, partecipe dei loro problemi, una Chiesa che si pone a servizio delle giovani generazioni, un’esperienza di una Chiesa giovane piena di slancio missionario. Un’epifania della fede cristiana di dimensioni planetarie. E i giovani, specie nella nostra vecchia Europa, profondamente secolarizzata e laicista, hanno un particolare bisogno di tutto questo”. Giovani che stanno rispondendo alla chiamata del Papa da ogni parte del mondo: “La GMG di Madrid si annuncia come un evento particolarmente significativo anche se osserviamo le cifre”. 440 mila gli iscritti a tutt’oggi dai cinque continenti, 1300 anche dall’Oceania, una cifra record rispetto ai tempi della preparazione. Quattordicimila i sacerdoti che li accompagneranno e 744 i vescovi, 24 mila i volontari impegnati nei vari servizi, 250 i luoghi per le catechesi, pronunciate in 30 lingue e 700 mila le copie di YouCat, il catechismo per i giovani, in 6 lingue. “Ogni GMG è una grande semina evangelica, è un dono da accogliere con gratitudine e con vivo senso di responsabilità”. Grande l’attesa per l’arrivo del Santo Padre giovedì 18 agosto a Madrid, dove nella Piazza de Cibeles lo attenderanno i giovani; poi il venerdi la Via Crucis per le strade della capitale spagnola e molti altri incontri anche al sabato prima della Messa conclusiva domenica 21. “La Chiesa di Spagna è interpellata in modo speciale – ha detto il cardinale – infatti tutte le diocesi spagnole hanno risposto in maniera generosa ed entusiasta alla scelta di Benedetto XVI". "In questo periodo di preparazione la Chiesa spagnola ha potuto riscoprire se stessa, le sue grandi risorse spirituali, non di rado nascoste e invisibili ad un osservatore distratto” ha affermato il porporato che ha ricordato, citando Benedetto XVI, come tra le ragioni della scelta di Madrid per la GMG ci sia il bisogno dell’Europa di “ritrovare le sue radici cristiane”. La GMG di Madrid, la seconda in territorio spagnolo dopo quella del 1989 a Santiago de Compostela, sarà all’insegna di Giovanni Paolo II al quale sarà dedicata la celebrazione di accoglienza dei giovani il 16 agosto, presieduta dall'arcivescovo della città ospitante Rouco Varela.
Radio Vaticana, SIR
CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA XXVI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ (MADRID, 16 - 21 AGOSTO 2011)
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