
Compito della Chiesa, osserva il Papa nel 40° anniversario del Decreto conciliare “Ad Gentes”, è “comunicare incessantemente” l’amore divino, “grazie all’azione vivificante dello Spirito Santo”. E ribadisce che ogni cristiano deve farsi missionario, ogni battezzato è chiamato ad annunciare il Vangelo a tutte le genti. Questo, avverte, “non costituisce qualcosa di facoltativo, ma la vocazione propria del Popolo di Dio”: “L’annuncio e la testimonianza del Vangelo sono il primo servizio che i cristiani possono rendere a ogni persona e all'intero genere umano, chiamati come sono a comunicare a tutti l'amore di Dio, che si è manifestato in pienezza nell’unico Redentore del mondo, Gesù Cristo” (Al Convegno della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, 11 marzo 2006).
D’altro canto, il Papa sottolinea che, soprattutto oggi, l’impegno missionario va armonizzato con il dialogo: “La Chiesa è oggi chiamata a confrontarsi con sfide nuove ed è pronta a dialogare con culture e religioni diverse, cercando di costruire insieme a ogni persona di buona volontà la pacifica convivenza dei popoli” (Al Convegno della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, 11 marzo 2006).
Vivificati dallo Spirito Santo, esorta il Papa, siamo chiamati alla missione. Un impegno che “esige pazienza e lungimiranza, coraggio e umiltà, ascolto di Dio e vigile discernimento dei segni dei tempi”: “Lo spirito missionario della Chiesa non è altro che l’impulso di comunicare la gioia che ci è stata donata. Che essa sia sempre viva in noi e quindi s’irradi sul mondo nelle sue tribolazioni” (Alla Curia Romana, 22 dicembre 2008).
Radio Vaticana