La Chiesa celebra oggi la memoria di San Giovanni Maria Vianney (foto), patrono dei parroci. Un luminoso esempio di sacerdote che Benedetto XVI ha richiamato più volte in discorsi e catechesi. A lui, il Papa ha dedicato l’Anno Sacerdotale, in occasione del 150° anniversario della sua “nascita al cielo”, indicandolo come modello per tutti i sacerdoti del mondo. A 17 anni era ancora analfabeta, quando morì il popolo di Dio lo chiamò subito Santo. Così, oltre un secolo e mezzo dopo il suo ritorno alla Casa del Padre, San Giovanni Maria Vianney è ancora un esempio da imitare per ogni sacerdote. Ma cosa ha reso così straordinaria l’esistenza di questo semplice parroco di campagna di un piccolo borgo del Sud della Francia? Benedetto XVI non ha dubbi: l’amicizia con il Signore.
“Ciò che ha reso santo il Curato d’Ars è l’essere innamorato di Cristo. Il vero segreto del suo successo pastorale è stato l’amore che nutriva per il Mistero eucaristico annunciato, celebrato e vissuto e che è diventato amore delle pecore di Cristo, delle persone che cercano Dio” (Udienza generale, 5 agosto 2009).
In un tempo segnato dal razionalismo, nel periodo difficile della Francia post-rivoluzionaria, rammenta il Pontefice, quest’umile prete conquistò migliaia di anime a Cristo. Ci riuscì, non per le sue qualità umane, ma grazie al suo conformarsi al Buon Pastore, fino a dare la vita per le sue pecore: “La sua esistenza fu una catechesi vivente, che acquistava un’efficacia particolarissima quando la gente lo vedeva celebrare la Messa, sostare in adorazione davanti al tabernacolo o trascorrere molte ore nel confessionale...riconosceva nella pratica del Sacramento della penitenza il logico e naturale compimento dell’apostolato sacerdotale” (Udienza generale, 5 agosto 2009).
“Non è il peccatore che ritorna a Dio per chiedergli perdono – amava dire il Curato d’Ars - è Dio che corre dietro al peccatore e lo fa tornare a Lui”. Annunciare con gioia la bellezza del Vangelo, rendere presente la Parola di Dio nel mondo: questo, ribadisce il Papa, è stata la missione portata avanti da San Giovanni Maria Vianney, pur tra mille difficoltà: “Egli era uomo di grande sapienza ed eroica forza nel resistere alle pressioni culturali e sociali del suo tempo per poter condurre le anime a Dio: semplicità, fedeltà ed immediatezza erano le caratteristiche essenziali della sua predicazione, trasparenza della sua fede, della sua santità. Il Popolo cristiano ne era edificato e, come accade per gli autentici maestri di ogni tempo, vi riconosceva la luce della Verità” (Udienza generale, 14 aprile 2010).
“Un buon pastore, un pastore secondo il cuore di Dio – diceva San Giovanni Maria Vianney – è il più grande tesoro che il buon Dio possa concedere a una parrocchia, ed uno dei doni più preziosi della misericordia divina”. I sacerdoti, è allora l’esortazione che il Pontefice ripete durante l’Anno a loro dedicato, imitino il Curato d’Ars coltivando, giorno dopo giorno, “un’intima comunione personale con Cristo”. Solo così potranno toccare i cuori della gente ed “aprirli all’amore misericordioso del Signore”.
“Sull’esempio del Santo Curato d’Ars, lasciatevi conquistare da Cristo e sarete anche voi, nel mondo di oggi, messaggeri di speranza di riconciliazione, di pace” (Udienza generale, 31 marzo 2010).
Radio Vaticana