
Certamente eleganti, talvolta scolpiti come vere opere d'arte, i salotti di legno d'ebano che spesso impreziosiscono le case delle famiglie africane benestanti non rispondono agli standard di comodità delle assai più morbide e accoglienti poltrone occidentali. Ma a Papa Ratzinger piacciono davvero, tanto che gli uomini della Gendarmeria che lo hanno accompagnato anche in Benin e il personale di volo dell'Alitalia ieri erano alle prese con il problema di imbarcare sedie, panche e sgabelli nella stiva dell'apparecchio che è decollato alla volta di Roma. E' successo, ha spiegato padre Lombardi, che la famiglia di mons. Bartholemy Adoukonou, il presule beninese ex allievo del Papa all'Università di Regensburg e oggi segretario del Pontificio Consiglio della Cultura, ha pensato di fare questo dono, in effetti piuttosto ingombrante, all'antico professore del loro parente. E lui, il tedesco Joseph Ratzinger, si è entusiasmato: "E' un salotto di legno duro, molto simile a quello che aveva il card. Gantin a Roma e che quindi conoscevo bene", ha detto ai collaboratori ricordando con nostalgia le tante conversazioni avute con il porporato africano che lo ha preceduto nell'incarico di decano del Collegio cardinalizio. Detto fatto, è cominciato il viaggio del salotto alla volta del Palazzo Apostolico. Un episodio piccolo, che però testimonia il grande rispetto del Papa per la cultura africana che, ha ricordato Lombardi nel suo briefing, ha imparato a apprezzare quando era professore di teologia in Germania proprio grazie al suo allievo Adoukonou, che si è laureato sotto la direzione del futuro Papa e sul tema dell'inculturazione del crisitianesimo nella realtà africana.
Agi
Padre Lombardi: la speranza, il cuore del messaggio del Papa in Benin