Alla vigilia dall'arrivo di Papa Benedetto XVI a Cuba, la Casa Pastorale “Giovanni Paolo II” dell'arcidiocesi di Santiago de Cuba brulica di attività. Gruppi di giovani cattolici aiutano a preparare i cartelli di benvenuto ed organizzano la distribuzione delle credenziali, delle magliette e dei cappellini che identificheranno centinaia di volontari responsabili dell'accoglienza. “Stiamo lavorando sugli aspetti logistici della Messa papale a Santiago”, spiega il diacono Humberto González, che dirige la Commissione Diocesana per le Missioni. González ribadisce che nella piazza Antonio Maceo, dove il Papa celebrerà domani l'Eucaristia, verranno distribuiti 41.320 dépliant e lo stesso numero di programmi per la liturgia, con le preghiere e i canti. Il volantino, intitolato “Stringi la mano con il tuo fratello", è lo stesso che sta circolando in tutte le comunità cattoliche dell'isola a partire dal Mercoledì delle Ceneri. Nel dépliant si invitano i fedeli a vivere e compiere atti di misericordia durante il tempo della Quaresima. Centinaia di volontari, identificati da una maglietta e un cappellino bianco, formeranno, quindi, i cordoni di sicurezza durante la celebrazione. Le magliette portano il logo con l'immagine della Vergine in azzurro e il motto “La carità ci unisce”, oltre al messaggio “Pellegrino della carità”. Ieri, nella Casa pastorale, Julita Soler ha ritagliato le credenziali con un gruppo di giovani. Julita, che appartiene a vari gruppi della pastorale diocesana, ha dichiarato che è qualcosa che “ci arricchisce”. Sposata da pochi anni, l'appartenenza ad un gruppo di coppie sposate è molto importante. “La vita attorno a noi spesso non condivide i nostri ideali del matrimonio, ma il gruppo sì. Ci sono delle coppie con più esperienza che ti aiutano”. La religiosa clarettiana Beatriz Cecilia Medina passa tutta la giornata con i giovani volontari. E' la coordinatore della Pastorale Giovanile nell'arcidiocesi di Santiago de Cuba e ha affermato che il lavoro deve essere completato entro sabato 24 marzo, dato che “a partire dal 25 i giovani si dedicheranno ad accogliere la gente che arriverà in treno e in autobus”. Uno dei giovani volontari, Luis Javier Mediaceja, non aveva potuto collaborare così direttamente nei preparativi, quando Giovanni Paolo II visitò l'isola nel gennaio del 1998. “Ero molto giovane, ma ora ho più senso di responsabilità” dichiara. Battezzato da piccolo e membro della parrocchia di Santa Teresita, a Santiago, dice che è importante per i giovani partecipare, "perché ci motiva come cristiani e come cattolici ad integrarci più nella nostra Chiesa”. Luis ritiene che la visita del Papa cambierà le aspettative dei giovani. Camilo Fabra ha lavorato per dieci anni nella pastorale giovanile e adesso lavora nella formazione e cultura con i Fratelli Cristiani. Nel 1998 era impegnato nel comitato d'accoglienza di Giovanni Paolo II e oggi fa lo stesso per dare il benvenuto a Benedetto XVI e, come da lui affermato, "sperimenta la stessa gioia e motivazione di allora nel ricevere il Santo Padre". “Vogliamo – conclude - che la gente possa esprimere la propria fede e che noi possiamo regalare un po' della fede che abbiamo a chiunque ne voglia”.
Araceli Cantero Guibert, Zenit