di Giuseppe Betori
Cardinale arcivescovo metropolita di Firenze
Presidente della Conferenza Episcopale toscana
Il Santo Padre Benedetto XVI giunge tra noi con un significativo atto del suo ministero petrino per le genti di Toscana. La sua presenza nel territorio della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, con gli incontri e le celebrazioni nella città di Arezzo, nell’eremo della Verna e nella città di Sansepolcro, è infatti un dono fatto non solo a quel territorio, ma un evento che arricchisce l’esperienza di fede di tutte le diocesi della Toscana. Nell’orizzonte della fede va infatti colto il significato di questa visita pastorale, come un atto con cui il Pastore della Chiesa universale viene incontro alle condizioni e alle attese di fede di un Chiesa particolare e delle altre Chiese consorelle nella medesima regione, per rafforzarne la consapevolezza nel credere, per esprimere comunitariamente la lode liturgica, per ribadire le ragioni di una testimonianza al Vangelo come grazia offerta a tutti gli uomini e le donne di queste terre. È un ministero che Benedetto XVI va svolgendo con un luminoso magistero, con la proposta di una profonda spiritualità, con una precisa consapevolezza degli interrogativi del presente. Accogliendolo in questa regione, i vescovi e le Chiese di Toscana gli esprimono profonda gratitudine per il suo servizio al Vangelo e convinta adesione al cammino ecclesiale che egli propone, di cui si sentono totalmente partecipi. Nel percorrere le strade di questo territorio e soprattutto quelle delle nostre città, Benedetto XVI entrerà in contatto con la storia religiosa e civile della regione e potrà cogliere le radici di fede che ne hanno innervato la civiltà, un dono di crescita nell’umano offerto nei secoli all’Italia e al mondo. Siamo orgogliosi di essere i primi depositari di questa eredità, pur confessando il sentimento di inadeguatezza a farla oggi risplendere in tutta la sua ricchezza. La presenza del Papa tra noi, alla vigilia dell’Anno della fede, che egli ha voluto come uno sprone per riporre al centro della nostra vita ciò che è essenziale, e cioè la presenza di Dio accolto nell’evento di Cristo, il suo Figlio fatto uomo, morto e risorto per noi, sarà un particolare incitamento a condividere gli obiettivi spirituali e pastorali che Benedetto XVI ha posto nel cuore di questa iniziativa. Vogliamo farlo con la nostra specificità, con il recupero delle ragioni trascendenti che sono nel cuore di ogni espressione della bellezza, con l’attenzione a quel mistero divino che la creazione svela nei nostri paesaggi, con la promozione di quella dignità dell’uomo che sta a fondamento di ogni vero progetto umanistico, con la generosità degli slanci di attenzione ai deboli e ai poveri che hanno suscitato tra noi nei tempi tante testimonianze di carità. Accompagniamo con la preghiera la visita del Papa tra noi, perché il cuore di tutti, credenti e non credenti, si apra alla sua presenza e si lasci illuminare dal suo insegnamento. Grazie, Santo Padre, per il dono che ci fa e per quanto vorrà indicarci per dare più profonda solidità alla nostra fede, più coraggiosi orizzonti alla nostra speranza, maggiore slancio alla nostra carità.
Toscana Oggi