Vatileaks? Uno scandalo umano, troppo umano, come direbbe Nietzsche, fatto di intrighi, gelosie e ripicche del mondo che si nasconde dietro il manto papale. Tra le mura vaticane la sfiducia e l’ostilità sono i sentimenti che prevalgono tra chi collabora col Santo Padre secondo il quotidiano Die Welt. Da più di 50 giorni Paolo Gabriele (foto), il 46enne ex aiutante di camera del Papa, siede dietro le sbarre delle prigioni vaticane. Fino ad ora Gabriele rimane l’unico indiziato per la pubblicazioni di documenti segreti di Papa Benedetto XVI, usciti negli ultimi mesi ed in larga parte pubblicati da Gianluigi Nuzzi. L’autore di “Sua Santità. Le carte segrete del Papa” ha chiamato la sua fonte “Maria”, descrivendola come “cattolici praticanti, che lavorano o vivono in Vaticano, e che godono di una tale fiducia, da avere accesso a documenti riservati”. Son “piccoli eroi” del libro che Nuzzi ringrazierà sempre. Paolo Gabriele, per tutti “Paoletto”, però difficilmente saprà cosa fare dei ringraziamenti di Nuzzi, visto che è stato arrestato per la pubblicazione di una fattura che solo lui avrebbe potuto consegnare. Pagina 311 del libro di Nuzzi è diventata la condanna di “Paoletto”, che Benedetto XVI amava come un figlio, come ha detto il card. Bertone. Nonostante questo sentimento il maggiordomo però ha iniziato a rubare da molti anni, documenti segreti ammassai in casa sua, anche lettere in tedesco che non avrebbe mai potuto comprendere. Die Welt nota come a Gabriele, l’amato Paoletto, manchi praticamente tutto perché sia la figura principale dello scandalo Vatileaks. Una persona che voleva fare sempre “bella figura”, semplice e gentile con tutti, tanto che secondo il quotidiano tedesco voleva essere “buonista”. Gabriele aveva iniziato la sua carriera come pulitore di marmi nella Basilica di San Pietro e negli altri Sacri Palazzi, ma poi grazie alla segnalazione di mons. Paolo Sardi, ora cardinale, è riuscito a diventare il maggiordomo del Papa, nonostante il suo predecessore, il leggendario Angelo Gugel, lo avesse sconsigliato. Proprio Paolo Sardi è una delle tre personalità che Die Welt cita come figure vicine al Papa o agli altri poteri vaticani, che covavano risentimento per esser stati messi fuorigioco, e che coltivavano rapporti stretti con “Paoletto”. Oltre a Sardi c’è tra queste persone Ingrid Stampa, che abita nella stessa casa di Gabriele ed era considerata fino a qualche anno fa una sorta di papessa, per la sua estrema vicinanza a Benedetto XVI iniziata nel 1991, quando proprio Woytila la consigliò come governate all’allora card. Ratzinger. Per Die Welt l’invidia della Stampa verso qualsiasi persona che si avvicina al Papa è nota in tutti i corridoi vaticani. La Stampa è da molto tempo confidente di Josef Clemens, che è stato per diciannove anni segretario di Joseph Ratzinger. La sua promozione a vescovo e l’affidamento ad altri incarichi vaticani lo hanno però fatto allontanare da Benedetto XVI quando questi è diventato Papa, e lo stesso Papa Ratzinger pose fine alle famose cene organizzate da Clemens con Ingrid Stampa, che lo vedevano consueto ospite. Il legame tra Paolo Gabriele e questo cerchio di confidenti, in parte ex, di Benedetto XVI è costituito dallo strettissimo rapporto tra la Stampa e Paolo Sardi. Per Die Welt queste tre figure, molto conosciute tra le mura vaticane visto che nella Santa Sede tutti sanno tutto di tutti, simboleggiano la vera natura di Vatileaks. Ovviamente le tre persone citate dal quotidiano tedesco, vicine a Gabriele, sono assolutamente innocenti fino a prova contraria, ma rappresentano quel clima di sfiducia reciproca, invidia e gelosia delineato dallo scandalo. Una vicenda che non è una rivoluzione o una congiura anti Ratzinger, bensì una caduta nell’abisso delle debolezze umane. “Cor omini abysuss”, diceva Sant’Agostino, uno dei Padri della Chiesa preferiti di Benedetto XVI. Ora il Papa sa che questo scandalo ha evidenziato la distruzione della sua casa, invasa da sentimenti che mostrano quanto umano e fragile sia il Vaticano.
Dario Ferri, Giornalettismo