A mezzogionro di oggi, Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per recitare l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti. “Nel cuore del mese di agosto – ha ricordato il Papa - la Chiesa in Oriente e in Occidente celebra la solennità dell’Assunzione di Maria Santissima al Cielo”. Nella Chiesa cattolica, il dogma dell’Assunzione “fu proclamato durante l’Anno santo del 1950 dal venerabile Pio XII. La celebrazione, però, di questo mistero di Maria affonda le radici nella fede e nel culto dei primi secoli della Chiesa, per quella profonda devozione verso la Madre di Dio che è andata sviluppandosi progressivamente nella Comunità cristiana”. Per capire l’Assunzione, ha sostenuto il Pontefice, “dobbiamo guardare alla Pasqua, il grande Mistero della nostra Salvezza, che segna il passaggio di Gesù alla gloria del Padre attraverso la passione, morte e risurrezione. Maria, che ha generato il Figlio di Dio nella carne, è la creatura più inserita in questo mistero, redenta fin dal primo istante della sua vita, e associata in modo del tutto particolare alla passione e alla gloria del suo Figlio. L’Assunzione al Cielo di Maria è pertanto il mistero della Pasqua di Cristo pienamente realizzato in Lei. Ella è intimamente unita al suo Figlio risorto, vincitore del peccato e della morte, pienamente conformata a Lui”. Ma l’Assunzione è “una realtà che tocca anche noi, perché ci indica in modo luminoso il nostro destino, quello dell’umanità e della storia. In Maria, infatti, contempliamo quella realtà di gloria a cui è chiamato ciascuno di noi e tutta la Chiesa”. Nel Magnificat, la Madonna si colloca tra i “poveri” e gli “umili”, che “non fanno affidamento sulle proprie forze, ma che si fidano di Dio, che fanno spazio alla sua azione capace di operare cose grandi proprio nella debolezza. Se l’Assunzione ci apre al futuro luminoso che ci aspetta, ci invita anche con forza ad affidarci di più a Dio, a seguire la sua Parola, a ricercare e compiere la sua volontà ogni giorno: è questa – ha dichiarato il Santo Padre - la via che ci rende ‘beati’ nel nostro pellegrinaggio terreno e ci apre le porte del Cielo”. Nei saluti in varie lingue dopo l’Angelus, Benedetto XVI salutando i pellegrini polacchi, che gli hanno dedicato un coro, ha rammentato anche “tutti coloro che si stanno recando in pellegrinaggio a Jasna Góra (Częstochowa). L’Assunzione della Beata Vergine Maria ci ricorda che la mèta del nostro cammino terreno è il cielo. Camminando, impariamo dall’Immacolata l’abbandono a Dio, il compimento della Sua volontà e il servizio al prossimo”.
SIR
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS